Potreste anche non capirci un’acca di trap, ma di una cosa non si può non rendere merito a Sfera Ebbasta: la sincerità. Poco importa se rischia di passare per egocentrico e poco modesto, e ancora meno importano le possibili critiche dei colleghi e dei detrattori. Di trap king in Italia ce n’è uno, ed è – ovviamente – lui.
Fino a un paio di anni fa il suo nome era conosciuto solo nell’underground milanese, in particolare tra i fan della trap, ma poi ha iniziato a circolare nel web insieme ai suoi pezzi fino ad approdare a una major come Universal che nel settembre 2016 gli ha pubblicato il primo, omonimo, album ufficiale, finito al primo posto in classifica.
Per Gionata Boschetti sarebbe stato l’inizio di un’annata memorabile, mentre in Italia i beat carichi di autotune della trap si facevano spazio tra un pubblico sempre più grande.
Gli scenari della periferia e dei palazzi di Ciny (Cinisello Balsamo, in provincia di Milano) hanno così lasciato il posto a racconti di lusso, griffe, viaggi a bordo di macchine nere noleggiate con Uber, riflesso di una vita che grazie alla musica ha mostrato il suo lato più dolce.
Tutto questo torna brillantemente in Rockstar, il secondo capitolo discografico di Sfera Ebbasta, in uscita il 19 gennaio. Il titolo la dice già lunga, tra la voglia di provocare e affermare che se oggi il rock ha abbassato la guardia al suo posto c’è la trap.
I trapper come i nuovi rocker. Azzardato? Può darsi, ma di questo Sfera Ebbasta non ha dubbi: “Avrei potuto intitolare il disco Trapstar, ma sarebbe stato riduttivo per quello che la trap è diventata”.
Che rispetto al precedente lavoro ci sia stato un grande cambiamento lo si capisce subito già guardando la copertina, con quell’accostamento abbagliante di colori: “Tutto è partito dalla collaborazione con Nike, con cui ho realizzato un modello di Air Force che abbiamo colorato con inserti rosa, gialli e azzurri. Da qui la scelta di portare questi colori anche nel disco”.
Ma la trap, come l’hip-hop, non dovrebbe mettere in luce gli aspetti più grigi della vita? “Nelle mie canzoni voglio mettere la verità, e se avessi parlato ancora di periferie e di Cinisello non sarei stato sincero, perché quei luoghi non li frequento più da parecchio, non ho più quel giro. Se parlo delle macchine nere di Uber è perché le uso davvero. Se poi un giorno dovessi fallire e mi ritrovassi per strada forse tornerei a parlare dei palazzi”.
Denaro, moda, eccessi e vizi. Cambiano i contenuti, ma non lo spirito: “In Italia rappresento una novità: lo ero con l’album precedente perché sono stato uno dei primi a portare la trap a livelli mainstream, e lo sono ancora con Rockstar, perché adesso che tutti vogliono fare trap io porto contenuti diversi. In questo disco ogni pezzo ha qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno in Italia ha mai fatto”.
A dare lustro all’album anche alcune collaborazioni internazionali con Quavo (Cupido), DrefGold (Sciroppo) e Tinie Tempah, che inserisce il suo featuring in Bancomat nell’edizione internazionale dell’album.
Non mancano poi riferimenti alla codeina e alla nota passione di Sfera per lo “sciroppo”: “E’ una mia debolezza, non posso farci niente. Quando mia madre vede certi video non mi parla per settimane. Però ai miei fan dico sempre di stare lontani dalle droghe, niente pastiglie, niente cocaina, niente psicofarmaci”.
Si sente la responsabilità di essere un modello per chi lo ascolta? “Sì, anche se per certe cose il pubblico non ha bisogno di aspettare che sia io a dire cosa fare o non fare. Non parlo per esempio di politica, perché sono ignorante, non ne so niente e non voglio influenzare nessuno con la mia ignoranza”.
Ma adesso che è arrivato in alto, Sfera Ebbasta non ha la paura di cadere? “Il sole non cade mai… E poi la musica non è il solo mezzo per brillare: se a un certo punto non dovessi più brillare con la musica come voglio io, proverei con un’altra strada.L’importante è brillare sempre”.
Parola di un trap king.
