In meno di un anno è passato dalla finale di Amici al palcoscenico di Sanremo, dove concorre tra le Nuove Proposte (con i suoi 20 anni è il più giovane in gara quest’anno) con Ora mai.
In mezzo, Lele ha aperto alcun date di Emma ed Elisa e ha pubblicato il suo primo disco, Costruire, in cui ha messo la sua firma in molti brani e che il 10 febbraio sarà ripubblicato in una versione 2.0 con alcuni pezzi inediti.
C’è un motivo particolare per cui hai scelto di proporre alla commissione del Festival proprio Ora mai?
Un motivo in particolare no: è un brano che fin da subito è sembrato adatto ad essere proposto a un’orchestra, per cui la scelta è stata quasi naturale. Inoltre, è una canzone sulla fine di una storia d’amore, ma se ne parla con consapevolezza, nonostante io abbia solo 20 anni.
Cosa significa sentire per la prima volta un’orchestra che suona un tuo brano?
È come immaginarsi di vedere un figlio crescere nella pancia della mamma e poi ritrovarselo tra le braccia. La sensazione che ho avuto durante la prima prova con l’orchestra è stata quella di sentire la realizzazione fisica di quello che avevo scritto insieme a Fabrizio Ferraguzzo, è stato come poter osservare a occhio nudo qualcosa che non si può vedere, qualcosa di immateriale.
Rispetto a quando sei arrivato ad Amici come ti senti cambiato?
Mi sento molto più consapevole. Grazie ad Amici sono cresciuto umanamente e professionalmente, anche con l’aiuto di Elisa ed Emma, e fortunatamente ho potuto vivere quel percorso fino alla fine. Quindi ho voluto trasportare tutto quello che ho imparato negli cinque nuovi brani che fanno parte della riedizione dell’album: ho proprio notato un passo in avanti sia nell’approccio tecnico sia in quello interpersonale. Per la mia età mi considero ancora in costruzione.
Questa partecipazione a Sanremo per te cosa rappresenta, un nuovo inizio, un arrivo, una continuazione?
È un’altra tappa del mio percorso. Un punto di partenza no, perché non lo è stato nemmeno Amici, e ancora prima nemmeno The Voice, ma è stato quando ho iniziato a studiare musica da piccolino. Tutto quello che è successo da lì in avanti lo considero parte di un cammino che ha come filo conduttore la mia passione per la musica.
Come ti trovi nell’ambiente discografico?
Dal primo giorno in cui sono entrato in Sony ho trovato intorno a me un ambiente coeso, determinato e affettuoso, cosa che non mi aspettavo nel mondo della discografia. Ho sempre avuto la percezione di un team di persone che lavoravano per me e con me: mi piace molto il lavoro di squadra, credo che faccia la differenza per la creazione di un progetto univoco. Spero che si possa andare avanti lavorando in questo modo.
Per i nuovi brani che su quali sonorità ti sei mosso?
Poco tempo fa mi è capitato di leggere una recensione in cui si parlava di Ora mai come di un classico brano sanremese, ma non penso sia così, mi risulta sia che di solito a Sanremo si usino le tastiere in quel modo. Negli altri brani mi sono spinto ancora di più attraverso le influenze dell’hip-hop straniero e del nu soul, e mi sono divertito molto.
Anche alla luce dei talent, oggi partecipare al Festival tra le Nuove Proposte è diverso rispetto a dieci anni fa?
Sì, è sicuramente diverso, ma arrivare a Sanremo dopo la notorietà del talent è un’arma a doppio taglio: ti porti dietro il pregiudizio di uno che vuole solo apparire e arrivare alle ragazzine, senza essere mosso da un reale interesse per la musica. Questa purtroppo è una deriva che la televisione ha preso da un po’ di anni, ma è un metro di giudizio qualunquista. Io spero di essere giudicato solo per la canzone, anche perché poi alle persone è quello che resta in testa, non se arrivi da un talent o da un’accademia. È tutta gavetta.
Cosa ti aspetti e come ti aspetti Sanremo?
Voglio restare concentrato sulla canzone, spero di eseguirla al meglio e che possa arrivare al pubblico. Il festival invece me lo aspetto come il grande evento che ogni anno ferma l’Italia per una settimana, un evento totale.
