BITS-RECE: Rosemary & Garlic, Rosemary & Garlic. Un incanto (quasi) perfetto

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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Benvenuti nella città incantata. 
Potrebbe aprirsi così il nuovo e omonimo album di Rosemary & Garlic. Dieci brani leggerissimi, diafani, pitturati con colori tenui e diluiti, come in un quadro impressionista – e non a caso l’Ottocento è un periodo artistico e letterario molto amato da Anne Van Den Hoogen, cantante e musicista del duo di base olandese. Non esistono contorni reali, ma le tinte si fondono una nell’altra. (A proposito: la copertina è opera di Gregory Euclide, già apprezzato da musicisti come Bon Iver).
L’universo che si apre alle orecchie dell’ascoltatore è quello di un dream-pop fatato e pacifico, illuminato da rarefatta quiete paradisiaca.  
Una superficie sonora appena increspata da arpeggi acustici, trilli, echi e tessiture di percussioni così impalpabili da assomigliare allo sbattere d’ali di una farfalla; e anche quando le acque sembrano volersi agitare un po’ di più, non spira davvero mai aria minacciosa di tempesta. Semmai, ad alternarsi all’incanto è una certa malinconia.
Tutto sempre accompagnato dai voli eterei del canto.
Rosemary & Garlic promotiefoto's. Photo by Melissa Scharroo, Capribee.
Proprio nel suo eccessivo candore risiede però anche la debolezza di questo disco, a lungo andare troppo statico nella sua tensione alla perfezione. E le emozioni si diluiscono un po’ troppo.