Ti amo ti odio, il ritorno di GionnyScandal tra trap e amore

Ti Amo Ti Odio l’ho scritta durante la mia ultima relazione in quanto continuavo ogni giorno ad amare e ad odiare la stessa persona ed è una delle cose che succedono ad ognuno di noi con la persona con cui si è insieme. La chitarra è suonata da me, mentre tutto il resto della produzione è a cura del mio produttore. Le sonorità sono un po’ Emo e un po’ Trap, e dato il mio background Emo- core in una band ho deciso di unire per la prima volta il genere Emo con la Trap”.

Così GionnyScandal parla di Ti Amo Ti Odio, il brano che vede il suo ritorno discografico a meno di un anno dalla pubblicazione dell’album Emo.
Con il nuovo singolo, scritto dallo stesso Gionata Ruggieri e prodotto da Sam Lover, Gionny approda definitivamente alla emo-trap, genere ancora nuovo in Italia che unisce tematiche sentimentali ed emozionali ai più tipici elementi stilistici della trap.

Il videoclip del brano è diretto da Federico Santaiti. Insieme a Gionny protagonisti sono anche Marta Losito e Valerio Mazzei, la coppia teen del momento, che mostrano come nei vari contesti della quotidianità i ragazzi si amino e si odino alla stesso tempo.

Sfera Ebbasta si fa in due: il 7 dicembre esce Rockstar – Postar Edition

I numeri parlano chiaro: Rockstar, ultimo album di Sfera Ebbasta, è stato il disco che ha trionfato nelle classifiche italian del 2018. Con oltre 150 mila copie vendute, il secondo lavoro del “trap king” di Cinisello è infatti l’album più venduto dell’anno, e anche sul fronte dei live Sfera può dirsi più che soddisfatto, dopo aver macinato sold out su sold out.
Per festeggiare un’annata così fortunata, venerdì 7 dicembre esce Sfera Ebbasta Rockstar – Popstar Edition, nuova versione del disco disponibile in doppio CD e LP.

Il doppio cofanetto sarà anticipato il 30 novembre dal nuovo singolo Happy Birthday e si compone di due dischi, Rockstar e Popstar.

Rockstar contiene tutte le 11 tracce dell’omonimo album uscito ad inizio anno e include per la prima volta in fisico quattro versioni remix con alcuni dei migliori protagonisti della scena rap mondiale: Uber Rmx feat Miami Yacine, Bancomat Rmx feat Tinie Tempah, 20 collane Rmx feat Rich The kid e Tran Tran Rmx feat Lary over.

Popstar contiene invece 7 tracce tra cui 3 nuovi inediti (Popstar, Happy Birthday e Uh Ah Hey) e 3 nuove versioni remix (Cupido feat Khea, Duki, Quavo, Elettra Lamborghini, Xnx feat Guè Pequeno e Serpenti a sonagli feat Lacrim).
Popstar include inoltre Pablo, hit che quest’estate è stato un vero e proprio tormentone.

Dal 7 dicembre Sfera sarà inoltre impegnato nel Popstar instore tour. Prima tappa Milano venerdì 7 dicembre, per proseguire domenica 9 a Torino, lunedì 10 a Firenze, martedì 11 a Roma, mercoledì 12 a Napoli e giovedì 13 a Lecce.

Il trap king sarà presto nuovamente protagonista dal vivo con il Sfera Ebbasta – Popstar tour 2019, tre eventi live che lo vedranno sul palco a partire dal 17 aprile 2019 al Palalottomatica di Roma il prossimo per arrivare al Palapartenope di Napoli il 19 aprile e chiudere in grande stile al Mediolanum Forum di Assago il 27 aprile.
Le prevendite per i nuovi concerti nei palazzetti sono disponibili su ticketone e acquistabili in tutti i punti vendita autorizzati.

