#MUSICANUOVA: Shori, “Non siamo Broke”

#MUSICANUOVA: Shori, “Non siamo Broke”

Non siamo Broke è una presa di posizione, un imperativo indiretto a livello collettivo, una risposta forte verso chi ti pensa finito o dimenticato e prova a portarti lontano dalle tue passioni. È facile mollare se non senti fiducia intorno a te. Questo brano vuole essere uno stimolo a non arrendersi, a non avere un approccio estemporaneo alle passioni. È un inno per chi vuole e spero possa ispirarsi a queste parole, per i miei amici, per le persone che ho vicino e per quelle che non conosco ma che spero trovino uno stimolo in quello che canto”.
Dopo essere arrivato questo inverno tra i finalisti di Area Sanremo con il brano Prospettiva, Shori torna con Non Siamo Broke.
Un manifesto sulla ricerca di se stessi e sul non mollare mai, perché la passione non conviene, si vive, devi lottarci e metterti in discussione.
Questa traccia rappresenta il significato collettivo che Shori ha sempre voluto trasmettere con il suo progetto, trovando una nuova sintonia tra musica e testo.
“La musica ti da questa opportunità continua di rinnovarti, e ho capito ora come non mai che il valore nasce dall’insieme, solo così si vince, non c’è via di fuga da questa condizione.
Continuerò a bussare alle porte per molto tempo. Questo è il messaggio finale. È un manifesto corale, c’è un prima e un dopo questo pezzo, sia a livello di consapevolezza che di fame. È la musica che vivendola e assorbendola ti insegna qualcosa. Non Siamo Broke, non siamo finiti, non siamo a terra, dobbiamo mangiarci il futuro e tutte le opportunità che arriveranno. È l’unico ritorno che potevo pensare”.

Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora
E Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora

Se ti consola son solo
Solo con me questa sera
Pieno di se
Con la presa male
Lecco la calle
Ma è tutto normale
Ho ancora tanto da dare
Vorrei
che non venisse sprecato
Il talento in un attimo
Sradico un albero
Quante ne ho fatte
Quante ne mancano
Vorrei
Vederci un filo piu lucido
Spero sia l’ultimo
Attacco di panico
Essere meno Drammatico
No non era un calo di zuccheri
Mangia che poi li recuperi
Come i minuti finali
Calma che arrivano i numeri
Scappo di corsa se arrivano i dubbi
Ehi

Togli quei forse
Dal vocabolario
Togli quei forse
Quante rincorse

Ci stiamo arrivando
Quante rincorse
Per ogni pensiero
Scomodo
Tossico
Figlio del prossimo
Passo che faro
Raddoppio le dose

Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora
E Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora
E ritornerò
Con ancora più forza
Si ritornerò

Ritornerò
Con ancora Piu forza
Le darò un bacio
Con ancora più bocca
basta
Con le scuse e bugie
Con le fobie
Se la buca è profonda
Sarà Grossa la svolta
flotta
Tocca provarci allora
ancora
Non l’ho apposta
Ma avevo voglia solo di
Scomparire
Questa notte
Possiamo trovare le
Paranoie giuste per sintonizzarci

Togli quei forse

Dal vocabolario
Togli quei forse
Togli quei forse
Togli quei forse

E per ogni mio Bro
Che ha provato a sfidarsi
Senza provare a sfidare
Da quelle gambe
Ho preso distanze
Mi hanno fatto male
Non puoi
Non puoi
Non puoi
Guardarmi cosi
Cosi Non puoi

Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora
E Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora
Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora
Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora

(No no non siamo Broke
No non siamo Broke No)

Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora
E Non Siamo Broke
Non anco
Non ancora

E ritornerò
Con ancora più forza
Si ritornerò

#MUSICANUOVA: CITRIESTE feat. Pretty Solero, “Blu”

#MUSICANUOVA: CITRIESTE feat. Pretty Solero, “Blu”

Blu è il nuovo brano di CITRIESTE in collaborazione con Pretty Solero, il rapper romano, membro della Crew 126/CXXVI nonché fondatore del “movimento” Love Gang.

