BITS-CHAT: La donna delle stelle. Quattro chiacchiere con… Ylenia Lucisano

Spesso non ci pensiamo, ma quando guardiamo le stelle stiamo in realtà guardando qualcosa che non c’è più, o che comunque appartiene al passato, perché quella luce prima di essere visibile a noi ha percorso una strada lunga diversi anni, talvolta migliaia.
Per il suo ultimo singolo, Ylenia Lucisano ha utilizzato questa immagine e in forma di metafora l’ha applicata per descrivere quello splendore che vediamo negli altri, ma che spesso non è altro che il riflesso – o meglio il Riverbero – di qualcosa che c’era.
RIVERBERO_cover_m
Perché l’uso dell’immagine del cielo stellato per descrivere questa situazione?
Parte tutto dalla mia passione per il cielo notturno. Non sono un’esperta di astri, ma le stelle mi fanno ripensare al cielo della mia terra, la Calabria, perché a Milano è difficile poterle vederle bene, l’ho detto anche in altri brani. È una luce che continuiamo a vedere anche dopo che queste stelle sono morte.
Quindi è qualcosa legato in generale ai ricordi o solo alle storie d’amore?
Nel brano il riferimento è a una storia d’amore che finisce, ma è una situazione che si può presentare nella vita di tutti i giorni, legato anche ai semplici ricordi delle persone che abbiamo intorno e di cui conserviamo memorie passate, che si sono spente con il tempo, ma a cui ci siamo legati.
Tu che rapporto hai con i ricordi?
Mi lascio molto condizionare, non riesco a restare indifferente e a slegarmi con facilità da quello che è stato. Il passato è un elemento presente in tante delle mie canzoni.
Mi piace l’uso dell’immagine che hai usato per il video del brano. Tra l’altro, alla regia c’è un nome speciale.
Hyst, cioè Taiyo Yamanouchi. L’ho conosciuto tramite alcuni amici rapper, perché anche lui è un rapper, oltre che regista. Mi erano piaciuti alcuni suoi lavori e l’ho contattato alcuni mesi fa, quando dovevo presentare il brano per Area Sanremo (Riverbero è stata poi selezionata tra gli otto finalisti, ndr). Avevamo solo sei giorni giorni di tempo, lui si è fatto in quattro e siamo riusciti a realizzare una prima versione, poi con più tempo abbiamo aggiunto delle scene fino ad arrivare al risultato definitivo. Dello styling si è invece occupata Corinne Piervitali, la compagna di Hyst. Non è la prima volta che lavoro con artisti orientali, e vedo certe affinità tra loro e noi calabresi, non so, forse per la mentalità.
Hai già collaborato, tra gli altri, con Zibba e Pacifico, e recentemente hai duettato con il rapper milanese Peligro: sogni qualche altra collaborazione in particolare?
Con Francesco De Gregori. Sogno un suo brano scritto apposta per me, anche se so che è un’utopia perché lui difficilmente scrive per altri. Ho avuto l’occasione di aprire alcuni suoi concerti in passato e lo considero già un bel regalo.
Ylenia Lucisano_foto di Hyst_4940_m
Per il nuovo album hai deciso qualcosa?
Sono già passati tre anni dal primo, per cui i cambiamenti sono tanti, ho fatto esperienza, ho un approccio mentale diverso. Sto lavorando con nuovi musicisti e un nuovo produttore. Voglio mantenermi sulla scia del folk, ma con suoni nuovi, internazionali.
L’idea di partecipare a un talent non ti ha mai sfiorata?
Ho fatto alcuni provini in passato, perché le strade vanno tentate tutte, ma mi sono resa conto che non era la mia strada. Stavo già iniziando a lavorare al disco e ho preferito crearmi una mia identità piuttosto che farmene appiccicare una da altri ed essere etichettata come una uscita da un talent.
Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Ribellione è libertà, senza ricorrere alla violenza e a mezzi eccessivi. Parte tutto dentro di noi, cambiando noi stessi cambiamo anche quello che abbiamo attorno. La ribellione è pacifica.