Cruda verità e presunta incoerenza: ecco la Playlist di Salmo

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In un’epoca in cui in Italia il rap non ha mai goduto di tanta esposizione e ormai da anni si contende la vetta delle classifiche con i fenomeni dei talent e con gli artisti del pop melodico, capita non di rado che i rapper abdichino alla loro stessa natura per piegarsi alle più bieche ed elementari regole di mercato, forse nel nome di una ancora più ampia visibilità. Nulla di male per carità, l’importante è dirselo chiaro in faccia.
Perché se è noto che uno degli elementi distintivi dell’hip-hop è quello di essere allergico alle censure e a ogni tipo di addomesticamento, è altrettanto sempre più evidente che molti rappresentanti nostrani del genere preferiscano spendere tempo ed energia per “dissarsi” tra di loro o indirizzare la presunta rabbia delle loro rime contro bersagli non sempre chiarissimi da individuare. Per non parlare della denuncia politica, praticamente assente nella maggior parte dei dischi rap italiani.
Poi, per fortuna, ci sono le eccezioni: Nitro, Noyz Narcos, Rancore, ma anche Fabri Fibra. E Salmo, il nome di cui si è più scritto e parlato nelle ultima settimane, quelle che hanno preceduto l’uscita del suo quinto album, Playlist.
Un disco ruvido, rumoroso, lucido, sardonico e oscuro. Abissale e introspettivo nel suo andare a scandagliare i fondali dell’anima per portare a galla il tema della depressione, tabù tra i più inviolabili non solo nella musica, ma che Salmo affronta a muso duro in Ho paura di uscire e con elementi ancora più autobiografici in Lunedì, il pezzo che chiude il disco con le poco accomodanti parole “La gente come me morirà da sola”. Ecco il rap che si spoglia e resta nudo con la sua verità, anche se questa è solo l’ultima in ordine di apparizione all’interno del disco.
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Al capo opposto dell’album, in apertura, il tono è molto diverso, impregnato di ironia, ma la lucidità è la stessa: il pezzo è 90 min ed è una una satira irruenta nei confronti dell’Italia mediocre, dove non si fa fatica a cogliere anche un riferimento alla xenofobia salviniana. Nessuna diplomazia di convenienza, le parole parlano chiaro.
Ma nel mirino di Salmo ci finiscono in molti, anche l’attuale scena hip-hop, con le classifiche dominate dai “rappusi” citati in Stai zitto, in featuring con Fabri Fibra e che ha fruttato anche un’inutile polemica via social con Biagio Antonacci. Cose che capitano quando c’è di mezzo un rapper e una buona dose di misuderstanding.
Molto discusso, per non dire contestato, è stato poi il featuring con Sfera Ebbasta in Cabriolet, per il quale Salmo è stato tacciato di incoerenza. E qui l’impressione è che sia il pubblico a non aver colto fino in fondo la mossa di Lebon, che in passato se l’era sì presa presa con la trap, ma solo per metterne in ridicolo gli stereotipi. Come dichiarato in un’intervista a Rolling Stone, per Salmo coinvolgere il trap king di Ciny non significa sconfessare se stesso, ma solo riconoscere il talento e il primato a colui per primo che ha saputo portare in Italia il fenomeno della trap. Insomma, una presunta incoerenza spazzata via dalle reali intenzioni di un artista ben consapevole delle proprie azioni, compresa quella di creare scompiglio tra i suoi stessi fan.

In Playlist c’è poi sorprendentemente spazio anche per l’amore, trattato al di fuori dei cliché in Il cielo nella stanza, in  duetto con Nstasia, e non si può non segnalare Tiè, un pezzo strumentale in cui Salmo si siede alla batteria e mette a frutto più che altrove tutta l’eredità hardcore coltivata fin dall’inizio della carriera.

