BITS-CHAT: “Un album? Forse. E per il futuro penso all’Africa”. Quattro chiacchiere con… Elettra Lamborghini

BITS-CHAT: “Un album? Forse. E per il futuro penso all’Africa”. Quattro chiacchiere con… Elettra Lamborghini


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Nel suo ultimo singolo canta di essere sempre stata “mala”, cattiva, ma forse non c’è molto da crederle.
Elettra Lamborghini
è una delle grandi rivelazioni del panorama pop televisivo e musicale italiano, anche se lei guarda al di là dell’oceano: rampolla della ben nota casa automobilistica bolognese fondata dal nonno Ferruccio, si è fatta conoscere al grande pubblico nella seconda stagione di Riccanza.

Un amore smisurato per il reggaeton, un talento innato per il twerking (“mi culo es verdadero”, dichiarava orgogliosa nel featuring di Lamborghini con Gue Pequeno) e una buona dose di ironia l’hanno portata a pubblicare due singoli nel corso dell’ultimo anno: il primo, Pem Pem, è stato certificato disco di platino e ha un video che conta oltre 70 milioni di visualizzazioni; il secondo, Mala, è nato sotto l’etichetta di Sfera Ebbasta, la BHMG.

Durante questa intervista parla del suo amore per il mondo latino, del sogno di un album, mentre per il futuro rivela di avere in mente qualcosa che non ha a che fare con il mondo dello spettacolo. E neanche con il twerking.

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Facciamo un bilancio di quest’annata pazzesca?

Ti dico la verità, sono molto grata a Gesù. Ho conosciuto persone meravigliose, ho viaggiato un sacco, ho pubblicato due singoli, e poi gli impegni televisivi con Ex On The Beach. E’ stato un allineamento di stelle fortunato. Speriamo che l’anno prossimo sia ancora meglio!

Ma ti immaginavi una risposta così forte da parte del pubblico?
Sì e no. Sulle canzoni lavoro sempre tanto, sono molto puntigliosa, cerco il pelo nell’uovo e a volte faccio saltare fuori dei problemi all’ultimo momento se qualcosa non mi convince. Non mi piace fare le cose a caso. Ma c’è ancora tanto da lavorare, siamo solo all’inizio.

Recentemente sei anche stata assoldata da BHMG, l’etichetta di Sfera Ebbasta.
Mi trovo molto bene e stiamo lavorando un sacco in studio: ho già alcuni brani pronti, e uno in particolare mi piace moltissimo. Non è ancora finito e non posso dire altro, ma lo ascolto in continuazione e credo che sarà il prossimo singolo. Ovviamente, canto sempre in spagnolo.
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Quindi ci dobbiamo aspettare anche un album?
Mah, chi lo sa? Di pezzi ce ne sono e mi piacerebbe molto. Il mio obiettivo è quello di concentrami sul mercato latino-americano, perché è quello il mio ambiente. Mi sto trasferendo in Brasile e prossimamente andrò anche a Miami: l’Italia resterà sempre casa mia, ma per quello che voglio fare è giusto che vada là. 

Sogni qualche collaborazione?
Anni fa ti avrei detto Bad Bunny, Ozuna o Daddy Yankee, che per me è il re del reggaeton. Ultimamente però preferisco cantare da sola: vedo tanti cantanti buttarsi continuamente in featuring e poi non riuscire a fare niente da soli. Io vorrei fare le collaborazioni giuste, sceglierle bene, ma costruirmi da sola la mia carriera.

Musica, televisione… cos’altro ti piacerebbe fare?
Per ora direi che va bene così, almeno se parliamo del mondo dello spettacolo. In futuro invece mi piacerebbe aprire un’associazione o comunque fare qualcosa per aiutare i bambini dell’Africa. Un mio desiderio sarebbe anche quello di adottarne uno, ma in Italia è molto difficile, bisogna essere sposati da almeno tre anni e non so se potrei farcela (ride, ndr). Sarebbe bello se attraverso il mio lavoro riuscissi ad aiutare chi ha bisogno.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Me stessa! (ride di nuovo, di gusto, ndr) Faccio sempre un po’ quello che mi pare, e non me ne rendo conto, perché la trovo la cosa più naturale del mondo. Tutti dovrebbero poter fare quello che vogliono, non c’è niente che debba essere vietato, a meno che non limiti la libertà degli altri. Non si dovrebbe mai aver paura di dire una parola o fare un gesto che ci nasce spontaneo.

