A casa di Alda, il 1 novembre una serata per ricordare la “poetessa dei Navigli”

Il prossimo 1 novembre, nel settimo anniversario della scomparsa di Alda Merini, Giovanni Nuti sarà protagonista di un evento speciale presso la Casa delle Arti-Spazio Alda Merini di Milano (via Magolfa 32).
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Il cantautore incontrerà gli amici e il pubblico per una serata di musica, poesie, ricordi in una location che raccoglie molte suppellettili e memorabilia della “storica” casa di Alda Merini di Ripa di Porta Ticinese 47: dal pianoforte alla macchina per scrivere, dal suo letto (“zattera che corre verso l’infinito”) alla riproduzione del “muro degli angeli”, la parete su cui la poetessa appuntava numeri telefonici, nomi, disegni.
Giovanni Nuti presenterà il suo “canzoniere” accompagnato da alcuni musicisti-amici (Simone Rossetti Bazzaro, violino; Josè Orlando Luciano, pianoforte; Alberto Melgrati, oboe; Michel Behare, chitarra; Emiliano Oreste Cava, percussioni) e racconterà episodi del suo “matrimonio artistico” con la poetessa dei Navigli, come la Merini era solita chiamare il loro lungo e intenso sodalizio, durato dal 1993 al 2009.

Nella serata ci sarà spazio per altri ricordi: alle ore 21, prima di Giovanni Nuti, la testimonianza di un altro amico di vecchia data di Alda Merini: Alberto Casiraghy, lo stampatore-editore-artista che, per i tipi della sua casa editrice Pulcinoelefante, stampò oltre 1.000 piccoli libri con le poesie e gli aforismi della poetessa, spesso da lui stesso illustrati. E poi reading di poesie di Alda Merini, racconti, aforismi, pensieri e parole
in libertà a cura de LA CASA DELLE ARTISTE.

A casa di Alda, martedì 1 novembre, presso la Casa delle Arti-Spazio Alda Merini di Milano (Via Magolfa 32) ore 22,15.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
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“Non sono un teen idol”: Emis Killa dà il via alla sua Terza Stagione

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Non fatevi ingannare dalla copertina
. Quello sfondo rosa dietro a lui vestito da pugile non serve a dare contrasto tra – mettiamo – la durezza dei testi e l’easy listening della musica. Anche perché in questo album di easy listening ce n’è ben poco.

No, quel color pastello, così come il super liquidator di una delle foto interne al booklet doveva essere un richiamo a un certo immaginario, quello a cui si rifà Cult, il singolo di quest’estate: doveva essere questo il tema attorno cui far ruotare l’intero disco, che infatti proprio così doveva intitolarsi, con i richiami agli anni ’90, la nostalgia per un decennio “in cui si è inventato tutto, mentre adesso il ritmo è rallentato e si continua a lavorare per migliorare le stesse cose. Oggi si tende ad addormentare l’intelligenza, si agevola la scimmia, non c’è lungimiranza, non si fa più scouting: penso che siamo nel periodo peggiore della natura umana”.

Poi il progetto è diventato Terza stagione. Quasi come una saga televisiva, il terzo capitolo discografico del rapper milanese arriva dritto come un pugno in faccia, sicuramente inaspettato.

In questi ultimi anni di grande fregola generale per l’hip hop, siamo infatti stati spesso abituati a vedere il rap sui palchi nazional popolari e in ogni radio e ci siamo convinti che in fondo non fosse altro che la nuova forma del cantautorato. Che in parte è vero, soprattutto per ciò che riguarda i messaggi contenuti nei testi, ma abbiamo forse perso per strada il dettaglio che l’hip hop parte dal buio, dal grigio delle periferie delle città, dalle situazioni più dure, ed è quindi per sua natura uno dei generi meno pettinati. Accanto a rapper che scalano le classifiche con hit da ombrellone, strizzando l’occhio ai ragazzini, c’è – vivissima – una parte del mondo hip hop che porta ancora addosso vestiti scomodi.

