Farruko live ai Magazzini Generali di Milano il 7 dicembre

FARRUKO - 7 DICEMBRE
Giovedì 7 dicembre
Farruko arriva a Milano per un imperdibile concerto live presso i Magazzini Generali (via Pietrasanta 16).

Il celebre cantautore portoricano, seguito da milioni di sostenitori sui social, presenterà al pubblico italiano i suoi più grandi successi 
Apprezzato per la sua grande versatilità musicale e interpretativa, ha dimostrato il suo talento nella maggior parte dei sotto-generi della musica urbana come reggaeton, rap, hip-hop, r’n’b e il trap latino, che lo hanno portato a collaborare con artisti del calibro di Sean Paul, Balvin J, Nikki Jam e molti altri.
L’ultima sua produzione è TrapXficante.
La tappa milanese sarà l’occasione per scatenarsi sulle note dei suoi più grandi successi come il brano 6AM con J Balvin passando per il più recente Sunset
I biglietti per l’evento sono già disponibili in prevendita su www.mailticket.it, presso i circuiti di vendita abituali o acquistabili direttamente in loco.

BITS-RECE: Fergie, Double Dutchess. Il gran bis della “duchessa”

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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11 anni. Tanto ci ha messo Fergie a tornare in pista. Cioè, a dir la verità non sono stati proprio 11 anni di silenzio questi, perché in mezzo ci sono stati due album con i Black Eyed Peas e qualche brano inedito snocciolato durante il percorso. Però insomma, il secondo capitolo della sua carriera solista si apre adesso, con Double Dutchess, un discone di 17 tracce a cui va ad aggiungersi anche il pacchetto di tutti i video (tranne You Already Know) nella Visual Experience, riuniti nel film Seeing Double. Un po’ insomma come aveva fatto Beyoncé con il Visual Album di qualche anno fa.
Ampiamente anticipato da L.A. Love, M.I.L.F. $ e Life Goes On, Double Dutchess restituisce una Fergie in pienissima forma, anche se forse un po’ appannata dal punto di vista mediatico, ma desiderosa di buttarsi ancora al centro della mischia con un album generosissimo di spunti e poderoso nei suoni.
Quello che colpisce da subito è l’atmosfera decisamente urban in cui è immerso Double Dutchess, capace di passare attraverso momenti molto diversi, con poco spazio riservato al puro pop: l’apertura, grandiosa e sorprendente, è affidata ad Hungry, con le sue note oscure e quasi goticheggianti di trap (dentro ci è finito addirittura il campionamento di Dawn Of The Iconoclaste, successo dei Dead Can Dance) e il featuring di Rick Ross, mentre le tracce successive sono una raffica di variazioni che dal più classico R&B toccano l’hip-hop, il reggae, l’elettronica, per arrivare a chiudere in bellezza con i fuochi d’artificio grazie il rock ardente e affilato di Love Is Pain, in cui si intravede – neanche troppo velata – l’anima di Purple Rain di Prince in un omaggio non ufficialmente dichiarato.
Assolutamente spassosissimi i toni tropicali di Enchanté (Carine), insieme ad Axl Jack, il figlio di Fergie, così come il potente giro di funk di Tension, che sembra – a dirla tutta – rubata dagli archivi di Kylie Minogue.

Insomma, un album sfaccettato e studiatissimo per il ritorno di una protagonista di prima linea degli anni Duemila, che si trova oggi circondata dall’affamata schiera della nuova generazione e che sapeva quindi di doversi giocare il tutto per tutto per dimostrare che oggi c’è ancora posto lei. Almeno sulla carta, il risultato non manca di ispirazione e parrebbe darle ragione: dopo tanti anni Fergie è tornata, c’è, e tiene perfettamente il passo con i tempi.
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Sul versante video invece c’è da segnalare qualche punto di domanda rimasto in sospeso, dal momento che in più di un episodio l'”esperienza visuale” si rivela essere non molto di più che un semplice contenuto bonus aggiunto alla versione audio. Portando il confronto sull’analoga operazione di Beyoncé, la signora Carter – tra l’altro citata tra le fonti d’ispirazione – si porta a casa la vittoria a mani basse.
Tra i momenti da salvare, sicuramente l’intensità immaginifica di Love Is Pain.