Emis Killa, un Supereroe del rap

Emis Killa_photo Arianna Airoldi
L’uomo Emiliano, il rapper Emis Killa e il supereroe EK.
L’artista si fa uno e trino per il quarto capitolo della sua discografia, Supereroe per l’appunto.
A due anni da Terza Stagione, il rapper brianzolo torna con quello che è probabilmente il progetto più ambizioso della carriera, almeno fino ad ora. Oltre al nuovo album infatti, completano il lavoro un fumetto (anzi, un comic book come si usa dire adesso) realizzato da Alessandro Vitti e inserito nel disco e un cortometraggio diretto da Alessandro Prete che lo vede protagonista insieme a Giacomo Ferrara, attore rivelazione di Suburra, che sarà invece messo online e che avrà una massiccia pubblicità per le vie di Milano. “Oggi il videoclip ha perso di valore: i ragazzi non vanno più si Youtube, preferiscono Spotify o Apple Music. Il film vuole essere un valore aggiunto a tutto il progetto”.
Al centro del corto e del fumetto c’è sempre lui, Emis Killa, nei panni di EK, supereroe che combatte per il bene.

L’idea per il concept dell’album è arrivata in seguito alla partecipazione a una puntata di Dimmidite, il programma televisivo di Niccolò Agliardi in cui il cantautore trasformava in canzoni le storie della gente comune: Emis si è ritrovato ad avere a che fare con le vicende di un soldato e padre di famiglia, un uomo che per chi gli era accanto è diventato un vero supereroe. Ma supereroi sono anche i medici con il loro lavoro, i padri e le madri che si sacrificano per i figli, gli amici, e lo sono anche i nostri idoli, capaci di dare coraggio e speranza al loro pubblico, che spesso vede in loro un punto di riferimento. Anche a Emis è successo, quando i fan gli scrivevano raccontandogli dettagli e fatti della vita privata, come se lui potesse aiutarli ad uscire dalle difficoltà. Come se fosse il loro supereroe.

Ma anche un supereoe come Emis Killa ha i suoi idoli, quelli che lo hanno ispirato a diventare lui stesso un artista: sono Bassi Maestro, un vero decano del rap italiano, e Jake La Furia, un “milanese doc”, e per uno che arriva dalla provincia come Emiliano la Milano di quegli anni era come New York.
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Il nuovo disco brilla di collaborazioni, alcune anche oltre i confini nazionali: ci sono i campioni dell’hip-hop e della trap degli ultimi anni come Capo Plaza (Cocaina), Carl Brave (Senza cuore & senza nome), Vegas Jones e Gemitaiz (Claro), c’è una grande conferma come Guè Pequeno (Adios), ma c’è anche un nome come quello di 6ix9ine, uno dei personaggi più in vista e più discussi del rap internazionale.
Il featuring per Dope 2 ha avuto una storia singolare: il tramite è stato infatti il rapper PashaPG, anch’egli presente nel brano, che tramite conoscenze comuni ha fatto arrivare a Emis la base della canzone chiedendogli se volesse inserirci una strofa. Lui accetta, ma la musica non lo convince e lo segnala ai colleghi americani. Risultato: della canzone esistono oggi due versioni, l’originale e quella nuova, inserita in Supereroe, “che è la più bella”, tiene a precisare Killa. 
Non lo interessa competere con la trap, un moda che secondo lui è destinata a passare: “Alcuni nomi della trap sono bravi, ma il pubblico non è stupido e sa riconoscere quando il rap è fatto bene, ecco perché ha ancora senso saper fare bene le rime. Oggi invece nel rap c’è tanta superficialità. Qualche anno fa ero visto come un teen idol, e avevo un pubblico fatto soprattutto da ragazzine. Ma non potevo dire di essere fidanzato, perché le ragazzine vogliono sognare, come io da piccolo sognavo Angelina Jolie. Oggi mi sono tolto quella patina e le statistiche mi dicono addirittura che il mio pubblico è fatto per il 51% da uomini”. 