Fabrizio Moro: il 10 marzo il nuovo album, poi i live
In gara sul palco del Teatro Ariston con Portami via, Fabrizio Moro riceverà la “Menzione Premio Lunezia per Sanremo” come miglior testo in gara nella sezione Campioni del 67° Festival di Sanremo.
Infatti, come da tradizione, il vertice del Premio Lunezia ha espresso lo scorso 2 febbraio le sue preferenze sui testi pubblicati da TV Sorrisi e Canzoni e sui brani dei giovani, e la scelta è caduta su Fabrizio Moro.
Portami via sarà contenuto nel suo nuovo album d’inediti, Pace, in uscita il 10 marzo.
Nella serata di giovedì l’artista interpreterà La leva calcistica della classe ‘68 di Francesco De Gregori.
Già fissate inoltre due anteprime live il 20 aprile al Fabrique di Milano e il 26 maggio al Palalottomatica di Roma.
I biglietti sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it.
Paola Turci: dopo Sanremo, il 31 marzo il nuovo album
Il grande ritorno di Paola Turci al Festival di sanremo è con il brano Fatti bella per te, scritto dalla stessa Paola con Giulia Ananìa, Luca Chiaravalli, Davide Simonetta e prodotto da Luca Chiaravalli, che dirigerà l’orchestra della Rai.
Nella serata di giovedì 9 febbraio Paola Turci proporrà la sua versione di Un’emozione da poco di Anna Oxa.
Durante il Festival verrà messo in vendita un vinile 45 giri a tiratura limitata con copie numerate contenente il brano di Sanremo e la cover.
Fatti bella per te anticipa la pubblicazione del nuovo album di inediti Il secondo cuore in uscita il 31 marzo.
Inoltre, due eventi live il 9 maggio a Roma e il 22 maggio a Milano saranno gli apripista di un nuovo tour.
Martedì 9 Maggio 2017
Roma, Auditorium Parco della Musica (via Pietro de Coubertin 30)
Platea: € 35 + d.p.
Galleria: € 28 + d.p.
Lunedì 22 Maggio 2017
Milano, Auditorium LaVerdi Fondazione Cariplo (largo Gustav Mahler)
Primo settore: € 35 + d.p.
Secondo settore: € 28 + d.p.
I biglietti saranno disponibili sul circuito ufficiale Ticketone (sito e punti vendita) dalle ore 10 di lunedì 6 febbraio.
Sergio Sylvestre: il "big boy" da Amici a Sanremo
Nel 2016 ha vinto Amici e tra pochi calcherà il palco di Sanremo.
A neanche un anno dalla vittoria alla quindicesima edizione del talent di anale 5, Sergio Sylvestre si prepara infatti ad affrontare il Festival tra i big con Con te, una ballad che racconta di una storia d’amore finita tra dubbi, insicurezze e tanti interrogativi alle spalle, e che può vantare la firma di Giorgia per il testo e dello stesso Sergio con Stefano Maiuolo per la musica.
Nella serata dedicata alla tradizione della canzone italiana, Sergio interpreterà insieme ai Soul System la cover di Nino Ferrer Vorrei la pelle nera, un inno al suo amato Rhytm and Blues.
Il 10 febbraio uscirà il suo primo, omonimo album di inediti.
Questa la tracklist:
1. The Last Kiss Goodbye
2. Running
3. Con te
4. Planes
5. Lucky Ones
6. Point of You
7. Running up the Hill
8. Come il sole ad ottobre
9. The Way You Are
10. Down We Go
11. Lie to Me
12. Honesty
A marzo Sergio sarà inoltre protagonista di due anteprime live: il 30 marzo a Roma (Orion) e il 31 aMilano (Magazzini Generali).
I biglietti saranno disponibili dalle ore 11.00 di mercoledì 1 febbraio su www.ticketone.it. Per info www.livenation.it – infoline 02 53006501
ASPETTANDOSANREMO: "Vado al Festival per la ricerca sulla SLA". Quattro chiacchiere con… Ron
“Se non ci fosse stato il progetto per la ricerca sulla SLA non sarei andato a Sanremo”.
Lo dice chiaramente Ron parlando della sua partecipazione – la settima – al prossimo festival con L’ottava meraviglia.
Il brano, una canzone dal respiro arioso, sarà infatti contenuto nella riedizione di La forza di dire sì, il doppio album pubblicato nel 2016 a favore dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) e che vedeva la partecipazione di altri 24 artisti.
Il disco arriverà il 10 febbraio e conterrà anche un secondo inedito, Ai confini del mondo.
