“Napoli ha un vuoto da riempire…. Saró il nuovo Principe!” ha scritto in un post su Facebook qualche giorno. Vale Lambo si prepara così all’arrivo del suo primo album con una major, Angelo, in uscita il 16 marzo.
Quattordici brani scritti con la collaborazione di diversi produttori Dogozilla, tra cui i compagni del collettivo 365 Muv e Don Joe, tra i primi a credere nel suo potenziale firmando il progetto Le Scimmie. Angelo contiene i singoli già pubblicati Arò Stat e Cas, Medusa, Un Altro Giorno Un Altro €uro e Over Fai. Il titolo del disco è una metafora del ragazzo di strada che cerca il lato buono della vita e che trova un riscatto, così come è stato per Vale.
Questa la tracklist: Intro Angelo Over Fai Io – feat. CoCo Africa Numero 1 Senza E Té Nemici Miei – feat. MV Killa Arò Stat E Cas Perché Wuah Medusa E’ Meglio Pe’ Loro Un Altro Giorno, Un Altro Euro –Guè Pequeno feat. Vale Lambo
Valerio Apice, classe 1991, è nato a Secondigliano. Cresciuto con l’hip hop e il rap americano, all’età di 17 anni è entrato nel collettivo 365muv. Nel 2014 pubblica lo street video E’ meglio pe’ loro; con Lele Blade dà vita al progetto Le Scimmie. Dopo il successo dell’album in free download El Dorado, con oltre 25.000 copie scaricate e pubblicato per l’etichetta discografica di Don Joe, Dogozilla Empire, Vale Lambo e Lele Blade firmano un contratto con Universal Music e l’album viene pubblicato anche in formato fisico.
“Malibu l’ho scritta in inverno, in una serata di pioggia a Cinisello. Quando sono arrivato a Malibu era come se nella mia testa ci fossi già stato, il sogno diventa realtà, basta volerlo.” Parte così il viaggio a ritroso di Matteo Privitera, alias Vegas Jones: dalle coste della California alla periferia milanese. Malibu è infatti il singolo che anticipa l’uscita di Bellaria, l’album d’esordio in arrivo il 23 marzo, e il cui titolo è un omaggio al quartiere di Cinisello Balsamo dove Vegas è cresciuto.
Il disco arriva a circa un anno dal successo platinato di Yankee Candle e si preannuncia come un incontro tra le rime del rap tradizionale e la trap.
Classe ’94 e originario di Cinisello Balsamo, Vegas Jones prende il suo nome dal personaggio di Vincent Vega, protagonista di Pulp Fiction di Quentin Tarantino, mentre il Jones è un vero e proprio tributo a Nasir Jones, ovvero il rapper NAS. Nel 2016 ha firmato per l’etichetta di Don Joe, Dogozilla Empire e a novembre dello stesso anno ha pubblicato in free download il mixtape di 16 tracce Chic Nisello, con all’interno collaborazioni con Emis Killa e Nitro, tagliando in pochi giorni il traguardo dei 200.000 download. Con il singolo Trankilo ha conquistato il primo disco d’oro e a giugno 2017 è entrato a far parte del roster di Universal Music.
Grandissimo successo di vendite per lo “Sfera Ebbasta Rockstar tour 2018”, che ancor prima del debutto ufficiale del prossimo 7 aprile dal Vox Club di Nonantola (Mo), fa registrare il quasi tutto esaurito. Ad un mese dalla partenza sono già 12 le date sold out, con pochissimi biglietti disponibili per i concerti di Senigallia e Napoli.
Il rapper milanese proporrà dal vivo tutti i brani tratti dal nuovo album, RockStar, già certificato doppio disco di platino, senza dimenticare inoltre i maggiori successi che hanno segnato l’inizio della sua carriera.
