#MUSICANUOVA: Luana, Lampioni RMX

Se avete seguito il sito nei mesi scorsi, sapete che stiamo tenendo d’occhio Luana, giovane artista di Treviso, ma milanese d’adozione, che sta facendo parecchie cose interessanti nell’ambito dell’hip hop e della musica urban.

Dopo i singoli MTCPM e Scripta manent, l’ultimo brano su cui Luana ha lavorato è un remix di Lampioni di Giovane Feddini, giovane rapper di Padova che alcuni giorni fa ha dato il via al remix contest del pezzo.
Per il suo contributo, Luana ne ha riscritto – anzi, “vomitato” – le strofe, mettendo nei nuovi versi molto di sé e della sua vita.
Il risultato lo potete ascoltare qui sotto.

Arriva il 4 novembre Nonostante tutto Reloaded di Gemitaiz

Esce il 4 novembre Nonostante tutto Reloaded, nuova versione dell’album di Gemitaiz gà certificato disco d’oro in sole due settimane
“Sto scrivendo pezzi nuovi, alcuni di questi ho sentito la necessità di farveli sentire subito insieme a un po’ tutto quello che è stato il mio 2016, dal mixtape, al disco, alle esclusive, al live con la band”.
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L’album sarà disponibile in un doppio CD, l’album originale e un secondo disco con inediti, rarità, remix e l’intero concerto del Nonostante Tutto Summer Tour che ha portato sui palchi di tutta Italia in una formazione estesa composta da Frenetik, Orang3, Danilo Menna e il dj MixerT.

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CD2:
COMA (feat.Victor Kwality) – inedito
GIU’ (RESTO QUA) – inedito
RAP DOOM – tratta dal mixtape QVC6 mai pubblicata su supporto
FABIO VOLO – tratta dal mixtape QVC6 mai pubblicata su supporto
HANGOVER – tratta dal mixtape QVC6 mai pubblicata su supporto
INTRO (Live @ Carroponte 2016)
SCUSA (Live @ Carroponte 2016)
CAMBIO LE REGOLE (Live @ Carroponte 2016)
NFCNB + HATERPROOF 2 (Live @ Carroponte 2016)
NIENTE PER ME (Live @ Carroponte 2016)
NONOSTANTE TUTTO (Live @ Carroponte 2016)
BENE (Live @ Carroponte 2016)
NON LO SO (Live @ Carroponte 2016)
LA PULA BUSSO’ 2016 (feat. Fabri Fibra) (Live @ Carroponte 2016)
KING’S SUPREME (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album digitale
DOMANI (Live @ Carroponte 2016)
BLACK MIRROR (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album digitale
PRESO MALE (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016)
INSTAGRAMMO (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016)
PISTORIUS (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album digitale
RAP DOOM (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album
digitale
SCUSA (Sine Remix)
NONOSTANTE TUTTO (Stabber Remix)

BITS-CHAT: “Voglio darvi la bella copia”. Quattro chiacchiere con… Ketty Passa

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Ketty Passa
è la cantante con i capelli blu.
Oddio, in realtà è molto di più, ma questa è la prima cosa che salta all’occhio appena si incrocia il suo sguardo, e soprattutto questo è l’elemento che la rende immediatamente riconoscibile.

Ma Ketty Passa è molto di più perché con la musica non ci ha a che fare solo come interprete, ma anche come conduttrice in radio e TV e dj in alcune serate di milanesi. Ultimo incarico che le è stato assegnato in ordine di tempo è la selezione musicale per il nuovo programma di Rai2 Nemo-Nessuno escluso. Insomma, è una che nella musica ci sguazza dentro in pieno.
Nel 2013, insieme ai Toxic Tuna ha pubblicato il suo primo album, #CANTAKETTYPASSA, e ora, a distanza di tre anni, si prepara al ritorno: questa volta però lo fa da sola, e con uno stile tutto nuovo.
Per pubblicare il nuovo album e dare al pubblico la “bella copia” del CD, ha accettato la proposta dei fondatori di Musicraiser Giovanni Gulino dei Marta sui tubi e della sua compagna Tania Varuni, dj e produttrice, che, rimasti entusiasti dei primi ascolti, l’hanno esortata a dare il via alla missione #kettypassainloop, iniziata a fine settembre e attiva fino al 25 novembre.
Per chi si offrirà di finanziare il progetto, sono previsti numerosi pacchetti di offerte, dall’edizione speciale dell’album fino a una cena e al dj set privato. Tutte le info a questo link.

