C’erano una volta gli Upon This Dawning, band rock/metal italiana, ma che in America aveva trovato un buon terreno su cui mettere radici girando in lungo e in largo per concerti. A farne parte erano due amici, Danien, livornese, e Theo, bresciano.
Le cose parevano girare bene, le date dal vivo aumentavano, tanto da portare i due ragazzi in giro per gli Stati Uniti per quattro anni.
Poi qualcosa è iniziato a cambiare: tra un concerto e l’altro, per evadere dai soliti suoni, i due hanno iniziato ad ascoltare la trap, scoprendosene piano piano appassionati. Fino al punto da decidere di lasciare quella vita costantemente on the road, vissuta su un furgone, per tornare in Italia e ricominciare da zero. America-Italia sola andata.
Nuovo pubblico, nuovo ambiente, nuova lingia, nuovo genere: messo da parte il gruppo, Danien & Theo si sono uniti al collettivo KVLTO., formato da musicisti, cantanti, DJ e video maker per dar vita a qualcosa di nuovo.
Un qualcosa che alle chitarre del rock lasciasse soprattutto spazio alle rime urban e racconti di serate al club, ragazze, fumo.
Così ha preso il via il nuovo progetto, di cui esce ora l’album d’esordio, La dolce vita, il primo pubblicato da Urbana Label, etichetta milanese nata lo scorso anno per seguire il catalogo latino di Sony, e poi dirottata sul panorama urban.
Un passaggio sicuramente drastico, che però potrebbe non essere l’ultimo, come spiega Danien: “Ci siamo resi conto che fare rock con la band non ci rendeva più felici, avevamo bisogno di cambiare e di mettere la nostra felicità al primo posto: ecco perché abbiamo mollato una carriera che stava comunque dando i suoi frutti per tornare in Italia, dove non ci conosceva quasi nessuno. Non sappiamo se questo sarà il cambiamento definitivo, probabilmente no, sarà uno dei passaggi che attraverseremo: dopotutto, in America nessuno ti chiede che genere fai, il confine tra i diversi generi non è così netto come da noi. Abbiamo scelto di fare trap, anche se la nostra immagine non è trap ma piuttosto glam, ci rifacciamo a immagini pop. Rivendichiamo anche di essere stati i primi a definire i trapper delle rockstar, ancora prima che lo facesse Sfera (Ebbasta, ndr) e prima che Post Malone ci facesse un singolo”.
Certo è che gli anni americani qualcosa lo hanno lasciato: “Per me l’esperienza in America è stata soprattutto umana: sono tornato profondamente cambiato, sento di aver trovato me stesso”, dichiara Theo. Per Danien invece si è trattato di “imparare a vivere con mezzi di fortuna, a mangiare in quattro con 5 dollari, a lavarti come capita. E’ servita molta costanza, devi crederci davvero: noi abbiamo conosciuto la strada e l’abbiamo vissuta per quattro anni, mentre alcuni musicisti che venivano a suonare con noi resistevano solo pochi mesi e poi volevano tornare a casa”.
Diverso anche il modo di lavorare con la musica: “in America è tutto più veloce”, continua Danien, “lavorano tutti un po’ di più, noi qui dobbiamo darci una svegliata”.
La dolce vita è come un diario dal mood depresso, spiegano i due amici, racconta momenti di malinconia e altri di iper-felicità. Per rappresentare questo mood, la scelta della copertina è caduta sulla rielaborazione di alcuni quadri di Klimt, su cui sono state inserite nuove texture e nuove immagini: “alla base non c’è stata una ricerca precisa”, dichiara Theo, che ha curato la grafica, “semplicemente questo album me lo immaginavo con questi colori. Era più importante far arrivare questa idea piuttosto che mettere le nostre facce sulla copertina, quelle il pubblico le conosce e le vede nei video”.
Il disco esce nella versione standard con 10 nuove tracce e in quella deluxe, comprendente altri 9 brani, tra cui i featuring con Samuel Heron (Gipsy) e la Dark Polo Gang (#ByeBye) e i primi brani con cui Danien & Theo si sono fatti conoscere negli anni passati nella scena trap.