Giada Agasucci e G-Max insieme per Autostop. Il nuovo singolo dell’ex concorrente di Amici vede la partecipazione del fondatore dei Flaminio Maphia ed il capitolo finale di una trilogia aperta da Non lasciarmi andare e proseguita con La mia Itaca, in un percorso con cui Giada ha voluto mostrare un cambiamento artistico e personale.
Il video vede la protagonista impegnata in a vita di lusso e feste, che però decide di abbandonare per una una tensione emotiva che sente nascere dentro di lei. Nel video, così come nella canzone, questo “risveglio” non è tutto opera di Giada ma a spingerla e ad aiutarla a ritrovare se stessa e le cose che contano è la figura di G-Max, una sorta di fratello maggiore, quasi un angelo custode che la “riporta” sulla sua strada. Le location utilizzate nelle riprese, infatti, sono tutte state scelte tra i luoghi del mito di Ulisse in Calabria, a Copanello, nei luoghi cassiodorei.
Secondo il mito dell’Odissea, Ulisse approdò proprio sulle sponde calabre di Copanello, ed è proprio nelle Vasche di Cassiodoro che Nausicaa gli lavò i capelli prima di portarlo al cospetto di suo padre, così che lo aiutasse a ritornare a Itaca. Miti e simbologie che si intrecciano per raccontare in un video la nuova Giada Agasucci.
“Tutti abbiamo o abbiamo avuto qualcuno a cui siamo legati da un rapporto che non si può catalogare. Una persona speciale a metà tra amicizia e qualcosa in più. Con Rollercoaster ho voluto descrivere questa sensazione. “Alè alè alè”, che fa da slogan a tutto il pezzo, è nato immediatamente durante una session in studio con Don Joe. Come tutte le cose nate dall’empatia è genuina e spero che arrivi a più gente possibile.”
Il nuovo singolo di Emis Killa si muove tra sonorità caraibiche, un ritmo reggaeton atmosfere chill, mentre il video racconta la storia d’amore di due anziani, vissuta però con lo stesso spirito di due ragazzini alla prima esperienza.
“Questo brano è stato per me un nuovo esperimento musicale: mi sono tuffata in un pop/reggae che profuma assolutamente di mare e di aperitivo in spiaggia: nuovi ritmi, un testo in italiano e una stimolante collaborazione con questo Dj che spero possa proseguire nel tempo”.
Così Eleonora Mazzotti parla di Todo Rainbow, il nuovo singolo che la vede collaborare con DJ Besford.
“Per quanto l’atmosfera sembri leggera e spensierata, con il testo abbiamo voluto insistere sulla bellezza della vita, in una “seria” ricerca quotidiana di essa. Frenesia, gente che ogni giorno urla, nervosismo e arroganza ci distolgono dalla felicità. Bisogna riuscire a vedere il bene che c’è oltre le seccature e la fatica della vita quotidiana, ed è proprio quello che dovremmo cercare di fare tutti. Todo rainbow è cercare la serenità nel piacere delle piccole cose attorno a noi! Ammetto di aver scritto e inciso il brano in un momento per me unico e irripetibile, quello della mia prima gravidanza, che ha colorato indelebilmente la mia vita, però è un atteggiamento che da sempre cerco di applicare al mio quotidiano!”
“Ho sempre amato Skrillex, Major Lazer e Daft Punk e tutta la scena Electro/Black e il sound synth-pop anni ’90. Mi ha sempre affascinato la cultura, i costumi e la musica americana, ma non ho mai avuto l’opportunità di viverla in prima persona, così ho cercato di ricrearla a modo mio, nel mio studio”, e a giudicare da quello che si ascolta in No Fight si può dire che Luca Tarantino ci sia riuscito.
Nel suo nuovo EP, il giovane producer di Galatina mescola gusti eclettici che dalle melodie pop schizzano verso la black music sporcandosi di elettronica, reggaeton e moombah, mentre i testi dei quattro brani raccontano storie di riscatto, periferia, tradimenti, per chiudersi con un manifesto alla vita in Good Life, in collaborazione con Richie Loop.
