“quasi nuda è la storia della mia e della sua prima volta. Era un agosto torrido di tanti anni fa. Non riesco a dimenticare le grida dei tifosi che festeggiavano chissà quale partita nel bar sotto casa e la pasta che ci cucinammo dopo, nella cucina dei suoi genitori. Chi ha ascoltato questa canzone ci ha visto altro e penso che la musica sia magica pure per questo: ognuno ci vede quello che vuole.”
Dopo la collaborazione con MACE e Salmo in Non mi riconosco, e dopo essere stato selezionato tra gli artisti di Spotify Radar, centomilacarie torna con quasi nuda, un nuovo potente singolo, presentato in anteprima al Mi Ami Festival 2024.
Scritto insieme a Teseghella, il brano ripercorre un ricordo del passato dell’artista, con il linguaggio iconografico e la visceralità diventati una sua cifra stilistica, accompagnato da una produzione dalla forte anima pop-rock.
centomilacarie è Simone. Nasce in provincia di Varese nel 2004.
Le sue canzoni sono un accecante salto nel vuoto. Inizia a suonare a 5 anni il violino per poi avvicinarsi alla chitarra e al pianoforte.
La colonna sonora di Final Fantasy, XXXTENTACION e Michael Jackson sono stati i suoi più grandi riferimenti musicali. Nel 2022 pubblica il suo singolo d’esordio “Strappami la pelle a morsi” e si esibisce in line-up del Mi Ami Festival, la più prestigiosa rassegna dedicata alla musica indipendente. Seguono la pubblicazione dell’EP “neanche anch’io” e del singolo “notte vodka” e, a febbraio 2024, la collaborazione con MACE e SALMO nel brano del producer “NON MI RICONOSCO”.
“Un po’ di tempo fa scoprii – per vie traverse – che un mio amico stretto aveva seri problemi di sesso all’interno della sua relazione, da molto tempo. Lui non me ne aveva ma parlato, nonostante fossimo (in teoria) quel tipo di persone, e di amici, che parlano di tutto, sesso compreso, senza problemi. Per un attimo pensai a una questione di mancanza di fiducia, ma poi mi resi conto di una cosa: anche io non gli avevo mai parlato di sesso in quel modo, di insicurezze e desideri, che presumo tutti, in misura differente abbiamo.
Ho abbastanza amiche donne da sapere ormai che la storia dell’uomo performante che pensa solo a quello, sempre pronto, è solo una leggenda. Ma se continuiamo a raccontarcela, con chi se ne può parlare?”
Ma gli uomini, tra di loro, parlano di sesso?
Gira attorno a questa domanda Libido, il nuovo singolo di Colombo.
Libido ci conferma la volontà dell’alter ego musicale di cantautore e pianista Alberto Travanini di voler raccontare le fragilità, spesso nascoste, dell’universo maschile.
Se il precedente singolo, Uomini forti, raccontava la fatica del dover essere sempre forte, il nuovo brano nasce ancora una volta da un episodio autobiografico: un amico che ha problemi sessuali nella propria coppia, e lo stupore nell’altro nel rendersi conto che tra amici, amici maschi, non si parli spesso di tematiche del genere.
Chiunque ha diritto a coltivare la propria fantasia e il rapporto con sè stesso; ma cosa succede se quella zona di autonomia rimane l’unica in cui ci si riesce ad esprimere? Se non si riesce a comunicare i propri bisogno a chi abbiamo davanti, per una notte o per tutta la vita?
#BITS-RECE: Sethu, “tutti i colori del buio”. La fine è l’inizio
BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit
“ho visto un ragazzo stanco sopra il tetto di un palazzo quando i tuoi sogni muoiono non sai dov’è che volano ma sta con la faccia all’angolo perché i ragazzi non piangono c’è una canzone in radio ma ora noi non cantiamo”
(da ragazzi perduti)
Questo album avrebbe anche potuto non vedere mai la luce. Ma questo album è anche la testimonianza di una salvezza.