Di politica Emiliano preferisce non parlare: “Non voglio influenzare nessuno, ma posso dire che ci sono dei leader che hanno davvero il potere e mi fanno paura, perché hanno perso il buon senso”. Eppure nell’album c’è anche Donald Trump, un brano in cui il presidente americano diventa lo stereotipo del discografico medio e miope, che alza i muri sulla musica che non riesce a capire. Più che sulla politica, il discorso si concentra sul rapporto tra le radio e i rapper: “Mi sembra che le radio trattino i rapper come Trump tratta gli immigrati. Per fortuna però ci sono le piattaforme streaming: all’inizio in molti non volevano mettere la propria musica su Spotify, oggi invece è una fortuna avere quelle piattaforme”. Nel brano c’è un riferimento a Ligabue, ma niente a che vedere con un dissing: “Non dico che Ligabue fa schifo, ma non ho paura a dire che ha fatto due canzoni belle, e poi le altre si assomigliano tutte. Però quelle due sono belle”.
Emis Killa – photo by Graziano Moro-min
Nei mesi scorsi Emiliano e la compagna Tiffany hanno avuto una bambina, ma della vita privata del rapper si sa pochissimo: “Non amo il gossip, non mi piacciono i paparazzi. Non mi voglio essere fotografato quando sono per strada con un amico. Posso dire però che Tiffany è una mia grande fan: è nata in un ghetto francese e di rap ne sa quasi più di me. Anzi, a volte è lei a farmi conoscere la novità”.

Emis Killa salirà sui palchi dei più importanti club italiani fino alla fine dell’anno. Il tour è organizzato da Vivo Concerti, e partirà con due date a Milano il 12 ottobre e a Roma il 13 ottobre, entrambe sold out, per poi ripartire a dicembre per le maggiori città italiane.
Questo il calendario:
12 ottobre – Milano Teatro Principe SOLD OUT

13 ottobre – Roma Quirinetta SOLD OUT
9 dicembre –  Milano Fabrique 
12 dicembre – Roma Atlantico
13 dicembre – Firenze Viper  

14 dicembre – Bologna Estragon
16 dicembre – Torino Hiroshima

Venerdì 12 ottobre parte anche l’instore tour di Supereroe nelle principale città italiane. Di seguito tutti gli appuntamenti:

12/10 h 16.30 Milano                                    Mondadori Megastore Duomo

13/10 h 15.30 Roma                                     Discoteca Laziale

14/10 h 14.00 Frosinone                              Mondadori Bookstore (Via Aldo Moro)

14/10 h 18.00 Napoli                                    Feltrinelli (Stazione Garibaldi)

15/10 h 14.00 Salerno                                  Feltrinelli (Corso Vittorio Emanuele)

15/10 h 18.00 Marcianise (CE)                    C.C. Campania

16/10 h 14.00 Bari                                        Feltrinelli (Via Melo)

16/10 h 18.30 Lecce                                     Feltrinelli (Via Templari)

17/10 h 18.00 Catania                                  Feltrinelli (Via Etnea)

18/10 h 17.00 Palermo                                 Feltrinelli (Via Cavour)

19/10 h 18.00 Torino                                    CC 8 Gallery Lingotto

20/10 h 14.00 Stezzano (BG)                      CC Le Due Torri

20/10 h 18.30 Brescia                                  Mondadori Megastore C/O CC Freccia Rossa

21/10 h 15.00 Verona                                   Feltrinelli (Via Quattro Spade)

21/10 h 18.30 Padova                                  Mondadori Bookstore (Piazza Insurrezione)

22/10 h 14.00 Bologna                                 Mondadori Bookstore (Via D’Azeglio)

