Nada raccoglie provini e quattro inediti nel suo “Materiale domestico”


Si intitola – in modo particolarmente suggestivo – Materiale domestico, la nuova raccolta di Nada.
Un doppio disco, disponibile anche in vinile, in cui l’artista ha personalmente selezionato e raccolto 24 tracce, per lo più provini di brani e quattro inediti, il tutto registrato tra il 1986 e il 2019.

Del progetto fa parte anche un’autobiografia dal medesimo nome, edita da edizioni Atlantide e pubblicata lo scorso il 21 ottobre: un racconto di vita schietto, crudo e lucido, così com’è l’arte di Nada.

Nada descrive così la genesi della raccolta: “Questo materiale domestico in LoFi o bassa fedeltà, con qualche distorsione e alcuni ‘lievi’ rumori di fondo, l’ho registrato nel corso degli anni su musicassetta mono, poi cassetta stereo, Revox 2 tracce, successivamente Teac 4 tracce a cassetta, per passare al minidisc Sony, Fostex 8 tracce a bobina, Alesis 8 tracce, fino ad approdare, sul tardi, nell’era del computer, a Garage Band. Quasi sempre coadiuvata dalla mia vecchia batteria elettronica Oberheim dmx e con l’aggiunta di suoni alquanto sintetici dati da alcune macchinette digitali senza nome, mischiati con l’analogico delle mie fidate chitarre elettriche Viper Ovation, Gretsch, una B.C. Rich acustica e una Giannini classica. Di rado un vecchio pianoforte Petrof verticale male accordato, posizionato nel sottoscala della mia vecchia casa di Roma. E non posso dimenticare per qualche session un vecchio basso Fender Jazz del 1966.
Quelli che ho scelto, tra i tanti che mi sono capitati tra le mani, sono ‘provini’ nati dalla cucina alla sala, a volte in corridoio, e che vogliono essere solo una sincera testimonianza del mestiere che faccio. Dalla ricerca iniziale quando l’idea è ancora nell’aria, fino al miracolo della sua cattura, il mio Materiale domestico vuole documentare proprio il risultato dell’unione di suoni e parole nel momento in cui vengono fissati su un aggeggio fisico. Alcune di queste canzoni sono rimaste strutturalmente pressoché uguali, mentre altre hanno stesure, parole, parti di melodia e accordi differenti da quelli poi andati a finire su un disco. Altre non le ho mai registrate su disco perché non mi sembravano adatte a quel progetto, o a quel momento.
Per ascoltare bene questo Materiale domestico bisogna sorvolare sulla parte tecnica e percepire quella che è la vera anima delle composizioni. Purtroppo a volte, in studio di registrazione, per far rendere al meglio le belle macchine, non ci si accorge di farsi sopraffare dai loro sofisticati trucchi, e così spesso capita di perdere la vera essenza di quello che si era raccolto nell’aria, e che alcuni chiamano ispirazione, e io chiamo anche lavoro.”

2019/2007
Dove sono i tuoi occhi 
Due giorni al mare
Una pioggia di sale
Alzati all’alba 
L’estate sul mare 
L’ultima festa
Sonia
Il tuo dio
La mia anima 
Chiodi 
Distese
Luna in piena

2004/1986
Senza un perché
Asciuga le mie lacrime
Tutto l’amore che mi manca 
Giulia
La musica antica 
Ho perso la testa (inedito)
Come una roccia (inedito)
La gallina
Guarda quante stelle 
My Love
Berlino (inedito)
Fuga di gas (inedito)

Rino Gaetano: il 5 luglio esce la raccolta definitiva

In occasione dei quarant’anni dall’uscita di Resta vile maschio, dove vai?, l’album di Rino Gaetano che contiene la celebre Ahi Maria, sarà pubblicato da Sony Music Legacy venerdì 5 luglio il quadruplo confanetto Ahi Maria 40th – La raccolta definitiva di Rino Gaetano.