Ora, senza voler innescare inutili lotte intestine, ci eravamo un po’ convinti – compreso il sottoscritto – che uno come Emis Killa potesse stare tranquillamente accanto a uno come Fedez: lo avevamo creduto quando sono esplosi entrambi nel 2013, lo avevamo creduto ancora di più quando li abbiamo visti uno a X Factor e l’altro a The Voice, ci eravamo cascati quando uno duettava con la Michielin e l’altro ci proponeva il para-inno mondiale Maracanà. Pop travestito da hip hop, insomma. Lo credevamo. Ci abbiamo creduto fino a quest’estate, quando Emis Killa è tornato con Cult, che aveva tutta l’aria di essere un altro tormentone in rime.

Ma il il rap è fatto di zone di colore e di coni d’ombra, e in Terza stagione lo si capisce al volo. 

A fronte di una copertina color confetto e fatti salvi un paio di brani, per il resto Emis Killa ci ha portato un album durissimo, dai suoni freddi e con i testi abrasivi. Già Non era vero lo faceva intuire, poi è arrivato Dal Basso, ed è stato chiarissimo. Qui la voglia di sorridere ai lustrini proprio non c’e, e se c’è è ben mascherata dietro a testi in cui il filtro dell’autocensura è stato completamente eliminato. I riferimenti alla periferia, al “blocco”, alla “vita di prima” non si contano, e hanno tutto l’aspetto di essere sinceri.

E quindi come si concilia il rapper di questo album con il giudice di The Voice? Beh, a quanto pare sono due facce dello stesso prisma, che hanno convissuto da sempre, ma che forse è stato il pubblico a voler separare. Tra i brani che più fanno strabuzzare gli occhi, Su di lei, praticamente un rapporto sessuale descritto in presa diretta: “All’inizio si era quasi pensato di non metterlo nel disco, mi avevano anche detto che era brutto. Sono perfettamente consapevole che una canzone così mi porterà delle critiche, soprattutto dai genitori dei ragazzi che mi ascoltano, ma io non voglio apparire migliore di quello che sono. Un pezzo come questo l’avevo già fatto anni fa, si intitolava Sexy line, ma lo conoscono in pochi e quando lo proponevo nei live vedevo l’imbarazzo sui volti delle mamme e de papà. Credo però che sia giusto che tutto il pubblico sappia chi sono e cosa faccio, non sono un teen idol, non sono Benji & Fede, se vuoi ascoltarmi devi conoscermi”.

Al di là di questo, Terza stagione è comunque un album generosissimo, che nelle sue 17 tracce (per la versione standard) affronta momenti e atmosfere molto diversi, trattando temi come il cambio di prospettive (Non è facile, una botta sonora da pelle d’oca, forse il pezzo più bello del disco), l’alcolismo (Jack) e il femminicidio (3 messaggi in segreteria).

Di tutto rispetto e numerosi gli ospiti: Neffa, Jake La Furia, Coex, Fabri Fibra, Maruego, Giso e Jami. “Non è facile collaborare con gli altri rapper, e in generale è difficile trovare le collaborazioni: per questo album ho dovuto escludere un pezzo proprio perché non ho trovato una cantante che volesse farlo. Ma questo è un problema che dura da anni: ai tempi di L’erba cattiva, avevo proposto a Nina Zilli, con cui ho bel rapporto di amicizia, il duetto per Parole di ghiaccio, ma il suo manager ha preferito non farlo”.
Emis KillaSu tutti, due sono i fili rossi: da una parte, come si diceva, il rimpianto per gli anni ’90 e la delusione nel vedere le nuove generazioni spente e demotivate, perse tra i messaggi delle chat e ormai orfane delle ginocchia sbucciate in strada, di qualche sano schiaffone e del corteggiamento vero, dall’altra l’appartenenza al mondo delle periferie, nonostante l’arrivo della fama.
Ma come è cambiata in questi tre anni la vita di Emis Killa? “I vantaggi ci sono stati, inutile negarlo, ma credo di non essermi pettinato, non mi sono raffinato rispetto a prima: mi vesto con lo stesso stile cafone, solo che adesso i vestiti sono più belli e costano di più. La popolarità ha però anche aspetti negativi: prima di tutto ci sono più pressioni, responsabilità e ritmi più serrati nel lavoro, che sono lontani dal concetto di arte, e poi oggi so di essere molto più esposto alle critiche, vengo attaccato più facilmente e il mio temperamento mi ha spesso portato a reagire. Ho dovuto imparare a moderarmi, mordermi la lingua e se necessario passare dalla parte del torto, perché quando sei così esposto ogni tuo comportamento viene amplificato. Continuo a frequentare i vecchi amici, esco con loro, magari non nei locali più noti, ma da quel punto di vista la mia vita non è cambiata. C’è chi dice che mi sono montato la testa e non saluto più quando passo per strada: la verità è che sono persone che non salutavo neanche prima, solo che adesso hanno il pretesto per parlare. Se c’è un aspetto in cui forse mi sento cambiato, è l’intolleranza, oggi ho un po’ di pazienza in meno”.