Il pezzo è nato in studio da GFerrari in modo completamente spontaneo e fa fuoriuscire la parte più indie pop e malinconica dei due artisti, coinvolgendo intimamente l’ascoltatore, con le sonorità fresche di Gferrari che fanno da sfondo.

“Con questo nuovo pezzo volevo trasmettere a chi ascolterà uno stato di irrequietezza e sensazioni contrastanti, lasciandogli in bocca l’amaro di una canzone che come la vita e come ogni storia d’amore finita, porta sempre un po’ di aspro con sé”.

CITRIESTE si mette a nudo cantando i suoi sentimenti tramite immagini rubate, con Roma che fa da scenario, accompagnato per l’occasione dalla penna brillante di Pretty Solero che da sempre si contraddistingue per l’uso peculiare dei suoni e delle rime, catturando un immaginario immediatamente riconoscibile.

Il cielo era sereno

Poi un fulmine cade squarcia il terreno
Il fiume Tevere scorreva lento poi veloce
Lo risalimmo verso la foce

Le mie emozioni strappano lacrime alle persone
Per ogni fratello che aspetta la cassazione
Per ogni sorella che piange per amore
Resto in silenzio aspettando che il giorno muore

Auuu

Il cielo era limpido senza le lacrime sue
Giochiamocela a morra cinese
Carta poi forbice
Auuu

Il cielo era limpido senza le lacrime tue

Giochiamocela a morra cinese tanto lo sai che poi vinci tu

Blu blu blu
Come i tuoi Levis
Come i tuoi occhi
Giù giù giù
Come il mio morale
Quando non ci sei tu
Un arcobaleno sangue sul terreno

Blu blu blu
Come i tuoi Levis

Come i tuoi occhi blu

Sangue sopra un edera
Occhi chiusi di resina
Sentimenti
di plexiglass
Un bacio sulla guancia
Sulla tua faccia gelida
Che non si riscaldava mai

Sorrisi
Lasciano rughe
Tra i respiri colorati
Dal freddo fuori
Ora che siamo trasparenti
L’uno per l’altra
Ora che non ti vedo più
Ora che non ti vedo più

Rovi di spine sotto la lingua
Schegge di betulla
Mi hai dato di tutto

Ti ho perso per nulla In un mare di niente

Al momento sbagliato
nel posto in cui non dovevo essere

Blu blu blu

Come i tuoi Levis
Come i tuoi occhi
Giù giù giù
Come il mio morale
Quando non ci sei tu
Un arcobaleno sangue sul terreno

Blu blu blu
Come i tuoi Levis
Come i tuoi occhi blu

“Io ti includo”, il manifesto pop e arcobaleno di Romina Falconi

“Io ti includo”, il manifesto pop e arcobaleno di Romina Falconi

«Ho avuto l’onore di essere la madrina del Pride di Varese, ho scritto una canzone alla maniera mia: ironia scintillante applicata ad un tema serio ed importante. Volevo dare il mio contributo alla causa mettendo in risalto l’importanza di una parata rainbow in questo preciso momento storico e dare luce alle figure che si fanno il mazzo affinché il pride sia l’evento magnifico che è. Sono favolosamente arrabbiata, perché la diversità è una sfumatura bella, non qualcosa da soccombere».

Tutto è partito dal Varese Pride dello scorso 22 giugno, quando Romina Falconi ha accompagnato la manifestazione in qualità di madrina.

Un’occasione propizia per dar vita a un brano che affrontasse con i toni leggeri del pop e uno spirito scintillante una tematica di caldissima attualità come quella dell’inclusione e della necessità di garantire a ogni persona pari dignità e pari diritti.

È nato così Io ti includo, un nuovo singolo arrivato un po’ a sorpresa proprio sulla coda del mese di giugno, tradizionalmente dedicato all’orgoglio rainbow.

Firmato dalla stessa Romina Falconi insieme a Immanuel Casto con la produzione di Niccolò Savinelli e Leonardi Caminati, il brano è un manifesto di inclusione che attraverso la lente dell’ironia richiama la politica, e i suoi rappresentanti, al proprio dovere primario: l’interesse e la tutela di tutti i cittadini.

