E se cerchi la protesta nelle classifiche attuali Rischi di trovare solo la rassegnazione sommessa di giovani anziani Ieri cantavi “Contessa” in piazza durante i cortei popolari Oggi se canti Contessa probabilmente si tratta di un pezzo de I Cani
Calma le onde è il primo assaggio del nuovo album di Dutch Nazari, e come Speculation nell’ EP d’esordio Diecimila lire e Proemio in Amore Povero, il brano inizia con le parole “In senso lato la vita”.
Dutch Nazari torna con il suo “cantautorap” unico, atipico, sempre personale. Sonorità elettroniche incalzanti, suoni stratificati che si mescolano con le metriche del rap e la cifra comunicativa dei poetry slam. Al centro del brano il testo una carrellata di immagini, situazioni, eventi raccontati attraverso un flow mozzafiato e un’ironia tagliente, fino alla spirale di parole che sembra arrotolarsi su se stessa nel finale.
Poi cala il sole e calma le onde e mi vesto Ed esco un po’ fuori di me E un po’ mi isolo e penso che non ci sia nessuno All’infuori di me Che a volte mi fisso su cose un po’ stupide E vado un po’ fuori di me Ed ho pensieri che so solo io E che non devono uscire mai fuori Poi cala il sole e calma le onde E mi vesto ed esco un po’ fuori di me E un po’ mi isolo e penso che non ci sia nessuno All’infuori di me Che a volte mi fisso su cose un po’ stupide E vado un po’ fuori di me Ed ho pensieri che so solo io E che non devono uscire mai fuori Fuori di
Nel giorno in cui esce il suo nuovo singolo, Tutto tua madre, J-Ax annuncia il sold out di tutte le cinque date in programma a ottobre al Fabrique di Milano.
Ai cinque concerti già annunciati si aggiunge infatti ora una sesta data il 27 ottobre (biglietti già disponibili su ticketone.it e in tutti i punti vendita Ticketone e tutte le rivendite autorizzate: posto unico – €35,00+5,25 diritti di prevendita).
Riguardo al nuovo singolo invece, queste la parole con cui J-Ax ha scelto di presentarlo: “Ho voluto scrivere un pezzo per le persone che vivono il dramma di voler creare una nuova vita, senza riuscirci, situazione in cui per qualche anno mi sono trovato anch’io. In Italia siamo in tantissimi, ma per qualcuno siamo troppi. Dovremmo essere zero. Infatti leggiamo più spesso di iniziative che questo Governo vorrebbe prendere contro la fecondazione assistita e tante altre procedure che aiutano decine di migliaia di coppie italiane a creare una famiglia insieme. Trovo assurdo che un Governo fatto, almeno per la parte più gialla, di persone che ho sempre rispettato e ammirato per la scelta di portare avanti principi di libertà e giustizia possa rendersi partecipe di una ingiustizia simile. Anche perché di certo non è una scelta di nessuno trovarsi in una situazione così, ma si tratta di qualcosa che colpisce tutti trasversalmente, senza favoritismi o pregiudizi: destra, sinistra, leghisti, comunisti, grillini e gente che si nutre solo del proprio respiro. Per questo motivo, prima di andare fino in fondo e negare a centinaia di migliaia di italiani il diritto di avere un figlio, vi chiedo un piccolo gesto di empatia: come vi sentireste voi se, da un momento all’altro, il rumore del respiro e le risate del vostro bambino sparissero? Quel vuoto è quello che vivono tanti italiani come voi. Quel voto tanti non desiderano altro che colmarlo con l’amore. E l’amore, voi, o chiunque altro, non avete il diritto di fermarlo”.
A volte il crossover e i campionamenti generano delle gustosissime chicche. Vi sareste mai immaginati, per esempio, di sentire un giorno Nicki Minaj intonare un pezzo di Andrea Bocelli, magari con qualche bella barra sparata ad alto tasso di BPM? Bene, è successo.
Goodbye, ultimo singolo incluso nel nuovo album di David Guetta, 7 (in uscita il 14 settembre), vede la partecipazione di Jason Derulo, Willy William e, appunto, Nicki Minaj: e proprio la rapper intona il ritornello del brano sulle note di Time To Say Goodbye, versione inglese della celeberrima Con te partirò portata a Sanremo da Bocelli nel 1995 e diventata poi un successo mondiale grazie al duetto in inglese con Sarah Brightman.