Marilyn Manson: il ritorno del Reverendo il 6 ottobre con l’album Heaven Upside Down

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Marilyn Manson
ha confermato l’uscita di Heaven Upside Down il 6 ottobre, anticipandolo dal singolo We Know Where You Fucking Live.

I dieci brani di Heaven Upside Down sono stati registrati a Los Angeles e creano un paesaggio sonico che ricorda l’aggressività dei dischi seminali di Manson Portrait of an American Family e Holy Wood. Come per The Pale Emperor del 2015, Manson collabora nuovamente con il produttore e compositore cinematografico Tyler Bates.

Temi come violenza, sesso, politica e romanticismo trovano spazio nel nuovo lavoro: in KILL4ME Manson chiede ai suoi fan di affermare brutalmente la loro devozione e si lancia in nuovi generi con la trap di SAY10.

Questa la tracklist dell’album:
Revelation #12
Tattooed In Reverse
WE KNOW WHERE YOU FUCKING LIVE
SAY10
KILL4ME
Saturnalia
JE$U$ CRI$I$
Blood Honey
Heaven Upside Down
Threats of Romance

Il 27 settembre, Manson inizierà il suo tour mondiale e toccherà l’italia per una data unica il 22 novembre a Torino al Pala Alpitour.

Izi: Wild Bandana si colora d’oro

Wild Bandana di Izi, in featuring con Tedua e Vaz te’ è stato certificato disco d’oro.
Il brano, estratto dal nuovo album d’inediti Pizzicato, mescola sonorità elettroniche, beat ed effetti casuali che s’intrecciano con il flow cantilenato del rapper genovese.

Un testo autobiografico che descrive il percorso del collettivo Wild Bandana attraverso ricordi, luoghi simbolo e personaggi che hanno contribuito alla loro crescita artistica e personale.

#MUSICANUOVA: The RRR Mob, Don’t Call Me

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Chi l’ha detto che la trap non è adatta ai tormentoni estivi?
Prendete Don’t call me, ultimo singolo di The RRR Mob, e avrete un concentrato di è energia e spensieratezza da vivere sotto al sol leone, con buona pace dei puristi.

Dopo Flus 2 (nessun limite), brano dedicato ai migranti in cerca di una vita migliore, Laioung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz, fanno conoscere il loro lato più leggero, in pieno mood vacanziero.

Trainati dai successi solisti di Laioung, The RRR Mob – prima crew nata in Italia interamente composta da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati – hanno iniziato a lavorare al loro album d’esordio a Milano, città dove si sono trasferiti dopo vari spostamenti e vicissitudini personali.

BITS-RECE: Luana, M.W.A. vol.1 EP. Orgoglio, sangue e Beyoncé

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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L’r’n’b grida vendetta.
Mentre l’hip-hop da ormai qualche anno si è preso il centro della scena in Italia, il suo cugino conterraneo – cioè statunitense – qui da noi si deve accontentare delle briciole dell’underground. Sì, ogni tanto c’è qualche voce che riesce a farsi sentire, qualche brano che riesce a spuntarla su iTunes, ma nel complesso gli artisti dell’rhythm & blues e dell’urban nostrano sono seguiti da pochi, veraci, estimatori.
Manca la vera cultura dell’r’n’b, si potrebbe pensare, quella che in America si respira a ogni angolo della strada: può anche essere vero, ma anche l’hip-hop ha le radici oltreoceano, eppure qui si è trapiantato alla grande. All’r’n’b manca ancora qualcosa per fare il grande salto, forse solo l’occasione giusta, e forse un giorno arriverà anche la sua rivincita, ma per ora i suoi esponenti vanno cercati con attenzione.
Per fortuna però, ce ne sono in giro alcuni che vale davvero la pena portare allo scoperto.