L’ottava meraviglia è una canzone d’amore: oggi, questo sentimento dove trova la sua forza?
Abbiamo un continuo bisogno d’amore: ci sentiamo sempre soli e sentiamo la necessità di condividere, di avere accanto qualcuno che ci sorregga. L’idea che gira intorno alla canzone è capire di cosa abbiamo bisogno oggi, in un contesto in cui ci sparano da tutte le parti, in cui vivere è diventato quasi sopravvivere. In questa condizione, ciò di cui abbiamo bisogno è la persona che sta al nostro fianco, è questa “l’ottava meraviglia”. Lo dico davvero.
Com’è nata la canzone?
E’ arrivata quasi da sola, senza cercarla troppo. Mattia Del Forno dei La Scelta mi ha portato un inizio interessante, su cui poi ho lavorato con Emiliano Mangia e Francesco Caprara: mi piace molto lavorare con loro, le cose arrivano in maniera spontanea.
Nel ritornello si parla di America e di Oriente: cosa rappresentano?
L’America è sempre stato il sogno: ci sono andato per la prima volta a 17 anni, quando le cose si facevano in grande, insieme a Massimo Ranieri e molti altri, e abbiamo cantato al Madison Square Garden. Oggi andare in America vuol dire andare in un locale e chiedere di poter cantare, come mi è capitato alcuni anni fa. Il nome di Trump è ingombrante, come lui, fa paura, ma io dico di provare a lasciarlo fare, solo per un attimo. L’America comunque resta il paese dei sogni, lì se hai talento hai la possibilità di fare qualcosa. L’Oriente invece ha il fascino di un paese che quasi non c’è, un posto magico.
Dalla tua prima partecipazione a oggi è cambiato il modo di avvicinarti al festival?
La mia prima partecipazione a Sanremo è stata nel 1970: avevo 16 anni, ero appena uscito dalla scuola, ero bellissimo e assomigliava a Brian Jones, le ragazzine mi correvano dietro. Facevo spesso i concorsi per voci nuove ed ero abituato a stare sul palco. Oggi quella forza vorrei averla ancora. Il festival ha poi seguito il mio percorso professionale, e oggi il mio pensiero va soprattutto a come il pubblico accoglierà il brano.
Cosa ti aspetti?
Prima di tutto devo dire che mi fa piacere che ci siano Carlo Conti e Maria De Filippi, due persone intelligenti, che sanno ascoltare, perché ho partecipato ad alcune edizioni isteriche. Per il resto, il mio unico obiettivo è dare una nuova spinta all’album La forza di dire sì, uscito quasi un anno fa a favore della ricerca per la SLA: ci ho lavorato per sei mesi con 24 artisti eccezionali che hanno duettato con me, è arrivato al primo posto in classifica, ma non sono ancora riuscito a raccogliere un bel gruzzoletto da consegnare all’AISLA. Per fare ricerca ci vogliono molti soldi, per cui non mi sono accontentato e ho deciso di ripubblicare l’album con il pezzo di Sanremo e un nuovo inedito, Ai confini del mondo.
Quindi se non ci fosse stato questo progetto non avresti pensato a Sanremo?
Esatto, anche perché non avevo un nuovo disco pronto. Ho voluto usare questa occasione proprio per dare nuova forza al progetto di ricerca, sperando nella grande platea del Festival.
Perché la scelta di Insieme a te non ci sto più da portare nella serata delle cover?
E’ una canzone che da bambino portavo ai concorsi per voci nuove, era un mio cavallo di battaglia, e ha anche un testo bellissimo, per cui me la sono voluta riprendere. Tra le possibilità c’era anche quella di fare Piazza Grande, ma già l’altra volta avevo portato un brano di Lucio Dalla, Cara, e non mi sembrava di gran gusto. Ho scelto come ospite Annalisa perché la trovo eccezionale, un’outsider, mi sembra una con delle idee, una che potrebbe tranquillamente fare il suo mestiere in America.
Se dovessi racchiudere Sanremo in un ricordo, quale sarebbe?
Ho la fortuna di poter tornare indietro nel tempo, e ricordo di essere rimasto catalizzato da Ancora di Eduardo De Crescenzo.
Negli ultimi anni siamo stati sommersi dall’hip-hop, ma grande fermento arriva anche dai nuovi cantautori: che giudizio puoi darne?
