#MUSICANUOVA: centomilacarie, “quasi nuda”

#MUSICANUOVA: centomilacarie, “quasi nuda”


“quasi nuda è la storia della mia e della sua prima volta. Era un agosto torrido di tanti anni fa. Non riesco a dimenticare le grida dei tifosi che festeggiavano chissà quale partita nel bar sotto casa e la pasta che ci cucinammo dopo, nella cucina dei suoi genitori. Chi ha ascoltato questa canzone ci ha visto altro e penso che la musica sia magica pure per questo: ognuno ci vede quello che vuole.

Dopo la collaborazione con MACE e Salmo in Non mi riconosco, e dopo essere stato selezionato tra gli artisti di Spotify Radar, centomilacarie torna con quasi nuda, un nuovo potente singolo, presentato in anteprima al Mi Ami Festival 2024.

Scritto insieme a Teseghella, il brano ripercorre un ricordo del passato dell’artista, con il linguaggio iconografico e la visceralità diventati una sua cifra stilistica, accompagnato da una produzione dalla forte anima pop-rock.

centomilacarie è Simone. Nasce in provincia di Varese nel 2004.
Le sue canzoni sono un accecante salto nel vuoto. Inizia a suonare a 5 anni il violino per poi avvicinarsi alla chitarra e al pianoforte.
La colonna sonora di Final Fantasy, XXXTENTACION e Michael Jackson sono stati i suoi più grandi riferimenti musicali. Nel 2022 pubblica il suo singolo d’esordio “Strappami la pelle a morsi” e si esibisce in line-up del Mi Ami Festival, la più prestigiosa rassegna dedicata alla musica indipendente. Seguono la pubblicazione dell’EP “neanche anch’io” e del singolo “notte vodka” e, a febbraio 2024, la collaborazione con MACE e SALMO nel brano del producer “NON MI RICONOSCO”.

#MUSICANUOVA: Colombo, “Libido”

#MUSICANUOVA: Colombo, “Libido”

“Un po’ di tempo fa scoprii – per vie traverse – che un mio amico stretto aveva seri problemi di sesso all’interno della sua relazione, da molto tempo. Lui non me ne aveva ma parlato, nonostante fossimo (in teoria) quel tipo di persone, e di amici, che parlano di tutto, sesso compreso, senza problemi. Per un attimo pensai a una questione di mancanza di fiducia, ma poi mi resi conto di una cosa: anche io non gli avevo mai parlato di sesso in quel modo, di insicurezze e desideri, che presumo tutti, in misura differente abbiamo.

Ho abbastanza amiche donne da sapere ormai che la storia dell’uomo performante che pensa solo a quello, sempre pronto, è solo una leggenda. Ma se continuiamo a raccontarcela, con chi se ne può parlare?”

Ma gli uomini, tra di loro, parlano di sesso?

Gira attorno a questa domanda Libido, il nuovo singolo di Colombo.

Libido ci conferma la volontà dell’alter ego musicale di cantautore e pianista Alberto Travanini di voler raccontare le fragilità, spesso nascoste, dell’universo maschile.
Se il precedente singolo, Uomini forti, raccontava la fatica del dover essere sempre forte, il nuovo brano nasce ancora una volta da un episodio autobiografico: un amico che ha problemi sessuali nella propria coppia, e lo stupore nell’altro nel rendersi conto che tra amici, amici maschi, non si parli spesso di tematiche del genere.

Chiunque ha diritto a coltivare la propria fantasia e il rapporto con sè stesso; ma cosa succede se quella zona di autonomia rimane l’unica in cui ci si riesce ad esprimere? Se non si riesce a comunicare i propri bisogno a chi abbiamo davanti, per una notte o per tutta la vita?

#MUSICANUOVA: Caspio, “Questa sera”

#MUSICANUOVA: Caspio, “Questa sera”

Tra punk-rock e upbeat, Questa sera è il nuovo singolo di Caspiosecondo brano estratto dal prossimo album in uscita nell’autunno/inverno del 2024.

Così presi dalle cose superflue da dimenticarci delle persone, il brano ci ricorda quanto di poco umano ci sia rimasto.

