Il Goa Boa sta per cominciare. Domani, 13 luglio, l’Arena del Mare del Porto Antico di Genova ospiterà infatti il primo appuntamento dell’edizione 2018 del festival che negli anni ha portato sul palco i nomi più rappresentativi della scena italiana. Protagonisti della prima data saranno i Negrita, preceduti da Kiol e dalla giovane cantautrice e polistrumentista Nyvinne.
I Negrita presenteranno dal vivo i brani di Desert Yacht Club, il loro ultim disco uscito lo scorso 9 marzo. Dopo questa ghiotta preview, il festival riprenderà venerdì 20 luglio quando, tra gli altri, si esibirà anche Motta, fresco vincitore della Targa Tenco 2018 con Vivere o morire, che si è aggiudicato il premio come miglior “Disco in assoluto”.
Questo il calendario della 21esima edizione del Goa Boa Festival:
MAIN STAGE venerdì 13 luglio Preview NEGRITA + KIOL + NYVINNE venerdì 20 luglio MOTTA + MINISTRI + PINGUINI TATTICI NUCLEARI + MAKAI + VIITO sabato 21 luglio CAPAREZZA + MUDIMBI + VOINA domenica 22 luglio TEDUA + ACHILLE LAURO + FRAH QUINTALE BILOGANG + ARASHI Aftershow MYSS KETA mercoledì 25 luglio COEZ + COMA_COSE+ FRANCESCO DE LEO RED BULL TOUR BUS // OFFICIAL 2nd STAGE THE ANDRÈ ~ L’ULTIMODEIMIEICANI ~ SAAM ~ MARTIN BASILE ~ KALT+AMEDANCE~ BANANA JOE MUSIC RAISER ARTISTS E MOLTI ALTRI
Non saranno più quel faro pop che ha illuminato le classifiche a cavallo tra gli ’80 e i ’90 ma, nonostante le alterne fortune musicali, i Simple Minds sono ancora dignitosamente fra noi e continuano a godere di un buon seguito, soprattutto in Italia. Dalle nostre parti erano già passati nemmeno due anni fa con un tour acustico teatrale di gran successo, doveroso quindi ripresentarsi ora che sul mercato è arrivata la loro ultima fatica discografica. Che il 2 luglio a Cremona, grazie al Festival Acquedotte, si stia per fare un tuffo negli anni ’80 lo si capisce chiaramente anche dai brani che scorrono appena prima del “calcio di inizio”: Blue Jean di Bowie, Depeche Mode, Once In A Lifetime dei Talking Heads. Quegli stessi anni che hanno visto i Simple Minds toccare il massimo della propria popolarità e che ora, in concerto, vengono guardati sì con affetto ma anche superati dal nuovo sound di Jim Kerr e soci. Lasciatisi la new wave dietro alle spalle (poche tastiere e synth, saggiamente sostituiti dai potenti assoli del chitarrista “storico” Charlie Burchill), i nuovi Simple Minds versione live non fanno assolutamente rimpiangere i tempi d’oro. Kerr è vocalmente in forma e lo dimostra con l’assalto iniziale di The Signal And The Noise, dall’album appena uscito Walk Between Worlds. Ovviamente la canzone non è (ancora) nota, ma poco importa perchè traccia la linea di quel che sarà il resto della serata: sudore (non solo per Jim Kerr…), chitarre e rock. Con buona pace di Paolo Rossi e di un suo monologo che declamava: “Ci avete tolto il rock e ci avete dato i Simple Minds”. Probabilmente aveva senso ai tempi, nel 2018 a Cremona di rock se n’è sentito molto. Chi temeva che il concerto fosse solo una vetrina per il nuovo lavoro di studio, ha potuto ricredersi. Nel corso della serata, infatti, tutte le hits dei Simple Minds hanno trovato il proprio posto sul palco: l’impegno di Mandela Day e la nostalgia di Someone, Somewhere In Summertime, i “classiconi” da concerto Waterfront e Let There Be Love, fino ad arrivare alla trascinante She’s A River. Ma se le hits, per quanto piacevoli da risentire live, rimangono abbastanza risapute, sono i “ripescaggi” a sortire le migliori sorprese. Dolphins, dal poco valutato Black And White 050505 (2005) cantata a due voci dalla corista Sarah Brown e dalla polistrumentista Catherine A.D. (già protagonista strepitosa del “solo” River Of Ice) è uno dei punti più alti della serata, così come Let The Day Begin, cover dei The Call già ripresa in versione “ufficiale” da Kerr e Burchill in Big Music del 2014 e qui riproposta in versione soul, non lascia scampo.
