Credo: Vincenzo Incenzo e quell’atto di fede nella musica

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“Scrivo per provare ingenuamente a volare, per ristabilire un equilibrio con il mondo in cui viviamo. Credo ancora che le canzoni possano avere un compito, parlare alla gente, sollecitare coscienze. Mi piace raccontare il battito d’ali di una farfalla come il terremoto sociale. Le canzoni possono fare cultura, pensiero, opinione. Possono, come è stato in altre stagioni”.

A parlare così è Vincenzo Incenzo, autore di numerose pagine diventate parte fondamentale della musica italiana: dalla sua penna sono infatti usciti brani come Cinque Giorni, L’elefante e la farfalla, L’acrobataL’alfabeto degli amanti per Michele ZarrilloIl passo silenzioso della neve per Valentina Giovagnini, Un altro amore no per Lorella Cuccarini. Ma tanti sono gli artisti che annoverano nel loro repertorio almeno una collaborazione realizzata insieme a Incenzo: da Lucio Dalla ad Antonello Venditti, passando per Sergio Endrigo, Premiata Forneria Marconi, Franco Califano, Ornella Vanoni, Patty Pravo, Al Bano, Tosca, e Renato Zero. E poi ancora musiche per il teatro e la televisione. 

E proprio grazie a un’intuizione di Renato Zero, che si occupato anche della produzione, Vincenzo Incenzo ha deciso di presentarsi ora con il suo primo album nelle vesti di interprete, oltre che di autore.
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Il suo primo disco si intitola Credo, e così ne parla l’artista romano: “Arrivo a questo progetto dopo un viaggio infinito: tanti successi per grandi artisti, teatro e musical importanti, saggi e romanzi; ho scritto senza sosta, sin da bambino, il mondo volava fuori dalla finestra come un pallone su un prato e io non riuscivo a lasciare la mia stanza, inchiodato lì, a cercare di rappresentarlo, di aumentarlo, anche a costo di non viverlo. Una malattia, un bisogno. Niente è cambiato crescendo, se non gli interlocutori e gli strumenti. Sono rimasto sempre in quinta, in silenzio, ma ho sempre sognato di cantare quanto scrivevo. Sin dal primo giorno che misi piede al Folkstudio, a 17 anni. In quel locale storico, che aveva cullato i più grandi e che stava per chiudere i suoi battenti, tutti vedevano per me un futuro da cantautore. Ora è come tornare al punto di partenza, a quel piccolo palco di Trastevere dove ho iniziato a cantare le mie canzoni. Mi sembra in qualche modo di recuperare il mio primo Credo, l’essenza più profonda di me stesso. Quell’essenza che non si è mai spenta ma alla quale credevo ormai di dover rinunciare. Lo devo a Renato, che si è accorto del mio grido mentre stavo in silenzio. Lavoravamo insieme al suo disco, e per caso è saltato fuori un mio provino. ‘Che aspetti?’ mi ha detto. Qualcosa da quel momento si è acceso e non si è più spento. Scrivevo una canzone al giorno e gliela inviavo per avere il suo immediato parere. Avere un confronto del genere accende tutti gli special del cervello e del cuore. Il lavoro è nato e cresciuto al suo fianco, ed ora è qui, per arrivare più lontano possibile. Vi assicuro che c’è tutto il mio cuore, la mia rabbia e le mie lacrime; e tutto quello che ancora non ero riuscito a dire“.

Ad anticipare l’album è stato il singolo Je suis, un atto di accusa verso l’ipocrisia e la falsa morale che che si nascondono nei social network e dietro allo schermo di un computer, dove è più comodo manifestare una finta partecipazione o un’empatia di circostanza solo per dimostrare di esserci, sempre e comunque.