Un po’ tropicale, po’ mediterranea, molto hip-hop, decisamente Baby K. Da Zero a cento è la nuova colonna sonora della campagna pubblicitaria Vodafone, oltre a essere il nuovo singolo della rapper originaria di Singapore, uno dei candidati a dominare le radio e le playlist estive come gli anni passati hanno fatto Roma-Bangkok e Voglio ballare con te.
Il video che accompagna il brano è ambientato tra auto e motori ed è stato diretto e ideato dalla stessa Baby K.
Un inedito trio ha fatto irruzione nel pop system, e si prepara a smuovere le acque dei dancefloor. Firmandosi con l’allocinogeno acronimo, i tre campioni del musicbiz si sono uniti per dar vita a un album di prossima pubblicazione, anticipato dal singolo reggaeton Genius. L’11 maggio sarà invece la volta di Audio.
BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
No, questa volta niente EDM e niente moombahton. Se cercate il nuovo inno riempipista dovrete guardare altrove, non nella California di Diplo. Per il suo ultimo EP, Thomas Wesley Pentz ha infatti messo da parte i carichi di BPM e le scansioni in levare che hanno fatto la fortuna sua e dei Major Lazer per far spazio alle sonorità urban dell’hip-hop. Succede così che ascoltando le sei tracce del disco, la sensazione sia quella di trovarsi davanti non al lavoro di uno dei più influenti producer del globo, ma a una compilation delle nuove leve del rap d’Oltreoceano. I nomi coinvolti infatti non nascondo una buona dose di coraggio, essendo per la maggior parte quasi del tutto ignoti al grande pubblico al di là dei confini americani: stiamo parlando di gente come Lil Yatchy e Santigold, Desiigner, DRAM, Trippie Redd, Lil Xan e Goldlink. Non veri e propri emergenti – almeno alcuni – ma sicuramente ancora lontani dalle stelle più brillanti del rap internazionale. L’eccezione alla regola è rappresentata da MØ, talento danese dell’elettropop.
E così, dopo aver messo mano a successoni di Sia, Madonna e Beyoncé, ecco Diplo raccontare la California in salsa elettro-urban, con soluzioni spurie di hip-hop, r’n’b e naturalmente la trap, con tutti i suoi incantesimi al vocoder, che se sono una novità qui in Italia in America non suonano certo come una rivoluzione. Sì, un po’ di reggaeton c’è, ma resta confinato su uno sfondo di autotune e fumosa poesia in barre. Anche questo è Diplo, e tutto sommato funziona.
“Questo è un viaggio corto, ma ci tenevo a farlo con voi per farvi entrare per un giorno nella mia vita, fatta di voli in aereo anche tre volte al giorno”. Laura Pausini accoglie così gli oltre 100 giornalisti imbarcati sul volo Alitalia AZ 2045, partito nella mattinata di giovedì 15 marzo dall’aeroporto milanese di Linate con destinazione Fiumicino. Meta finale il Circo Massimo, location scelta non certo a caso, visto che l’anteprima del tour mondiale si svolgerà proprio lì il 21 e 22 luglio. Durante il tragitto in aereo Laura si è comportata da vera responsabile di cabina, leggendo gli annunci e servendo le bevande, ma soprattutto ha parlato per la prima volta di Fatti sentire, il suo tredicesimo disco in studio in italiano in uscita il 16 marzo. Un disco che arriva in un momento inaspettato: “La casa discografica si aspettava di uscire verso fine anno o addirittura l’anno prossimo, ma io i brani li avevo già pronti. Non è stato facile convincerli ad uscire adesso, ma sono contenta che alla fine mi abbiano appoggiato, anche nella scelta di comparire di spalle sulla copertina del singolo”.