Il gran finale, trascinato dal manifesto eighties Don’t You (Forget About Me), è ovviamente in crescendo: See The Light, Alive And Kicking e Sanctify Yourself. Quindi ogni dubbio è stato fugato e, alla fine, solo quattro sono state le canzoni dell’ultimo disco a far capolino nella scaletta della serata: l’iniziale The Signal And The Noise, Summer, Walk Between Worlds e Sense Of Discovery, il cui ritornello a ben sentire tira pericolosamente verso Alive And Kicking. Ma solo di peccato veniale si tratta, poca cosa per un concerto che è filato liscio e trascinante per due ore secche.
Setlist The Signal And The Noise Waterfront Let There Be Love Love Song Sense Of Discovery Mandela Day She’s A River Someone, Somewhere In Summertime Walk Between Worlds Summer Once Upon A Time All The Things She Said River Of Ice Dolphins Let The Day Begin Don’ You (Forget About Me)
Encore See The Lights Alive And Kicking Sanctify Yourself
Aprirà i battenti il prossimo 13 luglio la 21esima edizione del Goa-Boa, che avrà come scenario l’Arena del Mare del Porto Antico di Genova. Tra presente e futuro, la line-up del 2018 è italianissima e affiancherà nomi già acclamati a nuove leve rock autoriali, protagonisti della trap – genere in cui Goa Boa ha creduto per primo in Italia, dimostrando ancora una volta grande attenzione ai nuovi linguaggi – e, più in generale, alle nuove tendenze pop.
Ecco il calendario con la line-up definitiva:
MAIN STAGE Venerdì 13 luglio Preview: NEGRITA + KIOL
Mercoledì 25 luglio COEZ + COMA_COSE+ FRANCESCO DE LEO
RED BULL TOUR BUS // OFFICIAL 2nd STAGE THE ANDRÈ ~ L’ULTIMODEIMIEICANI ~ SAAM ~ MARTIN BASILE ~ KALT+AMEDANCE~ BANANA JOE MUSIC RAISER ARTISTS E MOLTI ALTRI
Goa-Boa insiste nel guardare l’orizzonte in quel modo originale che l’ha reso un punto di riferimento nel calendario nazionale ed europeo dei festival di settore. Ed è così che a Genova, dal 1998, all’interno di uno dei luoghi più affascinanti del Vecchio Continente, Goa~Boa continua a ospitare sullo stesso palco il sangue nuovo della musica italiana accanto a formazioni che ne hanno fatto la storia, preservando la capacità di intercettare anche quei giovani talenti a km zero che, auspicabilmente, scriveranno il domani.
Uscirà il 9 febbraio (ed è già in pre-order digitale) Peter Pan, il nuovo album di Niccolò Moriconi, al pubblico meglio noto come Ultimo. Un disco che arriva sotto il segno di Sanremo, dal momento che il ragazzo sarà una delle otto Nuove proposte in gara con il brano Il ballo delle incertezze: “Quando l’ho scritto ho voluto puntare su chi è come me. È un brano che rappresenta chi non ha un domani nella società, chi ha più domande che risposte, chi ha perso rischiando. È il mio ennesimo attestato che tende la mano a chi è stato emarginato”.
L’uscita di questo nuovo lavoro è importante anche perché segue solo di pochi mesi la pubblicazione dell’album d’esordio, Pianeti, che ha trovato un’accoglienza piuttosto calorosa da parte del pubblico. Anziché ripiegare su un classico repack, il giovane “cantautorap” romano ha così scelto di ripartire da zero con un nuovo capitolo discografico di 16 brani inediti, dopo un anno che gli ha portato non poche soddisfazioni.
