Roma-Bangkok… un anno dopo

1438210297_Giusy-Baby-K-evidenza-1280x62819 giugno 2015.

Estate alle porte, scuole finite, studenti in libertà, un caldo record che di lì a poche settimane avrebbe fatto boccheggiare l’intera penisola.

All’estate mancava solo una cosa, un elemento che – a dire il vero – latitava ormai da parecchi anni: il tormentone disco-radiofonico. Ma qualcosa, quel giorno, sarebbe successo. Da casa Sony infatti usciva quello che nel giro di un paio di mesi sarebbe diventato il più grande successo discografico italiano degli ultimi anni.
A dar vita al progetto era un’accoppiata del tutto inedita e forse un po’ bislacca, almeno a prima vista, Baby K e Giusy Ferreri: rapper-femmina alpha la prima, interprete dall’inconfondibile timbro a singhiozzo la seconda. Il brano era, ovviamente, Roma-Bangkok.

Un po’ dancehall, un po’ reggaeton, molto pop, la canzone era la quintessenza della voglia di svagare, viaggiare da Milano fino ad Hong Kong, passando per Londra da Roma fino a Bangkok. Un perfetto brano estivo come molti altri ne sono usciti ogni anno, ma qui la ricetta deve aver avuto un ingrediente misterioso.

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Dopo i primi giorni di fisiologico rodaggio, Roma-Bangkok ha infatti iniziato una lenta, inesorabile salita nelle classifiche di ogni tipo: dalle discoteche, ai network radiofonici, passando per i download, i canali streaming e i video on line, non c’è stato angolo d’Italia in cui la canzone non abbia risuonato almeno una volta.

Un successo forse inaspettato anche per le dirette interessate: mettere insieme Baby K e Giusy Ferreri era infatti una scommessa, una di quelle roventi, perché entrambe avevano alle spalle due esperienze discografiche accolte tiepidamente (rispettivamente gli album Una seria e L’attesa), e avevano perciò bisogno di un rilancio “col botto”.

Concentrata in meno di 3 minuti e scritta da Baby K insieme a Federica Abbate, Takagi e Mr. Ketra, Roma-Bangkok era lì, pronta per uscire, l’occasione giusta per lanciare una bomba. Come in effetti è stato.
Passavano le settimane, ma l’entusiasmo per il brano non accennava a diminuire: è arrivato settembre, i ragazzi sono tornati sui banchi, l’estate si è sciolta, ma Roma-Bangkok era ancora lì, altissima nelle chart, e dava filo da torcere alle nuove uscite autunnali. A fine anno il brano è risultato il più venduto e il più ascoltato in streaming.

I dischi di platino si sprecavano: uno, due, tre, quattro…. Alla fine, con il 2016 già inoltrato, saranno ben sette, con la vertiginosa cifra di oltre 350 mila copie vendute.

Un successo che ha scavalcato i confini nazionali per arrivare nelle classifiche di Francia, Svizzera, Spagna, Russia, Sud America.

E intanto, silenziose, crescevano a dismisura le visualizzazioni del video su Vevo: le marachelle di Baby K e Giusy a bordo della Cadillac guadagnavano milioni e milioni di clic, fino a raggiungere l’ennesimo record. L’11 aprile 2016, a meno di un anno dall’uscita, la clip ha tagliato la soglia dei 100 milioni di visualizzazioni, primo video italiano a registrare un simile risultato.

Lo scorso febbraio, con una mossa francamente un po’ poraccia e decisamente economica, il video è stato riutilizzato pari pari anche per accompagnare la versione spagnola.

Ma oltre alle versioni ufficiali sono arrivate, immancabili, tantissime parodie:

Difficile, se non impossibile, dire cosa ha decretato un successo di questa portata: probabilmente una fortunata coincidenza di fattori. Di sicuro, se c’è qualcuna che da questa esperienza esce trionfatrice è Giusy Ferreri, chiamata in teoria a ricoprire il ruolo dell’ospite, ma che di fatto ha dato alla canzone il tratto decisivo che tutti abbiamo conosciuto, lasciando sullo sfondo il rap della compagna Baby K.

Oggi, a un anno dalla sua uscita, Roma-Bangkok è ancora presente nelle principali classifiche di vendita, senza esservi praticamente mai uscita, e c’è da scommettere che l’arrivo della nuova estate farà ripartire il forsennato viaggio delle due ragazzacce…

andata senza ritorno

Petula Clark: il nuovo album arriva il 30 settembre

La conosciamo probabilmente quasi tutti per Downtown, senza dubbio il suo brano più celebre, ma nella carriera di Petula Clark c’è stato molto altro. Per esempio tre Grammy Awards, o le collaborazioni con John Lennon, Michael Jackson e Paolo Nutini.

A 84 anni la verve di questa ragazzaccia del pop non si è comunque intiepidita, e il 30 settembre l’artista tornerà con From Now On. Elettronica “glossy” a volte, suoni analogici in altri frangenti, questo è un album che suona del tutto come “un disco dei nostri tempi”, e senza cercare di esserlo.

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Il primo singolo sarà Sacrifice My Heart, un brano elettronico, una canzone pop.
Si sente l’umore di Petula Clark quando canta Miracle To Me, uno dei brani composti da lei stessa, scritto tra le montagne francesi e impreziosito poi dalle linee di pianoforte, anch’esso suonato sempre da Petula.
C’è una sua cover di Blackbird dei Beatles, in cui lei dà alla canzone “un paio di ali molto diverse”. Si sente anche sulle canzoni il flirtare con altri generi, come nel country swing di Endgame, e nelle sensibilità dance di Sincerely.

Petula Clark era preoccupata di ricantare Fever di Peggy Lee – si sono incontrate anni fa, e hanno anche cantato insieme – ma la preoccupazione è spazzata dal sound rock che la circonda.
Altra cover è la hit del 1980 di Steve Winwood While You See A Chance che poggia la sua forza su di un coro, realizzato quasi per caso delle persone che lavorano in studio.

Da segnalare poi Pour Etre Aime De Toi, una nuova collaborazione tra lei e Charles Aznavour: in cui le parole del francese si sono modellate attorno alla musica dell’artista Britannica.

Un album che aspettiamo a braccia spalancate!