Magazzini Generali: venerdì 14 ottobre doppio appuntamento con Bob Mould + Claptone

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Venerdì 14 ottobre
Bob Mould fa tappa a Milano per un imperdibile ed esclusivo concerto live presso i Magazzini Generali di Milano (viale Pietrasanta 16). L’ex cantante e chitarrista statunitense storico leader degli Hüsker Dü, presenterà i brani del suo ultimo album da solista Patch The Sky, uscito lo scorso marzo, ripercorrendo al contempo tutti i suoi maggiori successi di oltre 30 anni di carriera.

I biglietti per assistere al concerto sono già disponibili in prevendita su www.ticketone.it, presso i circuiti di vendita abituali o acquistabili direttamente in loco.

Apertura porte ore 19:30
Inizio show ore 21:00
Ingresso 25 € + d.d.p

Per info concerti e biglietteria:
facebook.com/vertigo.co.it
info@magazzinigenerali.it
www.magazzinigenerali.it

Link prevendite Ticket One
http://www.ticketone.it/bob-mould-milano-biglietti.html?affiliate=ITT&doc=artistPages%2Ftickets&fun=artist&action=tickets&key=1687055%248245016&jumpIn=yTix&kuid=458389&from=erdetaila


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La serata de Magazzini proseguirà poi con il live di Claptoneper un’unica performance del suo Golden Summer Tour.
Il dj e producer tedesco presenterà i brani tratti dal suo ultimo album
Charmer, ripercorrendo al contempo i suoi maggiori successi.
In quell’occasione i Magazzini Generali ospiteranno la première di Fiestòn, una one-night organizzata da alcuni tra i più importanti promoter milanesi sulla scena house/deep house, insieme a Electro Chic & Individual Music.
Per lo speciale evento, protagonista sarà la musica di qualità mixata dallo stesso Claptone.

Considerato come uno dei maggiori dj e produttori del panorama musicale contemporaneo, Claptone, al secolo Daniel Dexter, è conosciuto soprattutto per quella vena di mistero, magia e intrigo che interessano le sue produzioni in grado di trasportare la folla in una dimensione quasi onirica. Distinguendosi per il suo stile unico e per la sua scelta musicale mai scontata e in continua evoluzione, i suoi dj set si caratterizzano inoltre per l’utilizzo di una particolarissima maschera d’oro abbagliante con un lungo becco che rimanda ad una creatura lontana nel tempo dalle sembianze di un uccello.

Durante la serata non mancherà l’occasione di ascoltare, Liquid Spirit, remix della traccia di Gregory Porter, uno dei più grandi cantanti jazz e blues attualmente in circolazione, e contenuto in The Masquerade, la nuova compilation mixata da Claptone.

L’evento prevederà anche i dj set di Gab Dez, Dave Santos e Mike Dem.

I biglietti per assistere allo show sono già disponibili in prevendita su mailticket.it al seguente link http://bit.ly/claptonetickets oppure acquistabili direttamente in loco.