Ti avevamo lasciata nel 2013 con il tuo precedente album, #CANTAKETTYPASSA e ti ritroviamo ora pronta a fare un nuovo passo con un disco che si preannuncia molto diverso: cosa è successo in questo periodo?
L’esperienza con la band è stata bella, ma difficile, e alla fine non abbiamo trovato l’incastro giusto. Già subito dopo il tour era emersa l’esigenza da parte di alcuni di prendere altre strade: così, senza nessun tipo di rancore, abbiamo abbandonato il progetto e io mi sono messa a pensare a cosa avrei voluto fare davvero come cantante. Quello che da tempo volevo proporre era qualcosa che mischiasse pop, elettronica e hip hop: io lo definisco urban, ma solo perché ha uno stile piuttosto street e si rifà all’America, con il cantato a volte punk, a volte melodico.

Un genere non proprio frequente in Italia: come hai trovato la chiave giusta per lavorarci?
Ho iniziato in studio, accompagnata dal mio produttore, Max Zanotti, la persona che più di tutti ha creduto in questo progetto dall’inizio. Anche per lui era una scommessa, perché ha sempre avuto a che fare con tutt’altra musica, mentre qui si trattava di mettere insieme melodia su basi elettroniche piuttosto ritmate, spinte, che di solito in Italia sono usate dai rapper. E’ anche per questo che ci ho messo due anni a fare il disco.

Difficoltà particolari che hai incontrato?
La lingua: l’italiano non è spigoloso come l’inglese, è rotondo, e adattarlo a quella musica non è stato facile, ho dovuto lavorare molto in quel senso, cercando di adattare le parole alle basi che mi arrivavano da musicisti che lavoravano nell’ambito dell’hip hop. Per creare l’atmosfera mi sono ispirata molto a Gwen Stefani, M.I.A., Kimbra, ma anche Rihanna e Beyoncé. Tra i pezzi meglio riusciti c’è Sogna, il primo singolo, dove sono riuscita a trovare il linguaggio perfetto, mentre in altri casi ho dovuto rispettare un po’ di più le esigenze dell’italiano e mi sono adeguata a un andamento più melodico. Anche i temi che affronto sono molto diversi: nei 10 pezzi nuovi ci sono canzoni più allegre, altre più intime, in un’altra parlo di come sia difficile portarsi dietro la propria diversità nella società di oggi abituata a ragionare in franchising.

E sei poi arrivata a Musicraiser…
Per questo album ho lavorato in maniera diversa rispetto a prima, andando in studio e non più in sala prove, e tutto questo ha un costo: sono stata contattata da Giovanni Gulino e Tania Varuni di Musicraiser e mi è sembrato un buon modo per sostenere le spese e avere una nuova visibilità. La parte economica in un progetto discografico ha un grande peso e le operazioni messe in atto da piattaforme come questa sono un grandissimo aiuto, soprattutto per gli artisti come me che non hanno alle spalle case discografiche che possano finanziare il lavoro. Ho posto un obiettivo piuttosto ambizioso, 10.000 euro, che mi serviranno per coprire una parte delle spese che ho già sostenuto e darmi la possibilità di realizzare anche un paio video. Fare musica è anche un investimento su di sé, per cui molto ho già investito di mio: aderire a Musicraiser mi permetterà di avere più visibilità e poter dare al pubblico la “bella copia” del disco. La campagna si chiuderà il 25 novembre e ho previsto numerosi pacchetti per chi deciderà di aiutarmi a portare a termine il progetto. Voglio che le persone siano invogliate a finanziare la mia missione, non voglio sono elemosinare.
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A Musicraiser sei arrivata dopo aver ricevuto la proposta di Giovanni e Tania: prima non ci avevi pensato?
No, non ero molto convinta: di solito alle cose devo arrivarci da sola, con i miei tempi, e in questo caso non pensavo che potesse fare al caso mio. Poi invece i ragazzi di Musicraiser mi hanno contattata ed erano molto entusiasti dei provini che hanno ascoltato e così ho deciso di mettermi in gioco: mal che vada, se non raggiungo l’obiettivo, resto a zero come sono ora. Sarà forse un po’ avvilente, ma è un tentativo. D’altra parte, l’alternativa sarebbe stata quella di aprire un mutuo. Mi ha aiutato molto anche il fatto di aver incontrato l’etichetta 22R con la quale si è instaurato un rapporto di fiducia. In questa campagna mi sto impegnando tantissimo, sto mettendo tutta me stessa, tutta la creatività che ho, anche per creare pacchetti esclusivi e ricchi da proporre: tra i progetti c’è anche quello di creare delle strisce di fumetto in cui racconto una storia. Per ora non posso dire molto, ma sarà una cosa molto divertente che sto preparando insieme a un tatuatore: riguarderà uno dei brani e avrà come protagonisti una bambina e un animale.

