Rock Contest: al via le semifinali. Annunciati gli ospiti della finalissima

Dario Brunori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Colapesce, Bologna Violenta, Alessandro Baronciani e Thomas Koppen di Tante Anna sono solo i primi ospiti annunciati per la finalissima del 30° Rock Contest in programma sabato 1 dicembre all’Auditorium Flog (via Mercati, 24/b). Una serata speciale per celebrare la storia degli Offlaga Disco Pax, vincitori del concorso fiorentino nel 2004, la cui carriera si è prematuramente interrotta per la morte di Enrico Fontanelli, al quale è dedicata l’intera edizione del contest. Sul palco con Max Collini e Daniele Carretti, un parterre incredibile di musicisti per rivivere la storia del gruppo, partendo dai brani presentati al Rock Contest fino al fulminante esordio “Socialismo Tascabile” e ai pezzi più significativi del loro repertorio. I biglietti saranno disponibili in prevendita a partire da venerdì 16 novembre sul sito eventbrite.it.Dario Brunori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Colapesce, Bologna Violenta, Alessandro Baronciani e Thomas Koppen di Tante Anna sono solo i primi ospiti annunciati per la finalissima del 30° Rock Contest in programma sabato 1 dicembre all’Auditorium Flog (via Mercati, 24/b). Una serata speciale per celebrare la storia degli Offlaga Disco Pax, vincitori del concorso fiorentino nel 2004, la cui carriera si è prematuramente interrotta per la morte di Enrico Fontanelli, al quale è dedicata l’intera edizione del contest. Sul palco con Max Collini e Daniele Carretti, un parterre incredibile di musicisti per rivivere la storia del gruppo, partendo dai brani presentati al Rock Contest fino al fulminante esordio “Socialismo Tascabile” e ai pezzi più significativi del loro repertorio. I biglietti saranno disponibili in prevendita a partire da venerdì 16 novembre sul sito eventbrite.it.Dario Brunori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Colapesce, Bologna Violenta, Alessandro Baronciani e Thomas Koppen di Tante Anna sono solo i primi ospiti annunciati per la finalissima del 30° Rock Contest in programma sabato 1 dicembre all’Auditorium Flog (via Mercati, 24/b). Una serata speciale per celebrare la storia degli Offlaga Disco Pax, vincitori del concorso fiorentino nel 2004, la cui carriera si è prematuramente interrotta per la morte di Enrico Fontanelli, al quale è dedicata l’intera edizione del contest. Sul palco con Max Collini e Daniele Carretti, un parterre incredibile di musicisti per rivivere la storia del gruppo, partendo dai brani presentati al Rock Contest fino al fulminante esordio “Socialismo Tascabile” e ai pezzi più significativi del loro repertorio. I biglietti saranno disponibili in prevendita a partire da venerdì 16 novembre sul sito eventbrite.it.Dario Brunori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Colapesce, Bologna Violenta, Alessandro Baronciani e Thomas Koppen di Tante Anna sono solo i primi ospiti annunciati per la finalissima del 30° Rock Contest in programma sabato 1 dicembre all’Auditorium Flog (via Mercati, 24/b). Una serata speciale per celebrare la storia degli Offlaga Disco Pax, vincitori del concorso fiorentino nel 2004, la cui carriera si è prematuramente interrotta per la morte di Enrico Fontanelli, al quale è dedicata l’intera edizione del contest. Sul palco con Max Collini e Daniele Carretti, un parterre incredibile di musicisti per rivivere la storia del gruppo, partendo dai brani presentati al Rock Contest fino al fulminante esordio “Socialismo Tascabile” e ai pezzi più significativi del loro repertorio. I biglietti saranno disponibili in prevendita a partire da venerdì 16 novembre sul sito eventbrite.it.Dario Brunori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Colapesce, Bologna Violenta, Alessandro Baronciani e Thomas Koppen di Tante Anna sono solo i primi ospiti annunciati per la finalissima del 30° Rock Contest in programma sabato 1 dicembre all’Auditorium Flog (via Mercati, 24/b). Una serata speciale per celebrare la storia degli Offlaga Disco Pax, vincitori del concorso fiorentino nel 2004, la cui carriera si è prematuramente interrotta per la morte di Enrico Fontanelli, al quale è dedicata l’intera edizione del contest. Sul palco con Max Collini e Daniele Carretti, un parterre incredibile di musicisti per rivivere la storia del gruppo, partendo dai brani presentati al Rock Contest fino al fulminante esordio “Socialismo Tascabile” e ai pezzi più significativi del loro repertorio. I biglietti saranno disponibili in prevendita a partire da venerdì 16 novembre sul sito eventbrite.it.Dario Brunori, Tre Allegri Ragazzi Morti, Colapesce, Bologna Violenta, Alessandro Baronciani e Thomas Koppen di Tante Anna sono solo i primi ospiti annunciati per la finalissima del 30° Rock Contest in programma sabato 1 dicembre all’Auditorium Flog (via Mercati, 24/b). Una serata speciale per celebrare la storia degli Offlaga Disco Pax, vincitori del concorso fiorentino nel 2004, la cui carriera si è prematuramente interrotta per la morte di Enrico Fontanelli, al quale è dedicata l’intera edizione del contest. Sul palco con Max Collini e Daniele Carretti, un parterre incredibile di musicisti per rivivere la storia del gruppo, partendo dai brani presentati al Rock Contest fino al fulminante esordio “Socialismo Tascabile” e ai pezzi più significativi del loro repertorio. I biglietti saranno disponibili in prevendita a partire da venerdì 16 novembre sul sito eventbrite.it.