Caspio invita ad avere il coraggio di dimenticare, almeno per una sera, cosa dobbiamo fare domani, non avere paura del futuro, scrollarci di dosso tutto il superfluo per sentirci, ancora una volta, vivi.
Questa sera, facciamo finta che nulla possa farci male e riempiamo il vuoto con qualcosa che valga davvero.

Non sembriamo più umani
Il nostro cuore batte lentamente
Non si risparmia per le cose vuote
Ma si risparmia per le persone
Non vale sempre la candela
Anche se il buio ha un po’ rotto il cazzo
Lascia stare il futuro, ci resta solo un abbraccio
Ci vuole un po’ di coraggio

Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Dimentichiamo cosa c’è da fare
Vorremmo solo poter dormire
E che il sonno non duri poco
Per risvegliarci all’imbrunire
Per iniziare tutto di nuovo
Credere che basti sempre poco
E che non serva camminar sul fuoco
Ci vuole un po’ di coraggio

Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Dimentichiamo cosa c’è da fare
Ci vuole un po’ di coraggio

Questa sera non c’è niente che ci possa fare male

Ci vuole un po’ di coraggio

Questa sera non c’è niente che ci possa fare male
Dimentichiamo cosa c’è da fare
Impariamo a riempire il vuoto
Accelerare il battito di poco
Per sentirci ancora vivi
Ancora vivi

#MUSICANUOVA: M.E.R.L.O.T., “Trasparente”

#MUSICANUOVA: M.E.R.L.O.T., “Trasparente”

“Stanotte vestiti di me
Voglio vederti senza niente
Anche se ormai sono niente per te
Sparito per sempre
Trasparente
Allora non sarò mai quello che
Sognavi e sognavamo insieme
Due fiori storti tra le crepe”

M.E.R.L.O.T torna per l’estate, spogliandosi come non mai, con Trasparente , una ballad fresca e leggera, in cui intimità e vulnerabilità convivono nei versi del ritornello “Stanotte vestiti di me / Voglio vederti senza niente”.

“Strano ma vero, sono riuscito a scrivere una canzone che ti fa prendere bene, forse ultimamente sono andato in overdose di tristezza”, ha commentato l’artista.


Il singolo anticipa il tour, finanziato dal MiC e da SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, che porterà l’artista nei club italiani:

17/10 Bologna – Covo Club
18/10 Verona – The Factory
25/10 Roma – Wishlist
26/10 Napoli – MamaMu Bar
07/11 Milano – Arci Bellezza
08/11 Torino – Campidoglio Murazzi

Buffalo

O Tacchi alti

Sei per nessuno e un po’ per tutti

Ma a giorni alterni

Mischi le diete con gli alcolici più pesanti

Perché ripeti che il sorriso cresce coi sorsi

Buffalo

Gli occhi rossi

Cadono sui tuoi passi falsi

Senza rimpianti

Magari dopo torni a casa

Ma in compagnia dei sogni infranti

e dei traguardi lasciati al via

Fiori droga whisky e juke box

 

RIT

Stanotte vestiti di me

Voglio vederti senza niente

Anche se ormai sono niente per te

Sparito per sempre

Trasparente

Allora non sarò mai quello che

Sognavi e sognavamo insieme

Due fiori storti tra le crepe

 

2a strofa

Diamanti fumo e smalti blu

Dentro i cassetti bambole voodoo

Fiori che seccano,

Pietre, lexotan

Quella finestra su Indipendenza

La guardo ancora col cuore aperto

Per farti entrare quando fa freddo

Non darmi corda sennò la spezzo

Potremmo amarci ma non ci riesco

Sole fuori e piove dentro

Tu che balli sull’inferno

Sto provando ma non ci riesco

 

RIT

Stanotte vestiti di me

Voglio vederti senza niente

Anche se ormai sono niente per te

Sparito per sempre

Trasparente

Allora non sarò mai quello che

Sognavi e sognavamo insieme

Due fiori storti tra le crepe

SPECIAL

Sto perdendo tempo

Fosse per me sarei comunque perso

La colpa è tua ma tanto fa lo stesso

 

RIT

Stanotte vestiti di me

Voglio vederti senza niente

Anche se ormai sono niente per te

Sparito per sempre

Trasparente

Allora non sarò mai quello che

Sognavi e sognavamo insieme

Due fiori storti tra le crepe

#MUSICANUOVA: Damon Arabsolgar, “Nils”

#MUSICANUOVA: Damon Arabsolgar, “Nils”

“Avevo letto un’intervista di una donna a cui non si era aperto il paracadute, invece che essere presa dal panico, diceva di aver accettato quasi immediatamente il suo destino e di essersi goduta la caduta, sopravvivendo miracolosamente. Qualche scienziato aveva provato a spiegare il miracolo dicendo che la rilassatezza dei muscoli aveva permesso di assorbire l’impatto ma poco importava per me. Faccio infatti da anni un sogno ricorrente, di colpo, capisco come si fa a volare.”

