MYSS KETA: fuori il video di Irreversibile. Il 31 ottobre ospite di Mara Maionchi e a novembre live a Berlino

“Ma se la Terra girasse al contrario,
il tempo andrebbe forse all’indietro?
Beh, io sarei comunque troppo avanti”

E’ solo una delle numerose e fulminanti citazioni iconiche di Irreversibile, il nuovo singolo di Myss Keta. Il video che accompagna il brano è stato girato lo scorso 19 aprile durante la serata-evento organizzata ai Magazzini Generali di Milano per l’uscita dell’album UNA VITA IN CAPSLOCK, anteprima dell’UVIC Tour che ha portato la diva più inafferrabile della musica italiana nei club di tutta Italia.

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ph. Stefano Masselli

Inoltre, dopo aver conquistato Piero Chiambretti che l’ha voluta nell’ultima edizione di Matrix Chiambretti e la partecipazione a StraFactor 2018, M¥SS è stata scelta come unica donna ospite di Mara Impara – La nuova musica, il primo format televisivo di Billboard Italia con protagonista Mara Maionchi, in onda su Sky Uno tutti i giorni dal 29 ottobre al 2 novembre, alle 19:25 e con replica alle 13:00 e alle 16:45 e disponibile anche su Sky On Demand.
M¥SS sarà ospite del divanetto di Mara mercoledì 31 ottobre alle ore 19:25 su SkyUno, per una chiacchierata informale tra Donne che contano. Gli altri ospiti in programma sono Achille Lauro, Cosmo, Nitro e Takagi & Ketra.

La Dea mascherata è anche pronta a invadere il regno della scena elettronica internazionale, il Berghain, tempio musicale di Berlino. Il 28 novembre M¥SS KETA, dal Panorama Bar del club più esclusivo del mondo, con il suo live ruberà il cuore della Germania e lo farà suo, per sempre naturalmente.

Da Mahmood a MYSS KETA: un’estate oltre i tormentoni

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Amore e capoeira
 è fisso ai piani più alti delle classifiche, Italiana di Fedez e J-Ax ce la ritroviamo ogni due minuti in radio, il reggae-pop di Non ti dico no dei Boombadash con la Loredana nazionale lo stiamo amando tutti già da un paio di mesi e Nero Bali di Elodie e Michele Bravi è indubbiamente un bel pezzone tropical-italiano.
Ma se i supertormentoni fanno già parte delle playlist da portarsi in vacanza, appena un passo al di là del circuito radiofonico c’è un mondo altrettanto pop che vale la pena scoprire prima di partire, anche solo per variare un po’ tra un gorgeggio della Ferreri e una rima di Baby K.
Ecco qui allora una piccola e arbitraria selezione di 12 (perché le cifre tonde sono noiose, soprattutto in estate) singolini estivi, allegramente in ordine sparso.
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Achille Lauro featuring Cosmo, Angelo Blu
E’ la traccia che apre Pour L’Amour, l’ultimo album di Achille Lauro ed è un perfetto quanto sorprendente incontro tra la samba trap dell’artista romano e il nuovo genietto dell’elettropop nostrano. Un trip visionario e psichedelico di dipendenza ed elettronica.

MYSS KETA, Monica
Lei è stata senza dubbio una delle grandi scoperte del 2018. Già sulla scena da qualche anno, ma fino a pochi mesi fa confinata nell’underground meneghino, la diva mascherata più misteriosa in circolazione ha pubblicato ad aprile il suo primo album con Universal, UNA VITA IN CAPSLOCK, di cui Monica è il quinto estratto. Ironia a tonnellate, riferimenti alla cultura di massa, slogan iconici e la produzione di Populous ne fanno un’arma affilata per le serate a bordo piscina nella villa di Arcore.

Mahmood, Uramaki
Lui è una delle grandi promesse dell’urban italiano: lo abbiamo visto a Sanremo nel 2016 e lo abbiamo ascoltato l’anno scorso con Pesos. Quest’anno torna con un singolo tra elettropop e R&B con un testo introspettivo, ambientato nelle vie più esotiche di Milano, con una grande voglia di evasione.

Marianne Mirage, Copacabana Copacabana
Un’immersione nel carnevale di Rio, con la produzione sempre oculatissima di Big Fish e Rhade. Copacabana Copacabana è la sorpresa iper-carioca che non ti aspetti da Marianne Mirage, cantautrice raffinatissima di casa Sugar.

Eman, Milano
Con quel suo stile che è hip-hop senza essere hip-hop, rock senza essere rock ed elettronico senza essere elettronico, Eman traccia con contorni profondi un ritratto senza sbavature e indulgenze della metropoli lombarda.