Su un tappeto di elettronica, r’n’b e beat caraibici, dalla Minaj a Bocelli il passo è brevissimo.
“Eccomi qua. 25 anni di carriera. Perché vado ancora avanti? Che cosa volevo fare 25 anni fa? Io, in questa vita, sono venuto per vivere ad alta voce. Per dare fastidio. Per far spostare da dov’è seduto comodo il conformismo italiano e fargli cambiare vagone.
Sono partito da zero, dal paese di 1738 abitanti e sono arrivato a riempire lo stadio con 79500 persone.
Per essere felice non mi serve altro che fare musica.
Per questo motivo 25 anni di carriera significa celebrare voi con 5 concerti al Fabrique di Milano. Un modo per vederci dritto in faccia e per farvi vedere il mio futuro.
‘Il problema del mondo,’ diceva Charles Bukowski, ‘è che le persone intelligenti sono piene di dubbi, mentre le persone stupide sono piene di sicurezza’.
Nel dubbio, sono sicuro che questa sarà la scelta migliore”.
Con queste parole J-Ax ha descritto gli ormai imminenti cinque concerti da solista in programma a ottobre al Fabrique di Milano. J-Ax 25 – Live, questo il nome dello show,ha già registrato il sold out dell’appuntamento di domenica 21 ottobre.
Nel frattempo il rapper milanese ha dato un annuncio che in molti sperato, ma in cui forse pochi ormai avrebbero scommesso: ospite speciale delle serate sarà infatti Dj Jad, l’altra metà degli Articolo 31, ovvero la più importante realtà hip-hop italiana degli anni ’90.
Dopo 15 anni sarà così possibile rivedere (e soprattutto risentire) insieme sul palco la storica coppia: per una parte del concerto, durante tutte le cinque date, Dj Jad affiancherà J-Ax sul palco per celebrare insieme a lui i suoi 25 anni di carriera.
Questo il calendario degli show al Fabrique di Milano:
lunedì 15 ottobre 2018
martedì 16 ottobre 2018
mercoledì 17 ottobre 2018
domenica 21 ottobre 2018 SOLD OUT lunedì 22 ottobre 2018
Prezzo biglietti:
Posto unico: €35,00+5,25 diritti di prevendita
I biglietti sono già disponibili su ticketone.it e in tutti i punti vendita Ticketone e tutte le rivendite autorizzate.
L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.
L’occhio sulla copertina sembra voler guardare in faccia l’ascoltatore, scrutare i suoi pensieri, cercare di capire se ha compreso davvero il significato dei brani, se ne ha colto i riferimenti. Perché quando si parla di Ernia si può star certi che nulla – soprattutto le parole – non sono buttate a caso. Dopo l’uscita del doppio Come uccidere un usignolo/67, avvenuta solo lo scorso settembre, per il milanese Matteo Professore è arrivato il momento della prima vera release ufficiale. Il nuovo album si intitola 68 (e non perché segue 67, che invece si intitolava così proprio in vista dell’uscita successiva), come la linea di autobus che collega Bonola, dove Matteo è cresciuto, con via Bergognone, vicino a Porta Genova, decisamente più in centro e soprattutto centro di una nuova movida modaiola. Un viaggio (anche metaforico) dalla periferia al centro, ma che poteva essere compiuto anche in senso opposto, in una sorta di regressione: fuori dal significato simbolico, significa che questo per Ernia è il disco del grande riscatto e della conferma, ma potrebbe anche essere la causa della sua caduta, ed è proprio lui il primo a esserne consapevole. E poi c’è, in minima parte a dire il vero, un riferimento al ’68 dei movimenti rivoluzionari, di cui oggi ricorrono i 50 anni.
Sulla doppia direzione si muove anche la tracklist di 68, che può essere ascoltata anche dalla fine all’inizio, e in questo senso diventerebbe una carrellata cronologica della carriera del rapper fino ad oggi, dal buio di La paura alla luce di King QT (e qui il riferimento è al quartiere milanese di QT8, oltre a King Kunta di Kendrick Lamar). Con Ernia ogni stereotipo legato alla figura del rapper cade: non ha la faccia da cattivo ragazzo, non ha il corpo ricoperto da tatuaggi d’ordinanza, non ostenta elogi al denaro e alle donne, ma anzi non di rado infila nei testi citazioni colte, riferimenti letterari, e si ritaglia spazi di riflessione. Per questo viene considerato uno degli esponenti del conscious rap italiano: “Fino a non molto tempo fa il conscious rap rimandava all’immagine di uno studente fuori sede sfigato, che non amava molto lavarsi e beveva birra calda. A riabilitare il genere sono stati in America artisti come J Cole e Kendrick Lamar, che è forse il miglior rappresentante della corrente: grazie a loro oggi il conscious rap ha trovato legittimazione, si è reso appetibile per le radio e le classifiche ed è considerato cool. I loro numeri lo dimostrano. In Italia invece il rap cita pochissimo, e quando accade spesso il pubblico non riesce a cogliere i riferimenti o li usa in modo sbagliato: c’è una sorta di sofisticata ignoranza. L’obiettivo è farlo diventare solo sofisticato”.