Apertura porte ore 23:30
Ingresso 15 € in prevendita , 20 € all’ingresso

AVANTGUARDIA: il 15 settembre uno speciale live show tra suoni e immagini

Si svolgerà giovedì 15 settembre alla Santeria Social Club di Milano (Viale Toscana 31) la presentazione live ufficiale di AVANTGUARDIA, avveniristico ed innovativo progetto audio – visivo ideato dal noto produttore e musicista Shablo insieme a Mace e ai director Ok Rocco e Pepsy Romanof.

Un progetto totalmente made in Italy che affianca suoni e immagini in un mondo di suggestioni liquide e oniriche.
Nato dalla sinergia collaborativa di tre differenti entità produttive (Thaurus, Except ed Hello Savants!) e sotto l’attenta guida dei tre suoi padri fondatori, Avantguardia è un’incubatore crescente di idee in cui il connubio sensoriale di video e musica rappresenta il presupposto creativo e fondativo dell’intero progetto.
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Al fine di raccontare a fondo la musica degli artisti coinvolti, il team futuristico di Avantguardia ha viaggiato in tutto il mondo per più di tre anni tra Alaska, Giappone, Stati Uniti, Korea del Sud e Islanda, raccogliendo immagini, sensazioni ed emozioni per poi convergerle in piece visive che completano i brani.

Dall’hip hop all’elettronica, il roster artistico di Avantguardia si avvale della collaborazione di numerose personalità contraddistinte da percorsi differenti: per la prima volta produttori e musicisti si riuniscono così per far sentire la loro voce con l’intento di dare massima espressione alla libertà musicale in ogni sua forma.
Dai veterani Shablo e Mace sino a Luca Dimoon, Nko Drumz, Izi e ai producer più influenti della nuova generazione internazionale, sono già oltre 30 gli artisti, tra produttori e musicisti della migliore scena musicale contemporanea, che hanno deciso di aderire con entusiasmo al collettivo Avantguardia.
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Per lo speciale Audio Cinema Live Show alla Santeria Social Club saranno moltissimi gli artisti e gli ospiti presenti che si alterneranno sul palco per sorprendere il grande pubblico con esplosive e inedite performance live.

Ai live farà seguito un lungo aftershow fino alle prime luci del mattino: a calcare il palco saranno inoltre gli eccezionali dj set di Polezsky, Not For Us e degli Ackeejuice Rockers, duo veneto reduce dal successo delle aperture del “Lorenzo Negli Stadi Tour” che attualmente si sta preparando per affrontare il nuovo “USA Tour 2016”.

Disponibile in free dowload e in streaming su Spotify, Apple Music, Soundcloud e anche sul canale video Youtube, Avantguardia ha fin ora all’attivo due compilation, Apogeo e Perigeo e nei prossimi mesi il progetto continuerà pertanto ad arricchirsi di inediti e nuovi contenuti audio – video che trasporteranno l’utente in una dimensione quasi onirica.

Tutte le info sul progetto sono disponibili a questo link.

La serata del 15 settembre è a ingresso libero
Inizio show ore 22:00

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BITS-REPORT: Rihanna, Anti World Tour, Milano. Il diluvio, il freddo e la delusione

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di Manuel Cicuzza 

Il tornado Rihanna è passato sull’Italia portandosi via l’entusiasmo dei fan più accaniti e un mucchio di perplessità e dubbi.
La diva delle Barbados è arrivata allo Stadio San Siro di Milano mercoledì 13 luglio per la seconda data del suo Anti World Tour nel nostro paese: un tour molto chiacchierato sin dall’inizio, complici stadi semivuoti in giro per il mondo e le lamentele dei più.

Sono arrivato a San Siro molto sfiduciato, complice anche un acquazzone che si è abbattuto nel pomeriggio sulla città e che si è protratto fino a sera, contribuendo a smorzare ulteriormente gli animi. A scaldare il pubblico infreddolito ci pensa prima il dj Mustard e poi Big Sean.