Ultimo ha iniziato a studiare pianoforte a otto anni presso il conservatorio Santa Cecilia, mentre ha scritto le sue prime canzoni a 14 anni: il suo stile è un connubio fra la musica cantautoriale e quella hip hop, da cui la scelta di definirsi un “cantautorap”. Nel 2016 ha vinto il contest più importante per gruppi e solisti emergenti di musica hip hop italiana promosso dalla Honiro, con cui nel marzo 2017 ha iniziato la sua collaborazione. A maggio dello stesso anno ha aperto il concerto di Fabrzio Moro al Palalottomatica di Roma e in ottobre ha pubblicato il suo disco d’esordio.
La musica l’ha avuta in casa fin da bambino, visto che è figlio di due ballerini brasiliani, e a lungo l’ha coltivata nel canto e nel ballo. A soli 28 anni, Leonardo Monteiro vanta infatti un curriculum di tutto rispetto, con esperienze Italia e all’estero: tra queste, la formazione alla Scala di Milano, il lavoro con Gheorghe Iancu allo Sferisterio di Macerata, e nel 2008 partecipazione ad Amici, il talent di Maria De Filippi, dove occupava uno dei banchi della classe di ballo.
Dopo essersi aggiudicato la finale di Area Sanremo, tra pochi giorni lo ritroveremo sul palco dell’Ariston, in gara tra le Nuove proposte con Bianca, un pezzo dalla influenze soul che parla della fine di una storia d’amore per un tradimento. Autore della musica è Vladi Tosetto, che nel ’95 aveva messo le mani anche su Come saprei di Giorgia.
Perché la scelta di andare a Sanremo con Bianca? Lo abbiamo scelto durante i provini, dopo aver ascoltato un po’ di proposte, e Bianca è sembrata la canzone più adatta. Ci tenevo molto a presentarmi con un brano che rappresentasse bene il mio mondo, e le atmosfere soul e gospel di Bianca rispecchiano le mie influenze. Ti abbiamo conosciuto qualche anno fa ad Amici come ballerino, oggi ti ritroviamo come cantante: cos’è successo in questo periodo? Ho sempre amato il canto, fin da quando studiavo danza alla Scala: cantavo e facevo il ballerino. Poi sono andato a studiare a New York, e mi sono reso conto che con la danza ero arrivato al massimo di ciò che potevo desiderare e ho iniziato a studiare canto seriamente, avvicinandomi al gospel. Quando sono tornato in Italia ho proseguito con lo studio della musica. E sei anche arrivato ad insegnare… Sì, per qualche anno ho insegnato canto alla scuola Cluster di Milano, gestita da Vicky Schaetzinger, che per anni è stata la pianista di Milva. Mi ha dato tantissimo, sia come donna che come insegnante: sono stato prima suo allievo, poi abbiamo suonato insieme tre ani all’Armani Bamboo Bar, dove lei mi accompagnava al pianoforte, e in seguito sono diventato insegnante della scuola. Avevo già insegnato danza, ma insegnare canto è diverso, ed è una soddisfazione vedere che quello che fai arriva agli allievi. Oggi come vedi il tuo futuro, più vicino al canto o al ballo? Sicuramente più vicino alla musica. Come dicevo prima, con il ballo ho ottenuto il massimo di quelle che potevano essere le mie ambizioni e le mie soddisfazioni: ho fatto esperienze bellissime, ho lavorato con il Complexion Contemporary Ballet, il Collective Body Dance Lab, ho fatto degli stage a Broadway, ma a un certo punto ho sentito che mi mancava avere davanti un pubblico che mi conoscesse, mi mancavano gli affetti di casa, e ho deciso di tornare. A un’esperienza nel musical non pensi? Sono sincero, i musical non mi entusiasmano molto, preferisco vederli da spettatore. Piuttosto, per unire musica e danza, penso a qualche esperienza con i videoclip.
Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato? Quando ero più giovane ho ascoltato molto Stevie Wonder, Giorgia, che ha segnato a lungo la mia vita, Michael Jackson. Hai già un album in preparazione? Ho scelto alcuni pezzi e sto registrando: il disco uscirà dopo Sanremo. Abbiamo scelto di mantenere la stessa impronta stilistica di Bianca, anche se non mi tirerò assolutamente indietro se ci sarà la possibilità di spaziare. Pensando a Sanremo, come ti auguri di viverlo e cosa invece vorresti evitare? Semplicemente, visto che si parla di un palco così importante, vorrei lasciare un bel ricordo, al di là di come andrò la gara, e possibilmente vorrei evitare di steccare!
Ornella vanoni non ama le gare, lo ha più volte dichiarato lei stessa, perché le mettono agitazione. E Sanremo, si sa, è una gara. E’ stata quindi doppiamente grande la sorpresa quando a dicembre è stato annunciato che quest’anno avrebbe calcato di nuovo il palco dell’Ariston tra i 20 artist in gara. Per Ornella questa è la ottava volta a Sanremo, dopo l’ultima partecipazione nel 1999 insieme a Enzo Gragnaniello con Alberi (la prima fu nel 1965 con Abbracciami forte). Non sarà però da sola: con lei ci saranno infatti anche Bungaro e Pacifico, e insieme interpreteranno Imparare ad amarsi.
Inizialmente inviato a Baglioni per Sanremo da Tony Bungaro, il brano è stato proposto a Ornella proprio dal direttore artistico del festival e lei, dopo qualche iniziale titubanza, ha accettato di essere parte del progetto. E’ stato allora che è intervenuto Pacifico, che ha adattato il testo all’immaginario di Ornella, lasciando le parti che l’avevano tanto colpita. Caso piuttosto raro, durante l’esecuzione sanremese, sul palco saranno presenti tutti gli autori del testo e della musica: oltre a Bungaro e Pacifico infatti, suoneranno anche Cesare Chiodo e Antonio Fresa. Una scelta questa, fortemente voluta da Ornella, da sempre attenta a valorizzare il lavoro di chi i brani li crea. Nella serata dei duetti, il trio sarà affiancato da Alessandro Preziosi.
Proprio in occasione della partecipazione sanremese, il 9 febbraio uscirà Un pugno di stelle, tripla raccolta di Ornella Vanoni, curata da Mario Lavezzi: nel primo disco troveranno posto i duetti realizzati negli anni dall’artista con altri grandi nomi della musica italiana, oltre al brano sanremese e un secondo inedito, Gira in cerchio la vita, cover di un brano di Idan Raichel. Nel secondo disco ci saranno i successi dagli anni ’90 ad oggi, per finire con il terzo capitolo in cui saranno presenti i classici della sua discografia. Una nuova uscita discografica attende anche Bungaro, con un’edizione speciale dell’album Maredentro, in cui sarà presente anche una versione di Imparare ad amarsi interamente interpretata da lui e gli inediti Le previsioni della mia felicità e Amore del mio amore. Subito dopo il festival, un tour in Italia e all’estero. Ancora in corso invece la lavorazione del sesto album di Pacifico, che dovrebbe comunque vedere la luce quest’anno: per lui questo sarà un festival particolarmente intenso. Oltre a parteciparvi in veste di artista infatti, è autore di Il segreto del tempo, portato in gara da Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, e co-autore di Il coraggio di ogni giorno per Enzo Avitabile e Peppe Servillo.
Galeotto fu Palermo, insieme a Radio Italia. Se c’è qualcuno da ringraziare per aver convinto Le Vibrazioni a tornare insieme – a “scongelarsi” – sono proprio loro. E’ stato infatti durante il concerto di Radio Italia Live del 30 giugno scorso nella città siciliana che la band di Francesco Sarcina ha capito che potevano esserci i presupposti per riprendere il discorso, dopo 5 anni di stop. Durante questo periodo, ognuno dei componenti si è dedicato a progetti diversi, chi andando a suonare all’estero (Marco), chi facendo esperienza in varie formazioni (Alessandro), chi prendendo parte alla nascita di nuove realtà (Stefano), chi proseguendo il cammino da solista (Francesco).
