BITS-RECE: Vertical, Equoreaction. Nel nome del groove

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
Equoreaction Cover
Groove. Incessantemente groove. Instancabilmente groove.
Groove come una religione, una legge non scritta, ma ovviamente suonata.
Nell’universo interspaziale dei Vertical, popolato da afro-alieni, l’aria pulsa di groove in ogni angolo tra beat, giri di basso e squilli di fiati. Un groove che prende ora le forme del funk, ora quelle dell’afrobeat, ora quelle del blues, ora quelle di un pop psichedelico figlio degli anni ’70.
Tutto questo è concentrato e mescolato nelle quattro tracce di Equoreaction, secondo EP di una trilogia della band vicentina, che segue la pubblicazione di Alpha.
Nel nome del groove.

Deeper, ad aprile il nuovo album di Lisa Stansfield

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Groove, funk, soul.
Con queste tre parole è stato descritto Everything, il singolo che anticipa Deeper, il nuovo album di Lisa Stansfield, l’ottavo della carriera, in arrivo il prossimo 6 aprile, a cui l’artista ha lavorato anche nel ruolo di produttrice esecutiva.
 

Questa la tracklist:
Everything
Twisted
Desire
Billionaire
Coming Up For Air
Love Of My Life
Never Ever
Hercules
Hole In My Heart
Just Can’t Help Myself
Deeper
Butterflies
Ghetto Heaven

Demonology HiFi remixano Bello Figo

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Demonology HiFi
, ovvero i due “predicatori” del groove Max Casacci e Ninja, si sono divertiti a mettere mano a Non pago affitto, l’ormai noto tormentone di Bello Figo, downloadabili gratuitamente sul sito e sui social di Demonology Hifi.

“Ci divertiva l’idea già dai tempi di Pasta con tonno, perché Bello Figo che lo si voglia o no è uno dei pochi genuini provocatori in circolazione, ma in primo luogo perché nella nostra crociata contro l’antigroove non potevamo accettare che venisse negata a un musicista – attraverso minacce – la possibilità di esibirsi su un palco.” dicono i due torinesi, riferendosi agli episodi di cancellazione delle date del rapper in seguito a intimidazioni di gruppi razzisti. “Naturalmente, a difesa di un decoro consono al nostro abito di fede, abbiamo ritenuto opportuno velare alcune “audaci coloriture” del giovane rapper con più appropriati cori celesti”.

50 Shade Of Gay: l’inno anti-omofobia dei Junksista

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I Junksista sono un duo tedesco di musica elettronica formato da Boog e Diana. Pur non essendo molto conosciuti qui in Italia, sono attivi sulle scene già da tempo: i loro suoni spaziano dalle influenze degli anni ’70 alle memorie dei sintetizzatori degli anni ’80, mentre i loro testi abbondano spesso e volentieri di ironia.

In occasione della giornata contro l’omofobia e la transfobia, il 17 maggio, i Junksista rilasciano 50 Shade Of Gay, un brano che, come già il titolo suggerisce, vuole celebrare l’omosessualità e la diversità in ogni “sfumatura” e in chiave assolutamente ironica, e con un groove perfetto per il dancefloor.
Il singolo, insieme ad alcune versioni remix, è scaricabile gratuitamente (o con un’offerta libera) e disponibile in streaming sulla pagina di bandcamp dell’etichetta della band, Alfa Matrix.

Un vero e proprio inno arcobaleno, con un testo che gronda di citazioni a dir poco iconiche….. Strike A Pose!

Muff diver . Bone smuggler . Bean flicker . Clit licker
butch, femme, a hasbian
Short hair – must be a lesbian

Dancing on the rainbow bridge
Dudes that look like skinny chicks
Chicks that look like beardless boys
Kiss me under the mirror ball
The moves of “Vogue”, we know them all
Wear the purple suit today
50 Shades Of Gay
Strike a pose – Yeah!
Donut puncher . Rug muncher . Pillow biter .Like it tighter?
Dykes on bikes and nancy boys
Show some pride and some noise!