22/10 h 18.00 Savignano sul Rubicone (FC) CC Romagna Shopping Valley

23/10 h 14.00 Firenze                                  Galleria del Disco

23/10 h 18.30 Livorno                                  CC Parco Levante

24/10 h 18.00 Perugia                                  CC Collestrada

25/10 h 18.00 Pescara                                 Feltrinelli (Via Trento Angolo Milano)

Elodie sulla “rambla” con Ghemon. Il nuovo singolo dal 12 ottobre

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Forte del successo di Nero Bali con Michele Bravi e Gue Pequeno, per il nuovo singolo Elodie piazza la collaborazione che non ti aspetti.
Sarà infatti Ghemon ad affiancarla in Rambla, brano in uscita in radio, streaming e download il prossimo 12 ottobre e disponibile fin da ora in pre-save e pre-order.

Su sonorità dance-pop, il rap serrato di Ghemon spinge a cogliere l’attimo, a non lasciare “scivolare tra le dita” una storia d’amore che, nonostante la partenza turbolenta, è caliente e disorientante come la Rambla di Barcellona.

#MUSICANUOVA: Elodie, Nero Bali (feat. Michele Bravi e Guè Pequeno)

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“Ho scelto di cantare Nero Bali con Michele perché oltre ad essere un artista, è principalmente un amico. Tra noi c’è sintonia e stima reciproca. Gué invece è il mio rapper preferito: sono felicissima che abbia scritto e interpretato la strofa all’interno della canzone. Nero Bali è sicuramente l’inizio di una nuova avventura.” 

Per Elodie quello di Nero Bali è sicuramente un ritorno alla grande: scritto e composto da Dario Faini, Alessandro Mahmood, Gué Pequeno e prodotto da Dario Faini e Mace, il brano è un potente concentrato di atmosfere tropical-pop, sulle quali Elodie si fa accompagnare da due compagni d’eccezione come Michele Bravi e Guè Pequeno

TRX Radio: la prima radio italiana dedicata al rap

TRX RADIO - credito fotografico di Alessandro Treves
Da tempo si parla in Italia della mancanza di un canale mediatico adatto a trattare il rap e tutta la cultura che ci sta attorno: un canale che ne sappia accogliere i diversi aspetti, per trattarli con la giusta competenza, magari coinvolgendo direttamente un gruppo di diretti protagonisti della scena.

Bene, oggi quel canale c’è.

Il 26 marzo è nata infatti TRX RADIO, la prima radio italiana dedicata esclusivamente al rap, nata sotto forma di app, la forma più vicina alle esigenze del suo pubblico, per regalare 24 ore su 24 la migliore musica rap attuale, passata e futura.

Ideatrice è Paola Zukar con Clementino, Fabri Fibra, Guè Pequeno, Marracash, Salmo ed Ensi, in veste di direttori artistici.
Le canzoni trasmesse sono accuratamente scelte e compilate dal team di artisti e di personalità della scena nazionale per offrire il panorama più ampio e completo del rap mondiale.
Per rendere ancora più speciale l’esperienza, ogni direttore artistico propone la sua personale playlist quotidiana, e tutte verranno trasmesse in orari differenti della giornata. Oltre a questi pesi massimi del rap, TRX Radio ospiterà di volta in volta le playlist dei brani scelti da molti altri artisti, italiani e internazionali.

TRX RADIO è completamente gratuita e disponibile da oggi ai seguenti link:
TRX Radio su App Store
TRX Radio su Google Play

L’app, disponibile per smartphone iOS e Android, è stata realizzata da Francesco Prisco e Francesco Zerbinati. Collaborano al progetto di TRX Lorenzo Ferri (programmazione), Samir Kharrat e Alessio Mastroianni di Visualazer con Paolo Fedele (social media), Giulio Bracci (sound designer) e Alessandro Treves (foto): un team tutto under 30.

Nel primo giorno. l’app ha registrato ben 30.000 download nell’App Store e 40.000 download in Google Play.