Come Luana, ad esempio. Dopo un esordio alcuni anni fa con lo pseudonimo di La Miss e due album all’attivo (in cui ha ospitato anche Baby K per una collaborazione, tanto per dire), è ripartita con il suo nome di battesimo e ha da poco sfornato il suo primo EP, M.W.A. vol. 1, dove M.W.A. sta per “Mama With Attitudine” e vol. 1 è l’augurio di poter in futuro pubblicare anche il seguito.
Luana, dicevo, è un personaggio interessante nel panorama r’n’b italiano, perché è una a cui piace osare, buttarsi, rischiare, e sporcarsi le mani.
Lo dimostra subito Lucille, prima traccia dell’EP, nonché primo singolo estratto: un brano tosto, tostissimo, duro come l’acciaio e ruvido come l’asfalto. Si parla di violenza sulle donne, ma senza retorica o pietismo: anzi, facendo a pezzi ogni velo di ipocrisia, il testo ha come protagonista una lei che, arrivata al culmine dell’esasperazione per le violenze di lui, si trasforma nella sua assassina. Una dichiarazione di innocenza e vendetta di “un’anima massacrata”, una collisione di sentimenti che si accompagna a uno scontro di generi musicali, con il pop portato da Romina Falconi, spietata interprete del pop elettronico italiano, anche lei allergica a ipocrisie e cotonature buoniste.
Di tutt’altro tenore Queen B, che se nel titolo rende ovviamente omaggio alla signora Carter, nel testo e nella musica rimanda all’universo degli anni ’90, con riferimenti che spaziano dalle TLC a Missy Elliott, a Run DMC. Un pezzo d’amore solare e disimpegnato, in cui Jay-Z e Beyoncé diventano l’esatto corrispettivo dei più tradizionali Romeo e Giulietta o Al Bano e Romina (“fai lo scemo davanti allo specchio imitando Jay-Z / io sono la tua Queen B”).
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Dichiarazione d’orgoglio e rivalsa, soprattutto musicale, è Fuori dal coro, che vede la partecipazione di Giovane Feddini e Shine, in un incontro tra R&B e rap nella più fedele tradizione, mentre a Tappandomi gli occhi sono affidate le riflessioni più personali sui dubbi e le paure.
In chiusura, Lampioni di Giovane Feddini, proposta in una cover remixata e già resa nota alcuni mesi fa.

M.W.A. vol. 1 è un manifesto di coraggio e indipendenza musicali e personali, un prodotto in sincero spirito r’n’b, ma orgogliosamente Made in Italy. Tra soul, trap, hip-hop e pop, Luana attraversa umori molto diversi, dai sorrisi spensierati fino a scendere negli angoli più bui dell’anima.
D’altronde, cos’è questa se non vera attitudine?

M.W.A. vol. 1 è in free download sul sito www.luanacorino.it

Witness. Che succede, miss Perry?

Witness. Che succede, miss Perry?