E’ stato difficile trovare musicisti adatti al tipo di musica che volevi proporre in questo album?
Più che dal punto di vista pratico, la difficoltà è stata soprattutto trovare chi volesse fidarsi e mettersi in questo progetto: mi rendo conto che proporre brani urban non sia facile in Italia, e devo dire che in effetti molti non capiscono, sono convinti che la musica italiana non sia pronta. Io però sapevo di non voler fare quello che fanno le altre cantanti: è vero, dopotutto faccio pop, per cui i punti di contatto ci saranno, ma io voglio proprio fare musica con un linguaggio diverso, e sono curiosa di vedere come verrà recepita questa operazione.
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Pensi che Musicraiser possa rappresentare il futuro della discografia?
Sì, ma più che Musicraiser penso che sia il web in generale a rappresentare il domani della discografia. Prendiamo il caso di Salmo: quando lui è arrivato, il suo tipo di musica non lo proponeva nessuno, lo ha portato lui, e oggi è entrato in una major. Le grandi realtà discografiche ormai servono soprattutto a supportare fenomeni già esistenti, lavorano con i talent, ma non presentano cose nuove, e questo per meccanismi di mercato che posso anche comprendere, ma che non aiutano a portare qualcosa di diverso. In passato ho ricevuto proposte per partecipare a dei talent, ma ho capito che se avessi accettato sarei entrata in logiche più grandi di me e come artista sarei morta. Non mi serviva avere quella visibilità e non avevo voglia di farmi scrivere le canzoni da altri.

Prima accennavi a un brano dell’album che tratterà il tema della diversità: secondo te che cosa fa paura alle persone nell’essere diversi?
Essere diversi vuol dire sentirsi continuamente sbagliati: noi umani siamo brutti, sviluppiamo una serie di convenzioni sociali che ci portano al confronto, al giudizio verso gli altri. Lo facciamo tutti, nessuno escluso. Essere diverso ti porta a vivere con più difficoltà anche nel concreto, perché magari sei tentato di fare scelte meno convenienti economicamente ma più stimolanti. Essere diversi è difficile proprio dal punto di vista pratico, mentre una vita facile è quella che porta gli altri a non giudicarti e romperti le palle.
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A proposito del caso di Tiziana Cantone, sulla tua pagina Facebook hai scritto: “il problema non sono i social, sono le persone”. Non pensi però che i social abbiano amplificato l’imbarbarimento della società?
Certo, perché, come dicevo, siamo tutti prontissimi a scagliarci sugli altri per nasconderci, anche se commettiamo gli stessi errori. L’indole umana porta a puntare il dito per sentirsi puliti, mentre si sta perdendo la capacità di autocritica: dietro allo schermo di un computer siamo tutti coraggiosissimi, ma non riusciamo a reggere il confronto diretto. In questo caso specifico, la ragazza è stata convinta a essere lei dalla parte del torto, mentre la vera colpa in questa storia è stata mettere on line un video senza il suo consenso, quello è un reato! Il senso di colpa per quello che si vedeva in quel video è stato però così grande che Tiziana si è tolta la vita, ed è gravissimo. Per questo ho scritto che il problema non sono i social, ma le persone che li usano e il modo in cui li usano. Siamo fatti male, siamo fatti per spiare e giudicare, e Facebook non è altro che lo specchio di questo comportamento.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato ha per te il termine “ribellione”?
E’ difficile spiegarlo: sono molto diversa da come appaio, posso sembrare estroversa e ribelle, ma sono molto più tranquilla. Forse ribellarsi è portare avanti dei valori che riconosci in te, ma di cui non trovi riscontro nella società. Ribellarsi può essere anche avere il sogno della musica, ma andare a lavorare in ufficio se il tuo paese non ti offre le condizioni per farlo in totale libertà o se l’unica alternativa è andare in un talent. Ecco, io ho ancora la lucidità di dire no.

