BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
Un po’ più di un singolo, molto meno di un album, quasi un EP. Tre inediti. D’altronde, le mani le hanno già messe bonariamente avanti nel titolo: Per un album è ancora presto, che è anche una risposta a chi probabilmente in questi anni chiedeva come mai non avessero ancora pubblicato un disco dopo l’uscita dei primi singoli. Sfruttando i vantaggi della realtà digitale, che permette oggi a un artista – specie se emergente – di muoversi con molta più libertà che in passato, svincolandolo dall’obbligo dell’LP, lemandorle (per chi non lo sapesse, sì, si scrive proprio così, tuttoattaccato) hanno pensato di chiudere l’estate raccogliendo tre nuovi pezzi in un mini EP che prosegue sul percorso già tracciato a partire dal 2016, quando il brano d’esordio Le ragazze è apparso in rete e ha fatto conoscere questo interessante progetto elettropop.
La matrice è sempre quella, ben definita: ritmi danzereccio perfetto per il club e un’attitudine un po’ ironica e un po’ malinconica per raccontare storie ordinarie su melodie elettroniche eredi dei gloriosi anni ’80. Ecco allora Marta, Adesso e Se tu ti prendi, tre canzoni figlie della gioventù dei giorni nostri, quella a ridosso della consapevolezza adulta, in tutta la sua complessità, tra ricerca dell’identità, le contraddizioni, le relazioni sfuggenti, gli incastri difficili.
Per ora ci accontentiamo, ma la voglia di album cresce….
BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
Pochi nel panorama dell’elettronica possono vantare la stessa libertà d’azione e nello stesso tempo la stessa notorietà di Aphex Twin. Il producer inglese ama da sempre sorprendere, prendere in contropiede, e (perché no?) anche provocare il suo pubblico, maldisposto com’è a restare su binari rettilinei.
E non si smentisce nemmeno adesso con la pubblicazione di Collapse, nuovo EP di cinque tracce, fatto di elettronica anarchica, nevrotica, frenetica, cupa: frequenze che si perdono e poi si ritrovano come in un dedalo di sintetizatori, beat lanciati come schegge impazzite, riverberi caotici. E’ un tour de force tanto breve quanto irrequieto, che sono in alcuni momenti dell’ultima traccia, pthex sembra trovare un sintetico sollievo.
Greta Elizabeth Mariani è nata a Roma nel 2001, ma il suo cuore è abituato a fare la spola sulle due sponde dell’Oceano Atlantico: figlia del musicista Roberto Mariani, attivo negli anni ’90, e di Giulia Elizabeth, assistente di volo e marketing manager, italo-americana, in casa ha da sempre respirato viaggio e musica, iniziando a comporre fin da bambina ed esibendosi in manifestazioni musicali tra Londra e Stati Uniti. Quest’anno ha finalmente potuto mettere un “punto fermo” nella sua carriera pubblicando il suo primo EP, Wonderful, realizzato a Londra sotto la supervisione di David Ezra.
Quattro tracce tra indie e pop che sono la manifestazione spontanea di un’“urgenza artistica”, ma che testimoniano anche la voglia di evasione, come il nuovo singolo estratto, Song N.5.
Come ti sei trovata a lavorare al tuo primo Ep, Wonderful? Era la prima volta che ti mettevi alla prova con la scrittura dei brani? Mi sono trovata molto bene. Io e mio padre, che mi segue artisticamente, abbiamo passato una settimana nell’Hilltop Recording Studio londinese di David Ezra. È stata un’esperienza intensa e indimenticabile. Ho sempre scritto, la musica è sempre stata nella mia vita. Considero questo Ep come un punto fermo dopo una serie di virgole. Scrivo da quando ho 11 anni e ho cominciato a pubblicare singoli all’età di 14 anni.
Pensi che la presenza di un padre musicista ti abbia influenzata nella decisione di intraprendere questa strada? Sicuramente vivere in una casa di artisti ma soprattutto essere sempre stata a contatto con la musica ha influito sulla mia artisticità, su quella che sono ora. Credo anche che, anche se in parte, provenga dal mio carattere, dal mio modo di essere. Mia sorella minore, Zoe, ad esempio, è appassionata di musica, ma lo è ancora di più per l’arte figurativa, in tutte le sue forme. Di certo però avere un padre musicista ha influito positivamente, mi ritengo fortunata anche se non mi ha mai forzata, anzi, mi ha sempre lasciata libera di intraprendere il mio percorso musicale. Amo fare musica, ha sempre fatto parte della mia vita. Finora ma soprattutto da bambina non ho mai cantato e scritto perché obbligata, ma per me stessa, per dare spazio alle mie emozioni e per sentirmi bene.
