#MUSICANUOVA: Immanuel Casto, Piromane

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Ironico, dissacrante, caustico, e ora mai come prima… rovente.
Immanuel Casto
anticipa l’uscita del nuovo album L’Età del Consenso, in uscita il 14 settembre, con il singolo Piromane.

Al moralismo – io gli do fuoco
al populismo – io gli do fuoco
al tuo giudizio – io gli do fuoco!
Dammi il kerosene fammi il pieno ad oltranza.
Niente brucia così bene come l’ignoranza.»
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«Piromane è forse il brano più aggressivo che abbia mai scritto.È una lista di idee a cui vorrei dare fuoco. Ma è anche perfettamente rappresentativo del mio stile, con diversi livelli di lettura. Del resto non puoi risolvere un problema finché non sei in grado di riderne”.»

Tu sei un mitomane ma io sono piromane
– quanto tempo dato a chi poi è sempre ingrato.
Non importa con chi sei o se hai tanti amici gay –
te lo dico con amore lanciafiamme in azione.».

Ad accompagnare il Casto Divo nel ritornello, una stupenda Romina Falconi.

A novembre parte il tour, prodotto da Freak and Chic, nei club italiani:
13 novembre – Alcatraz – Milano
16 novembre – Largo Venue – Roma

17 novembre – Viper – Firenze
23 novembre – Hiroshima Mon Amour – Torino
24 novembre – Urban – Perugia
1 dicembre – Zona Roveri – Bologna
7 dicembre – New Age – Roncade (Tv);

info e prevendite su www.ticketone.it

#MUSICANUOVA: Sacramento, Love

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C’è una patina neanche troppo latente di psichedelia e parecchia malinconia in Love, singolo d’esordio di Sacramento, nuovo progetto lo-fi interamente made in Italy e formato da Stefano Fileti (voce, chitarre e synth), Stefano Palumbo (basso) e Alessandro Franchi (batteria).
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“Prendi una sdraio e mettiti comodo a bordo piscina. Ordina un margarita, prenota la tua pista da bowling per la serata e ascolta Sacramento”.
Recita così il manifesto di Sacramento, e ascoltando le atmosfere elettroniche e rarefatte di Love non si può che appoggiarlo completamente.

Tra stridente contrasto e ironia è il video che accompagna il brano, in cui le protagoniste sono immagini non esattamente d’amore….  

“Oggi sono qui”. Lorenzo Fragola lancia il suo Bengala

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Direzione artistica: Lorenzo Fragola

Supervisione artistica: Lorenzo Fragola

La pagina del booklet dedicata ai credits dell’album parla chiaro. Per il suo nuovo album, Lorenzo Fragola non ci ha messo solo la voce e la faccia, ma anche la testa.
Anzi, forse soprattutto la testa.
Bengala, questo il titolo del suo terzo lavoro, arriva a due anni da Zero Gravity, ma l’impressione è che in mezzo di vita ne sia passata molta di più.
A farlo capire è proprio Lorenzo, che parlando del nuovo album utilizza più volte parole come “crescita”, “espressione” e “crisi”.
Uscito vincitore da X factor nel 2014 appena diciannovenne, Fragola racconta di essersi presto ritrovato in una centrifuga mediatica, dentro la quale non riusciva più a godersi la realtà che stava vivendo, ma soprattutto il suo personaggio non si è più ritrovato in linea con la persona che stava diventando. Ecco allora crescere il bisogno di staccarsi da tutto, anche solo per un po’, per capire chi era diventato e dove voleva andare: il pubblico aveva conosciuto il ragazzino di Siamo uguali e #Fuori c’è il sole, ma in Lorenzo stava maturando la voglia di fare cose diverse, azzardare, andare dove gli era sempre stato impedito, dagli altri o da se stesso.
Un bisogno talmente forte da fargli trovare il coraggio di rinunciare a un tour (e quindi a un cachet) e a un periodo di lavoro a Los Angeles (non fa il nome, ma chi conosce un po’ l’ambiente discografico sa che il riferimento è a un preciso produttore, molto quotato negli ultimi anni): no, Lorenzo della sua musica voleva essere padrone dall’inizio alla fine, non voleva più affidarsi ad altri, cantare cose scritte da altri, scendere a compromessi e soprattutto voleva prendere in mano la penna e iniziare a scrivere in italiano.
“Quando sono andato a Sanremo con Siamo uguali, ho portato il primo brano in italiano che avevo scritto in vita mia: avevo 20 anni, ma è come se ne avessi avuti 15, non avevo nessuna esperienza e ho fatto tutto con istintività. Per questo album invece mi sono preso tutto il tempo che mi è servito: avevo bisogno di affrontare certe paure che mi portavo dietro da tempo, e volevo acquisire nuove competenze nella scrittura e nella musica”. Non è un caso che le chitarre del disco siano suonate da lui.
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Scritto tra Milano, Roma, la Sicilia e Amsterdam, Bengala vuole proprio tracciare il percorso fatto da Lorenzo in questi due anni: “La prima traccia, Battaglia navale, è la prima che ho scritto: è nata in un momento di crisi, quando non sapevo cosa sarebbe stato del mio futuro. Ho voluto lasciarla così come era all’origine: oggi è un pezzo in linea con le cose che si ascoltano in radio, ma due anni fa non lo era. Bengala invece chiude l’album quasi come a voler segnalare la posizione a cui sono arrivato adesso. Questo album non è un punto di arrivo, ma il racconto di un viaggio“.

