BITS-RECE: Hesanobody, The Night We Stole The Moonshine. Viaggio al termine della notte

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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L’anno scorso ho scoperto per la prima volta cosa significa amare davvero un’altra persona, ma ho anche scoperto per la prima volta cosa vuol dire quando la morte bussa alla porta di una persona cara. Ho visto e toccato i due estremi dello spettro e nel frattempo ho compiuto 25 anni. 
È la vita, immagino, ma forse non ero pronto. Sto ancora cercando di fare i conti con tutte queste cose e non ho ancora ben chiaro il quadro generale, ma lo farò, so che lo farò. Da nuovi sentimenti, derivano grandi responsabilità dopotutto.

Devi migliorare te stesso per restare al passo con ogni cambiamento nella tua vita, devi compiere delle scelte. Quindi, dopo aver trovato la mia appartenenza, sono uscito da un posto dove troppo a lungo sono rimasto intrappolato e ho preso treni, superato posti di blocco con la mia macchina per poi parcheggiarla a ridosso del mare per godermi la vista e finalmente godermi il momento. Dopo di che ho raccolto tutto e ho scritto questo disco. Credevo fosse per me, ma giorno dopo giorno mi sono reso conto di averlo scritto per le mie donne. È un bacio e una preghiera a mia Nonna. È una confessione ed un grazie a mia Mamma. È una dichiarazione e un’esortazione alla mia Ragazza.
Please don’t scare away your dreams, ‘cause you’ll miss ‘em too much. Now I know.

Con questo post pubblicato su Facebook – di cui no ho riportato solo il commiato i e ringraziamenti finali – Gaetano Chirico, nome che si cela dietro allo pseudonimo di Hesanobody, presentava l’uscita del suo secondo EP, The Night We Stole The Moonshine.
Molto di più, mi pare, di una semplice presentazione: in queste righe si intrecciano vita e morte, amore e disperazione, e soprattutto emerge l’istinto di un ragazzo di 25 anni a mettere in musica tutta la vita che gli si è buttata addosso. Un istinto e uno slancio quasi viscerali che hanno preso forma in cinque pezzi di synthpop e tratti oscurissimo e a tratti folgorante.
Se di notte si parla, quella di Hesanobody è certamente buia, ma percorsa da sciami di stelle cadenti e scie di meteoriti, tutti rigorosamente sintetici.

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Si parte con 4 Wishes, estatica e immersa nei suoi sintetizzatori vibranti, al limite del dark ambient, per passare subito dopo allo sfogo di beat di Clichè, dove la voce tonda di Chirico fa sentire di essere stata allevata e cresciuta dall’ascolto di parecchia wave anni ’80, per arrivare a un tripudio di elettronica con Roadblock, un episodio che inizia con un semplice pianoforte per poi spingersi sempre più in là, al punto da far intravedere i bagliori della techno e della trance. Resta il fatto che portato sotto ai neon di un club, la sua la figurona la farebbe alla grande.
Toni un po’ più smorzati accompagnano invece le riflessioni di Mourning The Ghost, tutta arrampicata sui giochi di vocoder e gingilli elettronici, mentre la chiusura di Night 23 si affida a un’esplosione che oserei definire festante, ricordando un po’ gli ultimi lavori dei Coldplay.

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Citando – fuori contesto – il titolo di un romanzone del ‘900, The Night We Stole The Moonshine è un viaggio al termine della notte: un disco che corre spedito nel buio, in perfetta solitudine, toglie i freni e si lancia tra crinali e bordi di altissime scogliere. Sussulta tra sbalzi umorali, sprofonda e risale, e tutta la sua essenza sembra riassumersi nella notte infinita e a ridosso del Natale raccontata proprio in Night 23: “We stole, we stole / We stole the moonshine / (The night before this Christmas Eve / We celebrated our belief)”. E riecco l’alba.

BITS-RECE: IAMX, Alive In New Light. Una nuova luce nel buio

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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Alive In New Light, ovvero “Vivo nella nuova luce”.
Il titolo la dice già lunga. Dopo alcuni anni e un paio di dischi passati nel buio della depressione, IAMX – ovvero il progetto di Chris Corner – risale dall’oscurità e va incontro a una drastica metamorfosi personale e musicale. 
Le nove tracce del nuovo lavoro non si collocano certo in paradiso, ma sono sensibilmente lontane dagli abissi oscuri e mortiferi in cui l’artista si era confinato: la sua è una trasformazione ancora in corso, un passaggio ancora in divenire, ma dalle ceneri si osservano già i palpiti di una nuova vita.
Registrato nel deserto della California all’interno di una roulotte, Alive In New Light è il grido di una creatura che vuole manifestare la sua rivincita, e per farlo usa ancora gli abiti fascinosi del synthpop, spogliati però di aura funerea.