“E’ stato l’entusiasmo con cui il pubblico ha cantato a squarciagola Vieni da me a farci capire che forse nel cuore delle persone era rimasto qualcosa delle Vibrazioni”, ricorda Sarcina, “e abbiamo perciò iniziato a pensare a un ritorno. Messa da parte la commozione, ci siamo rimessi a suonare già dal giorno dopo e ci siamo scongelati”. Un ritorno in grande, segnato non solo da un nuovo album, il quinto, in uscita il 9 febbraio, ma anche dalla partecipazione al prossimo festival di Sanremo con il branoCosì sbagliato: “Il titolo del disco, V, è sicuramente un riferimento la fatto che è il nostro quinto lavoro, ma quella v sta anche per vittoria, e per vita, perché dentro c’è tutta la family che ci ha lavorato. E’ un album onesto: potremmo anche dire v per onesto!” Un ritorno che, nel quindicesimo anniversario dall’esordio di Dedicato a te, si compie anche sotto il segno dell’indipendenza: “Oggi sappiamo come funziona il mondo della discografia, le esperienze fatte in questi anni da alcuni di noi sono servite a capire che all’estero l’indipendenza discografica funziona. Pensiamo di essere partiti con il piede giusto”.
Nessuna nostalgia del passato però, nessuna ruggine da togliere dagli ingranaggi, “al contrario, ci sentiamo più sodi e tonici di prima, proprio per il rinnovato entusiasmo. Abbiamo messo a fuoco i suoni, perché suonando con persone nuove ci siamo dovuti adattare a contesti diversi, mentre prima eravamo abituati solo alle nostre dinamiche”, continua Sarcina. Nel 2012, dopo anni in cui la band ha riportato in auge il rock coniugandolo al pop, la decisione di fermarsi: “Alcuni di noi suonano insieme da quasi 30 anni, ma crescendo ci si ritrova distanti; magari ci si ama ancora, ma passa l’innamoramento. Le esperienze di questi ultimi anni sono state a volte difficili, abbiamo dovuto sbattere più volte la testa sul pavimento, e tutti abbiamo dovuto fare due passi indietro per ripartire insieme”. Nel nuovo album – che uscirà in CD, LP e in edizione limitata autografata in preorder su Music First – trovano posto 10 inediti, divisi in due metà, come nei due lati di un vinile: “nella prima parte ci sono le canzoni più tradizionali, nella seconda quelle più coraggiose, con alcune scelte sperimentali”, precisa Marco, il bassista. In tutto questo come arriva Sanremo? “Direi che cade proprio a fagiolo: abbiamo registrato il disco in due settimane, ma con una pre-produzione già fatta in precedenza. Quando abbiamo presentato il pezzo ci siamo detti che poteva essere una buona occasione, si trattava solo di accelerare i tempi di lavorazione. Sicuramente, non vivremo Sanremo come una gara, perché chi fa musica non fa gare, quelle le lasciamo agli sportivi; per noi la musica è soprattutto condivisione”, continua Francesco.
Quello che porteranno al festival è il primo brano non interamente scritto da loro: “Così sbagliato è una canzone introspettiva, in cui si parla dell’accettazione dei propri errori, riscoprendo il valore dell’affetto e del rispetto. La presenza di Luca Chiaravalli ci ha aiutati a mettere meglio a fuoco l’obiettivo di Sanremo”. Nella serata dei duetti saranno accompagnati da Skin, cantante degli Skunk Anansie: “Chi la conosce sa che è una persona molto diretta, per cui è stato ancora più bello vedere che ha subito accettato volentieri di partecipare. Anzi, ha addirittura chiesto se poteva personalizzare la canzone, modificando la melodia, ha voluto entrarci dentro e farla sua”. Se il gruppo torna con un entusiasmo rinnovato, non si può nascondere che il tempo lasci i suoi segni: “In Italia sono spariti i palchi per proporre il rock, e a Milano è stato da poco smantellato il barcone in cui abbiamo girato il video di Dedicato a te“.