Per capire da dove nasce dobbiamo fare un passo indietro, a Sanremo 2023, quando Sethu si presenta al grande pubblico con il brano Cause perse. Al termine della kermesse la classifica parla chiaro, l’artista savonese è ultimo. Poteva andare meglio, ma tutto sommato per lui non è stato un dramma, se non fosse che nella testa di Sethu iniziano a prendere forma domande sul senso di fare musica, sugli obiettivi non raggiunti, sulle aspettative da soddisfare, sulla necessità – agli occhi degli altri – di capitalizzare a ogni costo l’esperienza sanremese per trasformarla in una svolta, come l’anno prima era stato per Tananai, e ancora prima per Vasco.
Ecco che il dopo-Sanremo si rivela una voragine, psicologicamente parlando: è il ritorno alla realtà, il ritorno a fare musica solo per la propria missione personale, con le sole proprie forze. Si (ri)affacciano la depressione, l’ansia da prestazione, le paranoie, una latente tendenza a una bassa autostima. In una parola, arriva la crisi. Sethu si allontana anche da Jiz, suo gemello di sangue e di musica, dal momento che è insieme a lui che nascono le sue canzoni.
Poi, per entrambi, la decisione salvifica di (ri)entrare in terapia. E lì, dove c’era solo buio, torna la luce; lì, dove c’era solo nero, tornano a distinguersi i colori. tutti i colori del buio, appunto, quelli che daranno poi il titolo al disco della rinascita e della salvezza.
E a proposito del titolo, si tratta di una diretta citazione del film Tutti i colori del buio di Sergio Martino. Ma tutto il disco è costellato da citazioni che spaziano da Baudelaire, CCCP e persino Club Dogo.
Si badi però che questo è un disco cosparso pur sempre da un’aura e da un mood fuligginosi: la tinta predominante è quella del nero, con la differenza che grazie alla terapia Sethu ha saputo coglierne le numerose sfumature.
L’artista savonese parte da sé, parte dalla propria vicenda personale, ma è chiaro che quello che racconta in questi brani è lo scenario che attanaglia un’intera generazione. Brani come per noia, i ragazzi perduti, troppo stanchi – l’unica traccia a non essere stata composta in quest’ultimo anno – o problemi sono pennellate fosche e violente che tratteggiano un panorama ampio.
“siamo troppo stanchi per la nostra età e tutto questo un giorno ci ucciderà non puoi darmi l’aria che mi manca sciolgo mille pillole dentro l’acqua non sto bene portami via quando la notte era nostra e tu eri mia”
(da troppo stanchi)
“sono magro fino all’osso amici nelle foto la metà ti vuole morto l’altra ti vorrebbe fottere mi compro casa nuova così la riempio di vuoto però qui non siamo a scuola un problema non lo risolvo sognavo troppo da piccolo ora mi sveglio in un incubo e in gola mi è rimasto un nodo che nessuno scioglierà” (da problemi)
Si risente, ovviamente, anche l’eco dell’esperienza sanremese, che irrompe in sottopressione (non mi avranno mai), brano dal titolo eloquente, mentre verso la fine, in triste vederti felice, c’è spazio anche per una confessione spesso censurata: l’incapacità di provare felicità nel vedere qualcuno a cui siamo – o siamo stati legati – che è riuscito ad andare avanti, cambiare orizzonti, prospettive, obiettivi, mentre noi ci sentiamo ancora al punto di partenza, gli stessi che eravamo prima, aggrappati ai ricordi di quelli che eravamo.
tutti i colori del buio è un disco fosco, dicevamo, depresso anche nel senso clinico del termine, ma è anche l’occasione per gettare uno sguardo approfondito sull’oscurità, per riuscire a scorgervi impercettibili sfumature. Ed è per questo che, in mezzo a questa nerissima tempesta, non si possono non cogliere i segnali di una promessa di serenità: “ma forse un giorno dalle lacrime farai crescere gli alberi dove tu salirai per stare bene / e forse un giorno senza pillole vedrai volare gli angeli e anche tu riuscirai a stare bene” canta ancora Sethu in i ragazzi perduti.