DJ Besford featuring Eleonora Mazzotti, Todo Rainbow
Sonorità elettroniche e tropicali fanno da sfondo a un inno alla positività e alla leggerezza realizzato dal fashionissimo DJ Besford, qui in collaborazione con la romagnola Eleonora Mazzotti.

lemandorle, Gelato colorato
Si può descrivere il capolinea di una storia d’amore senza cedere ai toni avvilenti della tristezza? A giudicare da quello che ha fatto il due lemandorle in Gelato colorato, sì, decisamente si può. Elettropop dall’aura vagamente vintage e una metafora caleidoscopica per guardarsi negli occhi e dirsi che è finita.

Lele, Giungla
Un pezzo per Napoli e i napoletani, così Lele ha parlato del suo ritorno con Giungla. L’r’n’b incontra il pop, mentre le parole portano in altissimo l’orgoglio della città partenopea spogliandola di tutti i pregiudizi.

Luana Corino, Gita al mare
Non sempre l’abbandono fa rima con la solitudine. Nel suo ultimo singolo, per esempio, Luana Corino racconta una storia di libertà. Una rivendicazione femminile serena come una gita al mare promessa, non mantenuta e poi recuperata. Anche da soli.

Alessandro Casillo, Ancora qui
Del ragazzino che avevamo conosciuto in TV un po’ di anni fa c’è ben poco: dopo essersi preso una bella pausa, Alessandro Casillo è tornato con un singolo, Ancora qui, che ha l’aria di essere qualcosa di più di un semplice comeback discografico.

Arashi, Sud America
Punta dritto al di sotto dell’Equatore e all’ombra delle palme Riccardo Schiara, in arte Arashi. Urban, house e vividi colori tropicali sono la colonna sonora di un viaggio in Sud America, da un open bar di Bogotà all’ultimo piano in ascensore… ma attenzione agli alligatori!

Briga, Che cosa ci siamo fatti
Un pezzo così malinconico sembrerebbe non azzeccarci nulla con il clima leggero dell’estate, ma è pur vero che anche al mare ci sono i giorni grigi di temporale. Questa canzone è proprio per quei momenti di nuvoloni, in cielo o nella testa.

MYSS KETA diventa “Monica”

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Quarto singolo tratto da UNA VITA IN CAPSLOCK e prodotto da Populous, Monica è un gustoso e acutissimo gioco sull’identità, sul suo significato, sulla sua ossessione – soprattutto oggi, nell’era dei profili social, e sulla sua perdita: un gioco che MYSS KETA porta in scena mescolando citazioni coltissime e nazional-popolari (nel testo, ma anche nelle immagini del video), slogan e affilata ironia.

Lei stessa, diva “myss-teriosa”, perde il suo status di bionda e si presenta mora, interpretando il ruolo di una paparazzata quanto evanescente “Monica” in un universo a metà tra cartone animato e commedia all’italiana, con un pizzico del primo Almodovar, quello più punk e “bizarre” di Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio, facendo convivere le insegne dei bar del Nevada degli anni ’50, le tartarughe Ninja, Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Fortunato Depero. 

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ph. Vittorio Schiavo

Ecco allora il video – diretto da Simone Rovellini con la direzione creativa di Motel Forlanini – pullulato di parrucchiere pettegole, avidi banchieri e star dello spettacolo in adorazione dell’unica, vera diva. 
La clip è un omaggio a una icona della femminilità italiana, Monica Bellucci, con tanto di citazioni dirette: la celebre accensione della sigaretta di Malena e la rapina di I Mitici – Colpo gobbo a Milano.
Oltre alla gang delle Ragazze di Porta Venezia (Miuccia Panda, La Iban, La ChaCha e La Prada), il cast si arricchisce della partecipazione di di Daphne Tarantula e La Manu, che prestano anche le loro dolci voci nella canzone, ed Elodie e Joan Thiele, nel ruolo di sospettose femme fatale.

You Be – Opulenza: MYSS KETA remixa il suono “plastico” notturno di Milano

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ph. Lorenzo Fanfani

“Sabato sera, milano, una direzione: il Plastic. Il club è come una giungla tropicale , animata da un palpito felino. luci, cristalli, paillettes… Mi muovo tra la folla, li vedo: Sergio, Andrea, Lallo… saluto, salgo sul trono, ecco la gabbia: ci entro con un bicchiere di champagne in mano… una musica mi risuona nella testa, una sola parola descrive tutto questo: opulenza”.

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You Be – Opulenza Remix
è il suono di una notte di clubbing sfrenato, di sfarzo e scintillii di cristalli, dove illuminazioni e visioni notturne sono raccontate al ritmo di una italo disco contemporanea, in cui le note e le voci si riflettono come all’interno della celeberrima sala degli specchi del Plastic.

