“Bipopolarità” del rap nel primo album di Highsnob

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BiPopular è l’esatta espressione di una precisa ricerca di sonorità e di contaminazione fra stili. Il disco rappresenta la perfetta sintesi del mio singolare vissuto degli ultimi anni con l’intento di raccontare e condividere quanto una difficoltà psicologica possa influire direttamente nel percorso creativo e artistico della produzione di un album”.

Dopo i video che hanno fatto di lui una star del web e dopo la pubblicazione dell’EP PrettyBoy nel 2017, Highsnob pubblica venerdì 27 aprile il suo primo album, BiPopular.
Il titolo del disco è un chiaro gioco di parole che esprime una duplice valenza, da un lato la determinazione dell’artista nel voler arrivare ad un più ampio pubblico possibile, dall’altro il reale bisogno di condividere quanto una difficoltà psicologica possa appunto trasformarsi nel filo conduttore dell’intero progetto, raccontandoci l’oscillazione del tono di umore dell’artista e le mille sfaccettature della sua psiche, in un interessante variegato musicale.
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L’album si avvale dei migliori producer della scena odierna, da Pankees, insieme ad Alvino, Dat Boi Dee e Noise, tutti producer diversi fra loro, e ognuno riconoscibile nel marchio di fabbrica.
Nell’album si fondono così rap, trap, elettronica e melodie vocali, jazz, funky, fino ad elementi di future bass.

Forte di una credibilità che si è conquistato tra il suo pubblico grazie alla schiettezza dei suoi testi, Highsnob non rinuncia inoltre al dissing, perché conosce bene le regole del rap game, ma sa anche regalare un po’ di leggerezza e colore.
MIKE HIGHSNOB
Venerdì 27 aprile prenderanno inoltre il via gli appuntamenti degli instore:
27 aprile – Varese, Varese dischi e Milano, Mondadori Megastore (via Marghera)
28 aprile – Bologna, Mondadori Bookstore (via Massimo D’Azeglio)
29 aprile – Torino, Mondadori Bookstore (via Monte di pietà)
2 maggio – Firenze, Galleria del disco
4 maggio – Napoli, Mondadori Bookstore (piazza Vanvitelli)
5 maggio – Roma, Discoteca laziale
7 maggio – Genova, la Feltrinelli (via Ceccardi)

BITS-RECE: Shady, Shady EP. Musica di traverso

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
Cover ep
In un’edizione di Amici che resterà nella memoria (se ci resterà) come una delle più stanche e sbiadite, la presenza di Shady dava una nota di smalto e personalità.
Quando l’ho sentita per la prima volta al serale, davo per scontato che avesse già in tasca l’accesso alla finale, ma così, sorprendentemente, non è stato, ed è superfluo dire che ci siamo tutti persi la possibilità di ascoltare qualcosa che andasse al di là dell’usurato pop con il faccino pulito.
Per fortuna, fuori da Canale 5 la ragazza ha potuto contare sul supporto Boosta, che da insegnante all’interno del programma si è poi fatto carico anche della produzione di questo primo, omonimo EP.
Quelli presenti nel suo esordio discografico sono sei pezzi che lambiscono il territorio pop, ma si muovono meglio sui sentieri dell’elettronica e di un certo future bass, tutta roba che comunque non guarda all’Italia, ma punta gli occhi all’estero.
Shady è una di quelle artiste che possono benissimo non piacere (io neppure ho capito se mi piace davvero o no, ma di certo mi affascina), ma hanno un qualcosa addosso, negli occhi, nella voce, nell’aura o chissà dove, che te li fa osservare. Uno di quegli artisti che si capisce che hanno tutta la voglia di costruirsi una personale struttura comunicativa, anche a costo di allontanarsi dalla più ovvia delle formule radiofoniche.
La prova Shady ce le offe in pezzi come Come Next To Me, Loubutin o ancora più lampante nella rilettura di Rolling In The Deep, pezzo assai fragile da toccare data la sua elevata popolarità. La ragazza lo ha preso e lo ha spogliato di (quasi) tutto, facendone qualcosa di assai diverso dalla macchina da guerra magiaclassifiche sfornata da Adele.
Shady
Shady ha una di quelle personalità che non amano troppo i rettilinei, ma preferiscono mettersi di traverso, in obliquo, storte, con melodie sghembe e sequenze ritmiche intermittenti. Non segue binari, preferisce piegarli e tagliare per vie differenti, dritte a una meta che ha ben chiara in testa.
Lontana dall’essere un’artista “arrivata”, nel prossimo futuro Shady ha la grande possibilità di farci ascoltare qualcosa di diverso, offrirci il suo mondo.
È sicuramente tra i concorrenti più atipici che abbiano messo piede nello studio di Amici e, almeno per ora, sembra non essersene fatta plagiare troppo. Va protetta, accudita e sorvegliata a vista, anche per non farla sparire nell’oblio.
Io, in lei, un po’ ci confido.