Il tour di Sfera Ebbasta si arricchisce con due nuovi live, raddoppiando a Roma (3 e 4 Maggio), e Torino (18 e 19 Maggio), dopo aver già aggiunto una terza data milanese al Fabrique. Che quello di Sfera Ebbasta sia oggettivamente il grande fenomeno della stagione lo confermano anche i risultati raccolti dal nuovo album, Rockstar, certificato platino a sole due settimane dalla pubblicazione; Sfera è inoltre il primo artista italiano ad aver conquistato record di streaming del mondo su Spotify e tutte le undici canzoni contenute nel suo nuovo album sono infatti ai primi posti della classifica italiana di Spotify, e sette di queste hanno registrato il record di ascolti assoluti in una sola giornata. I brani Rockstar e Cupido sono inoltre entrati nella Viral 100 globale di Spotify. Le prevendite delle nuove date del tour, in partenza il prossimo 7 aprile dal Vox Club di Nonantola, sono disponibili sul circuito TicketOne. Questo il calendario aggiornato: 07/04 – NONANTOLA (MO) – Vox Club 14/04 – SENIGALLIA (AN) – Mamamia 21/04 – FIRENZE – Viper Theatre – SOLD OUT 24/04 – MODUGNO (BA) – Demodè 27/04 – MILANO – Fabrique – SOLD OUT 28/04 – MILANO – Fabrique – SOLD OUT 29/04 – MILANO – Fabrique 03/05 – ROMA – Orion- NUOVA DATA 04/05 – ROMA – Orion – SOLD OUT 05/05 – BOLOGNA – Estragon 12/05 – PADOVA – Gran Teatro Geox 18/05 – VENARIA (TO) – Teatro Della Concordia – NUOVA DATA 19/05 – VENARIA (TO) – Teatro Della Concordia – SOLD OUT 26/05 – NAPOLI – Arenile
Potreste anche non capirci un’acca di trap, ma di una cosa non si può non rendere merito a Sfera Ebbasta: la sincerità. Poco importa se rischia di passare per egocentrico e poco modesto, e ancora meno importano le possibili critiche dei colleghi e dei detrattori. Di trap king in Italia ce n’è uno, ed è – ovviamente – lui. Fino a un paio di anni fa il suo nome era conosciuto solo nell’underground milanese, in particolare tra i fan della trap, ma poi ha iniziato a circolare nel web insieme ai suoi pezzi fino ad approdare a una major come Universal che nel settembre 2016 gli ha pubblicato il primo, omonimo, album ufficiale, finito al primo posto in classifica. Per Gionata Boschetti sarebbe stato l’inizio di un’annata memorabile, mentre in Italia i beat carichi di autotune della trap si facevano spazio tra un pubblico sempre più grande. Gli scenari della periferia e dei palazzi di Ciny (Cinisello Balsamo, in provincia di Milano) hanno così lasciato il posto a racconti di lusso, griffe, viaggi a bordo di macchine nere noleggiate con Uber, riflesso di una vita che grazie alla musica ha mostrato il suo lato più dolce. Tutto questo torna brillantemente in Rockstar, il secondo capitolo discografico di Sfera Ebbasta, in uscita il 19 gennaio. Il titolo la dice già lunga, tra la voglia di provocare e affermare che se oggi il rock ha abbassato la guardia al suo posto c’è la trap. I trapper come i nuovi rocker. Azzardato? Può darsi, ma di questo Sfera Ebbasta non ha dubbi: “Avrei potuto intitolare il disco Trapstar, ma sarebbe stato riduttivo per quello che la trap è diventata”.