Nel disco Incenzo interpreta anche alcuni dei brani da lui firmati e portati al successo da altri artisti: fra questi, Cinque giorni, che vede la prtecipazione di Renato Zero.
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Questa la tracklist dell’album:
Je suis
La mia canzone per te
L’elefante e la farfalla
Prima di qualunque amore
Pensiero unico
Il primo giorno dell’estate
La canzone che sta passando
Cinque giorni 
(guest Renato Zero)

I nemici dell’amore
L’acrobata
Dal paese reale
Salutami l’amore – intro
Salutami l’amore

Je suis: l’esordio da cantautore di Vincenzo Incenzo contro l’ipocrisia social

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Da autore a interprete.
Dopo aver messo la firma sui numerosi successi della musica italiana, Vincenzo Incenzo ci mette per la prima volta e si presenta in verte di cantautore con la produzione di Renato Zero e lo fa con Je suis, brano che anticipa il suo primo album, Credo, in uscita il 19 ottobre.

“È ora di riconsiderare il grande apporto dei cantautori alla musica italiana. Ed è perciò che ho accettato di condividere la sfida di Vincenzo Incenzo che finalmente dopo anni di militanza tra partiture musicali, rappresentazioni teatrali di vario genere e pubblicazioni letterarie, oggi affronterà il giudizio dei critici e del pubblico con un primo singolo da lui composto e interpretato: Je suis“. Così Renato Zero parla della decisione di aver appoggiato il primo progetto dell’amico e collega.
Je suis, “Io sono”. Un’espressione che nel tempo si è trasformata in uno slogan, un manifesto all’esserci, alla partecipazione, sull’onda di una tragedia o di un’ingiustizia; slogan che però troppo spesso finisce per diventare solo il riflesso di uno sterile narcisismo fatto di like, di hashtag e di selfie, piuttosto che di reale e sincero interesse verso la causa. Così, mentre ci illudiamo di metterci in pace con il mondo, ci allontaniamo anni luce dalla realtà in cui viviamo, perché si muore di dolore anche dentro un condominio / ma l’immagine virale è il salvataggio del pinguino.
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“Vicinanza, empatia, solidarietà, adesione, difesa della libertà d’espressione, indignazione, resistenza… Je suis è diventato lo slogan abusato della ‘partecipazione’; una partecipazione troppo spesso passiva, simulata, illusoria, ipocrita. Il grido per la tragedia del momento, le alzate di scudi per gli scandali sotto qualunque latitudine, lo schierarsi accanto agli ultimi come ai primi, adesivi, hashtag, like, pollice verso, pollice contro, tutto si riduce troppo spesso a queste due paroline magiche, che ci mettono in pace la coscienza ma che intellettualmente pesano quanto il claim di Catherine Deneuve per quella famosa automobile. La piazza non è un gruppo social e i nostri cellulari non sono bandiere e baionette. Siamo in realtà in un bel cocktail: i 15 minuti di celebrità di Warhol shakerati con i 2 minuti d’odio di Orwell; per un attimo crediamo di emergere dal gregge e di proiettarci pugni al cielo al centro dell’arena; siamo invece sganciati, catapultati nel silenzio e nel narcisismo, come nei nostri selfie; abbiamo ormai girato la fotocamera verso noi stessi; e il mondo è scomparso».

Riguardo invece al video che accompagna il singolo, così commenta Incenzo: “Siamo passati dal cielo in una stanza a una stanza nel cielo – racconta VINCENZO INCENZO in merito al video – la Rete ci proietta dovunque, ci regala un coraggio inaspettato, ci permette di offrire al mondo l’immagine di noi che desideriamo. Ma la mia sensazione, in questo Duemilaniente, è che più ci sentiremo partecipi, più posteremo i nostri “je suis” e più saremo esclusi. Credo che la canzone possa ancora rappresentare un attentato, capace di far saltare in aria l’ipocrisia e l’appiattimento che ci circondano».

L’album vede la partecipazione di Danilo Madonia per gli arrangiamenti. Paolo Costa e Lele Melotti per le ritmiche. E poi Luciano Ciccaglioni, Gian Luca Littera, Fabrizio Bosso, i Neri per caso, che si aggiungono a gli altri musicisti di Genova.


Questa la tracklist di Credo:
Je suis
La mia canzone per te
L’elefante e la farfalla
Prima di qualunque amore
Pensiero unico
Il primo giorno dell’estate
La canzone che sta passando
Cinque giorni”
 (feat.Renato Zero)

I nemici dell’amore
L’acrobata
Dal paese reale
Salutami l’amore – intro
Salutami l’amore