Dal metal alla trap: il viaggio di Danien & Theo verso La dolce vita

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C’erano una volta gli Upon This Dawning, band rock/metal italiana, ma che in America aveva trovato un buon terreno su cui mettere radici girando in lungo e in largo per concerti. A farne parte erano due amici, Danien, livornese, e Theo, bresciano.
Le cose parevano girare bene, le date dal vivo aumentavano, tanto da portare i due ragazzi in giro per gli Stati Uniti per quattro anni.
Poi qualcosa è iniziato a cambiare: tra un concerto e l’altro, per evadere dai soliti suoni, i due hanno iniziato ad ascoltare la trap, scoprendosene piano piano appassionati. Fino al punto da decidere di lasciare quella vita costantemente on the road, vissuta su un furgone, per tornare in Italia e ricominciare da zero. America-Italia sola andata.
Nuovo pubblico, nuovo ambiente, nuova lingia, nuovo genere: messo da parte il gruppo, Danien & Theo si sono uniti al collettivo KVLTO., formato da musicisti, cantanti, DJ e video maker per dar vita a qualcosa di nuovo.
Un qualcosa che alle chitarre del rock lasciasse soprattutto spazio alle rime urban e racconti di serate al club, ragazze, fumo.
Così ha preso il via il nuovo progetto, di cui esce ora l’album d’esordio, La dolce vita, il primo pubblicato da Urbana Label, etichetta milanese nata lo scorso anno per seguire il catalogo latino di Sony, e poi dirottata sul panorama urban.

Un passaggio sicuramente drastico, che però potrebbe non essere l’ultimo, come spiega Danien: “Ci siamo resi conto che fare rock con la band non ci rendeva più felici, avevamo bisogno di cambiare e di mettere la nostra felicità al primo posto: ecco perché abbiamo mollato una carriera che stava comunque dando i suoi frutti per tornare in Italia, dove non ci conosceva quasi nessuno. Non sappiamo se questo sarà il cambiamento definitivo, probabilmente no, sarà uno dei passaggi che attraverseremo: dopotutto, in America nessuno ti chiede che genere fai, il confine tra i diversi generi non è così netto come da noi. Abbiamo scelto di fare trap, anche se la nostra immagine non è trap ma piuttosto glam, ci rifacciamo a immagini pop. Rivendichiamo anche di essere stati i primi a definire i trapper delle rockstar, ancora prima che lo facesse Sfera (Ebbasta, ndr) e prima che Post Malone ci facesse un singolo”.
Certo è che gli anni americani qualcosa lo hanno lasciato: “Per me l’esperienza in America è stata soprattutto umana: sono tornato profondamente cambiato, sento di aver trovato me stesso”, dichiara Theo. Per Danien invece si è trattato di “imparare a vivere con mezzi di fortuna, a mangiare in quattro con 5 dollari, a lavarti come capita. E’ servita molta costanza, devi crederci davvero: noi abbiamo conosciuto la strada e l’abbiamo vissuta per quattro anni, mentre alcuni musicisti che venivano a suonare con noi resistevano solo pochi mesi e poi volevano tornare a casa”.
Diverso anche il modo di lavorare con la musica: “in America è tutto più veloce”, continua Danien, “lavorano tutti un po’ di più, noi qui dobbiamo darci una svegliata”.
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La dolce vita è come un diario dal mood depresso, spiegano i due amici, racconta momenti di malinconia e altri di iper-felicità. Per rappresentare questo mood, la scelta della copertina è caduta sulla rielaborazione di alcuni quadri di Klimt, su cui sono state inserite nuove texture e nuove immagini: “alla base non c’è stata una ricerca precisa”, dichiara Theo, che ha curato la grafica, “semplicemente questo album me lo immaginavo con questi colori. Era più importante far arrivare questa idea piuttosto che mettere le nostre facce sulla copertina, quelle il pubblico le conosce e le vede nei video”. 

Il disco esce nella versione standard con 10 nuove tracce e in quella deluxe, comprendente altri 9 brani, tra cui i featuring con Samuel Heron (Gipsy) e la Dark Polo Gang (#ByeBye) e i primi brani con cui Danien & Theo si sono fatti conoscere negli anni passati nella scena trap.