Con questa riflessione onirica e visionaria, Damon Arabsolgar presenta Nils, il suo nuovo singolo: un brano in gestazione da un’estate lontana, quella del 2016, che Damon ha passato a Milano con un paio di microfoni, uno studio allestito in casa, e l’inizio di quello che sarebbe diventato poi il disco solista.

Nils nasce in un istante, in una trance di gioia, in un flusso divertente che ha portato Damon a volare leggero in un altro stato della materia e in cui ha composto, registrato, prodotto e mixato tutto in solitaria, dimenticandomi del resto del mondo, come lo stato di seria e giocosa concentrazione con cui si gioca da bambino.

E sempre riferendosi al sogno in cui impara a volare, così continua l’artista: “Bisogna volerlo e creare le condizioni affinché avvenga senza però davvero desiderarlo o pensare che la propria felicità dipenda dal suo raggiungimento. Potrebbe capitare che ci si libri in volo, sollevandosi con leggerezza. In quei casi, qualora ce ne si compiaccia o ce ne si renda troppo conto, si ricade lentamente al suolo e nulla può risollevarci se non attendere e sperare che accada nuovamente più avanti.

Nella stessa maniera si cade nella musica, nella trance, nella preghiera, nella meditazione, nella poesia, nell’amore e, in definitiva, nella flusso della vita, quando il tempo sembra cristallizzarsi, fermandosi in un minuscolo istante, rimanendo nella nostra memoria come un’icona del tempo che scorre e da significato a tutto ciò che c’è ora e c’è stato prima.”


La musica di Damon Arabsolgar si dimostra esser fatta per essere ascoltata al buio, con gli occhi chiusi, e conduce altrove, portandoci dal più microscopico dettaglio ad un volo oltre la stratosfera, laddove l’orizzonte si curva e le cose quotidiane perdono di senso.

Damon Arabsolgar è poeta, compositore, autore, produttore e performer.

Da piccolo, ha cominciato a scrivere e registrare canzoni su cassette magnetiche e non ha mai smesso, spinto dalla necessità di rimanere da solo con il suo pianoforte per dar voce, in maniera puramente istintiva, alla sua parte più vulnerabile e sincera.

Parallelamente alla sua intensa attività live con il duo MOMBAO, negli ultimi sei anni ha segretamente lavorato alla scrittura del suo progetto solista, in cui Damon torna alla sua natura più intima e cantautorale. Decide di usare per la prima volta il suo nome di battesimo solamente ora, per pubblicare del materiale profondamente personale realizzato con un senso di urgenza e bisogno di catarsi.

#MUSICANUOVA: Tommaso Di Giulio, “Anche basta”

#MUSICANUOVA: Tommaso Di Giulio, “Anche basta”

“Anche basta è uno sfogo, un lamento, un’epifania. E’ una di quelle prese di coscienza che non si è certi di voler portare fino in fondo. In che si traduce? In una fotografia di un dolceamaro stallo alla messicana, una canzone scritta quando me la prendevo più con me stesso che con la persona che mi stava vampirizzando l’esistenza. Perchè se sto male non mi tiro fuori da questo loop malsano? E’ una domanda che almeno una volta nella vita ci siamo fatti tutti…”

Il cantautore romano Tommaso Di Giulio torna con Anche basta, un brano in cui racconta la difficoltà nel porre fine a una relazione tossica nonostante la consapevolezza di quanto piano piano ci stia distruggendo, una lotta continua tra frustrazione e voglia di cambiare.

Un rapporto impari di cui il protagonista è conscio, in cui ogni proposito di rivalsa sembra trasformarsi in una ritirata, ma con un finale aperto che accende una scintilla di speranza.