Per info e programmazione: www.trxradio.it

 

Nuovo impero: The RRR Mob inaugura l'era della trap tra Italia e Africa

The RRR Mob (WEB)
Sono solo al disco d’esordio, ma hanno già dato una bella scossa alla scena hip hop italiana, e da qui in avanti hanno tutta l’intenzione di imprimere ancora più a fondo la loro impronta.
D’altronde, che The RRR Mob sia qui per fare sul serio e non abbia paura di niente lo si capisce fin dal titolo dell’album, solenne e minaccioso nello stesso tempo: Nuovo impero.
Se fino a qualche anno fa la trap si muoveva piuttosto silenziosa nel sottobosco musicale, oggi sta scuotendo la scena mainstream con colpi sempre più forti, contendendosi i piani alti delle classifiche con il pop e il rock: la nascita di un vero e proprio impero, dunque, una sorta di evoluzione più estrema dell’ondata rap che da ormai qualche anno è entrata a gamba tesa nel mercato discografico nostrano.
Ma quello della RRR Mob è un “nuovo impero” anche per motivi che vanno ben al di là della musica: si tratta infatti della prima crew interamente composta da italiani di seconda generazione. Un collettivo nato in Italia, a Torino per la precisione, dall’incontro di Laïoung, Isi Noice, Momoney e Hichy Bangz, tutti nati tra l’89 e il ’94 e tutti con alle spalle storie famigliari di sogni e speranze in fuga, immigrazione, clandestinità. Hanno conosciuto, e conoscono, l’ombra del razzismo, della diffidenza, del sentirsi stranieri, e la loro musica pulsa di tutto questo.
Il loro è un progetto di rottura e di sdoganamento culturale, che potrebbe addirittura trasformarsi in un modello per le nuove generazioni di figli di stranieri, ma anche per le nuove generazioni di italiani. Loro lo sanno, e mentre ne parlano nei loro occhi c’è il fuoco della rabbia e della passione, della voglia di farcela e della consapevolezza di potercela fare.
La sentono la responsabilità di essere i primi rappresentanti di un modello multiculturale diverso, e non ne hanno paura, anzi, per il loro pubblico vogliono diventare come dei fratelli maggiori, quelli che ti dicono cosa è giusto fare e di cui tu non puoi fare altro che fidarti. E oggi, la cosa giusta da fare è aprire gli occhi sul mondo, guardarlo in tutte le sue sfaccettature, in tutta la sua varietà umana. In una parola, integrare, anche nella musica. “Se ci pensiamo, nell’uso delle terzine e delle onomatopee la trap ha qualcosa che la lega all’Africa, ai suoni delle tribù. È un elemento che accomuna tutti gli afroamericani e quelli che hanno origini in Africa”, sottolinea Laïoung, “oggi si sta assistendo a un nuovo ritorno dell’Africa, il seme gettato secoli fa sta portando i suoi frutti, anche grazie a Internet”.
Nel suo obiettivo dichiarato di riempire un vuoto culturale e musicale, la trap della RRR Mob potrebbe assumere anche contorni politici e arrivare dove le istituzioni e l’opinione pubblica ancora vacillano.
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In Nuovo impero le lingue utilizzate sono quattro, talvolta all’interno dello stesso brano: c’è l’italiano, lingua d’adozione, l’inglese, lingua internazionale per statuto, il francese, lingua madre di Laïoung, nato in Belgio, e l’arabo, lingua delle origini comuni a quasi tutti i componenti della crew. Una convivenza pacifica, frutto di un lavoro di affiatamento tra tutti i componenti. È Isi Noice a spiegare: “Quello che ci interessava mantenere nel disco era la spontaneità. Ci fidiamo uno dell’altro e sappiamo che quando uno di noi propone qualcosa lo fa dando sempre il massimo per rispetto agli altri”. Fa eco Laïoung: “Produciamo tantissimo, ma per mantenere la genuinità ognuno deve trovare l’ambiente ideale per lavorare: io mi sono attrezzato con una postazione in casa. Perché devo per forza uscire? Registrare al momento mi permette di restare spontaneo, cosa che non farei se dovessi sempre andare in studio”.
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Nata nel 2013, The RRR Mob (il nome sta per The Real Recognize Real Mob) si è presto creata una grande credibilità nell’ambiente dell’hip hop, che oggi le ha permesso di avere nell’album ospiti come Guè Pequeno e Luchè, accanto a nomi meno noti come Malcky G e Sedrick (“Era con noi all’inizio, quando le cose andavano male, ed era con noi quando abbiamo lavorato all’album, c’è sempre stato: alcuni di noi hanno iniziato a fare trap in italiano grazie a lui, è uno zio e un nipote, doveva esserci”, dice orgoglioso Momoney), fino a rapper marocchini come 7Liwa, Inkonnu e The Wind.

