Rapper, ma con non poche somiglianze a un cantautore, di stanza a Bologna, Friz nasce pochi giorni dopo il crollo del muro di Berlino.
Dopo essersi interessato di antropologia, aver girato le cucine di mezza Italia e aver superato le fisiologiche fasi dei primi progetti musicali in gruppo, decide di fare da sé, dando vita a qualcosa di personale che riuscisse a mescolare le metriche del rap e della slam poetry alle sue cicatrici.
Nel 2015 l’EP, Rose Sélavy?, nel 2016 nuove canzoni con l’amico, produttore e polistrumentista Fed Nance (Mezzosangue, Andrea Mirò, Lorenzo Kruger, Crista, altri). Proprio da qui nasce un sodalizio artistico tra i due che porta alla creazione di canzoni dal sapore analogico, simili a fotografie strappate che raccontano i drammi di tutti i giorni. Caratterizzate dal grande utilizzo di echo a nastro, chitarre storte e tastiere 8bit.
Un esempio eloquente di questa scrittura è Subaffitto, l’ultimo singolo di Friz, in uscita per INRI.
Il video, dice, “è stato girato in qualche ora occupando una stanza in subaffitto a Bologna. Una cassa di birre da mezzo in lattina, una amatriciana sui piatti di plastica, qualche dito di gin e un tot di amici che cazzeggiano. Dove i poster si staccano da soli”.