“Siccome i contrasti e le contraddizioni sono tra le cose che mi interessano di più in musica e nella quotidianità anche questa canzone mette insieme ingredienti che generalmente reagiscono come quando si mescolano l’olio e l’acqua. Però, hai visto mai, alcuni esperimenti danno risultati sorprendenti”.

Te l’hanno detto che per dire: “noi”

bisognerebbe essere almeno in due?

Al netto di alcune patologie

che ora sospetto siano tutte tue

Ok, gli indizi erano in bella vista

ma ero stregato e non mi davo pace

amante, sposo, confessore, autista

per guadagnare un tuo sorriso. E invece:

non ti basta e mi ributti giù, giù.

Io, ho bisogno di te, di te, di te, di te, di te…

Io, ho bisogno di te, di te, di te, di te, di te…

…Di tenermi a debita distanza 

perchè va bene: “tutto fa esperienza”, ma anche basta!

Pazienza! E’ andata così.

Eh già…

Credevo ormai fosse passato il peggio 

ho poi capito che eri all’antipasto 

e dopo il tempo, il sonno ed il coraggio

hai fatto presto a consumare il resto.

A raccontarsela ci vuole poco

tenere il punto è un altro campionato

l’orgoglio scalpita, ma resta un eco

mentre precipito e non ho capito

come ho fatto a ricaderci, no, no!

Io, ho bisogno di te, di te, di te, di te, di te…

Io, ho bisogno di te, di te, di te, di te, di te…

…Di tenermi a debita distanza 

perchè va bene: “tutto fa esperienza”, ma anche basta!

Pazienza! E’ andata così.

E’ andata così.

Io, ho bisogno di te, di te, di te, di te, di te…

Io, ho bisogno di te, di te, di te, di te, di te…

…Di tenermi a debita distanza 

perchè va bene: “tutto fa esperienza”, ma anche basta!

Anche basta! Anche basta!

Pazienza! E’ andata così.

E’ andata così.

BITS-RECE: Michelangelo Vood, “Non c’è più tempo”. Nonostante tutto, sperare ancora

BITS-RECE: Michelangelo Vood, “Non c’è più tempo”. Nonostante tutto, sperare ancora

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

Lasciate ogni speranza, o Voi che ascoltate. Perché in questo disco di speranza ce n’è davvero poca.

In compenso, c’è tanto, tantissimo cuore, e tanta, tantissima poesia. Questo è uno di quei dischi fatti prima di tutto di parole, di pensieri, di riflessioni, di confidenze, e solo dopo di musica e melodie.
E non perché la musica sia secondaria, ma perché qui più di tutto emerge un’urgenza di scrivere, di buttare fuori un mondo di paure, di ansie, di aspettative disattese, di promesse che qualcuno là fuori non ha mantenuto.

Non c’è più tempo, album d’esordio di Michelangelo Vood, è un bilancio di vita alla soglia dei 30 anni, un resoconto di pagine parecchio disilluse. Perché avere 30 anni oggi non è facile, e può fare paura. Anzi, ha sempre fatto paura, perché i 30 anni hanno sempre rappresentato una sorta di punto di non ritorno.

Ne L’ultimo bacio, pellicola diventata simbolo di una generazione, Gabriele Muccino aveva tratteggiato magnificamente la crisi dei trentenni: ma lì era diverso, molto diverso. Erano i primissimi anni ’00, e i trentenni di allora soffrivano soprattutto per la fine della loro “età dell’oro”, quella fatta di spensieratezza e di mancanza di grandi responsabilità.

Ma chi ai 30 anni ci arriva oggi si trova davanti uno scenario ben più complesso. Certo, ognuno vive la propria età e il proprio presente a modo suo, ma che avere 30 anni oggi sia una sorta di sciagura non è difficile crederlo, anche per chi – come il sottoscritto – ci è già passato da un po’.

Quello che Michelangelo Vood ha fatto nel suo primo album è stato mettere a fuoco il quadro della sua generazione e consegnarcelo con i tratti nitidi e sensibili della sua scrittura.

“Siamo nomadi, figli dei dollari, del Millennium Bug, di una madre in provincia sola”, canta in Millennium Bug, un brano-manifesto su cui domina una malinconia che fa stringere il cuore. E poi prosegue: “Chissà se è questo che volevo quel giorno di novembre solo dentro a un treno, che corre verso nord”.
In quanti questa domanda se la saranno fatti?