Che rispetto al precedente lavoro ci sia stato un grande cambiamento lo si capisce subito già guardando la copertina, con quell’accostamento abbagliante di colori: “Tutto è partito dalla collaborazione con Nike, con cui ho realizzato un modello di Air Force che abbiamo colorato con inserti rosa, gialli e azzurri. Da qui la scelta di portare questi colori anche nel disco”. Ma la trap, come l’hip-hop, non dovrebbe mettere in luce gli aspetti più grigi della vita? “Nelle mie canzoni voglio mettere la verità, e se avessi parlato ancora di periferie e di Cinisello non sarei stato sincero, perché quei luoghi non li frequento più da parecchio, non ho più quel giro. Se parlo delle macchine nere di Uber è perché le uso davvero. Se poi un giorno dovessi fallire e mi ritrovassi per strada forse tornerei a parlare dei palazzi”. Denaro, moda, eccessi e vizi. Cambiano i contenuti, ma non lo spirito: “In Italia rappresento una novità: lo ero con l’album precedente perché sono stato uno dei primi a portare la trap a livelli mainstream, e lo sono ancora con Rockstar, perché adesso che tutti vogliono fare trap io porto contenuti diversi. In questo disco ogni pezzo ha qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno in Italia ha mai fatto”. A dare lustro all’album anche alcune collaborazioni internazionali con Quavo (Cupido), DrefGold (Sciroppo) e Tinie Tempah, che inserisce il suo featuring in Bancomat nell’edizione internazionale dell’album. Non mancano poi riferimenti alla codeina e alla nota passione di Sfera per lo “sciroppo”: “E’ una mia debolezza, non posso farci niente. Quando mia madre vede certi video non mi parla per settimane. Però ai miei fan dico sempre di stare lontani dalle droghe, niente pastiglie, niente cocaina, niente psicofarmaci”. Si sente la responsabilità di essere un modello per chi lo ascolta? “Sì, anche se per certe cose il pubblico non ha bisogno di aspettare che sia io a dire cosa fare o non fare. Non parlo per esempio di politica, perché sono ignorante, non ne so niente e non voglio influenzare nessuno con la mia ignoranza”. Ma adesso che è arrivato in alto, Sfera Ebbasta non ha la paura di cadere? “Il sole non cade mai… E poi la musica non è il solo mezzo per brillare: se a un certo punto non dovessi più brillare con la musica come voglio io, proverei con un’altra strada.L’importante è brillare sempre”. Parola di un trap king. Ad aprile partirà anche il nuovo tour, che toccherà le principali città italiane, e per il quale pare che sarà allestito un palco speciale. Queste le date confermate: 7 aprile – Nonantola (Mo), Vox Club 14 aprile – Senigallia (An), Mamamia 21 aprile – Firenze, Viper Theatre 24 aprile – Modugno (Ba), Demodè 28 aprile – Milano, Fabrique 4 maggio – Roma, Orion 5 maggio – Bologna, Estragon 12 maggio – Padova, Gran Teatro Geox 19 maggio – Venaria (To), Teatro Concordia 26 maggio – Napoli, Arenile Prevendite sul circuito TicketOne.
Sfera Ebbasta ha annunciato l’arrivo del suo nuovo album d’inediti: si intitolerà Rockstar e arriverà il 19 gennaio. Prodotto da Charlie Charles, il nuovo album uscirà in CD, LP e in digitale su tutte le piattaforme di streaming e download.
Sul digitale, la versione standard conterrà undici tracce, mentre la versione internazionale vedrà l’aggiunta di alcuni featuring prestigiosi.
A sorpresa anche una special edition con CD, DVD e un inserto fotografico.
“Faccio il tempo mio come Keith Moon. Un idolo. Un autodidatta che ha appreso dai più grandi – cosi come ho fatto io – diventando uno dei batteristi più forti che la storia abbia mai conosciuto. Da piccolo scrivevo e mia nonna mi diceva di farlo a tempo, perché avrei dato un suono diverso anche alla lettura. Già a otto anni le mie prime poesie acquisivano un ritmo. Non scrivevo per cantare. Scrivevo per colpire. Volevo essere amato per quello. Il ritmo mi ha dato tutto. Il ritmo genera la magia. Il ritmo è fondamentale nei riti”.
Keith Moon è il primo estratto del nuovo lavoro di Andrea Molteni, in arte Axos, Anima mea, il primo per Machete Empire Records, uscito in digitale il 15 dicembre. Sei brani nuovi che riflettono le sfumature di un anno di lavoro, quello che Axos ha svolto fianco a fianco al team Machete, in particolare al direttore artistico del progetto, Slait, insieme ai collaboratori personali del rapper milanese, Pitto e Frankindeed. La produzione musicale di Keith Moon è di SIXPM e Blanco, il video è diretto da Maddalena Beretta e Paolo Novarese.