A 38 anni dalla sua prematura scomparsa, questa raccolta regala tutta l’arte del talento originalissimo, anticonformista e commovente di Rino Gaetano: quarantotto canzoni in quattro dischi celebrativi di un progetto discografico da collezione e davvero unico. I brani sono stati rimasterizzati in 192 KHz / 24 bit e la raccolta contiene interpretazioni eseguite da altri artisti, oltre a una serie di chicche, rarità, versioni live, e una versione demo inedita di Ahi Maria gentilmente fornita dalla famiglia Gaetano.

Ahi Maria 40th – La raccolta definitiva di Rino Gaetano sarà disponibile in due versioni: 4 CD hardcover book con libretto di 40 pagine, e 2 LP.
La versione in CD sarà accompagnata da un booklet di 40 pagine in cui è racchiuso un inedito ritratto dell’artista, scritto con l’aiuto prezioso della famiglia Gaetano – la sorella Anna e i nipoti Alessandro e Maurizio – e dei discografici e amici del cantautore Pierluigi Germini e Silvana Casato, per aiutarci a comprendere meglio l’essenza di questa figura così tanto amata e che così presto ci ha lasciato. Un vero outsider della scena musicale italiana e senza alcun dubbio uno dei suoi più grandi esponenti, che con la graffiante ironia e la schiettezza dei suoi brani ha divertito ed emozionato un intero paese.

Rino Gaetano verrà ricordato il 24 giugno a Roma, nella città in cui è vissuto e cresciuto artisticamente, all’Ippodromo delle Capannelle, dove si terrà la nona edizione del Rino Gaetano Day, organizzata come da tradizione dall’Associazione Rino Gaetano Onlus in memoria del geniale cantautore.
Parteciperanno all’evento la Rino Gaetano Band e tanti artisti che hanno raccolto la sua eredità culturale e che sceglieranno di interpretare una sua canzone e di rendergli omaggio.

Quando facevo la cantante: la nuova raccolta di Antonella Ruggiero tra libertà e ricerca della bellezza

“Prima di scrivere anche solo una riga, vi prego, ascoltate queste canzoni. Magari non tutte, ma qualcuna sì, quelle che vi potrebbero interessare di più, altrimenti non riuscite a farvi un’idea di questo lavoro”.
E’ con questa raccomandazione che Antonella Ruggiero congeda la stampa convocata alla presentazione di Quando facevo la cantante, in uscita il 20 novembre
Un’opera “di alto artigianato” a dir poco titanica, come poche altre se ne vedono di questi tempi di “magra”, discograficamente parlando: 6 CD per un totale di 115 brani tra registrazioni live e in studio, e un corposo booklet di 180 pagine ad accompagnare una confezione che è molto più di un cofanetto. 