Eccola la Playlist di Salmo: schiacciate play e sedetevi, ma sappiate che potreste non sentirvi così comodi…

BITS-REPORT: Achille Lauro e la spettacolosa apocalisse della sambatrap. Milano, Alcatraz, 7 novembre 2018

foto backstage Angelo Blu - Lauro DSC01876
C’è stato anche l’imprevisto dello spray al peperoncino spruzzato in mezzo al pubblico da qualche buontempone, che ha causato uno stop di un quarto d’ora. Ma neanche questo è bastato a guastare la festa roboante di Achille Lauro e Boss Doms, che il 7 novembre hanno messo in scena all’Alcatraz di Milano la loro personalissima reinterpretazione de La morte del cigno

Una vera e propria celebrazione, anzi, un'”apocalisse” – come era stata annunciata – della sambatrap, quella nuova contaminazione sonora con cui il rapper e il producer romani si sono ripresentati sul mercato discografico lo scorso giugno pubblicando l’album Pour L’Amour. Un ciclo giunto ora alla sua conclusione, e che meritava di essere chiuso degnamente con due serate-evento (la seconda sarà il 10 novembre a Roma). 
Stelle filanti, getti di fumo, visual, trampolieri, costumi diavoleschi con ali illuminate da luci al led, ballerine in tutù: nel circo di Achille e Boss non è mancato davvero nulla.
Uno spettacolo per gli occhi, oltre che per le orecchie, soprattutto per il pubblico di adoranti discepoli che da sotto al palco seguivano ogni mossa dell’idolo più visionario e sfacciatamente barocco che la scena rap italiana possa vantare. Lui saltava, loro saltavano; lui ordinava di stare bassi, loro andavano giù; lui li invitava a spogliarsi restando solo in pantaloni, loro si toglievano le t-shirt senza batter ciglio.

Dopo l’apertura affidata al celeberrimo tema del Lago dei cigni di Čajkovskij rivisitato con una rovente chitarra elettrica mentre l’ombra di una ballerina veniva proiettata sul telone bianco, in due ore di show i decibel e i beat dell’autotune hanno preso il volo senza più toccare terra, e una raffica di ospiti ha raggiunto sul palco i due padroni di casa: da Gemitaiz a Clementino, da Emis Killa a Cosmo. Ecco quindi, sparsi in scaletta, Ulalala, Thoiry Remix, Angelo blu, BVLGARI, Ammò. Ma il vero asso della serata è stato calato solo sul finale, quando è arrivata lei, l’outsider della trap e dell’hip-hop, l’artista italiana che forse meno di tutte ci si aspetterebbe di trovare in una situazione del genere, Anna Tatangelo, freschissima di collaborazione con Achille e Boss nel remix di Ragazza di periferia presentato in anteprima per l’occasione (il singolo è in uscita il 9 novembre). E poi ancora La bella e la bestia.
Foto Posata Achille Lauro e Boss Doms
Prima di chiudere la serata, Lauro e Doms concedono un’ultima, paiettatissima apparizione per Penelope: Achille nelle vesti di angelo nero, Boss in tutina superglam bicolore.
Un inchino per salutare il pubblico ed ecco compiuta l’apocalisse della sambatrap, ultimo atto prima di buttarsi – chissà – in qualche altra contaminazione o in qualche nuovo progetto da piazzare di traverso alle mode. D’altronde, Lauro lo aveva detto già presentando l’ultimo album: il materiale per i prossimi dischi c’è già, ed è tutto rivolto al futuro.

La morte del cigno replica il 10 novembre all’Atlantico di Roma.

Moriresti per vivere con me?: la emo trap di Fasma nell’album d’esordio in uscita il 2 novembre

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“Vorrei che questo disco fosse d’aiuto a qualcuno. Vorrei che questo disco fosse l’inizio di un progetto che si basa sull’essere e non sull’apparire. Questo disco è lavoro, è espressione, e sacrifici, sono io e siamo noi. Questo disco era immaginare, era sognare ad occhi aperti con la voglia di non svegliarsi più. Questo sogno oggi è realtà, questo disco è solo l’inizio”.

Moriresti per vivere con me? è il primo album di Fasma, rapper romano, classe 1996, che insieme alla sue crew WFK si è posto l’obiettivo pi portare anche in Italia la emo trap d’oltreoceano, che tra i suoi esponenti ha avuto una figura controversa come quella di XXXTentacion, il rapper morto lo scorso giugno in una sparatoria a soli 20 anni.