Bergamasco, classe 1996, all’anagrafe Francesco Perolari, in arte 20p (si legge Twentyp). E in questo caso, quando si parla di arte si intende quella della trap.
Cresciuto tra rock, electro house e afro, 20p è stato infatti folgorato dalla passione per quel genere che negli ultimi anni ha trovato terreno fertile anche qui in Italia, dopo messo radici solidissime sul suolo americano. Nonostante la giovane età, 20p non si inserisce nel filone seguendone semplicemente la moda, ma ci lavora sopra, facendo sua quella musica: se i suoi punti di riferimento sono Lil Uzi Vert, Drake o Tedua e Gemitaiz, nei testi Francesco racconta di sé, di un ragazzo poco più che ventenne con un’esperienza di lavoro a Londra. Niente storie losche, guerre di strada o perdizioni nelle droghe. E niente look omologato tra treccine, tattoo e ostentazione delle griffe.
20p è l’anello di ri-congiunzione tra la trap italiana e l’hip-hop.
http://20pmusic.bandcamp.com/track/fuck-love-remix Dopo il primo mixtape Vita di Twenty, uscito a maggio, 20p ha da pochissimo dato vita a un secondo generoso lavoro, Twenty è pazzo, disponibile suBandcamp e contenente 13 remix di successi di artisti americani e 7 nuovi brani curati da giovani beatmaker.
Sono solo al disco d’esordio, ma hanno già dato una bella scossa alla scena hip hop italiana, e da qui in avanti hanno tutta l’intenzione di imprimere ancora più a fondo la loro impronta. D’altronde, che The RRR Mob sia qui per fare sul serio e non abbia paura di niente lo si capisce fin dal titolo dell’album, solenne e minaccioso nello stesso tempo: Nuovo impero. Se fino a qualche anno fa la trap si muoveva piuttosto silenziosa nel sottobosco musicale, oggi sta scuotendo la scena mainstream con colpi sempre più forti, contendendosi i piani alti delle classifiche con il pop e il rock: la nascita di un vero e proprio impero, dunque, una sorta di evoluzione più estrema dell’ondata rap che da ormai qualche anno è entrata a gamba tesa nel mercato discografico nostrano. Ma quello della RRR Mob è un “nuovo impero” anche per motivi che vanno ben al di là della musica: si tratta infatti della prima crew interamente composta da italiani di seconda generazione. Un collettivo nato in Italia, a Torino per la precisione, dall’incontro di Laïoung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz, tutti nati tra l’89 e il ’94 e tutti con alle spalle storie famigliari di sogni e speranze in fuga, immigrazione, clandestinità. Hanno conosciuto, e conoscono, l’ombra del razzismo, della diffidenza, del sentirsi stranieri, e la loro musica pulsa di tutto questo. Il loro è un progetto di rottura e di sdoganamento culturale, che potrebbe addirittura trasformarsi in un modello per le nuove generazioni di figli di stranieri, ma anche per le nuove generazioni di italiani. Loro lo sanno, e mentre ne parlano nei loro occhi c’è il fuoco della rabbia e della passione, della voglia di farcela e della consapevolezza di potercela fare. La sentono la responsabilità di essere i primi rappresentanti di un modello multiculturale diverso, e non ne hanno paura, anzi, per il loro pubblico vogliono diventare come dei fratelli maggiori, quelli che ti dicono cosa è giusto fare e di cui tu non puoi fare altro che fidarti. E oggi, la cosa giusta da fare è aprire gli occhi sul mondo, guardarlo in tutte le sue sfaccettature, in tutta la sua varietà umana. In una parola, integrare, anche nella musica. “Se ci pensiamo, nell’uso delle terzine e delle onomatopee la trap ha qualcosa che la lega all’Africa, ai suoni delle tribù. È un elemento che accomuna tutti gli afroamericani e quelli che hanno origini in Africa”, sottolinea Laïoung, “oggi si sta assistendo a un nuovo ritorno dell’Africa, il seme gettato secoli fa sta portando i suoi frutti, anche grazie a Internet”. Nel suo obiettivo dichiarato di riempire un vuoto culturale e musicale, la trap della RRR Mob potrebbe assumere anche contorni politici e arrivare dove le istituzioni e l’opinione pubblica ancora vacillano.