Dolcenera si dà alla trap con Young Signorino, Sfera Ebbasta e Ghali. Il nuovo singolo il 25 maggio

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Tutto era nato per un puro gusto di goliardia, ma l’idea di rivisitare i successi della trap in versione piano e voce è piaciuta parecchio al web, tanto da spingere Dolcenera a realizzarne un EP: è infatti già on line Regina Elisabibbi, un minialbum di sette tracce in cui la cantante rilegge, non senza una certa dose di ironia, sei successi trap degli ultimi mesi, chiudendo con una chicca.

Seduta al pianoforte, Dolcenera si mette alla prova con Sfera Ebbasta (la sua versione di Sciroppo è stata quella da cui è partito tutto), Ghali, Capoplaza, Dark Polo Gang e Young Signorino, mentre per il finale ecco una versione piano, voce e autotune di Un altro giorno sulla Terra, il suo nuovo singolo, in arrivo nelle radio venerdì 25 maggio.
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Sfera Ebbasta: nuove date per il tour estivo

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Dopo il successo dell’uscita del suo ultimo album Rockstar, già certificato doppio disco di platino e dopo i sold out registrati con la prima parte del suo tour, si aggiungono nuove date per allo Sfera Ebbasta RockStar summer tour 2018.

Le prevendite delle nuove date del tour, in partenza il prossimo 1 Luglio da Lucca, sono già disponibili su TicketOne.

L’intero tour è ideato e organizzato da Thaurus Live.

Questo il calendario completo:

01/07 LUCCA, Lucca Summer Festival

05/07 LEGNANO (MI), Rugby Sound Festival

06/07 VERONA, Bastioni

12/07 PESCARA, Terrasound

13/07 AVERSA (CE), Parco Pozzi – nuova data

15/07 GENOVA, Arena del Mare

17/07 PALERMO, Castello a Mare – nuova data

18/07 CATANIA, Afrobar

20/07 COLLEGNO (TO), Flower Festival

21/07 ROMA, Rock in Roma

25/07 RIMINI, Altromondo Studios

28/07 ­CAGLIARI, Arena Fiera

31/07 BELLINZONA (SVIZZERA), Piazza del Sole

04/08 LIGNANO SABBIADORO (UD) – Arena Alpe Adria

06/08 LLORET DE MAR (SPAGNA), Disco Tropics – nuova data

09/08 PAG (CROAZIA), United Deejays Kalypso Club – nuova data

11/08 JESOLO (VE) – Arena Beach

14/08 BISCEGLIE (BT), Arena Del Mare #SBAT Festival – nuova data

15/08 GALLIPOLI (LE), Sottosopra Fest – nuova data          

16/08 SOVERATO (CZ), Summer Arena

25/08 SENIGALLIA (AN), Mamamia Festival – nuova data   

31/08 CORTE FRANCA (BS), Basement Number One – nuova data

01/09 PERUGIA, Gradisca Mare  – nuova data    

Oro cromato, l’esordio di Cromo

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Anticipato dal singolo Ci Siamo, arriva è uscito Oro cromato, l’album di debutto di Cromo, giovane scommessa della scuderia Dogozilla di Don Joe.

L’album arriva dopo il successo di Italieno, che vedeva la collaborazione di Vegas Jones.

“Questo disco nasce dall’esigenza di trasformare in canzoni svariati momenti e aspetti della mia vita. Ho voluto dimostrare di saper essere poliedrico, unendo la vita di strada con la passione per la musica”.

L’11 maggio partirà inoltre l’instore tour nelle principali città italiane:
11 maggio Torino, Feltrinelli Stazione Porta Nuova ore 14:30 + Genova, Feltrinelli Via Ceccardi ore 18:00
13 maggio Milano, Mondadori Megastore Piazza Duomo ore 18.00
14 maggio Brescia, Feltrinelli Corso G. Zanardelli, 3 ore 15.00
17 maggio Firenze, Galleria del Disco ore 15.00 + Roma, Discoteca Laziale ore 18.00

Classe 1998, originario del quartiere genovese di Molassana, Cromo inizia a produrre musica nel 2013 assieme a Kalt e dopo vari live e singoli online, a fine 2015 produce il suo primo Mixtape ufficiale CK-47 (scaricabile da www.studiostile.it).
Fin dall’inizio ha deciso di mettere i linguaggi e la vita del suo quartiere nelle sue canzoni, che non mancano mai di uno slogan e guardano allo stile americano di Lil Uzi Vert e Gucci Mane. Si è fatto notare con il singolo White Widow raggiungendo circa 400k views su YouTube.

