Dopo una prima vita trascorsa nel rap con il nome di Pula+ e dopo aver annunciato un allontanamento dalle scene nel 2017, Andrea Pula torna alla musica e inaugura il suo nuovo corso celebrando due icone-simbolo degli anni ’90 più sventurati, 2Pac e Kurt Cobain.
In Pac e Kurt il cantautore torinese si affida alla produzione di Roofio, già nei Two Fingerz, e riflette sul fatto che i “cattivi esempi” nel mondo dell’arte e della musica sono sempre esistiti, ma hanno anche avuto un ruolo formativo in molti giovani ascoltatori: “Quando ero piccolo ascoltavo e guardavo musicisti molto popolari che sfoggiavano tutto di se stessi, dalla loro arte al loro disagio, in piena libertà, senza mirare al bello e al corretto, e guardarli mi insegnava molti aspetti della vita”.
Ideato da Andrea Pula con Jack Sapienza, il video di Pac e Kurt fa rivivere i due artisti – tra sesso, droga, violenze e provocazioni – nell’ambientazione di un videogioco vintage, che li rende una volta di più immortali nonostante il “game over”: “2Pac e Kurt Cobain – continua Andrea Pula – così come altri artisti di quell’epoca, agli occhi della mia generazione erano supereroi fragili, non per forza buoni, che hanno, consciamente o meno, dedicato la loro vita al progresso della musica. E in questo video, anche con ironia amara, rendiamo omaggio alla loro attitudine”.
Eccole qua, le magnifiche 30 del 2017. Arrivati a fine anno, fare un bilancio musicale degli ultimi 365 giorni resta un gioco divertente e spietato, a cui anche stavolta non ho voluto sottrarmi nonostante qualche difficoltà. Ovviamente, si tratta di una selezione parziale e soggettiva: questa non è la classifica di vendita o degli streaming registrati o delle visualizzazioni dei video, ma semplicemente la classifica di BitsRebel, stilata con gusto e giudizio totalmente personali. 30 canzoni scelte e ordinate tra quelle pubblicate durante l’anno, tra mainstream e panorama indipendente, nella scena italiana e internazionale, tra singoli e brani rimasti nascosti all’interno degli album. Ecco allora il 2017 secondo BitsRebel. Stay Rebel, forever! 30. Lady Gaga, The Cure
29. Angelo Sava, Merlo 28. Fabri Fibra, Fenomeno 27. Pula +, Addio a modo mio 26. Sophie, It’s Okay To Cry 25. Fabio Cinti, Amore occasionale
24. Taylor Swift, Look What You Made Me Do 23. Samuel, La luna piena 22. Fiorella Mannoia, Siamo ancora qui 21. Francesco Gabbani, Occidentali’s Karma 20. Giso featuring Romina Falconi, Solo sesso
19. Mannarino, Un’estate
18. Francesco Gabbani, Spogliarmi
17. Noemi, Autunno
16. Nina Zilli, Il mio posto qual è
15. L’aura, Il pane e il vino
14. Ilaria Porceddu, Sette cose
13. Brooke Candy, Living Out Loud
12. Amara, Grazie
11. Arca, Piel
10. unòrsominòre., Varsavia Un’aria greve, nuvolosa e desolante fa da sfondo a questo brano in cui riferimenti storici e letterari si accumulano in un denso flusso di pensieri. Una canzone maestosa che avanza lenta e inesorabile, partorita nell’underground nostrano dalla mente di Emiliano Merlin, celato dallo pseudonimo di unòrsòminòre., e che meriterebbe un posto di riguardo nel moderno cantautorato italiano.
9. Fergie, Love Is Pain Se ascoltando Love Is Pain avrete (o avete avuto) l’impressione che qualcosa vi suonasse famigliare, non siete proprio fuori strada, perché anche se nei crediti ufficiali non se ne fa menzione la canzone è una sorta di omaggio a Prince. “Il dolore è amore e l’amore è dolore”, canta Fergie, e lo spettacolo è tutto lì, negli occhi e nelle orecchie.
8. Miley Cyrus, Malibu (Lost Frequencies Remix) Quando il remix fa meglio dell’originale. Il country-rock dell’album version di Malibu mi aveva lasciato un po’ l’amaro in bocca, ma poi tra i remix ufficiali è spuntata fuori questa versione house firmata Lost Frequencies: leggerissima e semplicemente magica.
7. Fabrizio Moro, Pace Un grido disperato di aiuto, una preghiera levata altissima, e nello stesso tempo un manifesto di intenti e di speranza. Fabrizio Moro ha messo in Pace tutta la carica viscerale di cui è capace, regalandoci un momento di autentico amore.
6. Christaux, Surreal Christaux, ovvero Clod, ovvero la metà maschile degli Iori’s Eyes, quest’anno ha pubblicato Ecstasy, un album di pop elettronico dal profilo magniloquente, barocco e liturgico. Tra i momenti più struggenti e paradossalmente più scarni, Surreal si fa strada con la sua melodia disarmante e accecante.