Dentro al nuovo album c’è la Pausini che conosciamo, ma anche quella che non ti aspetti: non per niente questo è l’album più vario che ha fatto in 25 anni di carriera. Lei non ha dubbi: Fatti sentire fa un passo in più in là rispetto a Simili, sotto ogni punto di vista. Musicalmente un lavoro molto eterogeneo, il nuovo album vede anche la presenza di numerosi autori, molti già all’opera con Laura da diversi anni (si veda alle voci Niccolò Agliardi e Virginio), altri acquisiti di recente (Enrico Nigiotti, Tony Majello). Si passa dalla ballad, territorio in cui Laura è abituata a muoversi e che l’ha portata molto lontana anche all’estero, a brani più rock, fino all’elettronica di E.STA.A.TE. e al reggaeton, come testimonia Nuevo. Un genere a cui però Laura non è del tutto nuova: già in Simili ce n’era stato un primo assaggio con Innamorata, firmata da Lorenzo Jovanotti, ma in quell’occasione lei aveva voluto mischiarci dentro un po’ di pop: qui invece il DNA urbano è puro, e proprio per questo la canzone è stata lasciata in spagnolo, dal momento che l’italiano “sarebbe suonato troppo finto.”
La decisione di spingersi su queste sonorità si deve anche, e forse soprattutto, alla frequentazione con Miami, città statunitense sulla cartina, ma latina nell’animo: “Stando spesso a Miami ascolto molto la radio e conosco quasi tutto il repertorio reggaeton del momento. Inoltre il reggaeton mi permette di affrontare anche temi più frivoli, leggeri, mentre le ballad restano più adatte per tematiche più serie e delicate, dove tra l’altro io mi sento più a mio agio. Sarà che ho le corde vocali italiane, tricolore, che mi fanno spingere sul volume, ma più una canzone affronta un tema profondo e serio più io vado fuori di testa”. Una bella novità quindi: “Quando io ho iniziato, 25 anni fa, la ballate pop venivano criticate per essere troppo noiose, si preferiva altro, soprattutto all’estero. Oggi invece che imperversano le sonorità urbane, noi italiani siamo diventati più chic e raffinati”. È inoltre di pochi giorni fa l’uscita di un remix di Non è detto, opera della band cubana Gente de Zona: “Sono intervenuti sulla canzone cambiando anche testo e melodia, un’operazione forse mai fatta prima da un artista italiano. La collaborazione con loro mi inorgoglisce molto anche perché finalmente potrò andare a cantare a Cuba! Un sogno che ho da molti anni, ma che non ho mai potuto realizzare perché anche se oggi la situazione è più distesa che in passato, chi canta a Cuba ha poi difficoltà ad essere passato in radio a Miami: però mi hanno invitato loro, e non posso certo rifiutare! Accadrà molto, molto presto…”
Impossibile poi non soffermarsi su Francesca (piccola aliena), sicuramente il momento più intenso del disco: “È un brano dedicato alla mia nipotina, morta lo scorso anno per una rara malattia genetica. Sua madre Roberta la chiamava così, piccola aliena, e ha inventato una storia fantastica per accompagnarla nella sua vita. I proventi della canzone andranno in beneficenza alla Onlus Bimbo Tu”. Al di là della varietà, c’è però un denominatore comune che lega tutti i brani: “In queste nuove storie c’è sempre qualcuno che deve fare una scelta, a volte anche dolorosa. Anche le canzoni più leggere presentano sempre un bivio, una decisione da prendere. E qualunque scelta tu possa fare, non accontenterai mai tutti. Inutile tentare di piacere per forza.”
Infine, una piccola sorpresa: quello in uscita adesso è solo il primo volume di un progetto di cui è previsto – ancora non si sa quando – un seguito.