Ad aprile partirà anche il nuovo tour, che toccherà le principali città italiane, e per il quale pare che sarà allestito un palco speciale.
Queste le date confermate:
7 aprile – Nonantola (Mo), Vox Club
14 aprile – Senigallia (An), Mamamia
21 aprile – Firenze, Viper Theatre
24 aprile – Modugno (Ba), Demodè
28 aprile – Milano, Fabrique
4 maggio – Roma, Orion
5 maggio – Bologna, Estragon
12 maggio – Padova, Gran Teatro Geox
19 maggio – Venaria (To), Teatro Concordia
26 maggio – Napoli, Arenile
Prevendite sul circuito TicketOne.
#MUSICANUOVA: Il pagante, Dress Code (feat. Samuel Heron)
La Vogue Fashion Night Out e i party di Philipp Plein, Balenciaga, Gucci, Moschino, Stone Island, Off White, party privati. Prendendo di mira le costose ossessioni dei millennials (milanesi in particolare) Il pagante si riaffaccia sulle scene con Dress Code, accompagnato dal rapper Samuel Heron.
“Dress code”, ovvero la regola di stile da seguire per essere ammessi al party, per essere diversi dal resto del mondo, ma alla fine tutti uguali marchiati dai brand.
La cover del singolo rilegge in chiave modaiola Il Bacio, un dipinto da Francesco Hayez nel 1859, simbolo del Romanticismo artistico meneghino.
Sfera Ebbasta annuncia Rockstar
Sfera Ebbasta ha annunciato l’arrivo del suo nuovo album d’inediti: si intitolerà Rockstar e arriverà il 19 gennaio.
Prodotto da Charlie Charles, il nuovo album uscirà in CD, LP e in digitale su tutte le piattaforme di streaming e download.
Sul digitale, la versione standard conterrà undici tracce, mentre la versione internazionale vedrà l’aggiunta di alcuni featuring prestigiosi.
A sorpresa anche una special edition con CD, DVD e un inserto fotografico.
BITS-CHART: Le 30 canzoni del 2017 secondo BitsRebel
Eccole qua, le magnifiche 30 del 2017.
Arrivati a fine anno, fare un bilancio musicale degli ultimi 365 giorni resta un gioco divertente e spietato, a cui anche stavolta non ho voluto sottrarmi nonostante qualche difficoltà. Ovviamente, si tratta di una selezione parziale e soggettiva: questa non è la classifica di vendita o degli streaming registrati o delle visualizzazioni dei video, ma semplicemente la classifica di BitsRebel, stilata con gusto e giudizio totalmente personali.
30 canzoni scelte e ordinate tra quelle pubblicate durante l’anno, tra mainstream e panorama indipendente, nella scena italiana e internazionale, tra singoli e brani rimasti nascosti all’interno degli album.
Ecco allora il 2017 secondo BitsRebel.
Stay Rebel, forever!
30. Lady Gaga, The Cure
29. Angelo Sava, Merlo
28. Fabri Fibra, Fenomeno
27. Pula +, Addio a modo mio
26. Sophie, It’s Okay To Cry
25. Fabio Cinti, Amore occasionale
24. Taylor Swift, Look What You Made Me Do
23. Samuel, La luna piena
22. Fiorella Mannoia, Siamo ancora qui
21. Francesco Gabbani, Occidentali’s Karma
20. Giso featuring Romina Falconi, Solo sesso
19. Mannarino, Un’estate
18. Francesco Gabbani, Spogliarmi
17. Noemi, Autunno
16. Nina Zilli, Il mio posto qual è
15. L’aura, Il pane e il vino
14. Ilaria Porceddu, Sette cose
13. Brooke Candy, Living Out Loud
12. Amara, Grazie
11. Arca, Piel
10. unòrsominòre., Varsavia
Un’aria greve, nuvolosa e desolante fa da sfondo a questo brano in cui riferimenti storici e letterari si accumulano in un denso flusso di pensieri. Una canzone maestosa che avanza lenta e inesorabile, partorita nell’underground nostrano dalla mente di Emiliano Merlin, celato dallo pseudonimo di unòrsòminòre., e che meriterebbe un posto di riguardo nel moderno cantautorato italiano.
