A poco più di un anno dalla pubblicazione di L’amore e la violenza, i Baustelle proseguono sullo stesso percorso con il secondo capitolo discografico della saga. Uscirà infatti il 23 marzoL’amore e la violenza vol. 2, a tutti gli effetti un nuovo album di 12 inediti. Anzi, “dodici nuovi pezzi facili“, come recita il sottotitolo del disco. L’annuncio è stato ufficializzato proprio dalla band con alcuni video pubblicati nelle scorse settimane sui canali social: nel primo era stato il titolo del disco, nel secondo erano state le nuove date del tour in partenza ad aprile, mentre nel terzo è stata svelata la data di uscita del nuovo album. Il 7 aprile i Baustelle torneranno poi in tour nove appuntamenti già confermati: 7 aprile – SENIGALLIA (Ancona) – Mamamia 12 aprile – BOLOGNA – Estragon 13 aprile – FONTANETO D’AGOGNA (Novara) – Phenomenon 15 aprile – MILANO – Alcatraz 16 aprile – FIRENZE – Obi Hall 19 aprile – ROMA – Atlantico 20 aprile – NAPOLI – Casa della Musica 22 aprile – TORINO – OGR 27 aprile – PADOVA – Gran Teatro Geox
Tutti gli aggiornamenti sull’album e le informazioni per i biglietti del tour sono disponibili sul sito www.baustelle.it.
Eccole qua, le magnifiche 30 del 2017. Arrivati a fine anno, fare un bilancio musicale degli ultimi 365 giorni resta un gioco divertente e spietato, a cui anche stavolta non ho voluto sottrarmi nonostante qualche difficoltà. Ovviamente, si tratta di una selezione parziale e soggettiva: questa non è la classifica di vendita o degli streaming registrati o delle visualizzazioni dei video, ma semplicemente la classifica di BitsRebel, stilata con gusto e giudizio totalmente personali. 30 canzoni scelte e ordinate tra quelle pubblicate durante l’anno, tra mainstream e panorama indipendente, nella scena italiana e internazionale, tra singoli e brani rimasti nascosti all’interno degli album. Ecco allora il 2017 secondo BitsRebel. Stay Rebel, forever! 30. Lady Gaga, The Cure
29. Angelo Sava, Merlo 28. Fabri Fibra, Fenomeno 27. Pula +, Addio a modo mio 26. Sophie, It’s Okay To Cry 25. Fabio Cinti, Amore occasionale
24. Taylor Swift, Look What You Made Me Do 23. Samuel, La luna piena 22. Fiorella Mannoia, Siamo ancora qui 21. Francesco Gabbani, Occidentali’s Karma 20. Giso featuring Romina Falconi, Solo sesso
19. Mannarino, Un’estate
18. Francesco Gabbani, Spogliarmi
17. Noemi, Autunno
16. Nina Zilli, Il mio posto qual è
15. L’aura, Il pane e il vino
14. Ilaria Porceddu, Sette cose
13. Brooke Candy, Living Out Loud
12. Amara, Grazie
11. Arca, Piel
10. unòrsominòre., Varsavia Un’aria greve, nuvolosa e desolante fa da sfondo a questo brano in cui riferimenti storici e letterari si accumulano in un denso flusso di pensieri. Una canzone maestosa che avanza lenta e inesorabile, partorita nell’underground nostrano dalla mente di Emiliano Merlin, celato dallo pseudonimo di unòrsòminòre., e che meriterebbe un posto di riguardo nel moderno cantautorato italiano.
9. Fergie, Love Is Pain Se ascoltando Love Is Pain avrete (o avete avuto) l’impressione che qualcosa vi suonasse famigliare, non siete proprio fuori strada, perché anche se nei crediti ufficiali non se ne fa menzione la canzone è una sorta di omaggio a Prince. “Il dolore è amore e l’amore è dolore”, canta Fergie, e lo spettacolo è tutto lì, negli occhi e nelle orecchie.
8. Miley Cyrus, Malibu (Lost Frequencies Remix) Quando il remix fa meglio dell’originale. Il country-rock dell’album version di Malibu mi aveva lasciato un po’ l’amaro in bocca, ma poi tra i remix ufficiali è spuntata fuori questa versione house firmata Lost Frequencies: leggerissima e semplicemente magica.
7. Fabrizio Moro, Pace Un grido disperato di aiuto, una preghiera levata altissima, e nello stesso tempo un manifesto di intenti e di speranza. Fabrizio Moro ha messo in Pace tutta la carica viscerale di cui è capace, regalandoci un momento di autentico amore.
6. Christaux, Surreal Christaux, ovvero Clod, ovvero la metà maschile degli Iori’s Eyes, quest’anno ha pubblicato Ecstasy, un album di pop elettronico dal profilo magniloquente, barocco e liturgico. Tra i momenti più struggenti e paradossalmente più scarni, Surreal si fa strada con la sua melodia disarmante e accecante.