Io ti includo sotto il sole
Tu non temere, l’amore è amore
Vieni qui che ti includiamo
Siamo i gran figli dell’arcobaleno

Sono Giorgia,
Sono madre d’Italia
Una Diva s’è desta
Sono antifascista

Sono una canzone,
faccio come mi pare
Ed almeno qui dentro
Si realizza di tutto!

Sono l’Italia
C’è ancora chi mi ama
Sono fortuna
Che non sarò più come prima
Sono preghiera,
Nessuno pianga come noi
Pure se piove, lo vedi il sole?

Varese è viva
Che canta e balla nuda
L’anima vibra,
È un bacio lungo al Pride
Grida alla luna
Nessuno resti solo più
Pure se piove, lo vedi il sole?

Sono Zeno, ho sfidato il destino
Posso cambiare pelle, punto ancora alle stelle

Sono Cusa Dj, sono amore e pride,
e farò scomparire le tue lacrime amare

Io ti includo sotto il sole
Tu non temere, l’amore è amore
Vieni qui che ti includiamo
Siamo i gran figli dell’ arcobaleno

Se non rispetti tutti, non rispetti nessuno,
Oh presidente, dacci un bacino
Con le lacrime ballo, mi riprendo il futuro
Oh presidente, facci un inchino

Sono Giovanni,
Lotterò tutti i giorni,
per rivendicarti, per ricordarti

Sono Romina, sono una madrina,
Faccio la Rottincuore, con orgoglio e rancore

Ai loro manganelli alle loro spranghe
io rispondo solo
Ti includo a sangue
Sono arrabbiata e scintillante
Ti includo senza lubrificante

Io ti includo sotto il sole
Tu non temere, l’amore è amore
Vieni qui che ti includiamo
Siamo i gran figli dell’ arcobaleno

Se non rispetti tutti, non rispetti nessuno,
Oh presidente, dacci un bacino
Con le lacrime ballo, mi riprendo il futuro
Oh presidente, facci un inchino

#MUSICANUOVA: PUGNI, “Falco ubriaco”

#MUSICANUOVA: PUGNI, “Falco ubriaco”

Una canzone che precipita in picchiata per poi riprendere quota, raccontando di un crollo e di una ricostruzione dell’anima.

Falco Ubriaco è il nuovo singolo di PUGNI.

Un brano dallo spirito rock, inquieto e tormentato, e dal testo profondamente personale, capace di raccontare con coraggio e consapevolezza un proprio periodo buio e la conseguente rinascita.

Il brano fa riferimento infatti a un episodio realmente accaduto all’artista. 

“Nel 2018 avevo 25 anni, mi stavo laureando in psicologia, ma al tempo stesso ero un paziente che oggi seguirei con molto trasporto. Non era un bel periodo per la mia salute mentale e usavo l’alcol come farmaco.

Una mattina stavo tornando a casa dopo una serata in compagnia di persone con cui condividere la necessità di spegnere il cervello. Barcollando, camminavo sul muretto dell’argine dell’Arno, a Pisa, con la netta percezione che fosse qualcosa di estremamente pericoloso ma con un’insensata fascinazione verso il vuoto sotto di me. Alla fine la mia ombra ebbe la meglio: sono caduto (Scivolato? Buttato? Non l’ho mai capito) sul cemento. Dopo non so quanto tempo, mi sono risvegliato a terra con il bacino rotto, qualche graffio e l’incapacità di respirare per alcuni secondi. 

Quella piccola morte è stata la mia risurrezione: fui obbligato a restare immobile per due mesi, ritrovai la mia strada e mi rimisi in piedi con rinnovata energia. Poco dopo poi conobbi una ragazza che mi aiutò a ritrovarmi nella luce dei suoi occhi”.

Falco Ubriaco è una lettera di PUGNI a sé stesso, per ricordare i propri limiti e i propri errori, ma al tempo stesso è una lettera di ringraziamento alla persona che l’ha salvato e gli ha fatto ritrovare la luce.