Ma non si pensi che con 68 Ernia si sia rinchiuso in un circolo vizioso alla strenua ricerca dei “contenuti”, perché scorrendo le tracce dell’album non si possono non cogliere i riferimenti alla disco dei Flaminio Maphia della titletrack (“Lo considero il mio brano migliore perché non è una marchettata, ma il giusto equilibrio tra quello che vuole ascoltare il pubblico dell’hip-hop e quello che passano le radio”), o le influenze black, r’n’b, persino i campionamenti di classici jazz e le atmosfere old school. Il pazzo nasce addirittura dall’ascolto di Non al denaro, non all’amore né al cielo di De André, mentre No pussy è un pezzo “cafone” di puro divertimento: “In Italia il rap ha avuto il filtro del centro sociale, e oggi tutti sembrano cercare solo i contenuti, come se la musica fatta per divertimento fosse un male, invece il rap nasce anche con questo spirito e in America le diverse correnti convivono e si accettano tranquillamente. Da noi se riesci a svoltare e a guadagnare facendo rap diventi subito un venduto, mentre ci si dimentica che negli anni ’80 non si contavano i titoli di album che avevano la parola businness nel titolo. Spesso inoltre chi sui forum online critica il rap di oggi accusandolo di superficialità, negli anni ’90 ascoltava Gigi D’Agostino o si piastrava i capelli per andare alle serate del Diabolika: lì il contenuto dov’era? Quale messaggio si veicolava?” Non sfugge però, proprio in No pussy, un riferimento politico: “Un quindicenne conosce il rap meglio di me e capisce subito se gli stai proponendo un pezzo impegnato o di contenuto politico, e non lo ascolta perché non gli interessa. Con quel riferimento a Salvini ho voluto indorare un po’ la pillola, mettendo una nota di impegno in un pezzo che è tutto l’opposto”.
Anche per quanto riguarda l’ondata della trap, le idee di Ernia sono molto chiare: “Mi piace la trap, la ascolto, anche se non sono un artista trap. Sono convinto che sia un trend destinato a finire, e quando succederà saranno in moltissimi a cadere. Sfera Ebbasta resterà, perché lui in quello è il numero uno, e anche se ha un vocabolario molto ristretto è stato quello che ha focalizzato l’attenzione dei media e dei discografici su un genere che in Italia non era ancora arrivato. E’ divisivo, certo, ma per lui è un valore aggiunto. Ma non esistono carriere infinite, e anch’io posso cadere domani, ma quando succederà non sarà per colpa della fine della trap, ma per causa mia“.
Anche nell’epoca del dominio dei social, al live resta un ruolo di fondamentale importanza: “Potrai fare tutte le visualizzazioni che vuoi, ma i risultati si vedono sotto al palco, nel mondo reale. Il live è il momento massimo del nostro lavoro”.
Dal 7 settembre Ernia sarà impegnato nel “68 instore tour” per la presentazione del nuovo album d’inediti. Gli appuntamenti partiranno partiranno venerdì 7 settembre con un doppio appuntamento prima a Varese presso Varese Dischi e poi a Milano presso il Mondadori Megastore di Piazza duomo per poi proseguire sabato 8 settembre a Monza e poi a Brescia, il 9 settembre a Padova e Bologna, il 10 settembre a Genova e Torino, l’11 settembre a Firenze e Roma, il 12 settembre a Napoli e Salerno, il 13 settembre a Bari e Lecce, il 14 settembre a Mestre e Verona, il 15 settembre a Modena e Forlì, il 16 settembre a Lucca e Massa, il 17 settembre a Frosinone e Caserta, il 18 Settembre a Palermo, il 19 settembre a Messina e Catania, il 20 settembre a Como e Arese e il 21 settembre a Cagliari.