Sul fronte live, l’agenda dei prossimi mesi si prospetta parecchio fitta di appuntamenti: l’anteprima sarà riservata all’Italia, con i due concerti al Circo Massimo di Roma il 21 e 22 luglio: “Appena mi è stata proposta la location ho detto sì, presa dall’entusiasmo, poi a mente fredda mi sono venuti un sacco di dubbi. Il Circo Massimo non è mai stato proposto a un artista italiano, e il rischio era quello di non riuscire a riempirlo, tirandomi dietro anche l’accusa che le donne non sono in grado di fare i concerti nei grandi spazi. Poi ho visto il numero di biglietti venduti, e la paura è passata”. A seguire, una serie di date all’estero, tra America Latina e Stati Uniti, per tornare poi in Italia e in Europa da settembre. Per le date italiane, Laura apre le porte a tutti gli autori che hanno preso parte alla scrittura dei brani: “Seguendo il titolo dell’album, voglio che tutti loro abbiamo la possibilità di farsi sentire davanti al mio pubblico aprendo i miei concerti con la loro musica.” Lo spettacolo sarà sostanzialmente lo stesso per tutte le nazioni: ridimensionata la componente scenografica, che su richiesta dei fan più irriducibili si spoglia di ballerini e scenografie troppo imponenti per mettere al centro la musica. La vera difficoltà è ora quella di definire la scaletta: “Molti fan mi hanno chiesto di non fare più medley e di non mettere in scaletta i successi del passato, ma mi rendo conto che ci sono canzoni che non posso non portare in un mio live, perché so che c’è tutta un’altra parte del pubblico che se le aspetta. Di sicuro, voglio far sentire molto di questo disco.”
BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
Ci sono album che smettono di essere semplicemente dei dischi e si rivelano veri e propri universi. Nuevo Mundo è uno di questi. Si tratta del primo progetto del collettivo Saber Système, sette ragazzi dai 18 ai 20 anni che suonano gli strumenti della tradizione musicale occitana mischiando lingue, suoni e, ovviamente, culture. Francese, spagnolo, italiano e dioulà (la lingua della Costa d’Avorio) confluiscono in un caleidoscopio di musica che unisce tradizione e innovazione, folklore ed elettronica, world music, dance e sintetizzatori, tanti sintetizzatori. Percorrendo la starda di Nuevo Mundo ci si trova immersi in un mondo di note e suggestioni, un vero e proprio melting pot sonoro dove le bandiere culturali sventolano allo stesso ritmo, un ritmo che è ovviamente vivacissimo e pensato per la danza: i generi si avvolgono uno addosso all’altro, tra pop, dance, reggaeton, persino trap, fino al coupé decalé ivoriano. Non sono da meno i testi, che affrontano temi come l’amicizia, l’immigrazione e le sue difficoltà. Lo spirito del progetto viene riassunto nel nome che il giovanissimo collettivo ha scelto di darsi, Saber Système, ovvero il “sistema sapere”, una consapevolezza della contaminazione delle proprie origini con il “sound-system”. Tra i momenti più interessanti di questo “nuovo mondo”, Il canto dei venti, intenso pezzo corale dalle coloriture africane e con un testo di Gino Giordanengo, poeta di Peveragno, La Libertat, autentico sfogo elettronico di beat, e L’amitiè, quasi sconvolgente nell’unire strumenti tradizionali a una potente anima da dancefloor (ma gli episodi “da cubo” sono numerosi). Ogni tanto ci sono dischi che riescono realmente a stupire e creare intorno a sé una magia: l’incantesimo di Nuevo Mundo è quello di farci credere che esiste un mondo in cui le differenze culturali non faranno più paura. No, non è retorica, è bellezza.
Giovedì 7 dicembreFarruko arriva a Milano per un imperdibile concerto live presso i Magazzini Generali (via Pietrasanta 16). Il celebre cantautore portoricano, seguito da milioni di sostenitori sui social, presenterà al pubblico italiano i suoi più grandi successi Apprezzato per la sua grande versatilità musicale e interpretativa, ha dimostrato il suo talento nella maggior parte dei sotto-generi della musica urbana come reggaeton, rap, hip-hop, r’n’b e il trap latino, che lo hanno portato a collaborare con artisti del calibro di Sean Paul, Balvin J, Nikki Jam e molti altri. L’ultima sua produzione è TrapXficante. La tappa milanese sarà l’occasione per scatenarsi sulle note dei suoi più grandi successi come il brano 6AM con J Balvin passando per il più recente Sunset. I biglietti per l’evento sono già disponibili in prevendita su www.mailticket.it, presso i circuiti di vendita abituali o acquistabili direttamente in loco.