Perché, lo abbiamo detto fin dall’inizio, questo disco è anche la storia di una salvezza, quella portata dalla terapia e dal prendersi cura della salute mentale, tema sempre più attuale e su cui Sethu vuole gettare luce.
In fine, per concludere, una notazione di stile per nulla secondaria per il sottoscritto: se vi accingerete all’ascolto dell’album, non fatevi ingannare dal volto del vampiro della copertina, né tantomeno dall’estetica profondamente dark dell’artista, e neppure dalle primissime note d’organo in apertura.
Seppure questo è un album dall’umore nero, le sue atmosfere sonore poco hanno a che fare con l’immaginario gotico: qui a predominare è un’impronta molto meno lugubre e molto più “sporca”, che ha molta più familiarità con il punk, e addirittura con il breakbeat.
Anche questa, dopo tutto, è una notevole sfumatura di buio.
Tra punk-rock e upbeat,Questa sera è il nuovo singolo di Caspio, secondo brano estratto dal prossimo album in uscita nell’autunno/inverno del 2024.
Così presi dalle cose superflue da dimenticarci delle persone, il brano ci ricorda quanto di poco umano ci sia rimasto.
Caspio invita ad avere il coraggio di dimenticare, almeno per una sera, cosa dobbiamo fare domani, non avere paura del futuro, scrollarci di dosso tutto il superfluo per sentirci, ancora una volta, vivi.
Questa sera, facciamo finta che nulla possa farci male e riempiamo il vuoto con qualcosa che valga davvero.
Non sembriamo più umani
Il nostro cuore batte lentamente
Non si risparmia per le cose vuote
Ma si risparmia per le persone
Non vale sempre la candela
Anche se il buio ha un po’ rotto il cazzo
Lascia stare il futuro, ci resta solo un abbraccio
Ci vuole un po’ di coraggio
Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Dimentichiamo cosa c’è da fare
Vorremmo solo poter dormire
E che il sonno non duri poco
Per risvegliarci all’imbrunire
Per iniziare tutto di nuovo
Credere che basti sempre poco
E che non serva camminar sul fuoco
Ci vuole un po’ di coraggio
Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Dimentichiamo cosa c’è da fare
Ci vuole un po’ di coraggio
Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Ci vuole un po’ di coraggio
Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Dimentichiamo cosa c’è da fare
Impariamo a riempire il vuoto
Accelerare il battito di poco
Per sentirci ancora vivi
Ancora vivi
“Stanotte vestiti di me Voglio vederti senza niente Anche se ormai sono niente per te Sparito per sempre Trasparente Allora non sarò mai quello che Sognavi e sognavamo insieme Due fiori storti tra le crepe”
M.E.R.L.O.T torna per l’estate, spogliandosi come non mai, con Trasparente , una ballad fresca e leggera, in cui intimità e vulnerabilità convivono nei versi del ritornello “Stanotte vestiti di me / Voglio vederti senza niente”.
“Strano ma vero, sono riuscito a scrivere una canzone che ti fa prendere bene, forse ultimamente sono andato in overdose di tristezza”, ha commentato l’artista.
Il singolo anticipa il tour, finanziato dal MiC e da SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, che porterà l’artista nei club italiani:
17/10 Bologna – Covo Club
18/10 Verona – The Factory
25/10 Roma – Wishlist
26/10 Napoli – MamaMu Bar
07/11 Milano – Arci Bellezza
08/11 Torino – Campidoglio Murazzi
Le sonorità della Bossa Nova incontrano la Trap in Sesso e samba, il nuovo singolo di Tony Effe eGaia,prodotto da ZEF.
Lo stile iconico di TONY EFFE si unisce al timbro sensuale della cantautrice italo brasiliana Gaia,che dimostra ancora una volta la sua versatilità in questo pezzo fresco e magnetico che racconta l’atmosfera delle notti sudamericane, tra attrazione, complicità e desiderio.
La sensazione di libertà che si prova quando il peggio è oramai passato: Mareneroè il nuovo singolo di Mediterraneo.
Il brano, prodotto insieme a Michelangelo, è fuori per Zefiro con Island Records / Universal.