IAMX sta riemergendo dalla notte, puntando il suo sguardo su una timida alba fatta di luci sintetiche, peccaminose seduzioni esotiche e richiami quasi circensi.
Ad accompagnarlo nel suo percorso è, in ben 4 brani, Kat Von D, modella, tatuatrice e qui cantante, ma soprattutto perfetta alter ego di Corner.
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Mile Deep Hollow, scelta anche come colonna sonora della seria della ABC Le regole del delitto perfetto si svela per essere un imponente inno di gratitudine, mentre la chiusura dell’album è affidata alla liturgica The Power And The Glory, una sorta di preghiera laica (o profana) che lascia intravedere la speranza di un nuovo giorno.

Privo forse della stessa potenza e del fascino di Metanoia del 2015, Alive In New Light regala all’anima dark e teatrale di IAMX i bagliori per imprevedibili evoluzioni future.

#MUSICANUOVA: Platonick Dive, Waxfall

Dopo due album a metà tra il post rock e l’elettronica, i toscani Platonick Dive tornano con Waxfall, il primo singolo tratto da Social Habits, il loro terzo album in uscita nei prossimi mesi.
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Il nuovo singolo cattura la transizione stilistica della band nel loro album più ambizioso in cui l’elettronica, i ritmi e i suoni sognanti di chitarre e synth supportano la voce principale per una completa immersione terapeutica.
Waxfall è il naturale ponte tra il nostro vecchio suono ed il nuovo. Puoi sentire le nostre vibrazioni riconoscibili nella prima parte e poi il cambiamento che ti porta in nuove direzioni ” raccontano i Platonick Dive.

BITS-RECE: Maddalena, The Forest. Un respiro sott'acqua

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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Si intitola The Forest, ma le sue atmosfere sembrano scaturire dai fondali marini, o, meglio ancora, dal fondo di un lago.
The Forest è il secondo lavoro di Maddalena Zavatta – in musica solo Maddalena -, e segue di tre anni l’esordio di Electrodream.
Nove tracce sospese tra dreampop ed elettronica che emanano una luce soffusa e subacquea, a tratti densa e opaca.

Synth che ondeggiano sinuosi come steli di alghe, ritmi rarefatti, melodie come raggi di sole filtrati tra rami e superfici vitree.
C’è anche qualche accenno dark, ma più di ogni altra cosa ci sono numerose digressioni malinconiche e sospese che ricordano certe sperimentazioni anni ’80 e ’90 (l’Angelo Badalamenti di Twin Peaks, per fare un esempio), commistioni di ambient e trip hop, da cui spuntano beat incalzanti, mentre le parole cercano di catturare e raccontare il significato della libertà.
Una vera e propria immersione in un ambiente sonoro dai contorni sfumati, riflessi indistinti, luci ed ombre abbracciate e fluttuanti. Ed è come respirare a pieni polmoni sott’acqua.

Heartbreaker: dagli anni '80, il ritorno dei Torrevado

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«Heartbreaker è una satira pungente della mania imperante –  racconta il frontman dei Torrevado Niki Pitti – di dimostrare agli altri, specie sui social, un’ immagine stereotipata, sdolcinata e falsa delle nostre vite “perfette”La forza delle parole è amplificata dal sound del brano che è spinto da una ritmica martellante, un’ atmosfera ipnotica di suoni taglienti e da una voce che riporta al pop rock degli anni ’80 ».

Heartbreaker è il singolo che segna il ritorno dei Torrevado dopo più di vent’anni.
Scritto da Nicola Pittaluga, Claudio Giorgi, Maurizio Suraci, anticipa un album di prossima uscita registrato tra Milano e Londra.

#MUSICANUOVA: I Giocattoli, Ailoviù

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“Sai cosa c’è? Non mi ricordo…”

Ailoviù è la storia, un po’ ironica, un po’ agrodolce, di una coppia che si è persa. Ailoviù è la storia di amici che hanno osato così tanto da non aver più le forze di ricordare. Ailoviù è il tempo che scorre veloce che ci costringe ad abbandonare il nostro Peter Pan. 
Ailoviù è soprattutto il nuovo singolo della band palermitana Giocattoli. All’insegna dell’elettropop, un nuovo passo verso la pubblicazione dell’album d’esordio, Machepretendi, in arrivo in primavera.