È un’esplosione di dolore, liberazione e redenzione, in cui la voce grida con forza, in tutta la sua dolce e potente ruvidità, il groviglio di sentimenti e riflessioni che quella caduta ha risvegliato. E lo fa volando sopra un riff dagli echi grunge di Danny Bronzini, e a un mondo di emozioni tribali trasmesso nell’uso delle percussioni. Il tutto cucito insieme con armonie ben studiate e melodie intense: quello stile sonoro che, fondendosi al suo costante lavoro di introspezione testuale, dà a ogni canzone di Pugni un’intensità speciale.

Torni da solo dopo troppa compagnia

Anche stavolta sei fuggito grazie a una bugia

Con una bussola che punta su improvvisa

Corri sui tetti dei palazzi tu sei pazzo

Falco ubriaco tu fai cose eclatanti

Tipo ti butti da sei metri per vedere se ancora rimbalzi

Son troppo veri questi tuoi nuovi salti

E lo faresti davvero se non pensassi sempre agli altri

Sempre agli altri

Magari è vero che la cura sono i sentimenti

Certe cose tu le immagini ma non le senti

Poi tra la polvere una chimica improvvisa

Sorride pure quando scopre che sei pazzo

La tua saliva mi fa cose eclatanti

Tipo ti scrivo una canzone poi ti immagino nuda mentre la canti

Per questo volo non mi servono salto

Falco ubriaco dall’alto cado in picchiata sui tuoi sguardi

Sui tuoi sguardi

Colpi d’ali nello spazio-tempo senza gravità

Sono ai limiti dell’universo, cosa c’è di là?

Non mi chiedo più a che cosa servo

Ora sono qua

Ora sono qua

Ora sono qua

Falco ubriaco tu fai cose eclatanti

Tipo ti butti da sei metri sfiori il suolo e ti rialzi

Sei decollato per fuggire dagli altri

Falco ubriaco alla fine ci sei riuscito a ritrovarti

Nei suoi sguardi?

I Meganoidi hanno rifatto “Zeta reticoli” con Cristiano Godano

I Meganoidi hanno rifatto “Zeta reticoli” con Cristiano Godano

In occasione del ventesimo anniversario di Zeta Reticoli, i Meganoidi hanno deciso di regalare una nuova veste a quello che è senza dubbio il loro brano più celebre e iconico, originariamente pubblicato come ultimo pezzo in tracklist del loro secondo album Outside the Loop, Stupendo Sensation, pubblicato nel giugno 2003.
Per farlo hanno voluto chiamare Cristiano Godano, storico leader dei Marlene Kuntz.

La nuova versione del brano, arrangiata da Luca Guercio, unisce le voci di Davide Di Muzio e Cristiano Godano in un’unica espressione artistica, registrata e mixata da Nicola Sannino presso il Tabasco Studio di Sori.

La sinergia con Cristiano Godano non si ferma qui: attualmente infatti la band e il cantautore stanno lavorando insieme a una nuova versione del brano Ti voglio dire, estratto dall’album solista di Godano Mi ero perso il cuore, uscito nel 2020.
Entrambi i brani sono stati eseguiti dai Meganoidi, con Luca Guercio ai fiati e alla chitarra, Riccardo ‘Jacco’ Armeni al basso, Giulio Canepa alla chitarra, Saverio Malaspina alla batteria e il prezioso contributo di Filippo Cuomo Ulloa al pianoforte.

 «L’uscita di “Zeta Reticoli” in questa nuova veste rappresenta sicuramente ‘il momento di maggiore slancio’ di cui il pezzo parla in qualche modo. Dopo 26 anni di attività, siamo ancora in tour e non abbiamo paura delle sfide da affrontare. Abbiamo sempre svolto questo lavoro in modo sincero e diretto. Questa nuova versione, realizzata con lo straordinario Cristiano, è un regalo per chi ci ha seguito, amato e sostenuto in tutti questi anni. Perché coloro che ci seguono non sono fan, non sono pubblico, sono la nostra famiglia.»

 

#MUSICANUOVA: Nebulosa, Mercvrio e Stornavanti, “generazione menti malate”

#MUSICANUOVA: Nebulosa, Mercvrio e Stornavanti, “generazione menti malate”

Ci sono casi in cui, vuoi perché nasce una comune urgenza comunicativa, vuoi per un’affinità elettiva o semplicemente perché il caso e le coincidenze hanno scelto così, nascono progetti artistici corali.