Ad anticipare l’album, in uscita il 2 novembre, sono i singoli Lady D., Monnalisa e Marilyn M., brani che mettono in luce un’indole intimista, lontana dall’ostentazione edal consumismo tipici della trap.
Il disco è inoltre già disponibile in pre order negli store digitali, in pre save su Spotify e, solo su Amazon, è ordinabile la versione autografata limited edition.

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Questa la tracklist:
Caro Angelo
Ti prometto che un giorno partiremo
Sai che
M. Manson
Marylin M.
00:02
CARICOTONICO
Giuro che
Lady D.
Outro
L’inizio della fine

Side Baby riparte da una Nuvola insieme a DrefGold

Side Baby
L’uscita di Dark Side dalla Dark Polo Gang è stata uno degli eventi che hanno mandato più in subbuglio il mondo del rap italiano nell’ultimo anno.
Dopo mesi di dichiarazioni a mezzo la stampa tra conferme e smentite, Dark Side è ripartito con una nuova identità, Side Baby, con cui ha già firmato anche il singolo Medicine.
Nuvola è il suo nuovo pezzo, il primo per Island Records, e nasce dalla collaborazione con Drefgold e la produzione da Sick Luke & Daves The Kid.

Con questo singolo, Side Baby esordisce ufficialmente da solista e, senza accantonare le atmosfere che lo hanno reso celebre con la Dark Polo Gang, apre a nuove sonorità, con un’attitudine “good vibes” finora mai totalmente espressa nella sua musica.

Per il 2019 è invece previsto il primo album solista.

Sfera Ebbasta in tour nei palazzetti nel 2019

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Dopo il grande successo del suo ultimo album Rockstar, già certificato triplo disco di platino nonché il disco più venduto in Italia nel primo semestre dell’anno, e dopo gli innumerevoli sold out registrati in tutta Italia e in Europa con il suo “Sfera Ebbasta Rockstar tour” che ha contato oltre 50 date e milioni di spettatori, il trap king di Cinisello non intende fermarsi e a sorpresa annuncia lo Sfera Ebbasta – Popstar tour 2019, tre imperdibili concerti nelle principali arene indoor che lo vedranno protagonista a partire dal 17 aprile 2019 al Palalottomatica di Roma, per proseguire al Palapartenope di Napoli il 19 aprile e chiudere in grande stile al Mediolanum Forum, nella sua Milano, il 27 aprile.

Tre concerti–evento per la prima volta nei palazzetti per celebrare insieme a tutti i suoi fan gli ottimi risultati di questo 2018 da record.

Le prevendite per i nuovi concerti nei palazzetti sono disponibili già su ticketone al seguente link https://bit.ly/2J3qg91 e acquistabili in tutti i punti vendita autorizzati.

L’intero “Sfera Ebbasta Popstar tour 2019” è ideato e organizzato da Thaurus.

Siamo la repubblica della trap. Il cantautorato di Riccardo Sinigallia torna in Ciao cuore

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Come il pennello per il pittore, anche la penna di ogni cantautore ha un suo tratto diverso e per questo riconoscibile.
Quello con cui Riccardo Sinigallia firma la sue canzoni è un tratto sottile, a volte solo accennato, tratteggiato, che sa diventare così lieve da quasi scomparire.
La poesia, perché alla fine di poesia si tratta, di Sinigallia procede per accenni, evoca, racconta ritratti di vita senza mai alzare troppo il tono, usa l’ironia quando può e malinconia dove serve. E non si preoccupa di essere “di moda”.