In Nuovo imperole lingue utilizzate sono quattro, talvolta all’interno dello stesso brano: c’è l’italiano, lingua d’adozione, l’inglese, lingua internazionale per statuto, il francese, lingua madre di Laïoung, nato in Belgio, e l’arabo, lingua delle origini comuni a quasi tutti i componenti della crew. Una convivenza pacifica, frutto di un lavoro di affiatamento tra tutti i componenti. È Isi Noice a spiegare: “Quello che ci interessava mantenere nel disco era la spontaneità. Ci fidiamo uno dell’altro e sappiamo che quando uno di noi propone qualcosa lo fa dando sempre il massimo per rispetto agli altri”. Fa eco Laïoung: “Produciamo tantissimo, ma per mantenere la genuinità ognuno deve trovare l’ambiente ideale per lavorare: io mi sono attrezzato con una postazione in casa. Perché devo per forza uscire? Registrare al momento mi permette di restare spontaneo, cosa che non farei se dovessi sempre andare in studio”.
Nata nel 2013, The RRR Mob (il nome sta per The Real Recognize Real Mob) si è presto creata una grande credibilità nell’ambiente dell’hip hop, che oggi le ha permesso di avere nell’album ospiti come Guè Pequeno e Luchè, accanto a nomi meno noti come Malcky G e Sedrick (“Era con noi all’inizio, quando le cose andavano male, ed era con noi quando abbiamo lavorato all’album, c’è sempre stato: alcuni di noi hanno iniziato a fare trap in italiano grazie a lui, è uno zio e un nipote, doveva esserci”, dice orgoglioso Momoney), fino a rapper marocchini come 7Liwa, Inkonnu e The Wind.
L’album arriva a pochi mesi della pubblicazione di Ave Cesare: Veni, vidi, vici di Laïoung. Anche in quel caso nel titolo c’era un riferimento altisonante all’antica Roma. Un motivo in particolare? “In comune ci sono anche i riferimenti alla strategia militare. È come un film, una successione di capitoli: prima è arrivato Cesare, poi per Roma si è aperta l’era dell’impero”. Ecco, ci siamo, l’era della RRR Mob è iniziata, e ci siamo dentro tutti.
Tra le parole che Biagio Antonacci pronuncia più spesso parlando del nuovo album, Dediche e manie, c’è “fantasia”, come a voler sottolineare che la sua musica arriva da qualche luogo non ben precisato, da qualche intuizione, da qualche azzardo. E in effetti, ascoltando le 13 tracce del disco, o, come dice lui, “del CD”, l’impressione che arriva è quella di un pop-rock tutto sommato fedele allo stile del suo autore, ma che ogni tanto vuole sviare, uscire dai rettilinei per qualche incursione inaspettata. In Dediche e manie queste deviazioni saltano subito all’occhio leggendo i nomi dei due ospiti: Mario Incudine e Laïoung. Il primo è un talentuosissimo esponente del cuntu, una sorta di rap atavico della tradizione siciliana, di potente portata emotiva: con lui Biagio duetta in Mio fratello, una sorta di parabola biblica del Figliol prodigo trasportata nei giorni nostri. Probabilmente, il primo caso di canzone pop italiana in cui il cuntu faccia la sua comparsa. Laïoung porta invece il suo contributo in Sei nell’anima: in questo caso, è l’incontro di due diverse generazioni e due diverse culture musicali e geografiche. Laïoung è infatti uno dei più promettenti nomi della nuova scena trap italiana, e le sue origini hanno radici in Africa. È nato in Belgio, e nel brano le sue rime sono in francese, come ha voluto Biagio: “Ho conosciuto la trap grazie a mio figlio Giovanni. Quando ho chiesto a Giuseppe (il nome di battesimo di Laïoung, ndr) di fare una collaborazione, mi aspettavo che si limitasse a un piccolo intervento, invece si è proprio messo a scrivere una parte intera del pezzo”. Dietro al loro incontro c’è anche un aneddoto curioso: i due infatti si erano incontrati già molti anni fa in Belgio, quando Laïoung era un bambino, e Biagio era stato intervistato da suo padre per una radio. A ricordare l’incontro, una fotografia con il piccolo Giuseppe seduto sulle gambe di Biagio.