Questo è uno di quei casi. generazione menti malate è infatti il nuovo brano di Nebulosa insieme a Mercvrio e a Stornavanti.

Un brano che è un singolo racconto di tutte le difficoltà di una generazione intera: Nebulosa ha scritto questo brano pensando al burnout, ai suicidi, all’uso sfrenato del digitale, e all’ansia della sua generazione.

Con la sua penna si fa portavoce di un momento che soffre tra virtuale e difficoltà psicologiche, insieme agli Stornavanti e a Mercvrio, altri esponenti della sua stessa corrente musicale legata al punk moderno.

Tra influenze trap, autotune, chitarre distorte, e batterie in faccia generazione menti malate è un urlo di dolore, un urlo ad ascoltare queste difficoltà e aprire gli occhi su come affrontarle.

nebulosa nasce dopo anni di palchi e lavori in studio di registrazione ed è un progetto che naviga nel punk pop rock moderno senza paura, raccontando a 360° le emozioni che si vivono e che spesso cerchiamo di non spiegarci.

Mercvrio è il progetto musicale da solista di Davide Attili, un normale essere di forma umanoide cresciuto cantando e suonando in gruppi hard rock, metal e free jazz pop indogiapponese nei principali, ma soprattuto nei secondari locali della capitale. Spesso anche nei terziari. La svolta musicale arriva nel 2014, quando, senza motivo, decide che è  arrivato il  momento di cominciare a scrivere e cantare in italiano. Per quanto il rock e le sue derivazioni sonore esercitino ancora oggi in lui una significativa influenza nello stile canoro e compositivo, le  sue canzoni sono la risultante di molteplici forze contaminanti, non solo  musicali. Segni particolari: reflusso gastroesofageo.

Stornavanti nasce nella periferia Romana nel 2019 dall’unione della chitarra di Stefano Carinci e della penna e voce di Pierfrancesco Ceccanei. La metrica del rap si unisce alla melodia del Pop e al graffiato del grunge e del rock, il risultato è un gruppo in grado di mescolare più generi. Nel 2023 il progetto assume la sua coerenza artistica definitiva di gruppo crossover. Il suono e l’energia trasmesse sul palco, tratto distintivo del gruppo, vengono messe finalmente in musica.

#MUSICANUOVA: nudda, “MILLEOCCHI”

#MUSICANUOVA: nudda, “MILLEOCCHI”

Parlare agli altri come dovremmo parlare alle parti più intime di noi stessi: è questo il viaggio di MILLEOCCHI, ultimo singolo di nudda, un intenso racconto fatto di immagini e sensazioni che mostrano come si può entrare a contatto con le parti più nascoste di noi, anche se questo significa avvicinarsi con le paure che abbiamo.

Tra sonorità che uniscono club, deep house e pop elettronico, nudda affronta le proprie paure, sia nel rapporto con gli altri, che quando ci si confronta con se stessi.

nudda nasce a Siena il 2 giugno del 2000.
Partecipa a X-Factor 2021 e pubblica il suo primo singolo “nonusciraidaqui”. É la  vincitrice della targa Quirici al Premio Bindi 2022, dov’era tra gli 8  finalisti e la terza classificata al Premio George Brassens 2022. É tra le artiste invitate al primo anniversario di EQUAL Italia di Spotify. Il suo primo album “Vedo il mondo un po’ sfocato” esce a ottobre 2022, ottenendo complessivamente quasi 900.000 ascolti, oltre a numerosi inserimenti editoriali di tutti i suoi singoli.

“MILLEOCCHI” anticipa il vero cuore del secondo album di nudda,  che uscirà a fine 2024.

#MUSICANUOVA: Epoca22, “Notturno”

#MUSICANUOVA: Epoca22, “Notturno”

Anticipato da Visualizzare, è tempo di un singolo per gli Epoca 22, stratificato progetto apuano. Notturno, questo il titolo del brano, è il nuovo passo verso la pubblicazione di un album dal titolo La città radiosa, in uscita in autunno.