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Una vecchia saggezza popolare vuole che nulla sia per sempre, e che ogni cosa abbia in sé una data di scadenza più o meno prolungata. Una convinzione che, fin dalla notte dei secoli, ha trovato puntuali riscontri nelle realtà, in ogni luogo e in ogni circostanza.
Non poteva non essere così anche per Katy Perry, fenomenale mangiatrice di download e classifiche. Almeno fino a ieri. Già, perché l’uscita di Witness, suo quinto album, ha trovato un’accoglienza molto più tiepida del previsto e dei precedenti lavori, raggranellando cifre anche solo comiche se pensate per una come lei qualche anno fa.
Che qualcosa si fosse incrinato sull’immacolata sfera magica della ragazza californiana lo si era intuito già l’estate scorsa, quando Rise – singolo uscito in pieno luglio senza una meta precisa ed eletto come sorta di inno delle Olimpiadi di Rio per gli Stati Uniti – non è riuscito ad andare oltre l’undicesimo posto della Billboard, un luogo che invece per la Perry doveva sembrare ormai ospitale e famigliare, visto che ci ha piazzato una quantità impressionante di numeri 1.
I musicofili, quelli seri e pensosi, dicono che la musica non è fatta solo di numeri, classifiche e download, e c’hanno ben ragione, ma noi gente del pop(olo) sappiano che nella realtà i numeri, le classifiche e i download sono la vera anima di quello stupendo carrozzone scintillante che prende il nome di music biz, dentro al quale tutti – compresi i signori seriosi di cui sopra – vogliamo sempre dare occhiate furtive. Nel caso di Rise, quasi nessuno si è azzardato a parlare di mezzo flop e tutto è passato sotto silenzio, mentre è stata massacrata Britney, che lo stesso giorno era uscita con Make Me, il singolo del suo ritorno.  
Poi a febbraio è stata la volta di Chained To The Rhythm, che è riuscito a fare un po’ meglio, ma non ha colpito nel segno come i vecchi (?) tempi. Eppure gli elementi c’erano tutti: sonorità gommose, colori pastello, pop dal ritornello fragoloso, con in più una nota politica – nel testo e nel video – prima di allora assente nella discografia di Katy. Già, perché quando si è iniziato a parlare del progetto di Witness, le parole che circolavano di più erano impegno e politica. Insomma, quello che stava per arrivare sarebbe stato il famoso album della maturità e della crescita che ogni artista cerca di piazzare nella propria carriera.
Chiudendo gli occhi anche sul mezzo passo falso di Chained To The Rhythm, si è arrivati a fine aprile a Bon Appétit, e qui non c’è stata possibilità di farla franca: un flop bello e buono, un brano completamente ignorato dalle classifiche (almeno ai piani alti) e massivamente massacrato da pubblico e critica. Non sono bastate le generose metafore tra sesso e cibo, un video sicuramente molto carino e una promozione potente a risollevare le sorti di una canzone mediocre, inzuppata di trap e lontanissima dalla forza di pezzi come E.T., Firework, Roar e Dark Horse.
Praticamente la stessa sorte è toccata poi a Swish Swish, singolo promozionale che vedeva anche la partecipazione di Nicki Minaj, una delle più carismatiche rapper dei nostri tempi, nonché fenomenale tappabuchi quando si tratta di realizzare featuring.
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Ma è stato solo quando l’album è uscito che ci si è resi conto della delusione: di tutto l’impegno promesso, in Witness se ne ritrovano solo pochi riflessi qua e là, e la famosa crescita agognata non si è vista. Katy Perry non si è trasformata in una militante pop (nonostante sia quella che si è più spesa per la Clinton in campagna elettorale) e Witness è un semplice album “alla-Katy-Perry” forse solo un po’ meno farfallone dei precedenti, in cui c’è un po’ di questo e un po’ di quello, c’è tanta elettronica, tante memorie degli anni ’80, ci sono anche novità sonore (vicinanze alla house e all’EDM), ma non c’è il pezzo-bomba, e soprattutto non c’è quello che ci si aspetterebbe di trovare in un album “impegnato”.
La Perry ha provato a togliersi gli abiti da fatina, ha provato a spazzolare un po’ di nuvole di caramello dai suoi brani, cercando allo stesso tempo di restare fedele al suo marchio pop simpaticone, ma la sua sfera magica si è incrinata.
Quando si è capito che l’aria tirava male, come spesso accade è stata messa in moto una potente e fastidiosa campagna promozionale, con dichiarazioni di amore e pace per chiunque, da Lady Gaga alla nemica di sempre Taylor Swift, che non pare comunque essersi troppo commossa, fino alle dichiarazioni del meditato suicidio in passato. Davvero molto pretestuoso.

Nel 2013, quando proprio Lady Gaga ha fatto il tonfo con l’elettronica acida e azzardata di ArtPOP – album che varrebbe comunque la pena di rivalutare a distanza di quattro anni – la Perry sembrava la salvatrice del pop, l’unica in grado di avere la ricetta segreta per il successo ad occhi chiusi.
Witness si è preso il primo posto in Billboard, ma con un debutto inizialmente previsto a 220.000 copie e poi rivisto al ribasso a 180.000; in Inghilterra si è dovuto accontentare del sesto posto, così come in Italia. L’unico posto dove l’album sembra fare scintille è la Cina, che ha da poco regalato a Witness il quinto disco di platino per le oltre 100.000 copie vendute.rs-katyp-v2-0361343b-45ad-4f5e-923e-ac413cb9faf0 (1)
E allora, che succede adesso, miss Perry? Niente, non succede assolutamente niente di strano. Succede solo che oggi ti va bene, domani non lo sai. Perché i gusti del pubblico sono capricciosi e traditori: oggi ti innalzano agli altari, domani ti buttano nella polvere, anche se magari tu ce l’hai messa proprio tutta (l’unica cosa che personalmente non le perdono è aver pubblicato un singolo come Bon Appétit, ma pezzi come Bigger That Me e Into Me You See non sono male per niente). Basti pensare che nel 2010 a finire nel fango del flop fu Christina Aguilera, che aveva pubblicato un album tutt’altro che brutto come Bionic, e che poi nel 2012 ha ri-floppato con Lotus, altro disco che quanto a qualità mangia in testa a molti bestseller.