La rosa dei sei finalisti in gara, invece, sarà valutata da una giuria composta da nomi illustri del giornalismo musicale italiano e da affermati musicisti, tra cui Divi e Dragogna de I Ministri, Maria Antonietta, i talent scout di Woodworm, Picicca e Audioglobe.

Nel frattempo, la sfida tra le band più promettenti d’Italia si fa sempre più avvincente: venerdì 16 e venerdì 23 novembre alle 21.30 al Glue Alternative Concept Space (viale Fanti, 20 – ingresso libero, votazione di pubblico e giuria) appuntamento con le semifinali del concorso per gruppi musicali emergenti.

Banana Joe, L’Opera Di Amanda, Rooms By The Sea, Dark V Project, The Floating Ensemble, Di Noi Stessi E Altri Mondi, Giunto di Cardano, Gabriele Bernabò, B.T.K & Tyler, Vieri, Gli Occhi Degli Altri e Bonsai Bonsai: queste le dodici le band, selezionate tra le ottocento iscritte da tutto lo stivale, che si contenderanno l’ambito accesso in finale.

Si parte venerdì 16 novembre con i genovesi Banana Joe, elettrici e diretti, seguiti dalll’indie sofisticato e cinematico dei trentini L’Opera di Amanda. Poi, i giovanissimi fiorentini Rooms By The Sea, guidati dalla voce incredibilmente matura della cantante, le oscure atmosfere “new-new-wave” dei Dark V Project, lo psych folk degli imolesi The Floating Ensemble e il post rock “raccontato” dei bresciani Di Noi Stessi E Altri Mondi.

Venerdì 23 novembre riflettori puntati, invece, sui foggiani Giunto di Cardano con il loro suono alternativo sporcato da venature “hard rock” e psichedeliche, sull’indie pop sintetico e psichedelico del grossetano Gabriele Bernabò, sulla trap dei giovanissimi toscani B.T.K & Tyler e sulla sperimentazione tra jazz ed elettronica dell’ex /handlogic Vieri. E ancora, Gli Occhi Degli Altri, da Lecco, con un sound intenso ed emozionale e la psichedelia dal sapore internazionale dei livornesi Bonsai Bonsai.

Dagli inizi, sono stati più di 5.000 i musicisti che si sono esibiti sui palchi della manifestazione, palchi che hanno visto gli esordi di artisti come Roy Paci, Irene Grandi, Bandabardò, Stefano Bollani, Benvegnù, per citarne solo alcuni. Per festeggiare il trentesimo anniversario anche la realizzazione di un grande documentario che racconta la storia del concorso, con la regia di Giangiacomo De Stefano, già autore di numerosi filmati a tema musicale per Sky e Rai 5, e le voci dei protagonisti della musica italiana tra cui Manuel Agnelli.