9. Fergie, Love Is Pain
Se ascoltando Love Is Pain avrete (o avete avuto) l’impressione che qualcosa vi suonasse famigliare, non siete proprio fuori strada, perché anche se nei crediti ufficiali non se ne fa menzione la canzone è una sorta di omaggio a Prince. “Il dolore è amore e l’amore è dolore”, canta Fergie, e lo spettacolo è tutto lì, negli occhi e nelle orecchie.
8. Miley Cyrus, Malibu (Lost Frequencies Remix)
Quando il remix fa meglio dell’originale. Il country-rock dell’album version di Malibu mi aveva lasciato un po’ l’amaro in bocca, ma poi tra i remix ufficiali è spuntata fuori questa versione house firmata Lost Frequencies: leggerissima e semplicemente magica.
7. Fabrizio Moro, Pace
Un grido disperato di aiuto, una preghiera levata altissima, e nello stesso tempo un manifesto di intenti e di speranza. Fabrizio Moro ha messo in Pace tutta la carica viscerale di cui è capace, regalandoci un momento di autentico amore.
6. Christaux, Surreal
Christaux, ovvero Clod, ovvero la metà maschile degli Iori’s Eyes, quest’anno ha pubblicato Ecstasy, un album di pop elettronico dal profilo magniloquente, barocco e liturgico. Tra i momenti più struggenti e paradossalmente più scarni, Surreal si fa strada con la sua melodia disarmante e accecante.
5. Noemi, I miei rimedi
Per il suo nuovo album, in arrivo presumibilmente appena dopo Sanremo, Noemi sembra aver optato per l’elettropop. La sua versione di I miei rimedi dei La Rua (ma inizialmente proposto a lei per Sanremo 2016) ha il graffio giusto per parlare delle disillusioni e degli equivoci con cui troppo spesso ci difendiamo inutilmente dai colpi dell’amore. E il video è una delizia.
4. Baustelle, Amanda Lear
Primo singolo estratto da L’amore e la violenza, Amanda Lear non è semplicemente un omaggio all’icona degli anni ’70 e ’80, ma soprattutto un esempio di pura poesia “bianconiana” con la sua patina di malinconia, il racconto di qualche amore vissuto di sfuggita e un pungente profumo di vita. I Baustelle sono e restano una certezza.
3. Brooke Candy, Volcano
Se il pop ha un volto sporco e cattivo, non può che essere quello di Brooke Candy. Il 2017 sarebbe dovuto essere l’anno del grande salto verso il mainstream, ma i disaccordi con la Sony hanno bloccato l’uscita del suo primo disco. Lei però si è rimessa al lavoro e ha riesumato Volcano, un pezzo che aveva da un po’ nel cassetto: il risultato è una seduzione tra pop elettronico e rap, con un testo che esplode di metafore incandescenti.
2. Romina Falconi, Cadono saponette
Nessuno in Italia sa fare pop come Romina Falconi, mescolando ironia e spietata verità. In Cadono saponette tutto questo è evidente: chi altro avrebbe il coraggio di dirvi che “il pessimismo in amore può far bene”? Eppure sappiamo tutti quanto sia maledettamente vero. Perché almeno una volta tutti ci siamo piegati… alle regole della vita.
1. Miley Cyrus, Younger Now
Diciamolo pure, la svolta country di Miley Cyrus non ha particolarmente convinto il pubblico e Younger Now, il suo ultimo album, ha fatto registrare numeri piuttosto miseri. Resta il fatto che la titletrack è una delle cose che sprizzano più gioia tra quelle sentite quest’anno: un inno al cambiamento e un manifesto di rinnovata giovinezza. Mi è entrata nelle orecchie ad agosto e non ci è mai uscita, marchiando definitivamente il mio 2017.
La playlist dei brani è disponibile a questo link.
#MUSICANUOVA: Axos, Keith Moon
“Faccio il tempo mio come Keith Moon. Un idolo. Un autodidatta che ha appreso dai più grandi – cosi come ho fatto io – diventando uno dei batteristi più forti che la storia abbia mai conosciuto. Da piccolo scrivevo e mia nonna mi diceva di farlo a tempo, perché avrei dato un suono diverso anche alla lettura. Già a otto anni le mie prime poesie acquisivano un ritmo. Non scrivevo per cantare. Scrivevo per colpire. Volevo essere amato per quello. Il ritmo mi ha dato tutto. Il ritmo genera la magia. Il ritmo è fondamentale nei riti”.