Vuoi il karma, vuoi la moda, vuoi la sfiga, succede e basta. Katy Perry pareva infallibile, e adesso sappiamo che non lo è, e questo non può che rendercela un po’ più simpatica.
Dopo tutto, è solo un flop, ci sono passati (quasi) tutti.

Sfera Ebbasta Summer Tour 2017: partiti da Napoli i live estivi del Trap King italiano

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Dopo aver registrato il tutto esaurito con un tour che lo ha visto protagonista nelle principali città di mezza Europa, Sfera Ebbasta è tornato torna nuovamente alla dimensione live nello Sfera Ebbasta Summer Tour 2017, partito giovedì 1 giugno da Napoli e destinato a girare a penisola italiana per tutta l’estate.

Accanto ai maggiori successi e alle migliori hits che lo hanno consacrato quale idolo del nuovo rap, durante i nuovi concerti del rapper non mancherà l’occasione di ascoltare Dexter, brano che s’ispira al celebre cartone animato statunitense Il laboratorio di Dexter.
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Queste le date

1/06 – NAPOLI – Mates festival
3/06 – BUSTO ARSIZIO (VA) – Zero Club
7/06 – PIACENZA – Villa Visconti
8/06- BERGAMO – Setai
10/06 – GHEDI (BS) -Florida
10/06 – SENIGALLIA (AN) – Mamamia
11/06 – ROMA – Ginnika Festival
13/06 – COMO – Made Club

1/07- TORINO – Life Club
7/07- GENOVA – Goa Boa Festival
8/07 – FOLLONICA (GR) – Disco Village
22/07 – CALASETTA (CI) – Acquarium
23/07 – RICCIONE – Acquafan
29/07 – Rimini – Bexy Bay

1/08 – CATANZARO – La scogliera
05/08 – CERVIA (RA) – Le indie
08/08 – GALLIPOLI (LE) – Praya
10/08 – CIVITANOVA (MC) – Tira a Volo
14/08 – FORTE DEI MARMI (GR) – Hangar
17/08 – ALASSIO (SV) – Le vele
23/08 – CATANIA – Afrobar
26/08 – CUNEO – Balla con i cinghiali festival
31/08 – MODENA – Festa dell’Unità

2/09 – TREVISO – Home Festival

RRR Mob, la nuova frontiera della trap italiana

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Laioung
, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz sono i componenti della crew RRR Mob, la prima nata in Italia interamente composta da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati e gli assoluti protagonisti della nuova ondata trap.

Trainati dai successi solisti di Laioung, i quattro hanno iniziato a lavorare al loro primo disco ufficiale, in arrivo a giugno per Sony, nello studio che condividono a Milano.
Le esperienze di ognuno dei membri di RRR Mob hanno contribuito a dare uno stile unico alla loro musica. Se la trap ha un forte senso di comunità, come sta dimostrando anche in Italia, RRR Mob è l’incarnazione definitiva di questo spirito: di fianco a Laioung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz spesso ci sono compagnie di amici, creativi della loro generazione o altri trapper della scena.
Un po’ come si vede nel video di Wooh, il primo singolo, firmato da Alessandro Murdaca, in cui risaltano anche i capi d’abbigliamento disegnati proprio dai membri di RRR Mob.
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Laioung – rapper, trapper, cantante e produttore – nasce a Bruxelles nel 1992 da madre sierraleonese e padre pugliese, e vive in continuo movimento fra Bruxelles, Parigi, Londra, il Canada e varie città italiane.
Isi Noice – rapper e trapper – nasce nel 1991 a Casablanca (Marocco), arriva in Italia nel 2001 con la sua famiglia e cresce a Torino tra Barriera di Milano e Porta Palazzo, due quartieri difficili.
Momoney – rapper, trapper, cantante e produttore – nasce a Torino nel 1989 da una giovane coppia mista composta da un ragazzo del Senegal, arrivato da poco in Italia, e una ragazza italiana.
Hichy Bangz – rapper e trapper – nasce nel 1994 a Beni Mellal (Marocco) e, nel 2000, entra in Spagna con la zia sfuggendo ai controlli doganali per stabilirsi a Martorell (Barcellona) e poi, a undici anni, raggiungere il padre in Italia a Masserano (Biella) e passare i primi anni tra vari problemi familiari e disavventure in comunità.