M¥SS KETA e Riva rimettono mano a You Be, inno “plastico” firmato da Jerry Bouthier, dj e produttore francese nonché volto noto della moda e fondatore della Continental Records, e Club Domani, i due re della disco/house e resident del sabato sera più cool di Milano (Sergio Tavelli e Andrea Ratti).

UNA VITA IN CAPSLOCK: la “Milano da botox” nel primo album di MYSS KETA

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Con quella mascherina e quegli occhiali da sole a coprirle costantemente il viso, la prima tentazione che si ha è scoprire chi si nasconda davvero dietro al personaggio di Myss Keta. Il punto però è che non importa.

Basta infatti fermarsi un attimo ad ascoltare i suoi brani per capire che chiunque abbia dato vita a quella creatura artistica (e stiamo parlando molto probabilmente di un team di cervelli più che dell’intuizione di un singolo) ha compiuto un’operazione che rasenta la genialità.
Per chi frequenta abitualmente le notti milanesi, il nome di MYSS KETA non sarà nuovo: il suo esordio è infatti datato 2013, quando nell’underground dei locali meneghini hanno iniziato a girare pezzi come Milano, sushi e coca o Burqa di Gucci.
Di quell’entità mascherata nessuno sapeva niente, ma tutti coglievano la malata lucidità che si nascondeva in quei testi, accompagnata da arrangiamenti tra elettronica e fidget house ipnotici e allucinogeni.
Il gioco ha iniziato a funzionare, ed ecco che dopo una prima raccolta (L’angelo dall’occhiale da sera: col cuore in gola) e l’EP Carpaccio ghiacciato, MYSS KETA ha fatto il grande salto con il primo album ufficiale, UNA VITA IN CAPSLOCK, pubblicato nientemenoche da Universal.
Un upgrade – come si direbbe nel lessico degli yuppies milanesi – che forse neanche lei si immaginava, e che porta il suo nome ben al di là della cerchia dei navigli.
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Ma quindi chi è MYSS KETA? O, meglio, che cos’è MYSS KETA?
Impossibile definirla, un po’ perché di definizioni esaustive non ce ne sono, un po’ perché lei stessa detesta essere ingabbiata sotto un’etichetta. Di se stessa dice di essere “una donna di spettacolo e uno spettacolo di donna”, ma è stata definita anche “icona pop”, “angelo dall’occhiale da sole”, “diva definitiva”, “Vergine, ma non troppo”, ovviamente “icona gay”.
Si è fatta notare con i suoi brani, ma l’impressione è che la musica sia solo una piccola parte di un fenomeno ben più ampio, che riunisce in un unico, amorevole abbraccio tutta la cultura di spettacolo nazional-popolare degli ultimi 30 anni: “dagli anni ’80 ad oggi non è cambiato niente, certe cose funzionano nello stesso modo dai tempi dei Romani. Semplicemente, gli scandali e le figure simbolo della Milano da bere sono standardizzati e sono diventati dei modelli che ancora oggi utilizziamo per parlare di certe tematiche”. Ecco allora che nei racconti di MYSS KETA spunta anche il Bar Basso, nota meta di appuntamento per designer ed esponenti della Milano che “gira bene”: qui dice di aver conosciuto Tea Falco, altra icona modernissima e dai contorni fluidi, protagonista del video di Botox. Insieme, assicura, sono “due matte”.

