Nel curriculum di Ydalia Suarez cinema e musica si spartiscono la scena quasi alla pari.
Di origini cubane, Ydalia è stata artisticamente adottata dall’Italia e ha ormai da diversi anni base fissa a Torino. Ha recitato in alcune fiction televisive, ma davanti alla macchina da presa si è specializzata soprattutto nei film horror. A giudicare dagli scenari di pellicole come La terra dei cannibali o L’isola dei morti viventi ci si stupisce un po’ a scoprire che è proprio lei l’interprete di Killer, il suo ultimo singolo, realizzato in collaborazione con la star latina Ruly Rodriguez.
Nel brano l’elettronica incontra i ritmi del reggaeton in quello che è un vero e proprio genere, l'”afrotech”. Ma soprattutto, Killer è il manifesto di una donna indipendente.
Come è nata questa collaborazione con Ruly Rodriguez?
Ci siamo incontrati in un’occasione di lavoro, dove io facevo la modella per un brand legato al beverage. Conoscendoci e scambiando due chiacchiere gli ho rivelato che stavo ultimando un EP: gli ho fatto ascoltare alcune demo e le cose sono nate naturalmente.
Killer è un manifesto di indipendenza e di rivalsa femminile. Nella tua vita hai incontrato particolari ostacoli alla tua indipendenza?
Si ne ho incontrati molti ma preferirei non parlarne. Diciamo che ho fatto tesoro di quelle esperienze, mi sono state di aiuto per comprendere meglio certe cose…
Pensi le donne siano abbastanza solidali tra loro?
No, a meno che non siano legate in modo molto particolare e disinteressato, ed cosa molto rara. Nel caso caso della violenza sulle donne, c’è però un’eccezione, perché sappiamo andare oltre e allora sì che siamo solidali.
Puoi spiegare cos’è esattamente l’afrotech e come nasce? E’ un genere che pensi di seguire ancora in futuro?
In realtà era un progetto del mio produttore, che mischia diversi stili musicali afro, latin ed europei. Essendo lui un “sangue misto” questo processo diventa naturalissimo e io mi trovo a mio agio con queste sonorità, quindi penso che proseguiremo questa strada. Poi chissà, la musica è imprevedibile come la vita, non si può programmare troppo.
Come ti sei trovata a recitare nei fil horror?
Sono una guerriera per natura, quindi sia nel ruolo del “cattivo” che nella controparte “buona” riesco a scaturire la mia energia , come sul palco.
Pensi di continuare a portare avanti la carriera di attrice, oltre a quella di cantante?
Sì, assolutamente entrambe.