Nella valigia dei ricordi. L’attitudine emo di GionnyScandal tra rap e pop

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Non fatevi ingannare dal primo sguardo: quello che GionnyScandal tiene in mano sulla copertina del suo nuovo album non è un semplice gelato al pistacchio che si squaglia. A guardarlo bene, ecco le arterie e le valvole: quello è un cuore, proprio in senso anatomico.
Un’immagine che è una sintesi perfetta per rappresentare il mood di Emo: i colori quasi fluo e pop dello sfondo e del gelato con il dolore che si scioglie. Gioia e sofferenza insieme, nel tipico contrasto della cultura emo, quella che celebra le emozioni amplificate, nel bene e nel male. In musica ha prende il nome emo-core, genere non particolarmente prolifico (benché esistente) in Italia, ma da anni del tutto sdoganato in America.
Se vi state chiedendo quale sia il filo che unisce GionnyScandal all’emo, forse vi sfugge qualcosa, perché nonostante gli venga quasi sempre affibbiata l’etichetta di “rapper” Gionata Ruggieri definisce se stesso e la sua musica emo. Anzi, prima di darsi al rap “screamava” proprio in una band emo.
In realtà, spiega, non è stato lui a dichiarare di voler entrare nei ricordi, ma sono stati i fan a confessargli di potersi identificare nelle sue storie: “Ho una valigia immaginaria in cui metto tutte le cose che vivo e che tiro fuori quando scrivo. Nel disco scrivo e canto quello che mi succede, e con le canzoni torno nei ricordi. Abbiamo tutti bisogno di ricordare, e non importa che siano ricordi belli o brutti. Essere emo è questo, vivere tutto in maniera amplificata: sono ipersensibile, se sto bene lo vivo molto più del normale, e lo stesso se sto male“.gionnyscandal6
Come far andare d’accordo però un’indole emo con un disco come questo, in cui più di un episodio sembra avvicinarsi più al pop o al rap? “Fosse stato per me, avrei riempito l’album di chitarre elettriche e suoni più pestati, ma mi rendo conto che ci sono delle dinamiche da rispettare e un mercato da soddisfare: in Italia l’emo-core non vende, per cui ammetto di dover essere sceso a compromessi. Il mood è così rimasto pop, ma gli accordi sono emo“.
Ecco allora spiegato il divertimento di W la Fifa o la trap di Hip hip urrà: “Il rap non mi rappresentava più, non era più il mio mondo, ma ho voluto far vedere che sono ancora capace di rappare, e l’ho fatto scegliendo la corrente del rap che va di moda oggi, la trap”.
Tra i compromessi va inevitabilmente inserito anche Il posto più bello: “L’uscita dell’album a maggio imponeva di pensare anche all’estate, e quindi la scelta è ricaduta sul reggaeton”.
Gli 11 pezzi di Emo sono il frutto delle selezione di oltre 100 canzoni scritte: “Non mi era mai successo di aver scritto così tanto: ho passato un periodo a scrivere in continuazione, scrivevo in ogni momento, anche mentre ero in bagno. Se non scrivevo mi veniva la paranoia di non riuscire più a farlo. Per scegliere i pezzi da mettere nell’album mi sono affidato all’ascolto e ai feedback dei miei collaboratori più fidati. La vera difficoltà comunque arriverà quando dovremo scegliere i prossimi singoli, perché tutte le canzoni finite nel disco hanno la potenzialità per esserlo”.

Sono lontani i tempi del precedente Reset, in cui rielaborava il dolore legato alla sua storia personale, con l’abbandono dei genitori biologici e la morte di quelli adottivi: “Ho attraversato anche la depressione, quella vera, e non mi vergogno a dirlo, anche se capisco che possa creare disagio. Oggi sono guarito e a quel fuoco non voglio più avvicinarmi, ecco perché in questo album non ho parlato della mia storia. Anche il brano finale, Ti voglio ancora bene, non è dedicato solo a mia madre, ma è una lode alla figura materna in generale”.
Nei confronti dei genitori biologici, spiega, oggi non prova sofferenza, ma “ho più curiosità, mi piacerebbe incontrarli. So di avere un fratello e gli ho anche lanciato un appello in TV per incontrarlo, ma dall’altra parte non c’è stata risposta. Se lui vuole, io ci sono”.
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Il 6 settembre GionnyScandal è atteso all’Alcatraz di Milano, per la prima data di un tour che andrà a prendere forma nelle prossime settimane e che dovrebbe fare tappa a Roma, Firenze, Bari e Palermo: “L’Alcatraz è un passo avanti rispetto ai Magazzini Generali. Forse è azzardato, ma non volevo aspettare ancora. Il tour partirà dopo l’estate, quando il mio pubblico tornerà dalla vacanze per l’inizio delle scuole”.