Tutti i brani e le schede dei gruppi sono consultabili online.

Brunori SAS: al via a febbraio "Brunori a teatro – Canzoni e monologhi sull'incertezza"

Dario_Brunori_73542_abbondanza ph - FM Photographers
Un incredibile 2017 per Brunori Sas che ha conquistato il pubblico e la critica con l’ultimo album di inediti A casa tutto bene, recentemente certificato disco d’oro e seguito dal grande successo live dell’omonimo tour, con oltre 65.000 biglietti venduti.

Dopo il collaudato successo dell’esperienza teatrale del 2015, da febbraio Dario porterà in scena “Brunori a teatro – canzoni e monologhi sull’incertezza” uno spettacolo unico nel suo genere fatto di musica e argute riflessioni, che si rifà allo stile del teatro – canzone e della standup comedy.
Insieme alla sua storica band, alternerà ai brani cantati intermezzi parlati, descrivendo il mondo contemporaneo col suo stile inimitabile che coniuga profondità con leggerezza, sacro con profano, malinconia con simpatia, e lo sguardo lucido e sentimentale che caratterizza la sua poetica.
Un percorso tra il riso e il pianto, dove l’unica certezza è… l’incertezza.
manifesto-quadrato-fb grafica Daniele Pampinelli
I biglietti per i nuovi appuntamenti sono già disponibili in prevendita su Ticketone (www.ticketone.it) e su tutti i circuiti autorizzati.
Per informazioni: www.brunorisas.it

Questo il calendario:
16.02 Trento – Auditorium Santa Chiara

17.02 Mantova – Teatro Sociale
19.02 Milano – Teatro Arcimboldi
24.02 Pescara – Teatro Massimo
26.02 Napoli – Teatro Augusteo
28.02 Genova – Teatro Politeama Genovese
01.03 Varese – Teatro Openjobmetis
05.03 Bologna – Teatro Europauditorium
06.03 Udine – Teatro Giovanni da Udine
07.03 Ravenna – Teatro Dante Alighieri
13.03 Roma – Auditorium Parco Della Musica
14.03 Assisi – Teatro Lyric
15.03 Ancona – Teatro Le Muse
17.03 Cosenza – Teatro Rendano
18.03 Bari – Teatro Petruzzelli
21.03 Catania – Teatro Land
22.03 Palermo – Teatro Golden
23.03 Reggio Calabria – Teatro Cilea
27.03 Torino – Teatro Colosseo
28.03 Padova – Gran Teatro Geox
29.03 Firenze – Teatro Verdi

Brunori Sas: partito da Bologna con due sold out il nuovo viaggio live

15319041_10153905916236930_5863409528463523436_n
Brunori Sas
è tornato sul palco con A casa tutto bene tour, il viaggio musicale di 18 tappe nei più importanti club e teatri d’Italia che ha debuttato all’Estragon di Bologna con due straordinarie date da tutto esaurito ed è già un successo in prevendita con 9 date sold out e 2 raddoppi.

“L’idea è, da una parte, di rendere il disco per come l’abbiamo suonato perché amo e rispetto la produzione e il suono di questo lavoro, dall’altra, di restituire un certo tipo di energia che è propria e si adatta perfettamente all’atmosfera del club”, racconta Brunori.
Uno vero e proprio spettacolo che non tralascerà i brani storici del cantautore, portando sul palco il nuovo impianto sonoro di A casa tutto bene, il quarto album di inediti, che ha debuttato sul podio della classifica dei dischi più venduti.
Durante il live si alterneranno momenti di puro divertimento ad altri più intimi e riflessivi e Brunori sarà accompagnato dalla sua band storica, composta da Simona Marrazzo (cori, synth, percussioni), Dario Della Rossa (pianoforte, synth), Stefano Amato (basso, violoncello, mandolini), Mirko Onofrio (fiati, percussioni, cori, synth) e Massimo Palermo (batteria, percussioni), Lucia Sagretti (violino).