Keith Moon è il primo estratto del nuovo lavoro di Andrea Molteni, in arte Axos, Anima mea, il primo per Machete Empire Records, uscito in digitale il 15 dicembre.
Sei brani nuovi che riflettono le sfumature di un anno di lavoro, quello che Axos ha svolto fianco a fianco al team Machete, in particolare al direttore artistico del progetto, Slait, insieme ai collaboratori personali del rapper milanese, Pitto e Frankindeed.
La produzione musicale di Keith Moon è di SIXPM e Blanco, il video è diretto da Maddalena Beretta e Paolo Novarese.
Stavo pensando a te: Fabri Fibra, Tiziano Ferro e la genialata di fine anno
In un panorama hip hop italiano ormai da tempo succube delle lusinghe dei riflettori e del glam dello showbiz, quella di Fabri Fibra resta una delle voci più lucide, coerenti e restie alle smanie di protagonismo. Mai una parola detta a vanvera, mai una presenza di troppo, mai una provocazione lanciata a vuoto “tanto per”.
Ma anche Fabrizio Tarducci sa che nel grande carrozzone discografico il marketing ha la sua importanza. Come chiudere quindi in bellezza e con intelligente astuzia un anno già memorabile grazie al successo di Fenomeno?
Beh, la risposta ha un nome e un cognome, e arriva dai piani più alti del pop melodico: Tiziano Ferro.
Non solo infatti l’album del rapper ha avuto recentemente nuova vita con una Masterchef Edition arricchita da un secondo disco di inediti, ma adesso arriva uno di quei duetti che se non fossero reali avrebbero tutta l’apparenza dell’impossibile.
Ebbene sì, Fabri Fibra e Tiziano Ferro si sono dati a un featuring sulle note di Stavo pensando a te.
Il brano, già estratto come singolo di Fenomeno e certificato platino nella sua versione originale, è stato presentato in anteprima nella nuova veste durante la puntata di Che tempo che fa domenica 17 dicembre, per poi arrivare negli store digitali a partire dalla mezzanotte successiva.
Inutile dire che un duetto del genere va ben oltre il discorso prettamente musicale, per quanto non sia secondario il fatto che l’accoppiata funziona molto bene, e si apre a numerose considerazioni e letture differenti, da chi ci vede un’ironica collisione tra pop e rap fino a più impegnative – ma forse non troppo errate – interpretazioni di abbattimento delle barriere omofobe, elemento tutt’altro che scontato, soprattutto se in ballo ci sono due artisti come questi: se infatti dell’omosessualità di Ferro tutto si è detto, forse si ricorderà anche che negli anni Fabri Fibra è stato in più occasioni accusato di omofobia per i contenuti dei suoi testi.
Quella di Stavo pensando a te arriva quindi come un’operazione astuta e inaspettata, almeno fino ad oggi, che non poteva prendere forma se non sotto il segno di un reciproco rispetto artistico e di una profonda intelligenza.
Rkomi a Milano il 22 dicembre. Già fuori la box edition dell'album
Sulla scia del successo ottenuto del suo primo album ufficiale Io in terra, venerdì 22 dicembre il rapper Rkomi arriverà a Milano presso il Gate Club con il suo Io in Terra tour.
“Non vedo l’ora di arrivare nella mia Milano – dichiara Rkomi – ora più che mai sono pronto a sfidare me stesso e le mie possibilità per offrire ai miei fan uno show davvero carico di emozioni. Tengo in particolar modo alla dimensione live e con il supporto dell’organizzazione diretta da Thaurus Live ho in riservo tante sorprese per dar vita ad uno show davvero esplosivo”.
Accanto ai brani del suo ultimo lavoro, Rkomi riproporrà i successi che hanno segnato definitivamente l’inizio del suo singolare percorso.
Dal 1 dicembre è inoltre disponibile una special box edition contenente l’album Io in terra e per la prima volta su supporto fisico, l’ep Dasein Sollen, lavoro che ha acceso i riflettori su Rkomi , contenente diverse canzoni ormai classici del genere insieme all’inedito Liam Gallagher.