A quattro anni da Per tutti, il cantautore romano torna con un nuovo lavoro di inediti, Ciao cuore, titolo che riprende una verace espressione romanesca con cui “ci si saluta e con una punta di cinismo e di ironia si vuole comunicare l’idea che ciò che serviva dire lo si è detto”. Ciao core.  
Nove brani che sono in realtà ritratti di umanità, fatti di rabbia, leggerezza, denuncia, tenerezza, memoria, slegati da forme prestabilite, canonizzate o standardizzate, per sperimentare le “infinite potenzialità che una canzone può avere”.
L’apertura dell’album è affidata a So delle cose che so, che ha per testo una poesia di Franco Buffoni intercettata per caso su Facebook; c’è il ricordo di Dudù, la tata di Capo Verde, privo però di quella malinconia che ci si aspetterebbe; c’è la vena schietta che celebra la bellezza vuota in Le donne di destra; c’è il pensiero amaro per la morte di Federico Aldrovandi in Che male c’è, scritta a partire da una lettera di Valerio Mastandrea, attore e amico di lunga data del cantautore.
E’ in questa voglia a uscire dagli schemi che Sinigallia parla della “serendipità” che ama trovare nella musica: “Alla base di tutta la mia produzione riconosco l’involontarietà, perché, come diceva Carmelo Bene, la volontà è nefasta nell’arte. L’unica mia volontà sta nella disponibilità a cogliere l’attimo creativo, quel flash che possiamo chiamare ispirazione, e che guida anche le scoperte della scienza. E’ quello che Calvino ha riassunto bene: ‘Stavo attraversando la strada e ho capito tutto'”.
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Nonostante questa voglia a non farsi ingabbiare nei canoni dello schema-canzone, alla base della sua formazione non può esserci però che la lunga e solida tradizione del cantautorato italiano: “Il cantautorato ha smesso di offrire contenuti negli anni ’80, e il suo spazio è stato occupato dall’indie, che quando è nato, negli anni ’90, era semplicemente la musica che funzionava bene nei locali e non interessava alle case discografiche. Oggi la tendenza è quella di esasperare i piccoli dettagli, e anche il nostro cantautorato si è un po’ cristallizzato nei cliché. ‘Il dentificio è finito e lei mi manca’, è un po’ tutto così: una formula che all’inizio poteva essere interessante, ma che poi è stata portata all’esasperazione”.
Un’evoluzione (o involuzione?) che Sinigallia ritrova anche nella trap, l’altro genere che attualmente va tanto di moda insieme all’indie: “All’inizio la trap ha portato un linguaggio nuovo, perché il rap aveva stancato. I primi lavori della Dark Polo Gang erano interessanti ed erano onesti: forse è stato il fenomeno più onesto dopo i Sangue Misto. Poi però anche la trap ha iterato gli stessi contenuti e si è trasformata in un cliché. Oggi è un’epidemia, una moda da cui sono fuori, per fortuna”.
Trap e indie imperanti nella musica, ma non solo: “Se guardiamo la scena politica, li ritroviamo anche lì: Salvini non è forse la trasposizione della trap? Per i toni che usa potrebbe essere il Young Signorino. E Di Maio non è forse l’esponente indie della politica? Musica, calcio, politica, tutti sono collegati”.
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Da sempre attento a preservare l’equilibrio tra il testo e la musica, Sinigallia non può che guardare con un po’ di rammarico la situazione attuale del pop italiano, in cui il rapporto tra le due componenti si è sbilanciato a favore del suono, lasciando al testo un ruolo secondario: “La musica pop italiana ha generato un grande equivoco culturale, perché è diventata una sorta di franchising di un marchio statunitense o inglese: gli americani portavano da noi i loro prodotti, che per come erano stati costruiti stavano in piedi benissimo, funzionavano. L’errore è stato voler trasferire quelle stesse strutture e quei suoni nella nostra lingua, che però è molto diversa dall’inglese: le parole sono state incastrate a forza dentro a strutture che non erano adatte, arrivando a produrre contenuti che non vogliono dire assolutamente niente, ma che i discografici hanno appoggiato. Anzi, se qualcuno provava a proporre qualcosa che avesse un minimo di contenuto veniva guardato quasi con spavento. E’ un equivoco letterario portato avanti per 20 anni e tipicamente italiano, perché nel pop francese questo non succede. L’indie ha per fortuna interrotto questa tendenza, anche se poi si è chiuso nei cliché di cui parlavo prima”.
Pur avendo sempre rispettato il gioco tra testo e suono, Sinigallia riconosce che negli anni qualcosa è cambiato nella sua produzione: “Ho sempre avuto una consapevolezza istintiva per rispettare questo rapporto, ma negli anni ho maturato più consapevolezza. Da dopo il mio primo disco penso di aver affinato l’aspetto letterario, ho colto un elemento che prima invece mi sfuggiva, la poesia”.