Lasciare la provincia, lasciare gli affetti, i genitori, raggiungere la metropoli, tenere accesi i sogni e i progetti, nonostante tutto. E poi veder finire un amore, sentirsi vulnerabili, ma avere la forza di riconoscerlo, e poi, inspiegabilmente, sentir nascere una forza che ti spinge avanti. Ancora, nonostante tutto. Istinto di sopravvivenza? Incoscienza? O forse un barlume di speranza?

C’è proprio così tanta vita raccolta nei brani di Non c’è più tempo. E Michelangelo Vood la racconta senza pudore. O meglio, con il pudore di chi sa dare peso alle parole, e riesce a volgere in poesia anche la notte più nera.

Non c’è più tempo è un album disarmante, sicuramente uno dei dischi più pessimisti che mi siano capitati tra le orecchie negli ultimi tempi. Pur nella sua infinta delicatezza, in certi momenti è un disco capace di aprirti buchi in fondo al cuore.

Ma è un disco che fa bene, perché ci ricorda che siamo umani. E quando intorno a noi vedremo solo macerie sarà probabilmente la nostra umanità a salvarci, a farci andare avanti ancora una volta, a farci pensare che forse di tempo ne è avanzato ancora un po’. Che non tutto è perduto.

E quindi forse non era vero quello che ho scritto all’inizio, che non c’è speranza. C’è e ci sarà sempre.
Ci sarà il tempo della paura, il tempo della delusione, il tempo dell’abbandono, il tempo dello smarrimento. E ci sarà il tempo per sperare ancora.
Ci sarà sempre tempo.

#MUSICANUOVA: Colombo, “Uomini forti”

#MUSICANUOVA: Colombo, “Uomini forti”

Non è faticoso essere uomini?

Da questa domanda, posta da un’amica durante una discussione sulla difficoltà tipicamente maschile di esprimere i propri sentimenti in maniera libera e chiara, è nato il nuovo singolo di Colombo.

“Essere uomini è faticoso, è faticoso dover essere sempre forte, dover avere più successo degli altri, più muscoli, fare più soldi e più sesso.
È faticoso porre dei limiti all’empatia, alla sensibilità, alla sofferenza, al modo di vestirsi o al prendersi cura di sé stessi.
Molte di queste cose fanno parte di me, di alcune mi sono liberato, altre non le ho mai avute: il fatto di non aderire all’ideale di virilità maschile, un tempo mi ha fatto sentire in difetto e inadeguato; poi il mio percorso di vita, le esperienze, le letture, le persone che ho incontrato, mi hanno fatto comprendere che questi costrutti sociali si possono distruggere, superare, o semplicemente ignorare.

Da tutto questo è nata Uomini forti.”

Uomini forti è il nuovo singolo di Colombo.
Un nuovo capitolo per il progetto solista di Alberto Trevanini, inaspettatamente in italiano.

Reduce dalla pubblicazione dell’EP Where Children Strove, interamente dedicato alle poesie di Emily Dickinson, Colombo torna con un progetto audace, che ha pochi riferimenti nella scena italiana e dove si espone completamente e sceglie, anche per questo, la lingua italian.

Un uomo deve essere più forte 

di una mano tesa

senza difesa

usare sempre tutte le sue forze

piangere da solo

senza gusto

Scusa se non so parlare

di sentimenti

Ho un ghiacciaio che si scioglie

nella mia cassa

Un uomo deve essere più forte

delle sue paure

spogliatemi davvero

per l’esecuzione

Un uomo deve vivere il successo

per trovare pace

ma se io voglio il mondo

forse è meglio perdere

Se diverso è bello

perché sto in silenzio

conto fino a cento

cerco frasi a effetto

per seguire il branco

Un uomo deve essere più forte

delle sue paure

spogliatemi davvero

per l’esecuzione

Un uomo deve vivere il successo

per trovare pace

ma se io voglio il mondo

forse è meglio perdere

E chi lo sa come si fa

Spiegatemi come si fa

Colombo nasce a Brescia nel 1994, dai primi anni si avvicina allo studio del pianoforte. Si laurea in pianoforte presso il Conservatorio A. Boito” di Parma col massimo dei voti.