Un tappeto sonoro tra funky e pop e un ritornello che trasporta nel mondo della synthwave anni Ottanta, Marenero è il racconto di una ritrovata libertà e della consapevolezza che anche i momenti difficili vanno accolti con la giusta leggerezza.
Ad accompagnare il singolo il video firmato da Alessandro Ressia e girato con una macchina a pellicola del 1950 e che traduce perfettamente il senso estetico e l’anima analogica di Mediterraneo.
Mediterraneo, al secolo Alessandro Casali, è un cantautore classe 1992. Dopo aver autoprodotto l’ep Sicilian tape (2021) e il suo primo album Hotel Miramare (2022), da aprile 2024 è in licenza con Island Records dando inizio a un percorso affiancato dalla band sia in studio che sul palco. Il suo brano Italia è fuori per Zefiro, il progetto nato all’interno di PDU da una collaborazione tra Axel Pani e lo stesso Mediterraneo.
Irene Grandi torna sulle scene con Fiera di me, un singolo potente che dà spazio a sonorità nuove per esprimere ancora una volta la sua tendenza a sperimentare.
“Fiera di me esce in un momento importante della mia vita, quello dei trent’anni dal mio debutto del 1994 con l’album Irene Grandi. Ho sempre concepito la vita come qualcosa da vivere intensamente, con la curiosità di sperimentare e il coraggio di sbagliare. Fiera di Me è una presa di coscienza che accettare le contraddizioni, armonizzare gli opposti, avere una personalità artistica che sfugge dagli schemi predefiniti, è un segno di maturità che mi rende fiera della strada che ho scelto e di quella che ancora mi attende.
Il viaggio è sempre stato un tema di ispirazione per me, il desiderio di conoscere, scoprire e sperimentare in libertà, e anche la voglia di sfuggire all’abitudine uscendo dalla comfort zone, cambiare, evolvere”.
Fiera di me anticipa un tour autunnale e un nuovo album, per celebrare i trent’anni di carriera di Irene Grandi.
Per l’occasione Irene rinnova anche la collaborazione con Warner Music Italia che oltre a distribuire il nuovo singolo ripubblicherà alcuni degli album in vinile più importanti della sua discografia, a partire da quello che la vide esordire nel 1994,Irene Grandi, uscirà rimasterizzato il 31 maggio, con la bonus track Un motivo maledetto featuring Levante.
A poche settimane dall’uscita del suo primo album “DEJAVU”, il producer multiplatino Lolloflow torna con il singolo Amici, una canzone in cui si affronta il tema della rottura.
«Questa canzone invita a rinascere dopo la perdita di un amico e quindi di essersi fidati di qualcuno che forse non meritava la nostra amicizia. Ma poi nell’amicizia, anche in quella spezzata dagli eventi negativi, rimane sempre un legame, quel legame di condivisione che si è perpetrato per anni e che sebbene ci porti “a tagliare le radici”, non ci fa detestare l’altro, perché in un certo senso fa parte del nostro vissuto.
“Ci perdo la testa ancora ma non ti detesto affatto e sarò sincero, giuro non sarò da meno, no.”
Ho avuto amicizie importanti che hanno comunque attraversato momenti di crisi, ma che poi si sono riallacciate perché la sintonia c’era, il rapporto era vero».
Amaterasu è un profondo viaggio nell’interiorità di Mercvrio, in totale clima grunge rock, unbrano in cui il cantautore romano parla al sé di anni prima della capacità di migliorare e lottare per ciò che non piace.
Con chiari rimandi ai Nirvana e all’alternative rock, Mercvrio lancia questo singolo che rappresenta il suo trascorso, tra ragazzi di periferia, palazzi e leitmotiv ritmici oltre che tematici dello stile di Mercvrio.
Il brano, prodotto a 4 mani dallo stesso Mercvrio e Rebtheprod e totalmente suonato, a sottolineare l’esperienza diretta del cantautore, racconta della voglia di distruggere il mondo, spesso perchè non dà niente in cambio.
Ma è proprio in questo sentimento incalzante che è possibile trovare la forza per migliorarlo.