Del Lorenzo del passato non rinnega niente, perché tutto è servito per arrivare a dove è oggi, ma è chiaro che in certe cose non si riconosce più: “Quando riascolto alcune canzoni di qualche anno fa provo quasi imbarazzo, ma voglio bene a quello che sono stato, anche se ci sono cose che non voglio più difendere. Mi sento di stringere tutto in un abbraccio e fare pace con quello che ero, mi voglio perdonare“.

Tra le tracce più rappresentative del nuovo Lorenzo c’è sicuramente Cemento, che vede il featuring di Mecna (che ha anche curato l’intero artwork del disco) e Mace: una maxitraccia di oltre sei minuti, composta da due canzoni diverse. “E’ la storia di un’amicizia finita: nella prima parte ho usato le parole che mi sono state rivolte da un amico con cui ho rotto i rapporti da oltre un anno, mentre nella seconda parte la prospettiva è la mia, con la rabbia che muta in orgoglio. Per la lunghezza è poco adatta alle radio, ma è nata già così e spezzarla avrebbe significato rompere il filo della storia”.

Ambizioni cantautorali quindi? “Mi interessa di più che la gente capisca il percorso che ho fatto: di sicuro, oggi non voglio cantare parole di altri che non mi rappresentano”.
Quasi d’obbligo quindi chiedergli che cos’è per lui la ribellione: “La ribellione è vita, è dolorosa ed è circolare, perché quando ti ribelli a qualcosa arrivi a un nuovo obiettivo da superare, ed è sempre più difficile”.

#MUSICANUOVA: Marvin, Va bene così

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“Una fotografia che racconta l’incontro tra due vuoti, due mancanze, due cuori stanchi ma coraggiosi, che si scoprono capaci di abbracciare, senza argini, una passione fugace, eterna”.

Dopo l’esordio nel 2016 l’esordio con il singolo Oltre, che li ha fatti entrare anche nella playlist di Mtv New Generation, nel 2017 i Marvin hanno attirato l’attenzione di Universal, e pubblicano ora il secondo singolo, Va bene così.
Nata a Como nel 2014, la band unisce le influenze sonore di Phoenix, M83 e Foster The People con la poesia decadente ispirata ai vesri di Alda Merini, Baudelaire e Rimbaud.

L’album d’esordio è atteso per giugno.

 

Motel: arriva l’elettro-trash anni ’90 di Cesenatico

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Cesenatico
come simbolo di estati in riviera negli anni ’90, e dietro a questo nome un’identità nascosta.

Cesenatico nasce nell’estate del 1993 su una Bontempi rossa.
Poi un’esistenza complessa e solitaria vissuta tra le VHS, la radio e i CD del pop Italiano anni ’90.
Gli attacchi di panico lo costringono ad uscire di casa solo per andare a scuola, re-immaginando un nuovo inizio artistico che posticipato fino al 2018.
Ed è così che oggi, ormai adulto, Cesenatico pubblica il suo primo singolo, Motel, storia raccontata al vocoder di una notte iniziata sulla moquette di una stanza d’albergo e conclusa sulla spiaggia.

#MUSICANUOVA: Neimy, I’ve Learned

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La storia che c’è dietro alla nascita di questo brano parte nel 2016 e lega Italia e Stati Uniti.
Tutto inizia al primo concerto di The Chainsmokers a Milano: in quella serata, la youtuber Sofia Viscardi incontra i due DJ americani e ne viene fuori un’istantanea e reciproca simpatia.
I contatti continuano poi distanza su WhatsApp, fino a un secondo incontro nel backstage della data all’Ippodromo di Milano lo scorso luglio.
Sofia racconta ai due musicisti l’idea di Succede, il film tratto dal suo libro, e propone loro di produrre un brano inedito per la colonna sonora. The Chainsmokers accolgono l’idea con entusiasmo e, anche per la simpatia che nutrono nei confronti di Sofia, iniziano a lavorare su un nuovo pezzo, I’ve Learned, interpretato dalla voce della cantautrice svedese Neimy.
A distanza di 4 mesi, i due artisti si rendono conto però che, per una concomitanza non favorevole di tempi con i loro nuovi progetti musicali, non sarebbero stati in grado di produrre il brano rispettando la deadline.
La produzione del singolo passa allora nelle mani di Katoo, al secolo Francesco Catitti (già produttore di canzoni di Michele Bravi ed Elisa): il risultato è quello che si può ascoltare come tema principale e nei titoli di coda del film.

Oltre alla Radio Edit, ne esiste anche una versione acustica ufficiale.