Peace & Love: Sfera, Ghali e Charlie, quando l’unione (trap) fa la forza

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Da una parte i due più influenti rappresentanti della trap italiana, dall’altra il colui che ne ha prodotto i rispettivi ultimi lavori e che fa ora da collante a un’operazione che era già un successo ancora prima di prendere forma: Sfera Ebbasta, Ghali e Charlie Charles per la prima volta insieme per un singolo, Peace & Love.
I due sovrani delle classifiche degli ultimi mesi affiancati dal loro producer, la mente che ha dato vita a successi come l’album Rockstar e il tormentone invernale Cara Italia.
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“Sapevamo che sarebbe arrivato il momento, anche se non sapevamo né quando né come; più siamo diventati grandi più è diventato difficile fare incrociare le nostre strade, ma alla fine il bello di tutto questo è che basta un beat giusto e tutto sembra diventare estremamente semplice. Il momento ora è arrivato”, ha dichiarato Sfera Ebbasta.
Gli fa un’eco perfetta Ghali: “Gare di freestyle al parchetto a 15 anni, notti passate a chiederci se un giorno sarebbe cambiata, live con 10 persone sotto il palco. Un unico produttore che ci è stato vicino dal giorno zero, con cui abbiamo realizzato i nostri più grandi sogni, colui che ha saputo fare da collante anche quando il nostro ego da rapper e la sana competizione hanno provato a tenerci lontani. Finalmente è arrivato il momento. Per mesi ci hanno chiesto quando avremmo fatto tutti un pezzo insieme: venerdì ci siamo beccati in studio e ci siamo detti ‘Facciamolo’”.

E allora eccolo qui, Peace & Love, singolone trap con tutti i crismi, papabilissimo candidato a riempire l’estate ormai alle porte.
Uscito da appena tre giorni, ha già fatto registrare risultati vertiginosi: si parla infatti di più di 1 milione di stream nell’arco di 24 ore, il che rappresenta un vero e proprio record per un brano italiano.

“Bipopolarità” del rap nel primo album di Highsnob

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BiPopular è l’esatta espressione di una precisa ricerca di sonorità e di contaminazione fra stili. Il disco rappresenta la perfetta sintesi del mio singolare vissuto degli ultimi anni con l’intento di raccontare e condividere quanto una difficoltà psicologica possa influire direttamente nel percorso creativo e artistico della produzione di un album”.

Dopo i video che hanno fatto di lui una star del web e dopo la pubblicazione dell’EP PrettyBoy nel 2017, Highsnob pubblica venerdì 27 aprile il suo primo album, BiPopular.
Il titolo del disco è un chiaro gioco di parole che esprime una duplice valenza, da un lato la determinazione dell’artista nel voler arrivare ad un più ampio pubblico possibile, dall’altro il reale bisogno di condividere quanto una difficoltà psicologica possa appunto trasformarsi nel filo conduttore dell’intero progetto, raccontandoci l’oscillazione del tono di umore dell’artista e le mille sfaccettature della sua psiche, in un interessante variegato musicale.
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L’album si avvale dei migliori producer della scena odierna, da Pankees, insieme ad Alvino, Dat Boi Dee e Noise, tutti producer diversi fra loro, e ognuno riconoscibile nel marchio di fabbrica.
Nell’album si fondono così rap, trap, elettronica e melodie vocali, jazz, funky, fino ad elementi di future bass.