Con l’aiuto di Roberto Colombo, che ha avuto l’idea del progetto e per giorni interi ha riascoltato tutte le registrazioni meticolosamente conservate per arrivare infine alle selezione, la Ruggiero ha raccolto 115 estratti del repertorio realizzato tra il 1996 e i giorni nostri, da quando cioè ha lasciato i Matia Bazar per dedicarsi alla carriera solista, allontanandosi dal sistema delle logiche discografiche e dagli “inutili doveri imposti agli artisti” per trovare una dimensione più adatta alle sue esigenze e soprattutto per guadagnarsi una libertà totale. L’opera è suddivisa in sei categorie: canzoni dialettali e popolari, i successi più conosciuti dal grande pubblico, i brani d’autore della tradizione italiana, le canzoni dal mondo, le registrazioni classiche e sacre e un ultimo CD intitolato “Stranezze”.
Si passa così da O mia bela Madunina a Ma se ghe penso, Crapa pelada, Amara terra mia, Vola colomba, ai successi di Di un amore, Vacanze romane, Amore lontanissimo, Ti sento. Tra le canzoni d’autore fanno la loro comparsa Impressioni di settembre della PFM, Mi sono innamorata di te di Tenco, ma anche Auschwitz e Parlami d’amore Mariù. Dal mondo arrivano Summertime, Tumbalalaika e Balada do sino, mentre appartengono al repertorio classico e sacro il Kyrie, Ombra mai fu dal Serse di Handel, Tre madri di De Andrè e anche un brano dalla Medea teatrale di Guarnieri. Infine, lo spazio per le “stranezze” è riservato a episodi come Crescono fagiolini del progetto elettronico Conciorto o ancora Niente di noi – il canto dei Catari.
Registrazioni lontanissime tra loro nel tempo e nella forma, ma che si ritrovano riunite in un’unica opera grazie alla versatilità, alla curiosità e alla coerenza di un’artista che non ha mai perso di vista il proprio obiettivo, quello di fare musica per cercare la bellezza: “Non ho mai avuto l’idea di riempire uno stadio, ma preferisco fare come i musicisti antichi, che viaggiavano portando la loro musica da un luogo all’altro, nelle strade. Si può fare musica anche restando scollegati dal sistema delle major e del businness. Io vivo di rapporti, è tutto più vero, sincero, dinamico, e anche per questo prediligo la dimensione live. La competizione la lascio agli sportivi, io preferisco lavorare a margine”.

Un lavoro di ricerca portato avanti negli anni, aperto soprattutto a chi fosse davvero interessato alla scoperta, la cosiddetta “nicchia”, insomma: “La bellezza va ricercata. All’interno della nicchia accadono delle cose straordinarie e c’è lavoro per tutti. Ho conosciuto musicisti bravissimi, ma che non sono dentro al sistema della discografia e sono perciò poco conosciuti. Oggi scelgo di interpretare solo quello che mi piace davvero e che mi commuove, come è accaduto quando mi sono trovata a cantare con un gruppo mandolinisti. Ci deve essere verità in quello che canto, mi piace entrare nell’animo di chi non c’è più, raccontare le storie del passato per far capire per esempio cos’era la guerra attraverso le canzoni popolari dell’epoca. Mi arrivano tante proposte da autori diversi per brani inediti, ma se non provo emozione preferisco lasciar perdere e soprattutto non torno mai su quello che ho già fatto: fatta una cosa si passa ad altro, guardo sempre avanti”.
Le fa eco Colombo: “Molti dei brani contenuti in questa raccolta sono registrazioni realizzate una sola volta, perché Antonella è così, se qualcosa le piace davvero la memorizza subito, e anche a distanza di tempo riesce a ricordarla. Ci siamo fermati a 115 brani, ma già ripensandoci adesso ci sarebbero un paio di cose che mi sarebbe piaciuto aggiungere, perché il repertorio è davvero sterminato”.

Nessuna intenzione di sconfessare il passato pop comunque, ma la cantante ha un consiglio per i giovani musicisti: “Quelli che vogliono fare musica si dividono in due categorie, chi vuole la fama subito e chi è disposto e fare un percorso diverso, più lungo e più difficile. Se si vuole durare bisogna seguire la seconda strada”.
Infine, una rassicurazione riguardo la titolo della nuova raccolta: “Il verbo la passato vuole solo riassumere un periodo, ma non h intenzione di smettere di cantare: andrò avanti finché ne avrò la possibilità”. 

Duvudubà: una raccolta di brani rimasterizzati e un inedito per celebrare il genio visionario di Lucio Dalla

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“Senti che bello, lascia suonare! Lascia suonare!”