L’album arriva a pochi mesi della pubblicazione di Ave Cesare: Veni, vidi, vici di Laïoung. Anche in quel caso nel titolo c’era un riferimento altisonante all’antica Roma. Un motivo in particolare? “In comune ci sono anche i riferimenti alla strategia militare. È come un film, una successione di capitoli: prima è arrivato Cesare, poi per Roma si è aperta l’era dell’impero”.
Ecco, ci siamo, l’era della RRR Mob è iniziata, e ci siamo dentro tutti.

Guè Pequeno: il 30 giugno il nuovo album in tre versioni

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Reduce da un’annata d’oro che lo ha visto protagonista insieme a Marracash con Santeria, il prossimo 30 giugno Guè Pequeno torna con Gentleman, il suo quarto album di studio, pubblicato in tre versioni differenti.

RED VERSION: 14 tracce + 2 Bonus Tracks
BLUE VERSION: 14 tracce + 2 Bonus Tracks con copertina differente
SUPER DELUXE BOX: doppio CD, doppio, vinile 10”, foto autografata con copertine intercambiabili (edizione limitata e numerata)

Gentleman – Red Version
T’APPOSTO
LAMBORGHINI (feat. Sfera Ebbasta)
MILIONARIO (feat.El Micha)
GUERSACE
NON CI SEI TU
RELAXXX (feat.Marracash)
MIMMO FLOW
SCARAFAGGIO (feat. Tony Effe, Frank White)
ORO GIALLO (feat.Luchè)
LA MALAEDUCAZIONE (feat.Enzo Avitabile)
PUNTO SU DI TE
LA MIA COLLANA
IL VIOLA
TRENTUNO GIORNI
TRINITA’ (Bonus Track)
IO NON HO PAURA (Bonus Track)

Gentleman – Blue Version:
T’APPOSTO
LAMBORGHINI (feat. Sfera Ebbasta)
MILIONARIO (feat.El Micha)
GUERSACE
NON CI SEI TU
RELAXXX (feat.Marracash)
MIMMO FLOW
SCARAFAGGIO (feat. Tony Effe, Frank White)
ORO GIALLO (feat.Luchè)
LA MALAEDUCAZIONE (feat.Enzo Avitabile)
PUNTO SU DI TE
LA MIA COLLANA
IL VIOLA
TRENTUNO GIORNI
UN ALTRO GIORNO, UN ALTRO EURO (feat.Vale Lambo) (Bonus Track)
TE QUIERO (feat.Laioung) (Bonus Track)

Gentleman – Super Deluxe Box
Esclusiva Amazon.it www.amazon.it/guepequeno / Edizione limitata e numerata
14 TRACCE DELL’ALBUM IN CD
14 TRACCE DELL’ALBUM IN DOPPIO VINILE
4 TRACCE BONUS IN CD
4 TRACCE BONUS IN VINILE 10’’
FOTO AUTOGRAFATA

Marracash e Guè Pequeno: il 2 dicembre Santeria Voodoo Edition

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In attesa di vedere li dal vivo nel loro primo tour insieme in partenza il 27 gennaio 2017, esce il 2 dicembre Santeria Voodoo Edition, nuova versione dell’album di Marracash e Guè Pequeno: doppio CD, il DVD The Recording Sessions, docu-film sulla lavorazione del disco, e un booklet di 36 pagine con immagini inedite.

Su Amazon sarà invece disponibile Santeria (The Complete Box) che conterrà anche il doppio vinile e 12 tarocchi.
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In partenza dal 27 gennaio al Gran Teatro Geox di Padova, il tour vedrà i due rapper protagonisti in una serie di concerti che comprenderanno i brani dal loro primo progetto discografico assieme e le loro singole produzioni..

