“L’ha scritto anche il giornale / io ci credo ciecamente”, cantava Rettore.
Io invece, quando l’ho realizzato, ho avuto un attimo di incredulità: Splendido splendente compie 40 anni!
QUARANTA!
A sentirlo gliene daresti al massimo una trentina, proprio a voler stare larghi, ma 40 proprio no. Eppure era il 1979 quando è stato pubblicato, contenuto in Brivido divino, terzo album in studio di Rettore (mi raccomando, solo Rettore!) e primo capitolo della trilogia che nei due anni successivi sarebbe stata composta da Magnifico delirio e Estasi clamorosa.
Scritto dall’accoppiata vincente Rettore-Rego e arrangiato da Pinuccio Pirazzoli (e con Tullio De Piscopo alle percussioni, si noti bene!), il pezzo era all’avanguardia già all’epoca della pubblicazione, un po’ per le sonorità tra funk, disco e rock, e un po’ per la tematica, quella della chirurgia estetica, trattata con quel misto di ironia e spregiudicatezza che ha accompagnato Rettore in tutta la carriera.
E poi c’era quel titolo, così splendidamente iconico, capace di abbagliare anche solo leggendolo. Se ci pensiamo, era praticamente un hashtag perfetto ante litteram, #SPLENDIDOSPLENDENTE, tutto in capslock, come avrebbe fatto MYSS KETA. Solo che MYSS KETA forse non era neanche nata, e neppure Twitter.
Insieme a Kobra, Donatella e Lamette, Splendido splendente sarebbe diventato negli anni uno dei singoli più famosi dell’artista veneta, oltre a segnare un’epoca di musica e di costume, con un successo che avrebbe incontrato anche le generazioni successive.
Non è un caso che ancora negli ultimi anni ne siano state realizzate nuove versioni dance: ora, in occasione del 40esimo anniversario, il singolo torna in una nuova veste con alcuni remix ufficiali realizzati da Relight Orchestra, duo formato da Robert Eno, storico dj della Riviera Adriatica e da Mark Lanzetta, violinista elettronico esibitosi in festival del calibro di Miami WMC e Tomorrowland.
I brani sono stati realizzati in collaborazione con Sergio Cerruti, Joe Vinyle & Sandro Tommasi e Didascalis feat. Andy G.
Era il 1979, ma sembra l’altroieri. Ma per splendere non è mai troppo tardi.