Brunori SAS, un disco tra la camera e il mondo

“Vivo stabilmente a San Fili, che è un piccolo paesino in provincia di Cosenza. Lontano dalle città, lontano dal giro degli artisti, lontano “dall’ambiente”.4-1 Il mio manager ha provato a rivendersi la cosa come scelta radical chic sulla riscoperta dei valori della provincia contadina. Fesserie. È vero, sì, che sto in collina, che dalla mia finestra posso ammirare un panorama strepitoso, che non ho problemi di parcheggio e ansie metropolitane, ma di certo non faccio l’orto, non gioco a carte con i vecchietti del paese, non produco vino e non faccio lunghe passeggiate fra gli alberi di castagno. Semplicemente sto a casa e ci sto bene.Tolti i soggiorni a Milano e i  giretti che faccio per mestiere, meno una vita normale e anche un po’ noiosa. Monto le mensole a casa di mia madre, cullo i miei nipoti, controllo i social, mi drogo di Netflix, passo nottate a giocare a Risiko. Cose così. C’è di buono, in questa quiete domestica, che ho tanto tempo per riflettere e cercare le risposte. C’è di male che spesso guardo il mondo da dietro una finestra. Una vita poco vissuta, più che altro una vita pensata. La casa di cui parlo, ovviamente, non è solo quella in cui vivo. La casa di cui parlo è la mia comfort zone, il mondo che conosco e in cui mi riconosco. La casa di cui parlo è tutto ciò che mi fa star bene perché non mi mette in discussione. La casa di cui parlo è quella che mi tiene al riparo da quel che accade fuori”.

È lo stesso Brunori a descrivere così l’idea da cui è nato il suo quarto album, A casa tutto bene. Un disco metaforicamente nato nella tratta Lamezia-Milano, quella percorsa dal cantautore per raggiungere i due poli della sua vita: Lamezia da una parte, ovvero le origini, la famiglia, la “casa”, e Milano dall’altra, ovvero la metropoli, il lavoro.
Pur con una scrittura sempre brillante, questa volta Dario Brunori ha un po’ meno voglia di ridere, un po’ meno voglia di adagiarsi sulla ballata sentimentale o di usare l’ironia per smorzare il malessere: l’uomo sta andando incontro all’imbarbarimento, è circondato da ansie, paure che lo tormentano alimentate dai fantasmi del razzismo, dell’omofobia, della violenza, e di fronte a questa società in gran disfacimento questa volta l’artista ha optato per un linguaggio diretto, amaro se necessario.
15578712_10153949012761930_565259949933733891_n

Sono gli anni dell’immigrazione, dell’“uomo nero” che semina terrore sull’autobus solo per aver aperto un Corano ed essersi messo a pregare ad alta voce, anni in cui al pregiudizio basta davvero poco per venire a galla nella fila in posta, su un taxi, al tavolo di un bar sui Navigli. Non è quindi un caso che nell’album ci sia un brano come Uomo nero, forse il più politico composto finora da Brunori, così come trova una perfetta collocazione Canzone contro la paura.
adr_1654Ma l’acuta analisi non si ferma qua: anzi, il vero fulcro dell’album sta nella doppia polarità di cui parlava sopra il cantautore, ovvero Lamezia-Milano, casa-lavoro, camera-mondo. Non vi è tanto un interesse nel puntare il dito sul'”altro”, sul mostro intorno a noi, quanto piuttosto nel trovare il mostro che proprio in noi si annida, l’individuo incivile che accusiamo nel prossimo, ma che talvolta diventiamo noi stessi. Ecco allora l’errore, spesso inconsapevole, di chi guarda il mondo dalla finestrella del proprio cantuccio, filtrato dall’agio, dalla famiglia, da tutto ciò che, insomma, chiamiamo casa.
Una visione inevitabilmente parziale, limitante, addirittura distorta, dettata da una pigrizia di cui lo stesso Brunori sa di essere (stato?) affetto, e che fa diventare complice di una “maggioranza silente” che vede l’orrore e la rovina ma non fa poi molto per fermarli. Brunori lo racconta in Sabato bestiale, Don Abbondio.
Tutto sembra comunque trovare soluzione in Secondo me, canzone che fa emergere la parte moderata, la capacità di accettare il peggio, di “scorgere nell’uomo sia ciò che lo rende misero, che ciò che lo rende divino”.