Dopo Sanremo, al via il tour: “Le canzoni sono fatte soprattutto per essere poi suonate dal vivo, le abbiamo sempre vissute così. Faremo un primo giro nei club, a partire da marzo. Sarà come un abbraccio”. Queste le date confermate: 16 marzo – New Age Club – Roncade (TV) 23 marzo – Vox Club – Nonantola (MO) 3 – 4 aprile – Teatro Quirinetta – Roma 5 aprile – Casa della Musica – Napoli 6 aprile – Demodè Club – Bari 12 aprile – Teatro Mandanici – Barcellona Pozzo di Gotto (ME) 13 aprile – Teatro Golden – Palermo 14 aprile – Land – Catania 19 aprile – Auditorium Flog – Firenze 20 aprile – Phenomenon – Novara 24 aprile – Live Club – Trezzo sull’Adda (MI) Biglietti già in vendita nel circuito TicketOne e nei punti vendita autorizzati.
Dopo la ricca stagione che ha visto alternarsi sul palco dell’Ex Dogana di Roma artisti nazionali ed internazionali di rilievo, come Coez, Cigarettes After Sex, Kamasi Washington, Cristina Donà, Le Luci della Centrale Elettrica, Diodato, Archive, Primal Scream e molti altri, il Viteculture Festival annuncia gli ultimi ospiti.
L’8 settembre è in arrivo la prima edizione di Alice Fest: una lunga maratona musicale su due palchi che inizierà nel tardo pomeriggio e finirà a tarda notte e vedrà in scena WRONGONYOU, Giungla, Giorgieness, Voina, LeMandorle, Crista, Alessio Bondì e altre sorprese. Un festival che vuole valorizzare le energie creative del movimento musicale indipendente italiano. La manifestazione s’ispira e vuole rendere omaggio inoltre a una delle canzoni simbolo della storia della musica leggera italiana, Alice di Francesco De Gregori. (10 euro + D.P.; al botteghino 12 euro)
Il 9 settembre sarà la volta di Levante, che porterà i brani del suo ultimo lavoro discografico, Nel caos di stanze stupefacenti, e le canzoni che hanno segnato la sua carriera artistica rendendola una delle più influenti artiste italiane. (20 euro + D.P.)
Infine, il 14 settembre l’appuntamento è con il raggamuffin, la dancehall e il reggae dei Sud Sound System. (10 euro + D.P.)
I biglietti, salvo disponibilità, si possono acquistare anche la sera stessa del concerto al botteghino del Festival presso i cancelli di entrata. Gratuito: Disabili e accompagnatore, Under 13
Per il nono anno consecutivo One Day Music Festival anche questo 1 maggio infiammerà la spiaggia di Catania trasformandola in un dancefloor con live e dj set per migliaia di giovani, coinvolgendo artisti italiani ed internazionali che spaziano dalla techno al rap, dall’elettronica fino al reggae, al rock e alla drum and bass. Dai 2.500 spettatori della prima edizione il festival è cresciuto in modo esponenziale fino alle 20.000 presenze nel 2016, numeri importanti che fanno del One Day Music Festival una delle rassegne musicali più rilevanti del nostro Paese. Un evento unico che trova la sua coinvolgente forza in un cast artistico eccezionale e una location incredibile: lo splendido litorale di Catania. Quest’anno saranno due i palchi principali e cinque le aree musicali che ospiteranno dalle 10 del mattino una 24 ore no-stop di musica con un’area village, punti ristoro, scuola di windsurf, canoa, kayak e sup. Sono disponibili le prevendite ad un prezzo speciale su onedaymusic.it.
Oltre a tantissime band e artisti locali quest’anno il festival ha voluto portare ancora una volta a Catania grandissimi nomi della scena musicale italiana e internazionale che quest’anno si esibiranno su due grandi palchi principali: la SUNDANCE ARENA, dedicata all’elettronica che vedrà esibirsi il leggendario dj tedesco Sven Väth con un dj-set speciale di ben tre ore e la SPRING ARENA, dedicata alle sonorità black e drum and bass, che ospiterà la storica band inglese Asian Dub Foundation in versione Soun System, punte di diamante del rap italiano come Gemitaiz, Kaos One e Nitro, il producer drum and bass più amato degli ultimi anni Audio, la regina della dancehall Mama Marjas e il Sound System inglese Mungo’s Hi Fi insieme al vocalist Tom Spirals. Tutte le info: www.onedaymusic.it