Forte di una credibilità che si è conquistato tra il suo pubblico grazie alla schiettezza dei suoi testi, Highsnob non rinuncia inoltre al dissing, perché conosce bene le regole del rap game, ma sa anche regalare un po’ di leggerezza e colore.
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Venerdì 27 aprile prenderanno inoltre il via gli appuntamenti degli instore:
27 aprile – Varese, Varese dischi e Milano, Mondadori Megastore (via Marghera)
28 aprile – Bologna, Mondadori Bookstore (via Massimo D’Azeglio)
29 aprile – Torino, Mondadori Bookstore (via Monte di pietà)
2 maggio – Firenze, Galleria del disco
4 maggio – Napoli, Mondadori Bookstore (piazza Vanvitelli)
5 maggio – Roma, Discoteca laziale
7 maggio – Genova, la Feltrinelli (via Ceccardi)

Princess Nokia: il nuovo EP è A Girl Cried Red

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Rinchiudere Princess Nokia nello stereotipo della rapper o della star dell’urban significherebbe farle un grande torto. Lo si era capito fin dai primi EP, poi con l’album di debutto 1992 Deluxe, pubblicato solo qualche mese fa, e se ne ha conferma ora con A Girl Cried Red, il suo nuovissimo EP di otto nuove tracce.

Influenze variegatissime, attitudine indipendente e quasi punk, spirito libero e femminista, con il nuovo EP, la ragazza si concede un’immersione di “emo”, tra atmosfere ipnotiche, elettronica, rap, r’n’b, trap ed elementi acustici.

Bellaria: il viaggio di Vegas Jones tra rap e trap per uscire dalla trappola

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Vegas come il personaggio di Vincent Vega, protagonista di Pulp Fiction, Jones come tributo a Nasir Jones, ovvero il rapper NAS.
Quello di Vegas Jones è uno dei casi, sempre più numerosi in questi anni, di fenomeni esplosi sul web, per poi essere intercettati dalle grandi case discografiche ed essere spediti ai piani alti delle classifiche di vendita.
Nel suo caso, a intercettarlo è stata Universal, che pubblica ora il suo primo album ufficiale, Bellaria.
La storia di Vegas parte alcuni anni fa, esattamente nel 2016, quando Matteo Privitera – così è registrato per l’anagrafe – firma con la Dogozilla Empire di Don Joe e mette sul web in free download Chic Nisello, mixtape di 16 tracce, con collaborazioni con Emis Killa e Nitro. Il risultato è di quelli da veri campioni: oltre 200.000 download.
Il titolo, come si può ben intuire, era un riferimento a Cinisello Balsamo, il paesone alle porte di Milano dove ha vissuto, lo stesso che un paio d’anni fa ha portato alla ribalta un altro recente fenomeno della trap e delle classifiche, Sfera Ebbasta.
Cinisello come nuova culla del rap italiano quindi? “È molto creativa, ho amici che fanno i grafici, i fotografi, e che finiscono a lavorare lontano. Siamo come San Francisco!”, scherza Vegas.

Un riferimento a Cinisello è però anche nel titolo di questo primo album: Bellaria è il nome di un quartiere, ma non quello dove è cresciuto lui. La scelta di intitolarci il disco è dovuta a una felice coincidenza, visto che Bellaria è anche il suo soprannome, Veggie Belair, e il brand della sua acqua minerale realizzata in limited edition.  
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“Se fossi cresciuto a Milano sarebbe stato tutto diverso: la periferia ti spinge a un senso di rivalsa, a fare meglio, a uscire. Cinisello è ancora casa mia, chi mi conosce sa che può ancora trovarmi lì, sono sempre in giro. Ho provato a vivere in altri posti, anche a Roma, ma alla fine mi ritrovavo a raggiungere il resto della compagnia. Adesso che faccio musica c’è un entusiasmo maggiore, sono tutti presi bene. Non sono cresciuto nel quartiere di Bellaria, ma quello che mi interessa che la gente sappia è che sono di Cinisello, non voglio ragionare per quartieri”.