BITS-RECE: Federica Carta, Molto più di un film. La vita in pop

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.
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Federica Carta
è nata nel 1999, quindi ha 19 anni, quasi la metà di chi sta scrivendo questo pezzo. E dei suoi 19 anni ha la spontaneità e l’entusiasmo strabordante.
L’anno scorso indossava ancora la divisa della scuola di Amici, da cui sarebbe uscita con la medaglia di bronzo, e quest’anno – dopo un primo disco e un programma in TV – è già tornata con un nuovo album di inediti, Molto più di un film.
Un anno in cui ha potuto dedicare a questo disco l’attenzione e la cura che, stando dentro la scuola, non aveva potuto riservare al primo lavoro.
Il risultato è un album che parla con scioltezza il linguaggio del pop, con generosi aiuti elettronici: c’è la potenza tropicaleggiante dei primi due singoli Molto più di un film e Sull’orlo di una crisi d’amore, tranquillamente trasportabili sul dancefloor, così come i beat di Il sole a mezzanotte, ma ci sono scelte anche non così immediate come Due in questa stanza.

Il tempo per crescere, evolversi, forse anche prendere strade diverse ci sarà. Per ora c’è il pop, fatto bene. E non è poco.

La discografia degli Eurythmics ripubblicata in vinile

Tutta la discografia degli Eurythmics ripubblicata in vinile.
E’ questa l’operazione che Sony Music compirà tra aprile e ottobre 2018.

I primi tre album a essere pubblicati sono In the garden (1981), Sweet Dreams (1983) e Touch (1983), e sono già disponibili dal 13 aprile.

Seguiranno Be yourself tonight (1985), Revenge (1986) e Savage (1987) a luglio.

Infine, We too are one (1989) e Peace (1999) a ottobre.
Sarà la prima volta che Peace sarà disponibile in vinile, dato che l’uscita originale fu solo in due formati: CD e cassetta.
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Gli otto album avranno materiale artistico originale, illustrazioni e informazioni sui pezzi contenuti.

Sia Dave Stewart che Annie Lennox hanno una lunga relazione con il formato vinile. “Quando avevo sei anni, mio padre mi lasciò a bocca aperta costruendo da solo un grammofono – dice Dave Stewart – Aveva gli album di tutti i musical di Rodgers & Hammerstein. Ogni giorno usavamo il suo giradischi domestico, un crepitio leggero e poi ‘boom!’, mi ricordo che camminavo verso scuola cantando I enjoy being a girl“.

“Avevamo un giradischi Dansette rosa di plastica – ricorda Annie Lennox – Per il mio compleanno mi regalarono dei soldi e il primo album che comprai fu Mary Poppins. Era magico e magnifico. Prima di quello, visitavo casa dei miei nonni che avevano un giradischi 78 giri. Andavo in soffitta e mi perdevo tra le scatole piene di dischi. Ero rapita da The Merry Widow”.
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Dave Stewart aggiunge: “Se compri un vinile, devi disporre di un giradischi e delle casse, e questo è ottimo perché significa che le persone non ascolteranno la musica da un cellulare, ma da un vero impianto audio, che alla fine è quello che facevamo tutti noi quando eravamo giovani. L’aspetto rilevante della pubblicazione di un album in vinile è che la gente compra il disco, lo mette sul piatto e ascolta tutto un lato; e questo è importante, perché abbiamo scelto di disporre i brani secondo un preciso ordine”.
“Se stai facendo un concerto, deve avere una forma – continua Annie Lennox – Altrimenti non ha senso. Quindi abbiamo pensato molto all’ordine delle canzoni. Dave scriveva il suo ordine e io scrivevo il mio. Potevamo cambiare qualche canzone, ma arrivavamo ad un accordo per far si che l’esperienza dell’ascoltatore fosse un continuum da un lato e dall’altro del disco”.

Riferendosi all’uscita dei vinili, Dave Stewart garantisce che “suoneranno meglio. Negli archivi abbiamo i master originali di mezzo pollice, che hanno un suono fantastico. Siamo partiti da questo, non dalle rimasterizzazioni digitali che sono state compresse”.


Dallo scorso novembre è inoltre on line il video di Eurythmix, ideato e mixato da DJ Earworm, in cui in 11 minuti sono condensati 23 video del gruppo tra il 1983 e il 2005. 

#MUSICANUOVA: Roshelle, Drink

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E di colpo, l’estate.

Siamo solo a metà aprile, ma i suoni di quella che sarà probabilmente la prossima estate  musicale iniziano a farsi sentire.
Roshelle, per esempio, è tornata con Drink, un carico di elettropop che ha tutte le potenzialità per impadronirsi delle radio nelle prossime settimane.

“Ho scritto Drink l’estate scorsa insieme a Fabio Campedelli, lo stesso autore del mio primo singolo What U Do To Me. Volevo scrivere un pezzo pop e fin dal principio capii di aver creato uno di quei ritornelli catchy e orecchiabili che ti si incastrano nel cervello. Drink è una canzone che parla dei lati più complessi di una relazione, parla di amore. Parla di voler riaccendere la fiamma, di non voler lasciar andare tutto ma sedersi ad un tavolo e davanti ad un “drink” ricominciare”.