Ron: “Il mio omaggio alla trasparenza di Lucio Dalla”

Ron5695ok
Si intitola semplicemente Lucio!, con un punto esclamativo, quasi come quando si vuole attirare l’attenzione di un amico che si incontra per caso e che non si rivede da tempo.
Sono passati sei anni da quando Lucio Dalla non c’è più, morto improvvisamente in Svizzera una mattina di inizio marzo, solo pochi giorni dopo l’ultima partecipazione a Sanremo.
Solo oggi, nell’anno in Lucio avrebbe festeggiato i 75 anni, Ron, che di Dalla è stato collega, collaboratore e che è tra i pochissimi a potersi dire veramente suo amico, è riuscito a rendergli omaggio con un album: “Quando ti capita un dolore così, vuoi solo startene per i fatti tuoi, tranquillo. Quando lui è morto non ho sentito il bisogno di far sapere che c’ero stato, come invece hanno fatto molti altri”.
Ed è per questo che Lucio! arriva adesso: dentro, 12 brani, 11 rivisitazioni di successi di Dalla e l’inedito Almeno pensami, portata in gara da Ron all’ultimo Festival di Sanremo e vincitore del Premio della critica “Mia Martini”.
Un brano riscoperto grazie alla collaborazione degli eredi di Dalla e proposto a Ron da Claudio Baglioni, direttore artistico del festival: “La canzone doveva far parte di un album che Lucio stava realizzando, ma che non ha fatto in tempo a finire, e di Almeno pensami esisteva già un demo: io non ho modificato niente del testo e della musica, l’ho solo fatto mio, cercando di non perdere quella trasparenza da bambino che apparteneva a Lucio”.
Con lo stesso criterio Ron ha rimesso mano agli altri 11 brani del disco: solo tre di queste canzoni portano la sua firma (Piazza grande, Attenti al lupo e Chissà se lo sai), perché l’intento del progetto non era quello di fare un disco a metà, ma un tributo in cui Dalla fosse al centro: le registrazioni sono avvenute in presa diretta con il solo utilizzo, oltre alla voce e alla chitarra di Ron, della batteria, del basso e del pianoforte.
Un lavoro speciale è stato invece riservato a Come è profondo il mare, l’unico brano del disco cantato da Lucio, di cui Ron ne aveva già curato l’arrangiamento originale. Recentemente si è ritrovato a riascoltare la traccia vocale del nastro, che gli ha dato l’idea per una nuova veste strumentale più sporca e distorta.
RON
Con il solo grande rammarico di non aver incluso nel disco Le rondini, Ron resta speranzoso sulla possibilità di trovare altri inediti: “Lucio era abbastanza disordinato, lasciava pezzi in giro, per cui non è escluso che da qualche parte ci siano ancora canzoni non ancora incise”.
Il disco è dedicato a Michele Mondella, storico collaboratore di Dalla, scomparso alcune settimane fa.

Ron presenterà del vivo il suo omaggio a Lucio Dalla in due concerti speciali in programma per il 6 maggio al Teatro Dal Verme di Milano e il 7 maggio all’Auditorium Parco della Musica a Roma: due serate interamente dedicate alle canzoni dell’artista bolognese, in uno spettacolo teatrale arricchito anche da contributi inediti. Poi in estate le altre date. 
  

BITS-SANREMO: la terza serata

Mumble mumble….Terza serata del Festival, giro di boa e primi sentori di eccitazioni da vittoria.
Partendo sempre dai giovani, Lele e Maldestro (quest’ultimo un po’ carente in intonazione) passano il turno, lasciando a casa Valeria Farinacci e Tommaso Pini (quest’ultimo un po’ a sorpresa).
Stasera quindi a giocarsi la finale saranno quattro gentleman: Francesco Guasti, Leonardo Lamacchia e i suddetti Lele e Maldestro.