Quattro nuovi inediti per Butterfly Effect 2.0, nuova edizione dell’album di Mr. Rain uscito a gennaio che è valso al rapper il disco di platino per i singoli Ipernova e I grandi non piangono mai. Il repack del disco arriverà nei negozi e nei digital store il 21 settembre arricchito da quattro nuovi brani composti negli ultimi mesi.
Butterfly Effect è il diario personale della vita di Mr.Rain: ogni canzone è una pagina che lo compone a cui sono affidati ricordi, pensieri, momenti, idee e storie. Un album cantautorale dalle radici rap curato in ogni dettaglio dallo stesso Mr.Rain, vero e proprio self-made rapper che da sempre scrive personalmente i suoi testi e si produce da solo le basi.
Dopo l’annuncio del nuovo album Supereroe in uscita in autunno e le due anteprime del 12 ottobre a Milano e del 13 ottobre a Roma, andate sold out in poche settimane, Emis Killa torna live a dicembre con il Supereroe Tour. Il rapper milanese sarà di nuovo nella sua città domenica 9 dicembre e Roma mercoledì 12 dicembre 2018, per poi incontrare il suo pubblico a Firenze (giovedì 13 dicembre 2018), Bologna (venerdì 14 dicembre 2018) e Torino (venerdì 14 dicembre 2018).
Il ritorno di Emis Killa arriva a due anni di distanza da Terza Stagione, a cui sono seguiti nel corso dell’ultimo anno i singoli Linda e Serio.
Questi i dettagli delle date live:
9 dicembre – Milano, Fabrique Apertura Porte: ore 19.30 Inizio Concerto: ore 21.00 Prezzi Biglietti: posto unico – € 30,00 + € 4,50 diritti di prevendita
12 dicembre – Roma, Atlantico Apertura Porte: ore 19.30 Inizio Concerto: ore 21.00 Prezzi Biglietti: posto unico – € 30,00 + € 4,50 diritti di prevendita
13 dicembre – Firenze, Viper Apertura Porte: ore 19.30 Inizio Concerto: ore 21.00 Prezzi Biglietti: posto unico – € 30,00 + € 4,50 diritti di prevendita
14 dicembre – Bologna, Estragon Apertura Porte: ore 19.30 Inizio Concerto: ore 21.00 Prezzi Biglietti: posto unico – € 30,00 + € 4,50 diritti di prevendita
16 dicembre – Torino, Hiroshima Apertura Porte: ore 19.30 Inizio Concerto: ore 21.00 Prezzi Biglietti: posto unico – € 30,00 + € 4,50 diritti di prevendita
L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali
I 23.7 sono un giovane collettivo leccese formato da Welo, Symon e Ankhay. Hanno iniziato a farsi notare nel corso dell’ultimo anno con la pubblicazione di alcuni brani, tra cui i primi due singoli Baby Plug e Fight in esclusiva per STO Magazine.
A caratterizzare il loro stile è quella che definiscono la “violence wave”, una commistione di elementi allucinati e psichedelici che tornano anche nei suoni e nel video del terzo singolo, Brucomela, prodotto dallo stesso Ankhay.
Si intitola Sinatra il nuovo e quinto album solista di Gué Pequeno, in uscita per Island / Def Jam il 14 di settembre. Il disco segue Gentleman, pubblicato lo scorso anno e certificato con un doppio disco di platino, e vede la collaborazione con il suo nuovo team BHMG.
DJ Khaled chiama, il pop e il rap rispondono! Come in passato con il successo di I’m The One, anche per il nuovo singolo No Brainer, il megaproduttore statunitense ha coinvolto uno squadrone di ospiti di tutto rispetto: a prendere parte alla festa sono infatti Justin Bieber, Chance The Rapper e Quavo, che danno vita a un singolone estivo che mette insieme pop, hip-hop, trap e sonorità tropical.
Khaled ha anche deciso anche di curare personalmente la regia del video, portando sul set tutti i protagonisti del brano, se stesso e anche suo figlio, che ha “co-firmato” la regia.
No Brainer anticipa l’uscita del nuovo album di DJ Khaled, Father of Asahd, l’undicesimo della sua carriera, che uscirà quest’autunno per We The Best Music Group/Epic Records, e vedrà ancora una volta nel ruolo di “produttore esecutivo” il figlioletto di Khaled di quasi due anni, Asahd.