BITS-RECE: Jon Hopkins, “Ritual”. Liturgia elettronica per veri devoti

BITS-RECE: Jon Hopkins, “Ritual”. Liturgia elettronica per veri devoti

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

Un titolo che da solo dice già tutto: Ritual.
Fin troppo didascalico per scoprire cosa nasconde al suo interno.

Il nuovo lavoro di Jon Hopkins, producer da oltre 20 anni sulla scena, sarebbe davvero la colonna sonora ideale per una cerimonia di un rito pagano, o addirittura di un nuovo credo.

Un’opera epica e monumentale, non certo pensata per un ascolto veloce o frammentario, ma per essere ascoltata dall’inizio alla fine senza soluzione di continuità, in uno stato di totale concentrazione. L’idea è quella di portare l’ascoltatore “dentro” alla musica, e per farlo l’ascoltatore deve realmente esserci, prendersi il tempo per restare nel “qui e ora”, almeno per i 41 minuti della durata.
Le otto tracce dell’album non sono altro che otto fasi in successione di un’unica, immaginaria celebrazione liturgica che evoca atmosfere oscure, potentemente suggestive, arcane.

Come dichiarato dallo stesso Hopkins, Ritual ha preso forma nella seconda metà del 2023, ma il suo “seme” era stato piantato già nel 2022, e tutto era cominciato nell’ambito di Dreamchine, un innovativo progetto pensato per celebrare la creatività, realizzato in collaborazione con artisti, scienziati e filosofi. Si trattava di un’esperienza di musica immersiva di carattere cerimoniale, per la quale il producer inglese era stato chiamato a comporre le musiche. Ascoltando ora il nuovo album si coglie bene il filo rosso che da Dreamachine ha portato a Ritual.

Ma chi conosce da tempo Hopkins non si farà certo cogliere di sorpresa di fronte a questa nuova opera, considerando la naturale tendenza dell’artista a ricercare una certa spiritualità nei propri lavori e creare panorami sonori fortemente evocativi.

Il racconto parte da uno stato di quiete (part i – altar), fatto di sussurri lontani (la voce è quella di Vylana, collaboratrice dilunga data di Hopkins, “alchimista del suono”, come lei stessa si definisce): è come l’inizio di un cammino che vuole i suoi tempi, la preparazione a un’esperienza mistica che si carica progressivamente di energia. L’ambient e il down-tempo, territorio in cui producer gioca in casa, si contaminano così piano piano di echi tribali e richiami ancestrali, accompagnando l’ascolto in un climax di tensione che raggiunge l’apice nel sesto movimento (part vi – solar goddess return, ma – lo ripetiamo – la suddivisione è puramente formale, perché il disco va considerato come un corpo unico). È a questo punto che, idealmente, si assiste all’epifania divina: è il momento dell’estasi mistica e della rivelazione.
Quella che segue, nelle ultime due tracce, è una decompressione che riporta lo spirito a una dimensione terrena, ma con il beneficio della visione celestiale a cui si è assistito.

Con Ritual Jon Hopkins allestisce il programma di un moderno rituale sciamanico modellato su suggestioni elettroniche; una cerimonia di cui è egli stesso l’officiante, e che sull’altare, al posto di calici e offerte, ha i sintetizzatori.

Oggettivamente, è un bel lavoro, ben prodotto (e ci mancherebbe!), che chiama l’ascoltatore a un’esperienza fortemente emozionale, ma che nello stesso tempo gli richiede un’attenzione totale e una motivazione sincera nell’arrivare dall’inizio alla fine. Prendere questo progetto solo in qualche singola traccia sparsa permette sì di coglierne la bellezza, ma vorrebbe anche dire perderne il senso più profondo, sfilacciarne il racconto, annullare l’intento dell’artista.
Ed è proprio qui che si intravede la fragilità di questo album. Nell’antica Grecia c’erano i culti misterici, le cui rivelazioni erano destinate esclusivamente agli iniziati: ecco, forse anche quella di Hopkins non è una rivelazione alla portata di tutti ma aperta solo ai suoi veri devoti.

Il 30 agosto esce “Ritual”, l’epopea cerimoniale di Jon Hopkins

Il 30 agosto esce “Ritual”, l’epopea cerimoniale di Jon Hopkins

Devozionale, illuminante ed educativo.
Il nuovo album di Jon HopkinsRITUALin uscita il 30 agosto via Domino,è un’epopea cerimoniale di 41 minuti costruita su subwoofer cavernosi, ritmi ipnotici e un gioco melodico trascendente.
Teso, coinvolgente e infine trionfale, è il culmine di temi esplorati nel corso di 22 anni di carriera e rappresenta la controparte cinetica di Music For Psychedelic Therapy del 2021.

Un’opera unica che si sviluppa in otto capitoli, il nuovo progetto dell’artista inglese è caratterizzato da profondità e contrasti. Prendendo come ispirazione la cerimonia, la liberazione spirituale e il viaggio dell’eroe, attinge a un’energia antica e primordiale.


Parlando di RITUAL, Hopkins spiega: “Non ho idea di cosa sto facendo quando compongo. Non so da dove arriva e dove sta andando, ma non sembra che abbia importanza. So solo quando è finito. Tutto ciò che posso fare è sentire la mia strada fino alla fine, poi cercare di analizzare retrospettivamente ciò che potrebbe accadere e cercare di capire qual è il suo scopo. Ciò che è chiaro è che questo ha la struttura di un Rituale. Io so cos’è questo rituale per me, ma per voi sarà qualcosa di diverso. È importante non essere prescrittivi.”

E continua: “Sembra uno strumento, forse addirittura una macchina, per aprire portali nel mondo interiore, per sbloccare cose nascoste e sepolte. Cose che sono tenute al loro posto dalla tensione del corpo. Non sembra quindi “un album”, ma piuttosto un processo da seguire, qualcosa che lavora su noi stessi. Allo stesso tempo, sembra che racconti una storia. Forse è la storia del processo che sto attraversando e che stiamo attraversando tutti. Forse è anche la storia della creazione, della distruzione e della trascendenza. Forse è la storia dell’archetipo del viaggio dell’eroe”.

Ad anticipare l’album è la traccia RITUAL (evocation), accompagnata da un videoclip mozzafiato realizzato da Dave Bullivant in collaborazione con Hopkins, che vede l’esibizione dell’artista di corde aeree Bryony Louise Fowler.

Con la partecipazione dei collaboratori di lunga data Vylana, 7RAYS, Ishq, Clark, Emma Smith, Daisy Vatalaro e Cherif Hashizume, RITUAL è stato realizzato nella seconda metà del 2023, ma i semi iniziali sono stati gettati nel 2022, quando Hopkins è stato incaricato di comporre la musica per l’esperienza immersiva Dreamachine a Londra, creata da Collective Act in collaborazione con un team di artisti, scienziati e filosofi, nell’ambito di Unboxed: Creativity in the UK
Il progetto, che ha avuto fin dall’inizio un carattere cerimoniale, è stato il lavoro embrionale di RITUAL.

Nella realizzazione dell’album, Hopkins è partito da un brano creato per Dreamachine, originariamente concepito attraverso un progetto di ricerca e sviluppo finanziato dal governo britannico con il sostegno di EventScotland e del governo scozzese, di Creative Wales e del governo gallese, del Consiglio comunale di Belfast e dell’esecutivo dell’Irlanda del Nord.

Tracklist:

1. part i – altar
2. part ii – palace / illusion
3. part iii – transcend / lament
4. part iv – the veil
5. part v – evocation
6. part vi – solar goddess return
7. part vii – dissolution
8. part viii – nothing is lost