Gennaio 2017
27 PADOVA GRAN TEATRO GEOX
28 VENARIA (TO) TEATRO CONCORDIA
31 MILANO ALCATRAZ
Febbraio 2017
1 MILANO ALCATRAZ
03 FONTANETO D’AGOGNA (NO) PHENOMENON
04 NONANTOLA (MO) VOX CLUB
14 NAPOLI PALAPARTENOPE
16 FIRENZE OBIHALL
18 ROMA ATLANTICO
Prevendite circuito Ticketone.it
Info fepgroup.it

BITS-CHAT: Un rap violento, che parla (anche) d’amore. Quattro chiacchiere con… Luchè

BITS-CHAT: Un rap violento, che parla (anche) d’amore. Quattro chiacchiere con… Luchè

“Un disco molto personale, con momenti introspettivi e dark: ho voluto trovare un suono che mi distinguesse da quello che c’è in giro. Ho lavorato tanto sui ritornelli. Ci sono pezzi più forti, altri più intensi, parlo anche d’amore. Non ci sono invece pezzi crudi, O’ Primmo ammore in questo senso è un’eccezione, perché non voglio ripetermi: ho voluto parlare di me, ma in modo diverso dal passato, ho messo davanti la mia persona rispetto al contesto.”

Così Luchè parla del suo ultimo album, Malammore, il terzo lavoro solista da quando nel 2012 il progetto Co’ Sang, di cui faceva parte con il collega ‘Ntò, ha cessato di esistere. Da allora sono arrivati gli album L1 e L2.

O’ Primmo ammore è stato uno dei primi brani che il pubblico ha ascoltato del nuovo disco, essendo stato inserito nella colonna sonora della serie TV Gomorra.
Già, Gomorra, proprio quella “di Saviano”, quella di Napoli, la città di Luchè, anche se ormai vive da parecchi anni a Londra.

“Spesso mi capita di spiazzare le aspettative: non sono per forza il rapper del ghetto di Napoli. Sono anche quello, ma non solo, e mi piace cambiare direzione ogni volta, far venire fuori qualcosa di nuovo, anche se all’inizio chi mi ascolta potrebbe non capire.”

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Perché scegliere Che Dio mi benedica come singolo di lancio?
Quella è una canzone che difficilmente ci si aspetta da me. Parla di un ragazzo che non si piace, ha dei complessi, sta uscendo da una relazione. Una situazione che ho vissuto sulla mia pelle, ma ognuno di noi ha delle insicurezze, tutti almeno una volta ci siamo odiati, ecco perché ho voluto scriverla.

E la scelta del titolo dell’album? Che cos’è il Malammore?
Non potevo continuare la serie L3, L4, L5… Forse in futuro ci tornerò. Malammore è stato il mio primo tatuaggio, fatto a 17 anni, ma è anche il nome di uno dei personaggi di Gomorra. E’ una parola che indica l’amore, la passione, il dramma, racchiude il mood del disco: è un amore dannato, una passione che ti annienta, come la musica per me. Rimettermi in gioco ogni volta, cercare di superarmi mi distrugge, anche se io amo la musica: amo la canzone finita, non amo il processo di creazione. Malammore è questo, un compromesso di amore e sofferenza.

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Questa sofferenza si combatte?
Sì, ma non so bene come: si combatte e basta. Io continuo a fare musica perché mi sento spronato da quelli che mi ascoltano, so che ci sono loro che aspettano le mie canzoni, e questo mi fa continuare a scriverne di nuove.