Ma a personalizzare il nuovo album è sempre e soprattutto lui, Antonacci. Se l’inizio, affidato a Il migliore, parte in acustico per finire quasi in elettronica, la conclusione dell’album si fa carico di due temi ingombranti: L’appello dei popoli getta uno sguardo sul fenomeno dei migranti, e Annina piena di grazia ci regala un lucidissimo e toccante ritratto femminile, accostabile a quello tragico e meraviglioso di Angela (era il 2002). In mezzo, tante storie, come Un bacio lungo una canzone, nata il 1 luglio guardando in tv il concertone di Vasco. Come sempre, nella scrittura scarna di Antonacci la retorica trova difficilmente spazio, anche quando a essere al centro della scena è un protagonista usurato e inevitabile come l’amore. Dediche e manie è disponibile su Amazon in un box speciale in 500 copie con CD, LP e musicassetta.
Da dicembre, Biagio partirà inoltre con una lunga serie di concerti che lo vedrà impegnato fino a maggio. Tour 2017-2018 Venerdì 15 dicembre 2017 – Firenze (Nelson Mandela Forum) Sabato 16 dicembre 2017 – Rimini (RDS Stadium) Lunedì 18 dicembre 2017 – Lugano (Pala Resega) Martedì 19 dicembre 2017 – Genova (RDS STADIUM) Giovedì 21 dicembre 2017 – Torino (Pala Alpitour) Mercoledì 27 dicembre 2017 – Pescara (Pala Giovanni Paolo II) Venerdì 29 dicembre 2017 – Acireale (Pal’Art Hotel) SOLD OUT Sabato 30 dicembre 2017 – Acireale (Pal’Art Hotel) Lunedì 8 gennaio 2018 – Bari (PalaFlorio) SOLD OUT Martedì 9 gennaio 2018 – Bari (PalaFlorio) SOLD OUT Giovedì 11 gennaio 2018 – Bari (PalaFlorio) SOLD OUT Sabato 13 gennaio 2018 – Eboli SA (Pala Sele) SOLD OUT Domenica 14 gennaio 2018 – Eboli SA (Pala Sele) Martedì 16 gennaio 2018 – Reggio Calabria (Palasport) Mercoledì 17 gennaio 2018 – Reggio Calabria (Palasport) Venerdì 19 gennaio 2018 – Perugia (Pala Evangelisti) Sabato 20 gennaio 2018 – Livorno (Modigliani Forum) Martedì 23 gennaio 2018 – Pesaro (Adriatic Arena) Mercoledì 24 gennaio 2018 – Mantova (Pala Bam) Venerdì 26 gennaio 2018 – Padova (Kioene Arena) Sabato 27 gennaio 2018 – Padova (Kioene Arena)
Dediche e manie Tour 2018 Venerdì 4 maggio 2018 – Bari (Pala Florio) Mercoledì 9 maggio 2018 – Milano (Mediolanum Forum) Giovedì 10 maggio 2018 – Milano (Mediolanum Forum) Mercoledì 23 maggio 2018 – Roma (Palalottomatica) Venerdì 25 maggio 2018 – Roma (Palalottomatica)