Rihanna si presenta sul palco con un’ora di ritardo, intonando Stay singolo tratto dall’album Unapologetic del 2012. Il concerto prosegue con numerosi successi e una buona parte dei brani di Anti, l’ultimo album, pubblicato pochi mesi fa.
Le perplessità non tardano ad arrivare: canzoni tagliate in mini mashup, cambi d’abito con il palco lasciato vuoto e quattro ballerini venuti fuori per così poco tempo da non essermi neanche accorto di loro.
Lo show continua ma non si accende, non parte come dovrebbe e Rihanna passa la metà del tempo con il microfono diretto verso il pubblico nei punti alti delle canzoni. L’amara sorpresa arriva alla fine quando si gira verso i musicisti indicando il numero due con le dita e un’occhiata che non lascia spazio all’immaginazione: dalla scaletta vengono eliminate le ultime canzoni FourFiveSeconds e Kiss It Better e Rihanna saluta tutti sulle note di Love On The Brain, sparendo via.

Il pubblico è sconcertato, così tanto da aspettarsi un ritorno della diva per un’ulteriore canzone, ma niente.
Tutte le mie peggiori previsioni si sono realizzate dopo un’ora e un quarto del concerto pop più scarso che abbia mai visto in vita mia.

Raramente mi sono trovato a bocciare completamente uno spettacolo di un’artista che seguo con costanza e che aspetto da anni, ma qui c’è davvero poco da salvare.
Lei bellissima, a tratti incerta e a tratti coinvolta, persino spaventata.

Rihanna ha provato a fare il salto di qualità con questo album e questo tour, ma è difficile grattarsi via l’immagine da ragazzaccia del pop, trasformandosi improvvisamente in un prodotto minimal e di nicchia.
Il pubblico non ha gradito e forse lei se ne è un po’ accorta.

Alla prossima volta Riri. Forse.

Master in Comunicazione Musicale: aperte le iscrizioni

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Sono aperte le iscrizioni al Master in Comunicazione Musicale, il primo corso universitario post-laurea dedicato al mondo dell’industria della musica e dei media.

Arrivato alla XVI edizione, nel 2016 il Master si rinnova con nuovi corsi e nuovi docenti. L’obbiettivo è sempre quello di formare a 360° i professionisti della musica di domani e per farlo quest’anno il Master Musica chiama in cattedra i propri ex allievi, ormai affermati professionisti, che racconteranno le case histories delle aziende in cui lavorano.
Due laboratori verranno affidati ad ex allievi: Luca Di Cataldo, Direttore di produzione e Tour manager presso Ponderosa Music&Art, terrà il corso di “Marketing e management del prodotto musicale: l’evento” ed Elia Stabellini, Social Media Manager del team Magnolia, terrà il laboratorio di “Social Media management per la musica”. Tra i nuovi docenti del Master, anche Gabriele Parisi, manager che in oltre vent’anni di esperienza ha curato gli interessi di artisti come Mannoia, Nek, Pausini, Raf e altri, e che terrà il nuovo corso di “Artist Management”.

«I nostri ex studenti sono professionisti del settore – racconta Gianni Sibilla, direttore didattico del Master – è impossibile lavorare nella musica oggi e non imbattersi in qualcuno che è passato dalle nostre aule: “Anche tu dal Master Musica?” è ormai una domanda di rito. E sono diventati talmente bravi ed esperti che spesso passano dall’altro lato della cattedra, come docenti dei giovani studenti del Master. È la cosa che ci rende più orgogliosi».

Giovedì 23 giugno alle ore 18.00 all’interno dell’Open Evening post-graduate dedicato ai Master dell’Università Cattolica di Milano, presso la  sede di largo Gemelli 1 a Milano, verrà presentata l’edizione 2016/2017 del Master.
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Il termine per la presentazione delle domande di ammissione è il 10 ottobre, i colloqui di selezione si svolgeranno il 20 e 21 ottobre, mentre le lezioni cominceranno il 7 novembre 2016.

