#MUSICANUOVA: Kilian, “Ultrasogno”
È un altro sabato che ho
Perso a pensare una risposta
la gente balla e non sa che
precipitiamo verso terra
In bilico tra sogno e realtà, come all’interno di un quadro di De Chirico, ULTRASOGNO racconta l’allontanamento in seguito a una relazione fallita. A segnare l’esordio di Kilian è un brano nato naturalmente in pochi minuti: idee e suggestioni filtrate in un testo ricco di elementi surreali, su cui suoni naturali si alternano a sample artificiali su una strumentale UK garage.
Il sogno che il protagonista avverte distante è l’incubo di perdere ciò che si dà per scontato, una prospettiva remota che, avverandosi, fa crollare ogni sicurezza. ULTRASOGNO nasce dall’illusione di avere il controllo sulle persone che ci circondano, percepite come certezze incrollabili.
Assieme al produttore Enrico Bondi, l’artista impasta una strumentale in cui le batterie alzano e abbassano l’intensità del pezzo; a fare da collante, il suono di una goccia che cade e dei cori cantati in una non-lingua, nata e morta nel momento della registrazione del brano.
Sembrava solo un brutto sogno lontano
ho perso la presa e cadevo giù
Faccio già parte di un ricordo sbiadito,
ora sto in un posto ma non ci sei tu
Kilian è il secondo nome di Luca Restaino, artista vicentino classe ‘95, attualmente di base a Milano. I primi flirt con la musica avvengono alle medie, in cui familiarizza con il progressive rock. Da qui in poi la musica dilaga nella sua vita, annullando la competizione e diventando la più dolce tra le ossessioni. Crescendo, esplora vari generi musicali prendendo parte a progetti di stampo cantautorale, rap e soul, gettando le basi per diventare il musicista poliedrico che è oggi. La pandemia è un punto di svolta: scopre l’amore per l’elettronica e mette in discussione il proprio percorso accademico. Si trasferisce a Milano alla ricerca di nuove connessioni attraverso la musica. Oggi scrive, produce e arrangia per sé e per altri artisti.