Venendo alle cover, come gli altri anni la carrellata è stata a forte rischio sonnolenza, soprattutto perché non tutti se la sono sentita di rischiare con il brano e con il nuovo arrangiamento.
Tra i pochi, Ermal Meta, che si è preso la meritata vittoria: la sua versione di Amara terra mia, oltre a essere stata interpretata magnificamente, è la prova chiarissima che il ragazzo sa bene quel che fa. Un autore bravissimo, che scrive con anima, e un interprete di robusta personalità.
Buona prova anche per Masini con il suo tributo a Faletti, anche se a tratti pareva non riuscire a stare dietro al tempo, e di Paola Turci, che ha scelto di rimettere mano a un classico e della Oxa come Un’emozione da poco.
Sul resto c’è stata fondamentalmente calma piatta: Elodie avrebbe potuto far molto di meglio con il pezzo di Cocciante, soprattutto negli arrangiamenti e nell’intensità dell’interpretazione; Chiara ha fatto il temino scolastico con Diamante di Zucchero; la Mannoia ha fatto la Mannoia con Sempre e per sempre e Samuel ha fatto Samuel con Ho difeso il mio amore. Qualche problema tecnico ha invece rovinato la festa di Sergio e i Soul System, mandando fuori tempo l’esecuzione di un pezzo –Vorrei la pelle nera – dove il groove era centrale.
Non abbiamo purtroppo potuto ascoltare la versione di Ma il cielo è sempre più blu che avevano preparato Nesli e Alice Paba, e che avrebbe sicuramente riservato entusiasmi.

E a proposito di Nesli e Alice, è evidente che le coppie create a uso e consumo sanremese non funzionano, dato che sia loro sia Raige e Giulia Luzi sono i primi due esclusi definitivi. Il gioco per cui prendi due artisti e le metti insieme sul palco pensando di sommare i voti delle rispettive fanbase e quindi di avere vittoria facile non regge.
Nel caso di Nesli, lui già quest’estate parlava di Sanremo, ma il presentimento è che i suoi progetti fossero un po’ diversi, con l’idea di presentarsi da solo, ma che si sia poi trovato a doversi accollare la Paba per ordine giunto dall’alto. Il che non ha però giovato al brano e non mi stupirei se i pensieri di Nesli si siano fatti scurissimi al momento del verdetto.
Rientrano quindi in gara Ferreri, Ron, Atzei e Clementino.

Sanremo 2017: tra rose, gigli e qualche fiore "avvizzito", ecco il mazzo dei 22 artisti in gara

sanremo2017
Ed eccoli qua, li abbiamo attesi a lungo e sono arrivati, i 22 nomi dei Big che prenderanno parte al Festival di Sanremo 2017.Dopo il “mosaico” e la “macedonia”, per descrivere il cast della prossima edizione, Carlo Conti ha usato la metafora del mazzo di fiori, tanto per restare in terra sanremese.
E mantenendo la metafora, il primo commento che mi viene da fare è che tra rose, gigli e garofani, dentro a questo bouquet sia finito qualche ramo artisticamente un po’ avvizzito e qualche erbaccia che si poteva tranquillamente mettere da parte.
Ma visto che senza aver ascoltato i brani ogni parola è superflua, e considerando che mancano due mesi per scaldare bene i motori, mi limito a esprimere soddisfazione per ritrovare Elodie, Samuel, Nesli, Giusy Ferreri, Ermal Meta e Francesco Gabbani.
La grande sorpresa sarà però vedere sul palco dell’Ariston Fiorella Mannoia, forse il nome più gettonato nei pronostici e poi confermato, che dopo un lungo periodo di lontananza dal Festival si ributta nella mischia da concorrente.
Nessuna band pervenuta, qualche duetto inedito ancora da mettere a fuoco.

Questa la lista dei magnifici 22, con i titoli dei brani in gara:

Di rose e di spine Al Bano
Tutta colpa mia Elodie
Fatti bella per te Paola Turci
Vedrai Samuel
Che sia benedetta Fiorella Mannoia
Do retta a te Nesli e Alice Paba
Il diario degli errori Michele Bravi
Portami via Fabrizio Moro
Fatalmente male Giusy Ferreri
La prima stella Gigi D’Alessio
Togliamoci la voglia Raige e Giulia Luzi
L’ottava meraviglia Ron
Vietato morire Ermal Meta
Mani nelle mani Michele Zarrillo
Il cielo non mi basta Lodovica Comello
Con te Sergio Sylvestre
Ragazzi fuori Clementino
Nel mezzo di un applauso Alessio Bernabei
Nessun posto è casa mia Chiara
Occidentali’s Karma Francesco Gabbani
Ora esisti solo tu Bianca Atzei
Spostato di un secondo Marco Masini

Piccola domanda profana da ascoltatore: per quale logica del regolamento Sylvestre ed Elodie sono tra i Big, mentre La Rua, Lele e Chiara Grispo erano in corsa tra i Giovani, pur avendo tutti partecipato alla stessa edizione di Amici?