Per maggiori info
www.thaurus.it
Di seguito il calendario in continuo aggiornamento:
DICEMBRE
22/12 Milano – Gate club
23/ 12 Campobasso – Invidia Club
28/12 Potenza – Basilikos
GENNAIO
12/01 Mosciano Sant’Angelo (TE) – Pinup
13/01 Perugia – Urban
20/01 Carbonia (Ca) – Bliss
21/01 Cesenatico – Nrg
27//01 Brindisi – Dopolavoro
FEBBRAIO
03/02 Mantova – Priscilla disco club
04/02 Bari – Demodè club
10/02 Brescia – Latte Più
11/02 Trento – Artè disco Dinner
20p, il volto nuovo e pulito della trap italiana
Bergamasco, classe 1996, all’anagrafe Francesco Perolari, in arte 20p (si legge Twentyp).
E in questo caso, quando si parla di arte si intende quella della trap.
Cresciuto tra rock, electro house e afro, 20p è stato infatti folgorato dalla passione per quel genere che negli ultimi anni ha trovato terreno fertile anche qui in Italia, dopo messo radici solidissime sul suolo americano.
Nonostante la giovane età, 20p non si inserisce nel filone seguendone semplicemente la moda, ma ci lavora sopra, facendo sua quella musica: se i suoi punti di riferimento sono Lil Uzi Vert, Drake o Tedua e Gemitaiz, nei testi Francesco racconta di sé, di un ragazzo poco più che ventenne con un’esperienza di lavoro a Londra. Niente storie losche, guerre di strada o perdizioni nelle droghe. E niente look omologato tra treccine, tattoo e ostentazione delle griffe.
20p è l’anello di ri-congiunzione tra la trap italiana e l’hip-hop.
http://20pmusic.bandcamp.com/track/fuck-love-remix
Dopo il primo mixtape Vita di Twenty, uscito a maggio, 20p ha da pochissimo dato vita a un secondo generoso lavoro, Twenty è pazzo, disponibile su Bandcamp e contenente 13 remix di successi di artisti americani e 7 nuovi brani curati da giovani beatmaker.
Nuovo impero: The RRR Mob inaugura l'era della trap tra Italia e Africa
Sono solo al disco d’esordio, ma hanno già dato una bella scossa alla scena hip hop italiana, e da qui in avanti hanno tutta l’intenzione di imprimere ancora più a fondo la loro impronta.
D’altronde, che The RRR Mob sia qui per fare sul serio e non abbia paura di niente lo si capisce fin dal titolo dell’album, solenne e minaccioso nello stesso tempo: Nuovo impero.
Se fino a qualche anno fa la trap si muoveva piuttosto silenziosa nel sottobosco musicale, oggi sta scuotendo la scena mainstream con colpi sempre più forti, contendendosi i piani alti delle classifiche con il pop e il rock: la nascita di un vero e proprio impero, dunque, una sorta di evoluzione più estrema dell’ondata rap che da ormai qualche anno è entrata a gamba tesa nel mercato discografico nostrano.
Ma quello della RRR Mob è un “nuovo impero” anche per motivi che vanno ben al di là della musica: si tratta infatti della prima crew interamente composta da italiani di seconda generazione. Un collettivo nato in Italia, a Torino per la precisione, dall’incontro di Laïoung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz, tutti nati tra l’89 e il ’94 e tutti con alle spalle storie famigliari di sogni e speranze in fuga, immigrazione, clandestinità. Hanno conosciuto, e conoscono, l’ombra del razzismo, della diffidenza, del sentirsi stranieri, e la loro musica pulsa di tutto questo.
Il loro è un progetto di rottura e di sdoganamento culturale, che potrebbe addirittura trasformarsi in un modello per le nuove generazioni di figli di stranieri, ma anche per le nuove generazioni di italiani. Loro lo sanno, e mentre ne parlano nei loro occhi c’è il fuoco della rabbia e della passione, della voglia di farcela e della consapevolezza di potercela fare.
