Stavo pensando a te: Fabri Fibra, Tiziano Ferro e la genialata di fine anno

In un panorama hip hop italiano ormai da tempo succube delle lusinghe dei riflettori e del glam dello showbiz, quella di Fabri Fibra resta una delle voci più lucide, coerenti e restie alle smanie di protagonismo. Mai una parola detta a vanvera, mai una presenza di troppo, mai una provocazione lanciata a vuoto “tanto per”.
Ma anche Fabrizio Tarducci sa che nel grande carrozzone discografico il marketing ha la sua importanza. Come chiudere quindi in bellezza e con intelligente astuzia un anno già memorabile grazie al successo di Fenomeno?
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Beh, la risposta ha un nome e un cognome, e arriva dai piani più alti del pop melodico: Tiziano Ferro.  

Non solo infatti l’album del rapper ha avuto recentemente nuova vita con una Masterchef Edition arricchita da un secondo disco di inediti, ma adesso arriva uno di quei duetti che se non fossero reali avrebbero tutta l’apparenza dell’impossibile.
Ebbene sì, Fabri Fibra e Tiziano Ferro si sono dati a un featuring sulle note di Stavo pensando a te.
Il brano, già estratto come singolo di Fenomeno e certificato platino nella sua versione originale, è stato presentato in anteprima nella nuova veste durante la puntata di Che tempo che fa domenica 17 dicembre, per poi arrivare negli store digitali a partire dalla mezzanotte successiva.
Inutile dire che un duetto del genere va ben oltre il discorso prettamente musicale, per quanto non sia secondario il fatto che l’accoppiata funziona molto bene, e si apre a numerose considerazioni e letture differenti, da chi ci vede un’ironica collisione tra pop e rap fino a più impegnative – ma forse non troppo errate – interpretazioni di abbattimento delle barriere omofobe, elemento tutt’altro che scontato, soprattutto se in ballo ci sono due artisti come questi: se infatti dell’omosessualità di Ferro tutto si è detto, forse si ricorderà anche che negli anni Fabri Fibra è stato in più occasioni accusato di omofobia per i contenuti dei suoi testi.
Quella di Stavo pensando a te arriva quindi come un’operazione astuta e inaspettata, almeno fino ad oggi, che non poteva prendere forma se non sotto il segno di un reciproco rispetto artistico e di una profonda intelligenza.