Ultimamente Marilyn Manson sembra prenderci parecchio gusto con le cover.
Dopo aver trasformato un classico del repertorio folk americano come God’s Gonna Cut You Down, il Reverendo ha rimesso mano a un brano leggendario come The Enddei Doors, facendone una personale immersione di dolore e oscurità.
Una rivisitazione che porta nei territori del doom, lontana dalle atmosfere create dalla voce di Jim Morrison e dallamusica dei Doors.
The End è disponibile in pre-order in vinile in edizione limitata con un dipinto ad acquerello realizzato da Manson.
L’esordio del collettivo Apocalypse Lounge è avvenuto sotto l’effetto delle alchimie “doom” del funky. E proprio Funky Doom è il titolo del brano con cui il trio di producer ha scelto di farsi conoscere al pubblico.
Un testo essenziale e ripetitivo, una voce che dà il suo contributo restando in disparte, una base che ricorda il periodo d’oro della Ninja Tune anni ’90: tutto questo è Funky Doom.
Giovanni Succi, già attivo nei Madrigali Magri e nei Bachi Da Pietra e che a questo nuovo progetto presta la voce, così descriveva il brano: “Affacciarsi sul baratro dell’apocalisse con animo danzereccio, rilassati e ben disposti (giusto una vena d’inquietudine), magari con una strizzatina d’occhio. E poi relax, fine del mondo. Tema spinosetto, lo riconosco, soprattutto per un pezzo funky. Eppure, eccolo: dal ‘funky mood’ al ‘funky doom’… alla fin fine sono solo quattro lettere in reverse”.
Giochi di parole, giochi di suoni, alchimie eclettiche, azzardi stilistici.
Creazioni ibride che tornano ora a manifestarsi in forma diversa con Two Guys, il secondo singolo prodotto dal collettivo. E’ sempre Succi a darne la personale visione: “Noir in pillole. Spy Story o piccola paranoia di provincia. Dove ci si conosce tutti, almeno di vista, dove prima o poi ci si incrocia, ci si orecchiano discorsi di passaggio, di sfuggita al bar. Più o meno tutti sai chi sono, hai dato loro un nome o un ruolo. Com’è possibile aver condiviso l’esistenza intera con due individui del tutto sfuggiti a qualsiasi schema, in un buco di città, senza mai intercettarne almeno un indizio, un sintomo di vita? Alieni forse? Sotto copertura? Cyborg? Replicanti? Droni umani? Ci stanno spiando, prendono nota di tutto con quegli occhi fissi. Sanno chi siamo, ci schedano. Dove corrono, senza correre per non dare troppo nell’occhio, perché fanno come se niente fosse. Domande senza risposte. Non ho idea di chi siano quei tizi, così simili che puoi confonderli. Forse siamo solo io e il mio doppio. O forse i primi due cavalieri dell’apocalisse arrivarono a piedi, passeggiando in centro”.
Oltre alla voce di Succi, sulla produzione firmata Apocalypse Lounge ci sono il sax soprano di Antonio Gallucci e gli scratch di Dj Argento.
BITS-RECE: radiografia emozionale in una manciata di bit.
Musica come liturgia. Musica come lamentazione. È un ambiente mistico, terrificante, macabro e solenne quello in cui siede Alberto Nemo. Il suo ultimo lavoro, 6X0 Live (Vol. 1), registrato in presa diretta, è un crogiolo di densa caligine sulfurea e polvere dorata d’incenso: la dimensione mistica sconfina dove iniziano i tremori funerei, a loro volta spazzati via da dolorose litanie. L’incedere del tempo è annullato, tutto è immobile e sospeso in una nuvola notturna: i tappeti musicali sono logori e putrescenti drappi violacei di oscuri sintetizzatori e tremanti voli di archi, mentre la voce oscilla tra cavernose modulazioni gregoriane e momenti di acuto e femmineo lirismo, in un’aura di disperazione, morte e sacralità. Le parole si dilatano fino a mutarsi in nenie strazianti, elevate al cielo da un altare spoglio, dirette a un Dio che probabilmente non ascolterà mai.
Se una fede c’era, ha lasciato il posto a una cupa desolazione, come uno sguardo che si alza al cielo e trova gli angeli ridotti in polvere. Tra musica classica, liturgica ed elettronica, il lavoro di Alberto Nemo è uno straripante contenitore di nere suggestioni.
A completare il progetto, un secondo volume di prossima pubblicazione.