Chi sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzata? Gli artisti che porto nel cuore e che mi hanno sempre accompagnata e formata negli anni sono Joss Stone, George Ezra, Aretha Franklin, Sigur Ros, Bijork, James Bay, Alt J, X Ambassadors, Amy Winehouse, ma avrei una lista infinita!! Ora i miei artisti di riferimento sono Anne Marie, Dua Lipa, Jessie Reyez, Macklemore, Rudimental, Labirinth, Post Malone, Billie Eilish, James Arthur. Sperimento sempre e cerco di ascoltare più musica possibile, diversa, nuova, che mi possa ispirare.
Che importanza ha il viaggio nella tua vita? Il viaggio nella mia vita ha avuto e ha attualmente un ruolo fondamentale. Provengo da una famiglia italo-americana, ho sempre fatto avanti e indietro tra gli States e l’Italia. Il viaggio quindi mi ha permesso di restare in contatto negli anni con la mia famiglia, mia nonna, mia zia, i miei cugini Oltre alla necessità di questi viaggi, amo molto viaggiare, amo scoprire posti nuovi e rendersi conto di quante altre realtà lontane dalla nostra ci sono nel mondo. Credo che viaggiare, oltre a farti crescere, ti apre anche la mente.
Tra Europa e Stati Uniti, dove senti di avere le tue radici? Che piani hai per il futuro? Sono nata a Roma, sento di avere le radici in Europa, in Italia. Sono bilingue quindi non ho preferenze per quanto riguarda la lingua, ho sempre parlato entrambe. Amo molto i miei paesi d’origine, ho lasciato un pezzo di cuore in entrambi. Mi sento di dire però che l’Italia è ammirata in tutto il mondo per la sua bellezza, nonostante tutte le sue aporie. Mi sento fortunata ad essere nata nella mia Roma. Sto lavorando a qualcosa in italiano, non lo nascondo. Sto anche lavorando ad un nuovo singolo con vibes molto cubane. Chissà se forse tutti questi “progetti” faranno parte di un album in futuro… Per ora mi godo l’estate, i miei amici, il mare, la musica. Attualmente mi sto concentrando sulla promozione del singolo e del video estivo Song N.5.
Un disco che non è un disco e un libro che no è un libro. A meno di un anno dal fortunato Io in terra, suo primo album ufficiale, Rkomi torna nei negozi dischi (tradizionali e digitali) e nelle librerie (idem) con Ossigeno, un progetto costituito da un EP di sei brani inediti e 112 pagine di pensieri e riflessioni su quanto gli accaduto in questi ultimi mesi, una pausa per guardarsi un attimo indietro, prendere una boccata di respiro e poi ripartire per un nuovo album, già in lavorazione e molto probabilmente pronto per il prossimo anno.
Nelle pagine di Ossigeno non c’è una storia da raccontare, non c’è un romanzo, e nemmeno una biografia, ma le considerazioni di Mirko Martorana, un ragazzo che a poco più di 20 anni si è ritrovato con in mano un contratto con una major discografica, un album certificato oro e una fascia di pubblico sempre più ampia che vede in lui non solo una voce del rap italiano, ma anche un confidente, qualcuno in grado di capirlo davvero: “Sono molto sensibile, e credo che questo si veda, nei miei brani mi apro sempre molto, così come nei live. All’inizio per riuscire ad affrontare il pubblico mi aiutavo con qualche drink, oggi ho imparato a farne a meno, ma la sensazione che provo davanti alla platea è sempre quella di una sorta di ubriacatura”. Del suo rapporto con i concerti parla in un capitolo di Ossigeno, non a caso intitolato Alcool, mentre altrove racconta di come i fan ritrovino in lui una sorta di psicologo e una sua fan gli abbia addirittura confidato che la prima volta che ha fatto l’amore è stato tenendo Apnea (un brano dell’album precedente, ndr) come colonna sonora. Una responsabilità indubbiamente grande, ma che dà la prova di come nella scrittura di Rkomi ci sia qualcosa di più profondo di quanto non si ritrovi nei testi degli altri rapper: “La mia scrittura è come un flusso di coscienza e penso che per chi vuole avvicinarsi al rap possa essere un esempio di come fare buona musica. Se mi guardo intorno sento la differenza con molti altri artisti”.