Inizia così, con la voce di Lucio sospesa quasi in un’eco della memoria, Starter, l’inedito contenuto nella raccolta Duvudubà: quattro dischi (disponibili anche in versione in triplo LP) per un totale di 70 brani presi dallo sterminato repertorio di uno dei più “irregolari” poeti della canzone italiana e rimasterizzati dai nastri originali.
L’operazione rientra nelle celebrazioni per il 75esimo anniversario dalla nascita di Lucio Dalla e arriva a un anno dalla pubblicazione della Legacy Edition di Come è profondo il mare
Un anno nel quale, ricorda Stefano Patara, responsabile delle sezione Legacy di Sony Music, si è lavorato intensamente al fianco della Fondazione Lucio Dalla per rimasterizzare e ripubblicare tutti gli album di Dalla con particolare attenzione alla ripulitura dei suoni, senza dimenticare Almeno pensami, il brano ancora inedito del repertorio di Lucio portato a Sanremo da Ron.
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Nella tracklist di Duvudubà, il cui titolo riprende un frammento del testo nonsense della sigla di Lunedi Film, composta ed eseguita proprio da Lucio Dalla, trovano posto pietre miliari come 4/3/1943, Quale allegria, Disperato erotico stomp, Marco, L’anno che verrà, Ciao, Caruso, Canzone, Piazza Grande, Attenti al lupo, solo per citare i titoli più celebri. E Poi ancora rarità come Il mago pipo-pò, Amamus Deus, Unknown Love, e un booklet di 60 pagine con racconti e immagini per ripercorre la carriera unica e inimitabile del cantautore bolognese.
“Lucio era tutta anima. Era fantasioso, picaresco, colto, curioso”, dichiara Walter Veltroni, a lungo legato da un rapporto di amicizia con Lucio Dalla e che del cantautore traccia un lucido e appassionato ritratto. “E’ stato per la musica quello che Felini è stato per il cinema. Ha portato nella musica il fumetto, il cinema, lo sport, la coscienza italiana, la speranza, il jazz, il fado. Era più di un cantautore, era un vero intellettuale, e come tutti gli intellettuali era circondato da persone che lo seguivano: amava condividere. Era anche imprevedibile, irregolare, timido e sfrontato, uno dei più grandi bugiardi, perché inventava favole che non esistevano, ma non importa, erano vere lo stesso. Non era un tipo da muri, ma da ponti. Era libero in tutto, anche nelle idee politiche: pur avendo scelto da che parte stare, la sua curiosità lo portava a guardare la realtà da tutti i punti di vista”.

“Negli anni ’70 Bologna viveva una situazione molto movimentata dal punto di vista politico e io appartenevo all’area più estrema della sinistra”, racconta il regista Ambrogio Lo Giudice, “ma Lucio mi ha insegnato a girare intorno alle cose, perché lui era il contrario dell’integralismo”.
A proposito del lavoro per Starter, il regista dichiara: “E’ stato difficile girare il video, perché mancava l’artista. Ho deciso di girare per le strade di Bologna, facendo ascoltare il brano ai passanti e ai negozianti: tutti appena sentivano la voce di Lucio, provavano una grande emozione”.
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Quando il brano è stato recuperato era praticamente già chiuso, Lucio aveva fatto in tempo a finirlo: Tullio Ferro, che con Dalla aveva già lavorato in passato, è intervenuto soprattutto sul mixaggio dei suoni e ha aggiunto la parte di sax, che non è suonata da Lucio, ma che è stata inserita visto il suo amore per gli strumenti a fiato. Si tratta perciò di un brano appartenente all’ultima fase della produzione del cantautore, forse uno dei pezzi che sarebbero dovuti entrare in un album già in lavorazione nel 2012, quando Lucio Dalla è improvvisamente scomparso.
E’ solo degli inediti riscoperti negli archivi bolognesi dell’artista: altri usciranno probabilmente nei prossimi anni, ma si esclude la possibilità di un intero album postumo. Molte cose sono solo abbozzate e troppo lontane dalla forma definitiva che avrebbero dovuto avere, e non renderebbero giustizia alle intuizioni geniali di un eterno cantautore-bambino.

Universi paralleli: 63 brani nella nuova raccolta dedicata a Franco Battiato

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63 brani e 40 pagine di fotografie e racconti.
Universi paralleli è la nuova raccolta che celebra l’arte, la poesia e l’avanguardia visionaria di Franco Battiato.