El Mal Querer: l’urban flamenco di Rosalía nel nuovo album dal 2 novembre

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L’album di debutto Los Ángeles, con quelle inedite contaminazioni tra flamenco classico e spirito urban tra elettronica e trap, l’aveva già portata all’attenzione dei media e del pubblico internazionale facendole guadagnare anche il Best New Artist Latin Grammy, ma è stato soprattutto dopo la recente uscita dei singoli Malamente e Pienso En Tu Mirà che il nome di Rosalía ho iniziato a fare sempre più rumore e oggi l’artista di Barcellona è considerata dalla stampa uno dei nuovi protagonisti da tenere d’occhio.

Per il prossimo 2 novembre è stata annunciata l’uscita del suo nuovo album, El Mal Querer, di cui Rosalía ha scritto i testi e le musiche e di cui è anche co-prodotto insieme a El Guincho.
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El Mal Querer rappresenta il modo in cui io intendo il flamenco oggi, ho lavorato due anni interi della mia vita su questo progetto, costruendolo senza fretta. Mi ha aiutato a migliorare e a crescere come musicista, compositrice e produttrice, e per questo sono grata. Il mio sogno è sempre stato quello di condividere la mia musica con le persone e queste sono canzoni create proprio per tutti”.

Personaggi come Pharrell Williams, Khalid, J Balvin, Juanes, Romeo Santos hanno già espresso la loro ammirazione per Rosalía, mentre Pedro Almodóvar è stato conquistato dalla qualità dei suoi video e ha scelto di far debuttare in veste di attrice nel suo nuovo film Dolor y Gloria la cantautrice ventiquattrenne al fianco di Penélope Cruz.

DrefGold, una “kanaglia” in tour

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Dopo la pubblicazione del suo primo album Kanaglia e dopo aver registrato il tutto esaurito con l’assaggio degli show estivi nelle principali località marine, DrefGold annuncia la partenza del Kanaglia tour che lo vedrà sui palchi italiani per tutta la stagione invernale a partire da sabato 13 ottobre a Orio al Serio (Bg).

Durante i live DrefGold riproporrà anche Wave”, singolo che vede la collaborazione con la “rockstar” Sfera Ebbasta, nata dall’ingresso del giovane artista nell’etichetta fondata dallo stesso Sfera e Charlie Charles, la BillionHeadz Music Group.
Durante l’intero tour ad accompagnarlo sul palco sarà il dj Tooda, al secolo Antonio Pezzella.

Le prevendite per il live sono disponibili sui canali di Thaurus Music. L’intero tour è ideato e organizzato da Thaurus Live.

Questo il calendario:
13 ottobre – Orio Al Serio (BG), Setai
19 ottobre – Tavagnasco (TO), Tavarock
20 ottobre – Tavernerio (CO), K Klass
27 ottobre – Calcinaia (PI), Boccaccio Club
31 ottobre – Rimini, Altromondo Studios
31 ottobre – Corinaldo (AN), Lanterna Azzurra
9 novembre – Roma, Circolo degli Illuminati
10 novembre – Poggiorusco (MN), Priscilla Discoteque
17 novembre – Trofarello (TO), Millionaire Club
24 novembre – Bassano del Grappa (VI), Liv
1 dicembre – Manerba del Garda (BS), Red Clubbing
7 dicembre – Firenze, Viper Theatre
8 dicembre – Treviso, Supersonic
22 dicembre – Genola (CN), Deja Vu
22 dicembre – Torino, Wow Club
5 gennaio 2019 – Catania, Ecs Dogana
19 gennaio 2019 – Nonantola (MO), Vox Club
26 gennaio 2019 – Bologna, Kinder Garden
2 gennaio 2019 – Milano, Magazzini Generali