A proposito degli inediti dell’EP, Rkomi sottolinea di come siano la colonna sonora perfetta per accompagnare la lettura delle pagine del libro: “Questi brani sono diversi da quello che ho proposto con Io in terra, perché sono in continua sperimentazione, nella musica e nella scrittura. Non sono mai stato un trapper e non mi definisco un rapper: nella trap mi ci sono buttato in passato, ma ormai mi ha rotto, la trovo ripetitiva. Questo EP non è un preludio di ciò che sarò in futuro, è la colonna sonora di questo momento”.
E a proposito di futuro, anticipa che il nuovo lavoro spiazzerà parecchio e darà molta attenzione alle parti strumentali, per farle convivere al meglio con testi.
Nel frattempo, Rkomi sarà impegnato in un instore tour che partirà il 13 luglio da Milano e Varese e poi in una serie di date estive del Io in terra Tour: 14 luglio Milano, Ippodromo Snai San siro – Holi Dance festival 20 luglio Torre annunziata (NA), Oplonti 30 luglio Rapallo (GE), Villa Tigullio 18 agosto Termoli (CB), Teatro verde 23 agosto Forte di Vinadio (CN), Balla Coi Cinghiali 25 agosto Quartu Sant’Elena (CA), Tattoo convention 1 settembre Treviso, Home festival 12 settembre Porto Cervo (SS), spiaggia Li Capriccioli
Tracklist di Ossigeno: Vuoi una mano Solletico Per un pugno di emozioni Sao Paulo Acqua calda e limone Ossigeno
Tratto dall’album Rest pubblicato lo scorso anno, Sylvia Says è il nuovo singolo di Charlotte Gainsbourg. Ad accompagnarlo è un video diretto dalla stessa artista, mentre alcuni nomi internazionali della dance si sono occupati della realizzazione dei remix ufficiali del brano, raccolti in un EP pubblicato a giugno. A firmare le tracce sono nomi come A-Track, Tensnake, Breakbot, Jerge, Mind Enterprises e Radio Slave.
Questa la tracklist dell’EP: Sylvia Says x Tensnake Sylvia Says x A-TRAK Sylvia says x Breakbot Sylvia Says x Jerge Sylvia Says x Mind Enterprises Sylvia Says x Radio Slave
Get Your Shirt è il terzo brano tratto da Teatime Dub Encounters, l’EP in uscita il 27 luglio nato dalla collaborazione tra Underworld e Iggy Pop.
Dopo aver già rilasciato i due singoli digitali Bells & Circles e I’ll See Big, Get Your Shirt è la colonna sonora non ufficiale della nostra estate infinita, un pianto per le cattive decisioni, per le spiacevoli fregature per gli idioti insopportabili. Autore delle immagini ipnotiche del video è Simon Taylor (Tomato), già collaboratore degli Underworld.
Questa la tracklist dell’EP: Bells & Circles Trapped I’ll See Big Get Your Shirt
“Le influenze dell’afro rock sono state fondamentali per la mia musica. Le devo alla mia prima band, i Kongas, con cui ho lavorato per quattro anni prima di iniziare la mia carriera solista con Love in C Minor”.
Non è stata quindi una sorpresa vedere il leggendario produttore francese ritornare al suo primo amore con il primo EP Afro, seguito ora dal secondo episodio della serie. African Voodoo e Papa Oye sono i due nuovi brani che vogliono rendere omaggio all’Africa e al suo ritmo sincopato e genuino: “Non è una coincidenza che la mia prima band, i Kongas, sia stata parecchio influenzata da quella che tutti conosciamo come afro music. Ha sempre avuto una certa importanza per la mia musica, soprattutto da batterista. E io ho sempre percepito un certo legame con i ritmi e le melodie di questo genere di musica e anche nell’esatto momento in cui ho deciso che sarei diventato un produttore, sapevo che avrei lasciato che questi si riversassero nella mia, di musica. Le sfumature della disco music non mi hanno mai permesso di esprimermi pienamente, ed ecco perché ho deciso di lavorare nella più totale libertà in questa serie di EP Afro, così da poter dar vita alla musica che adoro”.