Quattro dischi per quattro grandi tematiche e repertori: il primo disco racconta i grandi pezzi nelle loro versioni live da Strani giorni a La Cura a Centro di gravità permanente a La stagione dell’amore.
Il secondo disco è dedicato alle cover di brani italiani e stranieri realizzate dall’artista come Hey Joe o Impressioni di Settembre.
Il terzo si concentra sulla ricchissima produzione degli anni 2000 che include pezzi come Tra sesso e castità o Sarcofagia.
Il quarto include i pezzi più vicini al mondo progressive rock e sperimentale degli anni settanta tratti dai suoi dischi come Fetus, Pollution, Sulle Corde di Aries.

Il cofanetto è disponibile in versione Hardocverbook, 4CD con libretto di 40 pagine.
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Tracklist:
CD 1
1 Atlantide (Live 2003)
2 Strani Giorni (Live 2003)
3 Shock In My Town (Live 2003)
4 E ti vengo a cercare (Live 2003)
5 La cura (Live 2003)
6 Mesopotamia (Live 2003)
7 Lode All’Inviolato (Live 2003)
8 Stranizza D’Amuri (Live 2003)
9 La stagione dell’amore (Live 2003)
10 Povera Patria (Live 2003)
11 Medley Last Summer Dance (Live 2003)
Bandiera Bianca Medley
Segnali di vita Medley
Sentimento nuevo Medley
Gli uccelli Medley
12 L’animale (Live 2003)
13 L’era del cinghiale bianco (Live 2003)
14 Cuccuruccuccu (Live 2003)
15 Centro di gravità permanente (Live 2003)
16 Auto Da Fè (Live)
17 Voglio vederti danzare (Live)
CD 2
1 Insieme a te non ci sto più
2 Perduto amore
3 Il cielo in una stanza
4 Se mai
5 Ritornerai
6 Col tempo sai
7 Impressioni di settembre
8 Le tue radici
9 Hey Joe
10 Se tu sapessi
11 Sigillata con un bacio (Sealed with a Kiss)
(Italian Version)
12 Come un sigillo con Alice
13 Beim schlafengehen
14 La Mer con Manlio Sgalambro
CD 3
1 Prologo
2 Running Against The Grain
3 Bist Du Bei Mir
4 La quiete dopo un addio
5 Personalità Empirica
6 Il cammino interminabile
7 Lontananze D’Azzurro
8 Sarcofagia
9 Scherzo in minore
10 Il Potere Del Canto
11 Tra sesso e castità
12 Le aquile non volano a stormi
13 Ermeneutica
14 Fortezza Bastiani
15 Odore di polvere da sparo
16 I’m that
17 Conforto alla vita
18 23 coppie di cromosomi
19 Apparenza e realtà
20 La porta dello spavento supremo
21 L’incantesimo (Live 2003)
CD 4
1 Beta
2 Plancton
3 Fetus
4 Fenomenologia
5 Meccanica
6 Aries
7 Aria di rivoluzione
8 Da oriente a occidente
9 No U Turn
10 Propiedad Prohibida
11 Cafè Table Musik

Fonte d’amore: il 18 novembre una nuova raccolta di Giuni Russo

A trent’anni dall’uscita discografica di Giuni (1986) e Album (1987), venerdì 18 novembre verrà pubblicato Fonte d’amore, un progetto musicale composto da 4 dischi che celebra i più grandi successi, e non solo, di Giuni Russo.

Il cofanetto, in uscita per l’etichetta GiuniRussoArte, è dedicato alla memoria di Carlo Bixio, editore, produttore e caro amico di Giuni, determinante per la sua carriera artistica e che ha reso possibile nella seconda metà degli anni ‘80 il suo ritorno sulle scene discografiche con la pubblicazione di Giuni e Album.