Un paesaggio lunare, un bosco dalle cui fronde diafane spirano luci cerulee, un locus amoenus che richiama gli scorci delle poesie di Saffo e la lirica di D’Annunzio, ma anche il contesto perfetto per raccontare il dualismo tra eros e thanatos.

Fin dai primi secondi, “Notturno” porta in un “sogno d’una notte di mezza estate” di shakespeariana memoria: sogno su cui incombe, dolce amara, la fine.


Immersa nel tiepido languore dei riverberi, la linea slowcore del brano si ibrida con sonorità new wave e shoegaze.

Notturno” è co-prodotto da Mattia Cominotto.

E morirò andando a raccogliere la luna

in uno stagno una sera che sarò ubriaco

ma ‘sta notte; ‘sta notte.

Monta su, dai, con quel che hai

non c’è tempo, poi, da perdere

Lasciami qui tra gli alberi

sotto al glicine

nel vento

Lasciami qui

sospeso inerme

nello scorrere del tempo

ascolta piove

sulle nostre mani

sui nostri volti

E morirò andando a raccogliere la luna

in uno stagno una sera che sarò ubriaco

ma ‘sta notte; ‘sta notte.

Ascolta piove 

su fiori accolti

sui nostri volti

Ascolta piove 

sui miei pensieri

sulla favola bella

che eri…

#MUSICANUOVA: Il Triangolo, “Per fare peggio”

#MUSICANUOVA: Il Triangolo, “Per fare peggio”

Un nuovo brano, atipicamente estivo, segna il ritorno sulle scene de Il TriangoloPer fare peggio.

Un nuovo omaggio a una generazione, quella in bilico tra il fare le ore piccole e l’aprire un mutuo.
Il pogo ad un concerto in un centro sociale, una vacanza al mare e l’acquisto di una casa possono essere tutte delle tappe di un unico viaggio alla ricerca del proprio vento?


Tra la citazione di una vecchia canzone punk italiana e un ritornello pop che non ti si scolla di dosso, il nuovo singolo de Il Triangolo è la confessione della paura nascosta di tradire se stessi.

Il racconto di tutte quelle cose che da piccoli ci si promette di non fare, ma che la vira da adulti ci costringe ad affrontare.

Giurami, che rimarremo sempre giovani” cantavano Il Triangolo, ovvero Marco Ulcigrai (chitarra, voce) e Thomas Paganini (basso, voce) nel loro esordio del 2012, “Tutte Le Canzoni”, album realizzato in seguito alla vittoria dell’edizione 2011 di VA sul palco – concorso musicale per artisti emergenti – che segnerà l’inizio della collaborazione con Ghost Records.

Erano davvero tutte le canzoni che avevano scritto sino ad allora: dieci piccoli inni a una giovinezza che si vuole liberare dalle costrizioni del proprio tempo e ritrova nel passato un luogo d’amore antico e ormai perso. E così, “tutti cantano Battisti”, comprano i dischi in vinile e sognano letti di rose in tempi di spine. Nel maggio del 2014 vede la luce il secondo album “Un’America”, arricchendo la linea cantautorale del lavoro precedente con suoni e arrangiamenti più sporchi e decisi, grazie a nuove influenze e nuove ricerche sonore.l punti di partenza sono ancora il beat e il cantautorato, ma in una veste più rock, dove i fuzz delle chitarre, le batterie sature e il basso distorto si prendono la scena.

Non solo due album, ma anche un’attività live intensa, con quasi 200 concerti in tutta Italia, condividendo la scena con alcuni tra i migliori artisti italiani attuali e calcando palcoscenici importanti tra cui, due volte, quello Mi Ami Festival. A cinque anni di distanza, Marco e Thomas sono tornati con un nuovo album, “Faccio un cinema”, uscito ad inizio 2020.

Di esperienze, in mezzo, ce ne sono state tante: Marco è entrato in pianta stabile nella formazione live dei Ministri, con cui suona dal 2015. Con la rock band milanese ha collezionato date in tutta Italia e in Europa, esibendosi su palcoscenici prestigiosi, come quello del Primo maggio a Roma, quello del Primo Maggio di Taranto o quello dello Sziget a Budapest.