In Violento fai riferimento al fatto che alle major non piaceva la tua musica: resta il fatto però che questo album esce per Universal. Cos’è successo? Ti sei censurato per poterlo pubblicare?
No, no, la libertà che mi sono preso è stata totale. Ho firmato con Universal a disco già chiuso: negli incontri che ho avuto con i discografici per definire l’accordo, mi hanno dimostrato di aver capito che esiste un mercato hip hop fatto da un determinato numero di persone, e che quel mercato se lo dividono i vari rapper, ognuno con la propria fanbase. Quindi non è tanto importante avere un singolo radiofonico, ma è l’artista che tira: se c’è un singolo forte a disposizione meglio, ma insieme siamo arrivati alla considerazione che il pubblico segue il rapper indipendentemente dal passaggio in radio. Ecco perché non mi hanno imposto nulla. Nella canzone dico che alle major non piaccio perché il mio sound è violento, ma è sempre stato così.

Tra le collaborazioni ci sono Gue Pequeno, Baby K e CoCo: perché hai scelto di coinvolgere loro?
Con Gue Pequeno abbiamo fatto Bello, un pezzo forte, pieno di punchlines, “spaccone”, tamarro, come ama fare lui. Baby K invece l’ho coinvolta per un pezzo d’amore, Quelli di ieri: ho fatto io il beat e ho chiamato lei per la parte cantata, sapendo già che le sarebbe piaciuto. CoCo lo seguo dagli inizi, è il mio migliore amico: insieme stiamo creando il movimento “black Friday”. Per il resto, ho lavorato con il gruppo di lavoro che già mi seguiva.

Malammore è un album piuttosto lungo, con 19 pezzi: avevi tanto da raccontare?
Dopo due anni dall’ultimo album, non volevo tornare con un disco di 11 pezzi, sarebbe stato incompleto: inoltre, 3 tracce erano già uscite, per cui di fatto gli inediti sono 16. Volevo bilanciare i vari stili, le influenze. Quando scrivo, di solito scarto pochissimo: se non mi sento sicuro di un pezzo, non lo finisco neanche.

Pensi che l’hip hop sia cambiato in questi ultimi 3-4 anni di grande esposizione mediatica?
E’ cambiato molto: la nuova generazione di rapper strizza molto l’occhio all’America, molto più di quanto non facessimo noi. Tra le cose che vedo e che non mi piacciono c’è la ricerca della canzone trash, fatta per una comicità “alla Pierino e Bombolo”, come se fossimo un pubblico di cretini. Dall’altra parte, ci sono però dei rapper che hanno sonorità internazionali, che si richiamano alla Francia o, come dicevo, all’America: sono giovani, per cui magari devono crescere, ma ci portano fuori da quel fastidioso “rap all’italiana”. Il pubblico cerca dei messaggi, cerca dei leader, dei punti di riferimento, e i rapper possono essere in questo senso dei modelli.

Una domanda di rito per BitsRebel: cosa significa per te il termine “ribellione”? 
La ribellione non la definisci, la provi. In questa società, la più grande forma di ribellione è essere se stessi: oggi i ragazzi si muovo in massa, non ragionano da soli, ma per schemi. La ribellione è importante se ha uno scopo, non se è fine a se stessa: penso a Napoli, una città dove la ribellione è necessaria, perché siamo stati strumentalizzati e spesso viviamo credendo che questa sia la situazione che ci meritiamo. Per Napoli, ribellarsi vuol dire opporsi a un destino che sembra già scritto: dobbiamo ritrovare la dignità, meritiamo di avere degli input, meritiamo un sistema che funzioni, meritiamo di non sentirci inferiori. Perché in Italia quasi nessuno ha parlato dell’evento di Dolce&Gabbana che si è svolto a Napoli, mentre i media stranieri sì? Perché Napoli serve per essere strumentalizzata, per farci Gomorra: c’è razzismo, dà fastidio vedere Napoli capitale della moda, anche solo per qualche giorno. Apprezzo Saviano soprattutto quando parla di politica, meno quando analizza l’attualità: le sue denunce sarebbero state utilissime se poi fosse cambiato qualcosa, ma nella sostanza la rivoluzione sociale non c’è stata.

Nell’assopimento delle coscienze, la musica ha delle colpe?
La musica no, sono gli artisti ad averle: dipende da come si usa la musica, e oggi molti la sfruttano solo per diventare famosi. La musica potrebbe fare tantissimo, ma deve scontrarsi con queste situazioni, e con una grande ignoranza del pubblico.