Dancing on the rainbow bridge
Dudes that look like skinny chicks
Chicks that look like beardless boys
Kiss me under the mirror ball
The moves of “Vogue”, we know them all
Wear the purple suit today
50 Shades Of Gay
Strike a pose – Yeah!

“Sono pigro, torno alle cover”: Giuliano Palma torna con Groovin’

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Dagli Aristogatti a Elton John, passando per Vasco Rossi.

Dopo Old Boy, uscito due anni fa, per il nuovo progetto discografico, Giuliano Palma torna al mondo delle cover,e lo fa con Groovin’. Il motivo di questa scelta è lui stesso a rivelarlo, tra il serio e il faceto: “Sono pigro, di una pigrizia che a volte rasenta l’accidia: inizialmente volevo tornare con un album di inediti, poi ci sono state delle vicissitudini personali e professionali che mi hanno tenuto lontano dalla scrittura, e la pigrizia ha preso il sopravvento: non volevo pubblicare un disco di cui non fossi convinto, così ho scelto le cover”.
Per la prima volta nella sua carriera, durante la lavorazione di Groovin’ non ha curato personalmente tutti i dettagli – a cominciare dai fiati -, ma si è affidato alle mani del nuovo team, di cui fanno parte Fabrizio Ferraguzzo, Riccardo “Deepa” Di Paola e Riccardo “Jeeba” Gibertini, perché – confessa – aveva capito di potersi fidare e di aver trovato in loro il giusto feeling, il “groove” che dà il titolo all’album.

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E lui il groove è uno che ce l’ha sempre avuto, a differenza di altri che si sono persi, distratti, e che il groove non hanno saputo mantenerlo: sono proprio queste persone quelle che, metaforicamente, compaiono sulla copertina del disco girate di spalle, mentre lui prosegue per la sua strada guardando dritto l’obiettivo (“Dicono che sono un crooner, e quindi croono“), sempre attraverso gli immancabili occhiali neri.
E proprio parlando di groove e del nuovo gruppo di lavoro, Giuliano non riesce a trattenersi dall’esprimere il rammarico e la rabbia per la fine del rapporto professionale con il suo storico collaboratore e amico Fabio Merigo: “Insieme avevamo una missione, e dopo tanti anni non avrei immaginato che finisse così, invece l’ho visto perdersi per strada per una donna. E’ stato come un tradimento”.

Nelle 13 cover dell’album non mancano le partecipazioni, come quella di Cris Cab nella versione italiana di Bada Bing, scelta come primo singolo (“Per la versione italiana la casa discografica si è rivolta a me: è la prima volta che metto in un mio album un pezzo di cui sono solo ospite”), Fabri Fibra per Splendida giornata di Vasco Rossi, riletta in chiave reggae, Clementino in I say I’ sto cca di Pino Daniele (“La presenza di Fabri Fibra e Clementino mi aiuta ad avvicinare a miei suoni un pubblico che altrimenti ne resterebbe distante: sono felice che Fibra abbia accettato, perché è un artista per nulla mondano, Clementino ha spaccato rappando in slang”), e Chiara in Don’t Go Beaking My Heart, portata al successo a Elton John e Kiki Dee (“Chiara l’ho conosciuta perché abbiamo lo stesso management: per questo pezzo è perfetta”).
Tra gli altri brani, menzione speciale meritano Eternità dei Camaleonti, You’ll Never Walk Alone, scritto nel 1945 dal duo statunitense Rodgers/Hammerstein e così popolare da divenire l’inno ufficiale del Liverpool (“Quando ci sono le partite è bellissimo vedere tutto il pubblico, dal bambino alla vecchietta con la sciarpa della squadra, intonare la canzone”), Qui e là di Patty Pravo, e Alleluja! Tutti jazzisti, tratta dal cartone animato Gli Aristogatti e già presente in We Love Disney (“Questo era il pezzo che tutti gli artisti coinvolti nel progetto volevano fare, ed è stato affidato a me!”).

A chiudere l’inedito Un pazzo come me (“Parla degli inquieti”).

Groovin’ è dedicato a Carlo Ubaldo Rossi, musicista e produttore scomparso nel 2015 in un incidente: “La sua perdita è uno strazio, non saprei definirla diversamente”.