Impossibile in tutto ciò non cogliere anche le profonde impronte “degregoriane” nell’uso delle parole, delle melodie, e più in generale nell’attitudine: ed è forse proprio qui che si scopre il tallone d’Achille di questo disco, il suo indulgere un po’ troppo a certi modelli, mostrando legami un po’ troppo forti.

Musicalmente, per questo nuovo capitolo, il suono di Brunori SAS si è fatto tridimensionale, molto più stratificato del passato, ed è stato affidato alle mani di Taketo Gohara: si fondono i ritmi della Calabria e i sintetizzatori, i computer usati “in modo creativo”, la mandole del ‘700 con i loop e le drum machine. Anche l’approccio compositivo è stato diverso, con un lavoro svolto su ogni musicista singolarmente, che ha permesso all’album di avere più che mai un impianto “da band”.

Apriti cielo: il ritorno di Mannarino tra Brasile e Mediterraneo

Alessandro Mannarino fa parte della nuova generazione di cantautori, di quella nuova messe di musica italiana che per anni si è mossa tra i cunicoli della scena indipendente e poi pian piano a iniziato ad affiorare, affiancandosi ai nomi più illustri, talvolta soppiantandoli, anche solo per un fattore generazionale. mannarinoweb_phmagliocchetti005In questo nuovo a vigoroso esercito, oltre a Mannarino figurano Brunori SAS, Le luci della centrale elettrica (ovvero Vasco Brondi), Cosmo, Paletti, Dente, Edipo, Ermal Meta e tanti, tanti altri.
Il loro è uno sguardo nuovo, per certi aspetti ancora incontaminato, “vergine”, ma attento, lucido: non sono più mossi dall’onda politicante dei loro maestri De Gregori, Fossati, Guccini, spesso usano l’ironia, sconfinano trai generi, portando il rock nell’elettronica, il pop nell’hip-hop.
Mannarino, per esempio, per il suo quarto album Apriti cielo, ha fatto una grande (grandissima) ricerca sonora che ha collegato il Mediterraneo con le sponde del Brasile, il blues con il folk, il pop con le suggestioni di Bahia, ha fuso mandolino e samba.
Nelle nove tracce del disco si parte da Roma – e da dove sennò – per arrivare al folklore del sud, dell’Africa, del jazz, fino appunto al vento brasilero, lo stesso che anni fa ispirò la Vanoni, tanto per fare un altro grande nome.
A differenza delle opere di molto suoi colleghi, Apriti cielo non è un album grigio, non disegna cieli nuvolosi: al contrario, è un disco in cui splende un sole meraviglioso, anche se di motivi per festeggiare non c’è ne sono poi così tanti.

mannarino_phmagliocchetti004-ok“Mi piace il fatto che l’espressione “apriti cielo” – racconta Mannarino – possa essere letta in modi diversi, sia come un’esortazione che come esclamazione, e mi piace il fatto che ognuno possa dare il proprio senso e significato al titolo, come quando si guardano le nuvole o le stelle e si creano delle forme. Siamo noi che mettiamo i significati nelle cose della vita, possiamo trovare un senso positivo o negativo a tutto quello che viviamo… questo è un po’ il significato del disco: la tua vita dipende da te”.Non è che Mannarino le tragedie non le veda o non ne parli: di inquietudini c’è ne sono, soprattutto sul finale, ma non si sente quella voglia di sedersi sui problemi, crogiolarcisi dentro piangendo lacrime commiserevoli. Si canta per esempio la Roma ferita, così come c’è il riferimento doloroso ai migranti, raccontato con trasparente e imbarazzante verità, ma non si può non sentire tutta la forza vitale dei cori inseriti in diversi punti dell’album, come in Apriti cielo, Arca di Noè, la quasi favolistica Babalù e addirittura la conclusiva Un’estate, che è tutto tranne che una canzone positiva. apriticielo_CD_cover_front_12x12
Tanti, più di 30, i musicisti che hanno dato il loro apporto (Enzo Avitabile tra questi), mentre a mixare è stato chiamato Michael H. Brauer.
La nuova era dei cantautori italiani è davvero arrivata.