Ave Cesare, il potente esordio di Laioung

02 Laioung (WEB)Madre sierraleonese, padre pugliese e un carisma fuori dal comune. Laioung, il cui nome d’arte deriva dalla fusione delle parole “lion” e “young”, è nato nel 1992 a Bruxelles, il suo vero nome è Giuseppe Bockarie Consoli, ed è l’astro nascente e già il punto di riferimento della scena trap italiana.
Il rapper, trapper e producer pubblica ora il suo disco d’esordio, Ave Cesare – veni, vidi, vici con 8 inediti e per la prima volta in fisico (2 cd con 18 brani).
L’album include Giovane Giovane, featuring di Izi e Tedua, Quello che voglio, e l’ultimo singolo Vengo dal basso, con la partecipazione di Guè Pequeno.
Nell’album trovano spazio anche un omaggio a Pino Daniele in Fuori (Je so pazz) e un Petrolio, che racconta danni provocati dal petrolio all’ambiente e l’importanza di sviluppare una coscienza ecologista, temi molto lontani da quelli solitamente proposti dal genere.
Cresciuto in una famiglia di artisti (nonno paterno tenore, madre cantante, rapper e straordinaria performer dal vivo, un padre con un passato da sassofonista-flautista in gruppi progressive anni ’70 e uno zio cantautore blues-soul), Laioung vive in continuo movimento fra Bruxelles, Parigi, Londra, il Canada e varie città italiane – tra cui Milano, sua base attuale, che cita a più riprese nel disco – e si definisce dunque un cittadino del mondo, tratto che si riflette sia nei suoi testi sia nei suoni e ritmi che produce.
_DSC7744col.jpgNella sua musica, Laioung riesce a distillare diversi generi e a incrociare differenti culture nell’intento di produrre un sound originale e lanciare un messaggio positivo. Un mix di personalità, consapevolezza, rivalsa, spocchia ma anche romanticismo veicolato da ritmi urbani con bassi di impatto e melodie distorte dall’autotune che hanno il sapore di un r’n’b quanto mai contemporaneo.
Oltre a mettere in campo la sua storia personale, ricca di esperienze e all’insegna del multiculturalismo, Laioung dà voce alle seconde generazioni, parlando di quartieri metropolitani occidentali ma anche di Africa, rivendicando la possibilità concreta di farcela partendo dal basso e senza contare su appoggi esterni, dando vice e sostanza ad un modello positivo per i tantissimi giovani di G2.
Laioung è membro fondatore di RRR Mob, il primo collettivo musicale nato in Italia interamente composto da ragazzi di seconda generazione, meticci o figli di immigrati. Due membri di RRR Mob, Momoney e Isi Noice, sono altri due ospiti in di un disco che è il biglietto da visita di una nuova personalità artistica, con una forza che arriva da una storia di vita vissuta che in Italia non si era mai sentita prima.
BOOKLET + abbondanze def_Layout 1
CD 1
Giovane Giovane Ft. Izi, Tedua (Prod. Laioung)
Senza Nessun Dubbio (Prod. Laioung)
Petrolio (Prod. Laioung)
6.000 € (Prod. Laioung)
Poco Ma Sicuro (Prod. Laioung)
Don Vito (Prod. Larry Joule & Laioung)
La Nuova Italia (Prod. Laioung)
Quanto Ci Tieni (Prod. Laioung)
Veri Per Sempre (Prod. Laioung)
CD 2
Vengo Dal Basso Ft. Guè Pequeno (Prod. Laioung)
Quello Che Voglio (Prod. Laioung)
Gente Sveglia (Prod. Laioung)
48 ORE Ft. Momoney e Sedrick (Prod. Laioung)
Fuori! (Je So Pazz) (Prod. Laioung)
Andrea Bocelli (Prod. Laioung)
Milano City Gang feat. Isi Noice (Prod. Laioung)
Porta Venezia (Prod. Laioung)
Soluzioni (Prod. Laioung)