Dopo il successo con i Ministri, Marco è stato scelto da Vasco Brondi per seguirlo nelle date delle Luci della Centrale Elettrica per il tour di “Terra“, che lo ha portato nuovamente a Roma sul palco del Primo Maggio ed in TV, ospite di “Quelli che il calcio”.

#MUSICANUOVA: NOLO, “PUM PUM”

#MUSICANUOVA: NOLO, “PUM PUM”

Prima singolo, poi singolo, poi disco… la prima delle trappole di cui parleremo.
L’arte seriale ci rende invisibili come lampadine in una grande metropoli?
Ci impone con forza al prossimo come una propaganda?
La ripetizione diffonde o disperde?


Nuovo capitolo per NOLO, band di Milano che torna, con una nuova formazione a quattro, dopo la pubblicazione dell’EP Luminia, di cui resta un riferimento nelle luci metropolitane scelte per la cover del nuovo singolo, PUM PUM.

Una nuova storia di una band pop, a tratti sfacciatamente pop, mutevole e trascinante, come Milano e come il quartiere della metropoli da cui il gruppo prende il nome. Fuori dalle dinamiche iper produttive del mercato musicale, i NOLO tornano dopo un periodo di assenza di quasi due anni con un personalissimo singolo estivo, nuovo, piccolo manifesto generazionale.

L’invisibilità è il concetto cardine di questa fase, e tutte le uscite avranno come comune denominatore questo argomento.
Qui si parla di un’invisibilità artistica, frutto di un mercato esageratamente ricco, dove spesso si fa fatica a capire cosa si vuole realmente comunicare (sempre che si abbia qualcosa da comunicare).

“Come brillare di più, quando si è una lampadina in una metropoli?”, si chiede la band.

In modo molto eloquente, il brani si apre con una sorta di formula magica che sembra uscire dal manuale dell’esperto discografico: “prima singolo, poi singolo, poi…”.

Ma questa strategia, che per molto tempo ha guidato la quasi totalità dei progetti mainstream, funziona ancora?

Ci siamo domandati tutto questo, prima di parlare di quanto sia insostenibile l’invisibilità di fronte alla necessità di comunicare. PUM PUM parla di un gioco con regole scritte da altri, il nostro gioco preferito. Di un mondo musicale che si mostra contemporaneamente salvatore e boia, dove ancora cerchiamo di pesare le parole, fingendo di non avere il dito sulla bilancia. PUM PUM è la nostra sparizione e ricomparsa, un trucchetto da illusionisti, che nascondono colombe nel frac, con il desiderio di suscitare un piccolo stupore”.

PUM PUM è firmata da Simone Milani (cantante) e Eva Favarò, mentre la produzione è stata affidata a Alessandro Nitti, Francesco Savini e i Nolo.

La band Nolo nasce con gli amici d’infanzia Simone e Giulio, che si trovavano dopo scuola per suonare assieme in una piccola sala prove scassata del quartiere di Milano North Of Loreto (NoLo). Nel 2023 diventano addirittura quattro, aggiungendo Alberto e Alessandro nel gruppo, casualmente anch’essi una coppia di amici d’infanzia, cresciuta a pane e live.

Hanno pubblicato un album e un EP, negli ultimi 3 anni, suonando in tanti posti, vincendo qualche concorso (come Sanremo Rock nel 2021 e Lavagna Busking Contest nel 2022) e perdendone tanti altri.

La band cerca di unire testualità cantautoriali ad un sound pop internazionale.

La verità è soprattutto che i Nolo sono una famiglia che si è scelta. Quando uno dei Nolo si trova ad un buffet, mette da parte tramezzini per gli altri.

Quando uno dei Nolo vuole mangiare cinese nel posto più economico e vicino alla sala prove, tutti sanno che le diete sono rimandate. Quando uno dei Nolo manda meme sul gruppo, ne riceverà altri 10 dalla stessa pagina. Quando uno dei Nolo è triste, per una performance non eccellente, un altro Nolo lo consola, anche se sotto sotto crede di aver fatto peggio.

Quando suonano, i Nolo si guardano negli occhi ogni tanto e gli viene da ridere.