Briga oltre il rap: “La confusione nutre il talento”

Qualunque idea poteste avere di Briga fino ad oggi, cancellatela perché molto probabilmente è sbagliata. Io per primo mi son dovuto ricredere alla grande dopo aver ascoltato il suo ultimo lavoro, Talento.
Lo ricordavo piuttosto spocchiosetto nella sua uniforme di Amici, impegnato a raccogliere applausi e battibeccare con la Bertè, e l’ho ritrovato oggi con addosso un elegante completo scuro, ma soprattutto una maturità e una consapevolezza che non avevo ancora visto in lui.
Il fatto è che Talento, questo disco che – per sua stessa ammissione – ha un titolo ambizioso e insolente, è un lavoro che va ben oltre il rap. Anzi, il rap è solo una delle sue tante componenti, perché dentro c’è molto, molto altro, dalle influenze delle rock britannico all’elettronica, ma soprattutto tantissima melodia e testi a dir poco spiazzanti.
Se il brano che ha aperto il nuovo corso della carriera di Briga, Baciami, era niente di più e niente di meno di un pezzo estivo, tra le 13 tracce (17 nella versione deluxe) che firmano il disco si passa anche attraverso un pezzo cantato come Diazepam, in cui l’artista Briga e l’uomo Mattia si annullano totalmente al servizio di un amore malato, oppure Bambi, l’episodio più folle in assoluto, con tanto di omaggio ai Pink Floyd, o ancora Mily.

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Briga si è pure preso il lusso di assoldare un quartetto d’archi che ricompare in più di un pezzo, ed è evidentemente che il lavoro dietro a questo album è stato notevole. Mentre ne parla, a Briga/Mattia brillano gli occhi, in lui traspare tutto l’orgoglio per la consapevolezza di aver fatto qualcosa di nuovo, di diverso, e di aver per questo accettato la sfida, ben conscio che l’ombra del talent c’è, e resterà a lungo, ma anche che il compito di un artista è quello di trascinare il suo pubblico, e non viceversa. Se un ascoltatore, messo a davanti a queste tracce, ne “skipperà” anche solo una, quella sarà una sconfitta per il brano, ed è ciò che Briga e la sua squadra si sono imposti di evitare.
Talento è nato in nove mesi di lavoro in studio portati avanti anche durante il tour, con la stessa tenacia con cui un falegname ogni giorno entra in officina anche quando non deve soddisfare una commissione ma si mette a battere con lo scalpello per creare qualcosa. Non c’era tempo di chiudersi in se stesso, tanto era accaduto dopo il talent, e la paura che la vita avesse esaurito le sue sorprese c’era, anche se Briga non ha ancora raggiunto il traguardo dei trent’anni.
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Un album oltre il rap, quindi, ma che dal rap parte, perché è Briga che parte da lì, da quel mondo in cui ognuno dice la sua verità, forse discutibile, ma pur sempre una verità, proprio come facevano i cantautori di qualche generazione fa.
Tantissimi gli ospiti, dai “colleghi” Gemitaiz, Sercho, Clementino, Gemello, a nomi del pop e del rock, come Grignani, Lorenzo Fragola (che del suo pezzo si è fatto anche coautore, in una giornata di otto ore filate in studio) e Alessio Bernabei.

Dobbiamo quindi salutare il rapper Briga? No, dobbiamo salutare semmai il Briga solo rapper o solo artista pop o solo cantautore, in nome di un libero eclettismo che lo porta dal brit pop degli amati Oasis ai suoni dei Radiohead, fino all’elettronica acida.
Anche questo è talento, vivere in mezzo a questo mare sconfinato, a questa eterna confusione. Perché la confusione nutre il talento.

#MUSICANUOVA: GionnyScandal, Buongiorno

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Buongiorno è il modo più bello per iniziare ogni giornata, non è una colazione o vedere il sole appena apri la finestra, ma dare e ricevere il “buongiorno” da chi vorresti tu o da se stessi. Non è mai un buongiorno senza un buongiorno”.

Il nuovo singolo di GionnySandal anticipa Reset, il album del rapper, in arrivo il 14 ottobre.

Mefa, i nuovi occhi del rap

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Guardatelo bene negli occhi.
Ha solo 17 anni, ma ha già una personalità più che definita.
Mefa è una delle nuove sorprese del rap italiano.

Attitude,  il suo album d’esordio, è un disco personale e sentito dove il ragazzo ha voluto scavare nel profondo arrivando fino alla parte più buia del proprio io, in un viaggio tra gli angoli oscuri della sua anima. Le dodici tracce sono tutte legate da tematiche scomode e reali, una caduta verso gli inferi affrontando e vincendo le proprie paure.
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I beat moderni e futuristici scivolano tra sperimentazione elettronica, echi di trap e un uso attento dell’autotune che supporta e impreziosisce il flow del rapper fiorentino.