Eccolo allora qui Bellaria, 15 pezzi tra rap e trap. Ma lui come si considera, un rapper o un trapper? “Se è vero che il rap è per definizione l’unione di ritmo e poesia, io faccio rap, quindi sono un rapper, non un trapper. La trap è solo una corrente, non è un genere diverso e non è certo nata in questi ultimi anni: per me, già i Club Dogo facevano trap. Tutto quello che esce da due anni a questa parte sembra trap, soprattutto in Italia, perché ogni rapper dopo un po’ che fa le stesse cose sente il bisogno di cambiare. La trap non fa altro che portare all’estremo alcune tematiche dell’hip-hop, soldi, donne, droga: è un po’ quello che racconto anche in Trappola. Sono temi di cui parlo anch’io, ma non per adeguarmi a una corrente: se domani l’onda della trap dovesse spegnersi, io posso funzionare lo stesso”. 
Un successo, quello del rap, che Vegas si spiega prima di tutto con il cambio di pubblico: “Oggi tutti ascoltano rap, è un fenomeno che per la massa di persone che ha raggiunto è diventato quasi come il pop: manca solo uno scatto, il passaggio sui grandi network radiofonici. In America le radio trasmettono rap in continuazione e tutti, anche chi non segue il genere, conoscono i rapper. In Italia manca poi un contenitore televisivo adatto, qualcosa come The Ellen Show. Cattelan è quello che ci si avvicina di più”.
Naturale chiedersi come farebbe a parlare di periferie e degrado se un giorno dovesse salire sulla Lamborghini di cui parla in Nuova Ghini: “In quel caso non parlerei più del degrado, ma di come è bella la vita quando hai fatto i soldi, se mai li farò (ride, ndr). Come fa in America Jay Z, uno partito dal basso, che sa di cosa parla”.

Proprio a metà dell’album c’è Il viaggio, il pezzo che più di tutti si allontana dal rap per tema e suoni: “È un brano a sé ed è stato il più facile da scrivere: è un ibrido, un modo per portare il rap su altre sonorità”.
E parlando di viaggi, non si può che finire su Malibu, il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album: “L’ho scritto in Italia, prima ancora di andare per la prima volta in America. Quando poi ci sono stato ho ritrovato esattamente quello che avevo immaginato: avevo fatto la colonna sonora di un momento ancora prima di viverlo. Se avevo delle aspettative, la realtà le ha mantenute, se non addirittura superate. Credo molto nell’America come nella realizzazione di un sogno, per cui ho vissuto quel viaggio come un’esperienza mistica”.
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Non mancano naturalmente i featuring, tutti nati in maniera spontanea: “Madman e Gemitaiz li avevo incontrati mesi fa e da subito c’era stata stima reciproca, come me sono molto proiettati sul live: li ho chiamati per Brillo perché sono due che tarellano sulle rime, e cercavo proprio questo. Anche con Guè (Pequeno, ndr) tutto è stato naturale, siamo entrati bene in sintonia sulle dinamiche di Mamacita.” Più curioso l’incontro con Jenn Morel, astro nascente del reggaeton domenicano: “Ci siamo conosciuti l’estate scorsa a Riccione, durante un festival: subito dopo l’esibizione ci eravamo fatti i complimenti a vicenda, poi l’ho rivista al ristorante e le ho chiesto di lasciarmi una nota vocale sul cellulare. Da lì abbiamo iniziato a sentirci su Instagram”.
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Tedua: a maggio le anteprime del Mowgli Tour 2018

Dopo il successo del suo ultimo album Mowgli – il disco della giungla, Tedua si prepara a portare i nuovi brani sul palco.
Il rapper è infatti pronto per conquistare Milano giovedì 12 maggio al FabriqueRoma giovedì 19 maggio all’Orion Club per i primi due  imperdibili show live previsti dal Mowgli Tour 2018. Due speciali concerti anteprima che anticipano il tour estivo e il successivo tour nei club atteso per il prossimo inverno e che lo vedrà protagonista nelle principali città italiane.
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Durante le sue nuove performance, il fenomeno rap genovese proporrà dal vivo tutti i brani tratti da Mowgli, senza dimenticare ovviamente i successi che hanno segnato definitivamente l’inizio del suo singolare percorso artistico, consacrandolo come uno dei più rappresentativi personaggi del panorama hip hop italiano, da La legge del più forte, brano che ha registrato più di sei milioni di visualizzazioni su YouTube, all’ultimo singolo Acqua (Malpensandoti), ispirato a Malpensandoti di Dargen D’Amico.
Ad accompagnare il Mowgli del rap italiano sul palco sarà come sempre Chris Nolan, produttore di tutte le 14 tracce contenute nel disco nonché uno tra i migliori producer della scena rap odierna.

Le prevendite per i due concerti sono già acquistabili e disponibili su www.ticketone.it al link http://www.ticketone.it/tedua-biglietti.html?affiliate=ITT&doc=artistPages%2Ftickets&fun=artist&action=tickets&erid=2027562&kuid=535516