Tutte le informazioni sono disponibili a questo link.

Il Master in Comunicazione Musicale, promosso dall’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano, è stato il primo corso universitario in Italia, rivolto a laureati di tutte le facoltà e/o diplomati in Conservatorio, specificatamente dedicato all’industria della musica pop e al suo rapporto con il mondo della comunicazione. Il percorso prevede un periodo di stage finalizzato all’inserimento formativo del corsista nel contesto reale della comunicazione musicale presso aziende convenzionate che hanno maturato una consolidata collaborazione con il Master, oltre ad altre che vengono ricercate ogni anno in base all’andamento del mercato del lavoro.
In 15 anni sono stati selezionati oltre 400 studenti tra le quasi 1500 domande di ammissione ricevute, per un totale di oltre 7000 ore in aula tra incontri con glioperatori del settore, laboratori sulle professioni della musica, lezioni su discografia, media, musica live, marketing, fino alle nuove frontiere della distribuzione digitale e del mobile. La validità del corso ha permesso negli anni di portare le percentuali di placement, tra il 66% e il 90%, a soli sei mesi dal termine delle lezioni, attraverso l’organizzazione di oltre 400 stage tra etichette discografiche, media musicali, uffici stampa e promoter. Le testimonianze di alcuni professionisti del settore provenienti dal Master sono disponibili sul sito ufficiale nella sezione “I nostri studenti”.

CampusBand Musica&Matematica: a Milano la finale della I edizione

Forse in pochi lo sanno, ma band come i Coldplay e i Radiohead si sono formate al tempo della scuola quasi per gioco, per poi prendere il volo e diventare nomi di primo livello della discografia internazionale: il gruppo di Chris Martin ha infatti mosso i primi passi all’University College di Londra, mentre Tom Yorke e soci si sono conosciuti alla Abingdon School di Oxford.
Quello delle band universitarie è un fenomeno del tutto normale nei contesti inglesi o americani, mentre in Italia è sempre rimasto molto più circoscritto.
Ma perché non provare a fare un tentativo?

Ecco che da questa idea arriva la prima edizione del CampusBand Musica&Matematica, il contest rivolto a tutti i gruppi musicali che si sono formati nei licei e nelle università italiane.
La particolarità dei gruppi musicali che hanno partecipato è la giovanissima età dei componenti, dai 14 ai 25 anni.
Nelle scorse settimane i gruppi interessati hanno inviato le loro demo, che sono state ascoltate e giudicate da una commissione di esperti, composta dallo Mario Lavezzi e da addetti ai lavori (tra gli altri, il giornalista e critico del Corriere della Sera Andrea Laffranchi, il direttore responsabile di Rockol Franco Zanetti, il paroliere Cristiano Minellono, il dj Angelo Baiguini e Claudio Ferrante, A&R manager).
A far da guida agli studenti Mogol, Mario Lavezzi e Franco Mussida.

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Giovedì 16 giugno nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano si sfideranno le 10 band finaliste: Hard Scream (Roma), Marasma (Firenze), Public Display (Cosenza), Stato Mentale Alterato (Roma), The Dreams Of Lady V. (Milano), The Flyers (Locri), The Francis (Milano), The Ironsides (Rimini), Velk (Reggio Calabria), Venice Downtown (Bologna).

Ospiti della serata Gemelli Diversi, La Rua e Chiara Grispo.

Tutte le informazioni sono disponibili a quest link.

In palio per il vincitore ci sarà un contratto con un’etichetta discografica per la pubblicazione del singolo contenente il brano inedito, con relativo video e la cover, oltre a due borse di studio, una al CET, scuola fondata da Mogol, e l’altra al CPM di Milano, scuola rappresentata da Franco Mussida.

“Campusband Musica e Matematica” è sostenuto da SIAE, Comune di Milano, Rtl 102.5 e Corriere della Sera. Il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha inviato una circolare a tutti gli Istituti e a tutte le Università italiane al fine di informare al meglio i propri studenti sul “Campus”.