Disarmante sentirla parlare, perché con una dialettica studiatissima, KETA abbatte ogni tentativo di percepire la linea di confine tra realtà e finzione, verità e ironia, trash autentico e parodia, stereotipo e sincerità. Non sai mai quanto stia volutamente caricando la sua aura, quanto stia spingendo verso il trash o quanto ti stia bellamente prendendo per il culo.
Nei suoi brani, partoriti negli angoli di Milano, emerge il lato malato della metropoli, le sue manie compulsive, i suoi vizi incorreggibili: con l’aiuto dei suoi fidati angeli, le Ragazze di Porta Venezia, MYSS KETA raccoglie gli stimoli che la città le offre, li ingurgita e li risputa fuori, rendendo tutto inequivocabilmente “myssketiano”. Un’operazione nata non tanto da una qualche necessità di espressione, ma dalla semplice voglia di raccontare un certo mondo in un certo modo, permeato di ironia, “perché guardare il mondo con ironia non significa essere felici, ma voler esorcizzare il male che si ha dentro”.
Dall’ossessione per il botox, allo stress, alla droga, alla frantumazione dell’identità, MYSS KETA costruisce un labirinto di specchi in cui la sua voce ammiccante e narcotizzata si perde e fa perdere recitando celebri slogan pubblicitari o creandone di nuovi, avvicinandosi all’hip-hop senza mai entrarci del tutto.
I suoi riferimenti volano pindaricamente dalla politica (pare abbia flirtato con d’Alema in Costa Smeralda) al cinema (quello di Monica Vitti, Monica Bellucci, ma anche quello di Edwige Fenech, altra sua grande amica, così come Sophia Loren), passando per le estati in compagnia dell’Avvocato. Di se stessa racconta di essere stata la prima musa di Dalì e Warhol, ben prima di Amanda Lear (che naturalmente viene nominata nel disco), dice di essere apparsa al Drive In (ma non dice in che ruolo, altrimenti sarebbe riconoscibile), di aver vinto al Festivalbar nel ’95, di aver fatto la modella (siamo sempre a Milano, dopotutto), la velina, ma anche l’amministratrice delegata della Rovagnati (“Ho scelto di lavorare lì perché mi piacciono molto le loro feste di Natale, e poi adoro vedere le aiuole pubbliche con la pubblicità dell’azienda che ne finanzia il mantenimento”). Tra i suoi miti, il Gabibbo ed Enrico Ghezzi, mentre sogna Marzullo per un’intervista “strana”.
Un puzzle di finissima cultura pop in cui il trash convive con l’intellighenzia, costruito con un uso abilissimo dell’ironia e di un’urticante provocazione.
Mentre racconta la genesi dell’album, il rischio è di pensare soprattutto a non perdersi nessuno dei riferimenti che infila – più o meno velatamente – tra le parole ( come quando si lascia sfuggire un “in verità io vi dico…”), come in Una donna che conta, seconda traccia del disco, vera e propria e surreale sfilata di celebrità da riconoscere.
Proprio nulla viene lasciato al caso, nemmeno la foto della copertina, sotto la quale si cela un’esegesi stupefacente: “La scimmia rappresenta uno stato pre-umano, noi siamo la scimmietta, solo con qualcosa in più: nell’immagine io allatto il mio primate, è il razionale che allatta l’irrazionale. E quella che si vede nella foto è la scimmietta che ho a casa, solo che non posso sempre portarla con me perché spesso è impegnata a rilasciare interviste”.

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UNA VITA IN CAPSLOCK è una sorta di Commedia dantesca (“Alighieri, l’avete già sentito nominare? E’ uno scrittore bravissimo, ve lo consiglio”), un album interiore e scurissimo, che può trovare la luce ideale solo sotto i flash e i neon di un club: c’è la discesa agli inferi, l’affronto delle paure e dei demoni interiori da buttare fuori, ci sono visioni distopiche, ma alla fine c’è la salita al Paradiso, con After Amore. E non importa che si tratti di una visione paradisiaca temporanea o artificiale, sempre di Paradiso si tratta.
A dare “bellezza” all’album ci pensano le presenze angeliche, e assolutamente antitetiche rispetto a tutto il resto, di Birthh, con il suo canto etereo (nell’interlude di Inferno, ad esempio, omaggio all’elettronica di Valerio Tricoli) e Adele Nigro degli Any Other, che porta il suono di un sax malato: “sono come gli angioletti della Divina Commedia, per cui lavorare con loro è stato naturale”. 
Per le basi invece, accanto al sempre presente collettivo Motel Forlanini, brillano anche i nomi di Riva, Populous, Zeus! e H-24, producer dall’identità misteriosa.
Si torna così alla maschera nell’era dell’ossessione per la celebrità, KETA sceglie di non apparire, ovviamente consapevole che la maschera attira la curiosità, ma ancora di più convinta che la sua è solo una maschera  dichiarata, contro tutte quelle invisibili che ognuno di noi si porta dietro ogni giorno. Dietro a quegli occhiali, MYSS KETA può essere e dire quello che vuole.
Quindi davvero non importa sapere chi si nasconde lì sotto, perché il gioco di MYSS KETA è affascinante e divertente proprio per il suo assurdo mistero: non c’è nessun divismo da proteggere, nessuna intenzione di creare un patinato distacco dal pubblico, ma al massimo la volontà di dare al pubblico esattamente quello che vuole, lasciandogli la possibilità di metabolizzarlo come meglio crede.

E poi ricordatevelo, la realtà supera sempre la fantasia.

Il tour di presentazione del disco proseguirà con i seguenti appuntamenti:
30 aprile – Roma, Monk
4 maggio – Bologna, Locomotiv
5 maggio – Livorno, The Cage
26 maggio – Molfetta (Ba), Eremo Club