Esce il rework di “Mattino di Luce” dei Subsonica a opera di L I M

Esce il rework di “Mattino di Luce” dei Subsonica a opera di L I M

I M, artista, musicista e cantante italiano, è l’artefice del rework di Mattino di Luce, il brano dei Subsonica estratto dal nuovo album Realtà Aumentata.

Il brano vede alla produzione Riccardo Patrone e l’aiuto di Matilde Ferrari (in arte Plastica) alla composizione.

La pubblicazione del brano, avvenuta in coda a giugno, mese tradizionalmente dedicato alla celebrazione del Pride, vuole dare risalto alle voci delle persone trans e non-binary, anch’esse presenti all’interno del panorama musicale italiano, oltre a sottolineare l’importanza della comunità, dell’autodeterminazione e identità.

“Abbiamo messo a disposizione una nostra canzone e l’abbiamo affidata a un grande artista perché ne facesse un veicolo per trasmettere, attraverso la sua sensibilità, tutto quello che Mattino di Luce poteva ancora comunicare”, raccontano i Subsonica. ”
Forse le canzoni possono funzionare anche in questo modo. Di sicuro il risultato del rework ad opera di LIM, ci ha entusiasmato. Ora Mattino di Luce è in grado di emettere una nuova radianza e arrivare ancora più lontano.”

Mattino di Luce per me è un testo di energia, forza e rabbia trans, un ariete con cui vorrei fare spazio per le persone a venire che avranno bisogno di farsi sentire, di essere viste”, racconta L I M. “Le forze motrici a spingerla sono per me l’amore e la rabbia, l’autodeterminazione ha bisogno di entrambe a mio avviso perché riesca a sostenersi e a evolversi nel tempo. Sono entrambe forze generatrici e spesso l’unico conflitto che davvero viviamo nell’opporci è dentro di noi, in primis. Spero che possa portare a una sensazione di rilascio e di comprensione rispetto al vissuto di cui una persona trans (ognuna ha il suo personale) può necessitare per sentirsi più vicina a se stessa.”

Il Mattino di Luce Rework by L I M fa parte di un progetto più ampio che i Subsonica hanno portato avanti nel corso di questo 2024, e che si lega alle loro “Chiacchiere nella Luce”, conversazioni in cui la band, insieme a quattro diversi ospiti – esponenti e attivist* del mondo trans e della sessualità –  dialogano su tematiche importanti attorno alla sessualità e al mondo queer, smontando stereotipi e pregiudizi. Guarda e ascolta qui.

BITS-RECE: Populous “W”. Si scrive queer, si legge libertà

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

W come women, “donne”.
Come quelle ritratte sulla già iconicissima cover dell’album, opera del digital artist della scena queer berlinese Nicola Napoli. Come quelle che animano i featuring del disco. Come quelle che Populous ha scelto di celebrare nel suo quinto lavoro in studio. Donne libere, immaginate, immaginarie, archetipiche, donne al di fuori di ogni definizione, esattamente come la musica da sempre proposta dal DJ e produttore, all’anagrafe registrato come Andrea Mangia.

W è tutto questo, la celebrazione della libertà di essere e di esistere, la realizzazione di un sogno impossibile, l’incarnazione della cultura queer, ma anche l’esaltazione di una femminilità del tutto nuova.
Se in copertina assistiamo a un party utopico e impossibile a cui partecipano Grace Jones, Missy Elliott, Loredana Bertè, RuPaul, Aaliyha, Amanda Lear, Beth Ditto, Divine e M¥SS KETA, forse per celebrare l’avvento di un mondo matriarcale e in cui la femminilità stessa ha sciolto i nodi da ogni aspettativa e convenzione, dentro all’album questa libertà prende la forma di una rottura di genere, tra fusioni e contaminazioni inedite.
In appena 10 brani, Populous compie un giro del mondo raccogliendo le più variegate ispirazioni esotiche dal sud America, dal Medio Oriente, dall’Oriente più estremo, dalle ballroom degli anni ’90, e fonde il tutto in un pastiche ipnotico, psichedelico, seducente e incredibile, quasi come fosse la musica di una nuova liturgia underground.
Voguing, ritmi afro-samba ispirati a Vinicius de Moraes, cumbia, dream pop, house, ma chissà quanto altro ancora si annida tra questi beat camaleontici.

L’artista argentina Sobrenadar è l’ospite chiamata in Desierto, che apre l’album all’insegna di beat e atmosfere oniriche, poi le suggestioni del dream pop si stendono in Soy Lo Que Soy, la seconda traccia, intrecciandosi alle ritmiche latine e bassi di ispirazione dance-hall con il duo elettronico messicano dei Sotomayor.

La voce ammaliante della brasiliana Emmanuelle fa da guida nella sensualissima Flores no mar, altro momento in cui Populous fa incontrare psichedelia e ambientazioni tropicali, rendendo un personale omaggio agli afro-samba di Vinicius de Moraes.
Un vortice di ipnosi sonora pervade Fuera de mi, vera e propria celebrazione dell’estasi, dove a farla da padrona è la voce della producer argentina Kaleema.
Con la quinta traccia, HOUSE OF KETA, lo scenario cambia radicalmente, e dai paesaggi esotici e tropicali ci si ritrova catapultati nel mondo glamouroso di una ballroom al suono della glitch house in compagnia di M¥SS KETA, incarnazione dell’anima delle notti milanesi, ma sempre più anche icona globale di una femminilità rivoluzionaria, nonché da anni sodale di Populous. Insieme a lei fa la sua comparsa, direttamente dalla House of Gucci, anche Gorgeous Kenjii, performer, danzatore e coreografo, “madre” della scena voguing italiana. L’ispirazione del brano è arrivata il giorno dopo il Milano Pride 2019: come in un’immaginaria riunione della massoneria queer, Populous ha chiamato a raccolta il creative director Protopapa, il producer RIVA e il collettivo Motel Forlanini.

Cumbia e sapori tropicali miscelati a un’attitudine dub, danno vita alla strumentale Banda, a cui prende parte la producer di Buenos Aires Barda, mentre Petalo vede il featuring dei Weste. Quando arriva il momento di Out of space, con il featuring della polistrumentista giapponese Mayuko Hitotsuyanagi aka Cuushe, si vola in estremo Oriente per una una danza senza fine, in un immaginario giardino zen illuminato dall’alba.
Lisergica e minimale, Getting Lost suona come un invito a perdersi. A dare un tocco di grazia eterea con il canto è L I M, mentre la chiusura dell’album è nelle mani di Matilde Davoli e Lucia Manca, che presta la voce a Roma, omaggio all’omonimo film di Alfonso Cuarón.

Se il viaggio di W si chiude metaforicamente a Roma, quello musicale sembra non concludersi mai, esattamente come il messaggio pulsante che anima l’arte di Populous: liberazione dagli stereotipi, liberazione dalle categorizzazioni, liberazione dalle convenzioni.

 

Higher Living: tornano le sperimentazioni elettroniche di LIM

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Higher Living
è il secondo lavoro Sophia Gallotti, alias L I M.

Già anticipato dai singoli YSK e Rushing Guy, e arrivato dopo l’esordio solista nel 2016 con l’EP Comet, il nuovo lavoro vede ancora l’artista collaborare con Riva alla ricerca di nuove sperimentazioni tra elettronica, ambient e “vapor disco”.
Se Comet portava l’ascoltatore in un mondo di atmosfere eteree e sognanti, Higher Living cambia almeno in parte i suoi panorami e offre episodi oscuri e dai beat sommessi, muri sonori fluidi, distorsioni vocali.