Dalletà di 15 anni affianca al pianoforte classico, lo studio della vocalità moderna nelle sue diverse espressioni, che prosegue con lapprofondimento del canto jazz presso il Conservatorio di Milano. 

Si esibisce come pianista, tastierista, cantante in diversi contesti e formazioni, spaziando in vari generi, dalla classica al pop, dal cantautorato al rock.

Vincitore del Premio Ugo Calise 2019 per la nuova canzone dautore, finalista di Area Sanremo 2018, Vibra Song Contest, Contesto Indie e ProScenium Festival di Assisi 2021.

Nel 2023 esce Where Children Strove, un concept album di pop neoclassico dedicato alle poesie di Emily Dickinson.

Uomini forti è il primo capitolo di un nuovo progetto in italiano.

#MUSICANUOVA: Lunedì notte, “Aprile”

#MUSICANUOVA: Lunedì Notte, “Aprile”

Arriva come una ballata notturna sussurrata all’orecchio Aprile, il nuovo singolo di Lunedì Notte.
L’inverno è finito e ha lasciato i suoi segni; questo nuovo singolo è una carezza che prova a curarli.

“Aprile” rappresenta la continuazione naturale del percorso artistico di Lunedì Notte, progetto solista di Alessandro Cianci, cominciato con la pubblicazione dei singoli L’Indolenza e il Panico e Medicine e proseguito con le recenti collaborazioni con Angelica e CIMINI nei brani Il Buio e L’Amore in Dieci.

Aprile è un abbraccio per chi si perde cercando un equilibrio spesso illusorio, un brano italianissimo ma con radici ben salde nel cantautorato alternative americano.

Satelliti fuori fase
ti incollano alle tv
e in quest’angolo di aprile
non voglio guardarne più
lo so già che farà bene
una scusa per vivere
una fuga in strada o in mare
per scrollare la polvere
e ti cerco nei bar
nella giungla dei club
fino al freddo delle sei
nei giorni nuovi
e ti cerco nei tab
tra le spunte blu
quando i treni delle sei
sono pieni
sta cambiando il vento
non credo alle favole
e non so tu come fai
lasciamo tutto e corriamo
non voglio stare più qui
perchè non sono facile da accontentare
e a me sta bene cosi
e ti cerco nei bar
nella giungla dei club
fino al freddo delle sei
nei giorni nuovi
e ti cerco nei tab
tra le spunte blu
quando i treni delle sei
sono pieni

Lunedì Notte è il nuovo progetto cantautoriale dell’autore e produttore musicale Alessandro Cianci. Tra le sue collaborazioni quelle con Mecna, Dargen D’Amico, Coez ed Ernia solo per citarne alcune.
Dopo Ricordati di Rimini, suo precedente progetto in duo, Alessandro diventa Lunedì Notte per esprimere sonorità più personali e libere dalle mediazioni della scrittura a più mani.

Le influenze di Lunedì Notte spaziano dalla golden age del cantautorato italiano all’indie alternative internazionale, passando spesso per la musica da film anni 70.

#MUSICANUOVA: Il Solito Dandy, “Irresistibile”

#MUSICANUOVA: Il Solito Dandy, “Irresistibile”

«In questo mondo distratto e rumoroso mi piace immaginare una rivoluzione gentile, fatta di persone che rispondono alla rabbia con comprensione. Un’incredibile rivoluzione dove tutti puntiamo al bene altrui, oltre gli individualismi augurandoci il meglio.”

Il Solito Dandy torna con Irresistibile, un viaggio intenso di rinascita, ricco di speranza e di nuovi inizi.

Irresistibile si immerge nelle profondità dell’esperienza umana, toccando le corde delle nostre ferite più profonde e della nostra capacità di rinascita.
Seguendo la sua cifra stilistica, con un suono che rimanda al passato (primo fra tutti, impossibile non risentire in filigrana Solo tu di Umberto Tozzi), il Solito Dandy invita ad accogliere la nuova primavera della vita, trovando bellezza e forza nel processo di guarigione e rinnovamento.

Irresistibile è un invito a credere di nuovo nell’amore, a lasciarsi alle spalle le corazze del passato per abbracciare con coraggio e dolcezza un futuro.
È una canzone per tutti coloro che continuano a cercare la bellezza e la gentilezza in questo mondo.