5. Noemi, I miei rimedi Per il suo nuovo album, in arrivo presumibilmente appena dopo Sanremo, Noemi sembra aver optato per l’elettropop. La sua versione di I miei rimedi dei La Rua (ma inizialmente proposto a lei per Sanremo 2016) ha il graffio giusto per parlare delle disillusioni e degli equivoci con cui troppo spesso ci difendiamo inutilmente dai colpi dell’amore. E il video è una delizia.
4. Baustelle, Amanda Lear Primo singolo estratto da L’amore e la violenza, Amanda Lear non è semplicemente un omaggio all’icona degli anni ’70 e ’80, ma soprattutto un esempio di pura poesia “bianconiana” con la sua patina di malinconia, il racconto di qualche amore vissuto di sfuggita e un pungente profumo di vita. I Baustelle sono e restano una certezza.
3. Brooke Candy, Volcano Se il pop ha un volto sporco e cattivo, non può che essere quello di Brooke Candy. Il 2017 sarebbe dovuto essere l’anno del grande salto verso il mainstream, ma i disaccordi con la Sony hanno bloccato l’uscita del suo primo disco. Lei però si è rimessa al lavoro e ha riesumato Volcano, un pezzo che aveva da un po’ nel cassetto: il risultato è una seduzione tra pop elettronico e rap, con un testo che esplode di metafore incandescenti.
2. Romina Falconi, Cadono saponette Nessuno in Italia sa fare pop come Romina Falconi, mescolando ironia e spietata verità. In Cadono saponette tutto questo è evidente: chi altro avrebbe il coraggio di dirvi che “il pessimismo in amore può far bene”? Eppure sappiamo tutti quanto sia maledettamente vero. Perché almeno una volta tutti ci siamo piegati… alle regole della vita.
1. Miley Cyrus, Younger Now Diciamolo pure, la svolta country di Miley Cyrus non ha particolarmente convinto il pubblico e Younger Now, il suo ultimo album, ha fattoregistrare numeri piuttosto miseri. Resta il fatto che la titletrack è una delle cose che sprizzano più gioia tra quelle sentite quest’anno: un inno al cambiamento e un manifesto di rinnovata giovinezza. Mi è entrata nelle orecchie ad agosto e non ci è mai uscita, marchiando definitivamente il mio 2017.
La playlist dei brani è disponibile a questo link.
Dare l’addio alla musica, per chi alla musica ha dedicato anni di vita e di lavoro, non è facile, qualunque sia il motivo. C’è chi lo fa con rabbia, chi con rassegnazione, chi con tristezza, e chi non lo dice neppure, forse per troppa vergogna. Pula+ alla musica ha dedicato parecchi anni, 10 per l’esattezza, fatti di esperienze con major ed etichette indipendenti (su tutte, la GiadaMesi, fondata da Dargen D’Amico). Solo pochi mesi fa aveva pubblicato il suo ultimo album, Featuring Pula, arrivato dopo una fortunata campagna di crowdfunding.
Tra i brani, anche Addio a modo mio, scelto ora come singolo. Il testo sembra un’amara dichiarazione rivolta a una ragazza per la fine di una lunga storia d’amore, ma ha assunto un significato ben diverso quando Pula+ ha pubblicato il video sulla sua pagina Facebook, accompagnandolo da un lungo e sentito messaggio in cui comunicava al suo pubblico l’addio alla musica. Una decisione meditata da tempo, a quanto sembra già da prima dell’uscita dell’album, e dettata più dal bisogno di capire che non da qualche delusione. Al di là di tutto, un gesto sincero, forse un po’ amaro, ma che rende merito a un artista indipendente arrivato davanti a un bivio davanti al quale molti altri suoi colleghi preferiscono voltare la faccia. Il video riprende la copertina dell’album, con il volto dell’artista in primo piano. Poi all’improvviso scende una lacrima…
Qualche settimane fa Pula + aveva lanciato una campagna di crowdfunding su MusicRaiser per realizzare il suo nuovo album, Featuring Pula, e in poco più di due settimane ha raggiunto il 100% degli obiettivi. La campagna continuerà comunque fino al 31 marzo (qui il link). Il nuovo album, una serie di brani crossover in cui riff blues incontrano il rap, uscirà ad aprile e vede l’artista torinese caricarsi sulle spalle tutta l’esperienza acquisita nella sua carriera per tornare a essere indipendente. Il primo estratto, Cerchio di fuoco, è accompagnato da un video-confessione in cui Pula+ si apre al pubblico: nella scena madre l’artista si tira un pugno sul mento, un uppercut (vero), che arriva per riportare tutto alla realtà dopo una strofa in cui gioca a fare il personaggio.