La sentono la responsabilità di essere i primi rappresentanti di un modello multiculturale diverso, e non ne hanno paura, anzi, per il loro pubblico vogliono diventare come dei fratelli maggiori, quelli che ti dicono cosa è giusto fare e di cui tu non puoi fare altro che fidarti. E oggi, la cosa giusta da fare è aprire gli occhi sul mondo, guardarlo in tutte le sue sfaccettature, in tutta la sua varietà umana. In una parola, integrare, anche nella musica. “Se ci pensiamo, nell’uso delle terzine e delle onomatopee la trap ha qualcosa che la lega all’Africa, ai suoni delle tribù. È un elemento che accomuna tutti gli afroamericani e quelli che hanno origini in Africa”, sottolinea Laïoung, “oggi si sta assistendo a un nuovo ritorno dell’Africa, il seme gettato secoli fa sta portando i suoi frutti, anche grazie a Internet”.
Nel suo obiettivo dichiarato di riempire un vuoto culturale e musicale, la trap della RRR Mob potrebbe assumere anche contorni politici e arrivare dove le istituzioni e l’opinione pubblica ancora vacillano.
In Nuovo impero le lingue utilizzate sono quattro, talvolta all’interno dello stesso brano: c’è l’italiano, lingua d’adozione, l’inglese, lingua internazionale per statuto, il francese, lingua madre di Laïoung, nato in Belgio, e l’arabo, lingua delle origini comuni a quasi tutti i componenti della crew. Una convivenza pacifica, frutto di un lavoro di affiatamento tra tutti i componenti. È Isi Noice a spiegare: “Quello che ci interessava mantenere nel disco era la spontaneità. Ci fidiamo uno dell’altro e sappiamo che quando uno di noi propone qualcosa lo fa dando sempre il massimo per rispetto agli altri”. Fa eco Laïoung: “Produciamo tantissimo, ma per mantenere la genuinità ognuno deve trovare l’ambiente ideale per lavorare: io mi sono attrezzato con una postazione in casa. Perché devo per forza uscire? Registrare al momento mi permette di restare spontaneo, cosa che non farei se dovessi sempre andare in studio”.
Nata nel 2013, The RRR Mob (il nome sta per The Real Recognize Real Mob) si è presto creata una grande credibilità nell’ambiente dell’hip hop, che oggi le ha permesso di avere nell’album ospiti come Guè Pequeno e Luchè, accanto a nomi meno noti come Malcky G e Sedrick (“Era con noi all’inizio, quando le cose andavano male, ed era con noi quando abbiamo lavorato all’album, c’è sempre stato: alcuni di noi hanno iniziato a fare trap in italiano grazie a lui, è uno zio e un nipote, doveva esserci”, dice orgoglioso Momoney), fino a rapper marocchini come 7Liwa, Inkonnu e The Wind.
L’album arriva a pochi mesi della pubblicazione di Ave Cesare: Veni, vidi, vici di Laïoung. Anche in quel caso nel titolo c’era un riferimento altisonante all’antica Roma. Un motivo in particolare? “In comune ci sono anche i riferimenti alla strategia militare. È come un film, una successione di capitoli: prima è arrivato Cesare, poi per Roma si è aperta l’era dell’impero”.
Ecco, ci siamo, l’era della RRR Mob è iniziata, e ci siamo dentro tutti.
Farruko live ai Magazzini Generali di Milano il 7 dicembre
Giovedì 7 dicembre Farruko arriva a Milano per un imperdibile concerto live presso i Magazzini Generali (via Pietrasanta 16).
Il celebre cantautore portoricano, seguito da milioni di sostenitori sui social, presenterà al pubblico italiano i suoi più grandi successi
Apprezzato per la sua grande versatilità musicale e interpretativa, ha dimostrato il suo talento nella maggior parte dei sotto-generi della musica urbana come reggaeton, rap, hip-hop, r’n’b e il trap latino, che lo hanno portato a collaborare con artisti del calibro di Sean Paul, Balvin J, Nikki Jam e molti altri.
L’ultima sua produzione è TrapXficante.
La tappa milanese sarà l’occasione per scatenarsi sulle note dei suoi più grandi successi come il brano 6AM con J Balvin passando per il più recente Sunset.
I biglietti per l’evento sono già disponibili in prevendita su www.mailticket.it, presso i circuiti di vendita abituali o acquistabili direttamente in loco.