La versione strumentale della hit Supernature è stata utilizzata nella colonna sonora originale del nuovo film di Gaspar Noé C.L.I.M.A.X. (disponibile dal 19 settembre) e verrà pubblicata dopo l’estate.
Guarda decisamente Oltreoceano per il suo EP d’esordio, FAR, Kaput Blue, producer italiano classe 1994 e uno spiccato gusto per il panorama urban: The Weeknd, Drake, Future, Chris Brown, Bruno Mars, Zayn, ma anche classici come Stevie Wonder, Mariah Carey, Whitney Houston, Berry White, Michael Jackson, sono questo gli artisti che Antonio Caputo – questo il suo vero nome – riconosce come suoi modelli di riferimento.
Soul, neo-soul, r’n’b, hip-hop, fino ai nuovi impulsi della trap e del future groove, tutto si mescola nelle quattro tracce che danno forma FAR (“scritto volutamente tutto in maiuscolo, ndr): “Erano tanti i brani che avevo scritto ma che, purtroppo, avevo accantonato nel cassetto sperando che un giorno, venissero considerati in maniera seria da qualcuno che avesse le mie stesse vedute. Non mi andava di sprecare alcuni concetti che mi sembravano validi in produzioni caserecce pronte a schernire l’atmosfera che i brani avevano creato in me ma è stata inaspettata e carica di genuinità la chiamata che gli Uponcue mi hanno fatto, proponendomi di vederci e giocare un po’ con il materiale a nostra disposizione dopo avermi seguito per un bel po’ nella scena locale. La sintonia dal punto di vista umano, di attualità, ricercatezza e collaborazione è stata immediata. La capacità creativa degli Uponcue viaggia a vele spiegate. Per questo EP abbiamo utilizzato elementi musicali comuni a brani attuali distorcendoli in modo da renderli autentici; d’altronde questa è una grande particolarità di Uponcue. Tutti i pezzi del puzzle si univano ed avevano una bella resa in una velocità pazzesca e così, si è aperto un mondo composto da generi musicali sperimentali e non tra cui Neo Soul, future groove e in parte trap. Dopo aver prodotto alcuni brani con l’estetica musicale e l’intento che ci rappresentava maggiormente, abbiamo deciso di raccoglierli in un EP dando il nome di FAR“.
“Ho sempre amato Skrillex, Major Lazer e Daft Punk e tutta la scena Electro/Black e il sound synth-pop anni ’90. Mi ha sempre affascinato la cultura, i costumi e la musica americana, ma non ho mai avuto l’opportunità di viverla in prima persona, così ho cercato di ricrearla a modo mio, nel mio studio”, e a giudicare da quello che si ascolta in No Fight si può dire che Luca Tarantino ci sia riuscito.
Nel suo nuovo EP, il giovane producer di Galatina mescola gusti eclettici che dalle melodie pop schizzano verso la black music sporcandosi di elettronica, reggaeton e moombah, mentre i testi dei quattro brani raccontano storie di riscatto, periferia, tradimenti, per chiudersi con un manifesto alla vita in Good Life, in collaborazione con Richie Loop.
“Milano è un percorso emotivo che racconta la vita, i luoghi, le sensazioni di tutti noi, dagli anni ’90 ad oggi. Si parla di storie: storie d’amore, che iniziano e finiscono, storie di crescita, quando capisci di non avere più scuse per “vivere adesso”, storie di lavoro ed esperienze, storie di cambiamento, quando molli tutto per cercare qualche cosa di diverso. Il luogo centrale è Milano, la nostra città, sempre presente anche quando siamo fisicamente lontani da essa”.
Anticipato dal singolo Non ci sono scuse, Milanoè il nuovo EP dei Lara Groove, già disponibile in formato fisico dal 27 aprile scorso. Cinque brani attraverso i quali la band racconta la propria visione della vita in sonorità alternative soul, con la città lombarda come personale punto di vista.