Perdersi (e divertirsi): l’elettronica imaginifica di Pakkio Sans

Pakkio Sans (3)
Si fa presto a definirla “elettronica”. Ma diventa difficile coglierne tutti i riferimenti quando tra i suoi beat si nascondono pause, distorsioni, groove irregolari, risultato di un bagaglio di influenze ricco e variegato.

E’ così che prendono forma le creazioni da dancefloor di Pakkio Sans, DJ e producer registrato all’anagrafe come Carlo Pacioni.
Attivo sulle scene dal 2014, è stato resident al Narciso e al Cocoricò di Riccione, collaborando con importanti nomi della house internazionale e prendendo parte a numerosi festival, oltre ad avere all’attivo già alcuni EP.

Dietro ai beat e ai BPM, nella sua musica ci sono prima di tutto immagini: “Attraversi un momento dove è inevitabile guardarsi allo specchio e capire chi sei realmente e cosa vuoi davvero. Lavarsi la faccia con l’acqua fredda e guardarsi negli occhi. Pakkio Sans è l’attimo prima di aprire gli occhi quando ti guardi allo specchio con la faccia bagnata.
Può essere sofferenza e gioia nello stesso momento, è la sensibilità con cui hai a che fare, qualcosa che nasce in modo naturale, che sai di cosa si nutre, di cosa parla. Qualcosa che sai cos’è ora, cos’è stato, ma non sai cosa sarà.”
Così egli stesso parla dell’essenza delle sue creazioni in consolle.
Quando Ti perdi (quanto ti diverti) Cover (3)
Una visione imaginifica a cui non fa eccezione l’ultimo EP del DJ, Quando ti perdi (quanto ti diverti)?: due brani, la titletrack e La luna piena non aiuta, quest’ultimo concepito in una notte di luna piena e intriso di campionamenti vocali di bambini.

Un mini lavoro alla ricerca di un’elettronica onirica e ipnotica.
Per perdersi, e divertirsi.