Seguo un po’ tutti, e mi piace molto Ermal Meta. Invece con i rapper faccio ancora molta fatica a trovare un’armonia gradevole tra come cantano, cosa cantano e la musica che ci mettono sopra. Se ascoltiamo i rapper americani, è difficile sentire qualcosa di stonato tra testo e musica, invece con gli italiani succede ancora. Nei miei ascolti spazio tanto anche all’estero comunque: Amos Lee, Cat Steven, Donovan, ma anche Ed Sheeran, Damien Rice, e poi Joni Mitchell, la più grande tutti.
E gli esordienti di oggi come li vedi?
Grazie ai talent i ragazzi sono più abituati al palcoscenico e all’idea di essere giudicati. Sono avvantaggiati in questo, anche perché è proprio il pubblico a votarli. E’ una realtà che è giusto che ci sia: alcuni mi piacciono molto, come Mengoni, e sono onorato di essere nel cast con Giusy Ferreri ed Elodie.
Cosa stai preparando per il concerto del 6 marzo al Teatro degli Arcimboldi di Milano?
Sarà un grande evento a sostegno della AISLA e tra i tanti ospiti ci saranno Annalisa, Luca Barbarossa, Loredana Bertè, Luca Carboni, Elodie, Giusy Ferreri, La Scelta, Nek, Francesco Renga, Syria. Sarà il primo appuntamento di un tour che toccherà tutta l’Italia e i cui proventi andranno tutti a favore della ricerca sulla SLA.
Occidentali’s karma: il pop elettronico di Gabbani torna a Sanremo
Dopo gli ottimi risultati dello scorso anno, il prossimo 7 febbraio Francesco Gabbani torna sul palco dell’Ariston tra i big, per presentare Occidentali’s karma, un brano scritto insieme al fratello Filippo Gabbani, a Fabio Ilacqua e a Luca Chiaravalli.
La canzone, in uscita nelle radio, in download e in streaming dopo la prima esibizione al Festival, sarà contenuta nel nuovo disco che verrà pubblicato a fine aprile per BMG, e di cui si termineranno le registrazioni dopo Sanremo.
Il brano sarà anche disponibile in edizione 45giri colorato, a tiratura numerata e limitata (1000 copie).
Per Francesco Gabbani, “occidentali non identifica l’occidente geografico o l’uomo occidentale, ma il modello culturale occidentale e gli effetti sull’uomo contemporaneo. Occidentali’s Karma è uno spaccato sulla contemporaneità. Le nostre azioni, le nostre scelte, tracciano quello che possiamo chiamare destino o Karma. Protagonista è l’uomo, che, pur presentandosi in giacca e cravatta, non sembra essere tanto cambiato dal suo progenitore che viveva nelle caverne e che, spogliato delle sue sovrastrutture, si presenta per quello che è, ovvero una scimmia nuda”.
Ermal Meta riparte da Sanremo con Vietato morire
Un anno fa, proprio dal palco di Sanremo, iniziava l’avventura solista di Ermal Meta: dopo aver scritto per una nutrita schiera di artisti italiani, con Odio le favole il cantautore “ci ha messo per la prima volta la faccia”, guadagnandosi il terzo posto nella categoria dei Giovani.
A distanza di 12 mesi, dopo aver pubblicato un album – Umano – che ha incontrato grande favore da parte di pubblico e critica, Ermal torna sul palco dell’Ariston, questa volta tra i Big, con Vietato morire, una canzone che descrive la violenza sulle donne come sui bambini, senza retorica, senza lacrime, ma con un monito solido come un macigno: “ricorda di disobbedire perché è vietato morire”.
Proprio in occasione del Festival, venerdì 10 febbraio arriverà anche un album,Vietato morire, doppio CD in vendita a prezzo di un album singolo, che conterrà il disco precedente e 9 nuove canzoni, tra le quali Piccola Anima, che vede la partecipazione di Elisa, e La Vita Migliore, con Luca “Vicio” Vicini dei Subsonica.
Dal 27 gennaio in esclusiva sul sito Music First (www.musicfirst.it) saranno disponibili le copie autografate dell’album.
Sempre dal 27 gennaio l’album sarà in pre order su iTunes al prezzo speciale di lancio di 9.90 euro per i due dischi, mentre dal 10 febbraio il doppio su iTunes costerà 11.99 euro.