Planet 9: il ritorno discografico di Rose McGowan

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Negli ultimi mesi il nome di Rose McGowan è più volte riapparso sui giornali e in TV in seguito allo scandalo-Weinstein che ha travolto Hollywood lo scorso autunno: quella dell’attrice è stata infatti una delle voci che si sono levate più alte nel denunciare le molestie subite dal produttore, una vicenda personale che Rose ha scelto di raccontare anche in Brave, la biografia in uscita proprio in questi giorni.

Rose ha però trovato anche il tempo di tornare alla musica e il 14 febbraio pubblicherà Planet 9, il suo primo album.
Nel 2015 era uscito il singolo RM486, accompagnato da un video a dir poco visionario, ma da allora sul fronte musicale tutto si era fermato.
Un primo, sibillino assaggio del disco era già stato offerto in un video girato in auto e pubblicato alcune settimane fa sul profilo Instagram, in cui le immagini di Rose erano accompagnate dalle note di Sirene.

Dalle anteprime già disponibili in streaming, sembrerebbe di capire che i nuovi brani seguono la scia tra elettronica e synthpop già sperimentata con RM486.
Ad anticipare l’album è Now You’re Here.
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#MUSICANUOVA: Franz Ferdinand, Feel The Love Go

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Il 9 febbraio uscirà il quinto album dei Franz Ferdinand, Always Ascending.

Ad anticiparlo, dopo il singolo omonimo, è ora Feel The Love Go, un pezzo dai synth belli pompati e con una spiccata attitudine da dancefloor.
Registrato tra Londra e Parigi, l’album vede la produzione di Philippe Zdar, che già ha messo mano ai lavori di Cassius, Phoenix e Beastie Boys, e si preannuncia ricco di nuove idee e sperimentazioni sonore.
Il disco sarà pubblicato in digitale, CD, vinile e in formato musicassetta in edizione limitata, oltre a una special edition disponibile on line, con un vinile blu e bianco, una stampa autografata e una borsa.
Il video di Feel The Love Go è opera della regista Diane Martel ed è per ora visibile su Apple Music.
Il leader della band, Alex Kapranos, vi appare nelle vesti di un “miracoloso” predicatore evangelico star della TV.

BITS-RECE: Bonnie Li, Plane Crash. Elettronica per nottambuli

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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L’ahabit naturale di Bonnie Li è quello oscuro e freddo di un’elettronica dai contorni ipnotici e distorti.
Le cinque tracce – quattro inediti e un remix – di Plane Crash, ultimo lavoro del duo, mostrano infatti un’anima piuttosto dark, tra pianoforti stregati, sintetizzatori spettrali e linee vocali lamentose, in un genere che fluttua tra un trip hop gotico e un synthpop dal passo lento e sofferente.
Il remix di Escape, firmato dal francese Al’Tarba, aggiunge un senso di claustrofobia e stordimento a un brano già di per sé poco rassicurante, mentre il momento topico del disco arriva con i due pezzi di chiusura, il singolo dal titolo eloquente We Should Go To Sleep As The Birds Are Singing e I Want To Run With The Wolves, litanie ossessive e disturbanti dai battiti sintetici. 

BITS-RECE: Sarc:o, Finding Knowing Delight. Elettronica cosmica

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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The Finding, The Knowing, The Delight.
Da questi tre EP pubblicati durante l’autunno 2017 ha preso vita Finding Knowing Delight, primo lavoro di Francesco Sarcone, musicista, produttore, sound designer, in arte Sarc:o.
Sei brani di elettronica “spaziale”, concepiti per rappresentare il lento ma incessante movimento delle galassie nello spazio.
L’elettronica di Sarc:o procede sospinta da bassi pulsanti e frementi, arricchita da melodie ora leggere, ora epiche, ora marziane, ora inquiete, in un susseguirsi di orizzonti cosmici pacifici, ipnotici e tormentati, incollati a uno scenario notturno.
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Nicola Pressi presta la voce in quattro tracce, mentre Veyl, nuova promessa dell’elettronica italiana, veste di atmosfere sinistre Down.