Le strumentali dell’album, tranne Comodo affidata a Supreme, sono state prodotte da Noone, che è anche fondatore del collettivo Young Minds, factory creativa tra Roma e Firenze di cui fa parte Mefa e che raccoglie musicisti, producer, artisti e videomaker.

Sfera Ebbasta: a fine ottobre parte il tour

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Mentre il disco continua macinare successi stazionando altissimo nelle principali classifica di vendita e streaming, Sfera Ebbasta ha annunciato le prime date del suo tour, che prenderà il via il 29 ottobre da Brescia per toccare poi molte città italiane (e non solo, da momento che è in vcalendario una data anche a Lugano) fino all’inizio di marzo.

Di seguito il calendario confermato finora:

OTTOBRE
29/10 – BRESCIA – LATTE PIÙ – special guest TEDUA
31/10 – PIACENZA – COMOEDIA 
31/10 – LODI – ZII GAETANO

NOVEMBRE
1/11- SAN BENEDETTO (AP) – BB
5/11- ROMA – BRANCALEONE 
12/11- VOGHERA (PV) – MOM.A
19/11- COMO – MADE CLUB
26/11- NONANTOLA (MO) – VOX CLUB – special guest IZI

DICEMBRE
3/12 – BARI – DEMODÈ 
7/12 – PARMA – CAMPUS INDUSTRY MUSIC – special guest TEDUA
9/12 – TORINO – CHALET
10/12 – NAPOLI – CASA DELLA MUSICA
17/12 – CAGLIARI  – COCÒ
21/12 – CATANIA – INDUSTRIE 
23/12 – PORTO POTENZA PICENA (MC) – SKY CLUB
27/12 – BERGAMO – DRUSO

GENNAIO
07/01 – FIRENZE – VIPER THEATRE
14/01 – LUGANO – STUDIO FOCE 
21/01 – SENIGALLIA (AN) – MAMAMIA – special guest TEDUA

MARZO
3/03 – MILANO – MAGAZZINI GENERALI

Tra sacerdoti e impiegati delle Poste, tutti pazzi… per Rovazzi!

L’estate sarà anche finita, ma la fregola per i tormentoni continua alla grande!
Mentre Andiamo a comandare di Fabio Rovazzi, trionfatore assoluto delle vacanze 2016, staziona ancora altissima nelle classifiche di streaming e download, c’è chi ha ben pensato di prendere il brano del giovane pupillo di Fedez e J Ax e farne una versione diciamo così… alternativa.

Come per esempio gli impiegati dell’ufficio postale Napoli 60, che hanno riletto la canzone trasformandola in Andiamo a lavorare, infilando nei versi le tragicomiche esperienze quotidiane vissute dai lavoratori che ogni giorni devono vedersela con file di utenti scalpitanti agli sportelli. Il tutto naturalmente riproponendo anche l’ormai iconico scrollamento di spalle nel ritornello, anche questo con risultati… alternativi. 

Ma gli impiegati napoletani non sono stati gli unici a rileggere la canzone: in mezzo alle decine di parodie, già da agosto circola per il web Ci andiamo a confessare?, rilettura in chiave cristiana del brano fatta da don Roberto Fiscer, sacerdote 38enne, viceparroco nella chiesa di San Martino d’Albaro di Genova, non nuovo a questo tipo di esperimenti: sotto alla sua “lente” sono passati infatti anche Sofia di Alvaro Soler, ribattezzata Eucaristia, e Maria Salvador di J AX, O Gesù salvator.

Che l'”effetto Sister Act” funzioni davvero?

BITS-RECE: Usher, Hard II Love

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Le prime parole mi sento di spenderle per la cover. Il volto di Usher come fosse un busto in marmo mangiucchiato dai vermi o corroso dal tempo. 

Venendo invece al disco, si intitola Hard II Love ed è un piacere ritrovare questo pilastro dell’hip hop /r’n’b dopo alcuni anni di silenzio. Ancora di più è bello ritrovarlo in così splendida forma.

Il rapper sembra aver lasciato tutta la scena all’interprete black, e l’album si snocciola tra pezzi di r’n’b caldissimo e fondente.
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Insomma, i tempi della super hit Yeah sembrano lontani…

Tra i migliori, No Limit, Let Me, FWM e Tell Me.