Samuel: il nuovo album è un'"ode all'essere umano"
A Sanremo salirà sul palco con Vedrai, estratto dal suo primo album solista Il codice della bellezza in uscita il 24 febbraio e già preceduto dai singoli La risposta e Rabbia, mentre il brano Qualcosa è disponibile come instant gratification a chi preordina l’album.
Per Samuel, Vedrai è un punto della situazione, è una promessa consapevole, una canzone positiva per riflettere su una storia d’amore che, arrivata ad un certo punto, cerca nuove strade e nuovi stimoli per il futuro.
Il testo racconta la speranza di un amore vero che sa crescere e che credendoci si trasforma: “Da quando il mondo sta affrontando l’ennesima crisi economica, si è molto parlato di banche, di lavoro, di soldi e di come arrivare a fine mese.” – ha raccontato Samuel – “Ci siamo quasi dimenticati del fatto che noi esseri umani continuiamo ad amarci nonostante tutto, e spesso superiamo i momenti più difficili insieme alla persona che ci sta vicino. Questa immagine ha subito infuso, in me, una sensazione di speranza, e pensando a quelle giovani coppie che affrontano le avversità insieme ho scritto Vedrai.”
Il codice della bellezza uscirà il 24 febbraio ed è stato prodotto da Michele Canova tra New York e Los Angeles. L’album contiene dodici brani scritti tra Torino, Roma e Palermo ed è un’ode all’essere umano, “fucina di idee e disastri”, un congegno che funziona ad emozioni, che ama, odia e tradisce, che si prende e si lascia.
Alcuni brani sono firmati da Samuel con Lorenzo Jovanotti, con cui duetta in “Voleva un’anima”.
Raige e Giulia Luzi a Sanremo con Togliamoci la voglia
Raige e Giulia Luzi parteciperanno alla 67^ edizione del Festival di Sanremo con Togliamoci la voglia, un mix di rap e pop composto dallo stesso rapper piemontese con Zibba, Antonio Iammarino e Luca Chiaravalli.
Ed è stato proprio nello studio di Chiaravalli che Raige e Giulia si sono conosciuti e hanno dato vita a questo brano.
Raige ha pubblicato nel settembre 2016 l’album Alex, di cui verrà proposta una nuova versione con il brano presentato al Festival e alcuni inediti, e ha mostrato le sue doti di autore firmando con Tiziano Ferro il brano Il Mestiere della vita, title track del nuovo album del cantautore di Latina.
Giulia Luzi spazia tra il mondo musicale e quello televisivo partecipando alle fiction tv I Cesaroni e Un Medico in Famiglia e al programma Tale e Quale Show, oltre ad essere stata la protagonista del musical Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo e l’autrice e l’interprete di alcuni singoli musicali che anticipano un album di prossima pubblicazione.
#MUSICANUOVA: Francesco Guasti, Universo
“Non c’è più speranza, ci dicono, siete vecchi per sognare, ripetono altri. Per i trentenni di oggi non è facile trovare lavoro, non è semplice trovare spazio in questa società, nonostante tutto non si deve mollare.
Io non l’ho fatto ed è la mia esperienza che metto a nudo e con la musica, canto speranze. Universo è un crescendo di incoraggiamento: parte dalle nostre aspirazioni, passa dalle cadute e dai limiti che ci pone la paura e conclude con la vittoria di chi ha compreso la propria forza . “Il futuro è di chi se lo prende”, dico, di chi trasforma le difficoltà in opportunità e va avanti per la propria strada, una strada fatta del sogno che abbiamo dentro. Per far arrivare il messaggio ho scelto di usare la metafora di un paio di scarpe: quando si è incontrato un ostacolo, cambiare atteggiamento (“ho indossato un bel paio di scarpe e sono andato incontro al mio presente”) verso ciò che ci circonda e riportare la mente al presente, ci aiuta a incamminarci verso i nostri obiettivi, senza farsi distrarre dal giudizio verso gli altri (“fino a quando non ci schiacciano la suola, guardiamo chi è caduto intorno a noi”). Penso che la mia generazione debba andare incontro al futuro fiera e consapevole ma soprattutto debba sempre avere un grande sogno a portata di pensiero e… tenerlo stretto al presente”.
E’lo stesso Francesco Guasti a spiegare il significato di Universo suo nuovo singolo, in gara alla 67^ edizione del Festival di Sanremo tra le nuove proposte.
… e noi già tifiamo per lui!