40 anni di Fonoprint Studios

14918825_1074854715970084_4874242265195149333_o
Era il 1976 e a Bologna partiva l’avventura Fonoprint Studios.

Nonostante il grande fermento musicale cittadino, all’epoca Bologna non offriva uno studio di registrazione professionale, ed ecco perché a 10 amici è venuta l’idea di crearne uno.

Lo studio Fonoprint nasce in via Schiavonìa dove si è registrato il primo 45 giri inciso da Vasco Rossi Jenny e Silvia e dove si firma il primo contratto con la Fonit Cetra. Grandi musicisti, arrangiatori e produttori iniziano a utilizzare la struttura: Paolo Zavallone, Henghel Gualdi, Francesco Guccini, Celso Valli…
Erano gli anni delle grandi orchestre e dei gruppi che si esibivano nelle balere, le basi della grande “scuola bolognese” dei musicisti e dei cantautori.
Iniziava il fenomeno della Disco Music e Marzio (in arte Macho) con gli arrangiamenti di Mauro Malavasi, altro nome storico di Fonoprint, sbarcava addirittura in America.

Passavano gli anni, si aggiungevano altri studi in Via de’ Coltelli, dove Zucchero registra Blue’s
Uno studio tecnologicamente all’avanguardia, dove musicalmente sono nati gli Stadio, nel 1983 è arrivato Dalla, poi Luca Carboni, Ron, Vasco Rossi ha inciso lì Bollicine, i Matia Bazar, i Pooh, Gianni Morandi e un giovanissimo Eros Ramazzotti reduce dal successo sanremese. Lucio Dalla ha inciso Caruso e diventa socio Fonoprint.

Con un grande investimento viene realizzata la sede attuale di Fonoprint in Via Bocca di Lupo, all’interno delle mura di un Convento del ‘400.
L’offerta tecnologica è al top, gli studi londinesi e americani non fanno più paura. Tutti i grandi artisti italiani passano da qui.
Gli ultimi vent’anni sono stati gli anni di un affermato Ramazzotti, Andrea Bocelli, Luca Barbarossa, una giovane Laura Pausini, Ivano Fossati, Paolo Conte, Francesco Guccini, Samuele Bersani e Carmen Consoli.
Mina registra lì Amore disperato insieme a Lucio Dalla.
Gli anni si rincorrono, grandi conferme e nuovi arrivi, da Cesare Cremonini ai Negramaro fino a Il Volo.
fonoprint_studios_01

Ma Fonoprint non è solo storia, ma anche presente e futuro.
A fine 2015 l’azienda entra nell’orbita dell’imprenditore Leopoldo Cavalli, grande appassionato di musica, ma soprattutto egli stesso tra i giovani cantautori a presentarsi vent’anni fa in studio portando la cassetta con una sua incisione.
Cavalli è poi entrato nell’attività di famiglia e ha creato uno dei più importanti luxury brand al mondo nel settore del design, Visionnaire, ma il ricordo di quell’esperienza lo ha portato alla decisione di inserire nuovamente la sua Bologna al centro del palcoscenico musicale italiano con un duplice obiettivo: offrire ai professionisti del settore le più avanzate tecnologie nel campo dell’incisione, dell’arrangiamento, del montaggio audio e video e della masterizzazione, ed essere un riferimento nello scouting di giovani talenti, lavorare assiduamente con passione e competenza per mettere in luce il loro lato artistico migliore, prepararli sotto ogni punto di vista, vocale, musicale, di immagine fisica e digitale.

L’anima di Fonoprint 2.0 è anche una piattaforma online per lanciare giovani promesse e dove poter seguire le varie attività che si svolgono all’interno, i corsi di formazione, le audizioni, lo scouting, il percorso musicale di ogni singolo artista.

Il progetto FONOPRINT 2.0, oltre all’Academy e alla costante attività di studio di recording e mastering, prevede anche l’inizio dell’attività discografica: sono quattro i giovani talenti che si apprestano a pubblicare i loro nuovi singoli con questa etichetta. Gli artisti sono Carmen Alessandrello (Un Giorno Dopo L’altro, cover di Luigi Tenco), Jacopo Michelini (Guarda Chi C’è), Helle (Sinkin’, 18 novembre) e Tekla (Via, 25 novembre).