5. Noemi, I miei rimedi Per il suo nuovo album, in arrivo presumibilmente appena dopo Sanremo, Noemi sembra aver optato per l’elettropop. La sua versione di I miei rimedi dei La Rua (ma inizialmente proposto a lei per Sanremo 2016) ha il graffio giusto per parlare delle disillusioni e degli equivoci con cui troppo spesso ci difendiamo inutilmente dai colpi dell’amore. E il video è una delizia.
4. Baustelle, Amanda Lear Primo singolo estratto da L’amore e la violenza, Amanda Lear non è semplicemente un omaggio all’icona degli anni ’70 e ’80, ma soprattutto un esempio di pura poesia “bianconiana” con la sua patina di malinconia, il racconto di qualche amore vissuto di sfuggita e un pungente profumo di vita. I Baustelle sono e restano una certezza.
3. Brooke Candy, Volcano Se il pop ha un volto sporco e cattivo, non può che essere quello di Brooke Candy. Il 2017 sarebbe dovuto essere l’anno del grande salto verso il mainstream, ma i disaccordi con la Sony hanno bloccato l’uscita del suo primo disco. Lei però si è rimessa al lavoro e ha riesumato Volcano, un pezzo che aveva da un po’ nel cassetto: il risultato è una seduzione tra pop elettronico e rap, con un testo che esplode di metafore incandescenti.
2. Romina Falconi, Cadono saponette Nessuno in Italia sa fare pop come Romina Falconi, mescolando ironia e spietata verità. In Cadono saponette tutto questo è evidente: chi altro avrebbe il coraggio di dirvi che “il pessimismo in amore può far bene”? Eppure sappiamo tutti quanto sia maledettamente vero. Perché almeno una volta tutti ci siamo piegati… alle regole della vita.
1. Miley Cyrus, Younger Now Diciamolo pure, la svolta country di Miley Cyrus non ha particolarmente convinto il pubblico e Younger Now, il suo ultimo album, ha fattoregistrare numeri piuttosto miseri. Resta il fatto che la titletrack è una delle cose che sprizzano più gioia tra quelle sentite quest’anno: un inno al cambiamento e un manifesto di rinnovata giovinezza. Mi è entrata nelle orecchie ad agosto e non ci è mai uscita, marchiando definitivamente il mio 2017.
La playlist dei brani è disponibile a questo link.
“Eyes without a face è stato il primo quarantacinque giri acquistato da Claudio, potete immaginare che già soltanto per questo la canzone ha un valore speciale per noi. La nostra versione è stata registrata all’8brr.rec studio dal mirabolante straordinario incorruttibile Ivan A. Rossi, mai così ‘quarto Baustelle’ come in questo caso. Il pezzo è arrangiato da Francesco e Ivan, suonato da Francesco, Rachele, Claudio, Ivan e Ettore, usando più o meno un Minimoog, un Prophet V, una drum machine e una chitarra elettrica. Pino Pischetola ha miscelato il tutto, magicamente come al solito. Insomma noi ce l’abbiamo messa tutta, speriamo vi piaccia. Francesco, Claudio e Rachele.”
La cover della celebre hit di Billy Idol è stata realizzata dai Baustelle per la colonna sonora del cortometraggio dedicato alla Collezione Gucci eyewear Primavera/Estate 2017. La scelta dei Baustelle è stata di Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci che ha anche disegnato la copertina del singolo.
BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit. Il mio amore per i Baustelle è scoppiato nell’autunno del 2005 con La malavita, il loro terzo album. Ero ai primi mesi di Università e in quelle canzoni ritrovavo un che di ribelle e peccaminoso che ben si addiceva alla nuova aria di libertà che stavo respirando dopo gli anni di liceo. Poi il mio sentimento si è consolidato con Amen, che resta per me il loro capolavoro, una perfetta unione di nostalgia melodica e poesia della parola. Con i Mistici dell’Occidente li ho invece capiti un po’ meno, per tornare a “riconoscerli” nella sontuosità di Fantasma.
Ora il gruppo toscano torna con L’amore e la violenza, ed è un nuovo, incantevole capitolo della storia. Un album che comunque si distacca molto dal precedente, abbandonando la veste sinfonica, il pessimismo cosmico e i tratti quasi macabri dei testi: non c’è certo ottimismo, ma la punta della penna di Francesco Bianconi sembra essere stata bagnata da cinismo e ironia più che da disperazione. L’occhio della band è sempre più che vigile sul presente – tra migranti, terrorismo e giubileo -, le citazioni sono sempre tante e sempre ben mescolate (scovarle può essere un giochetto divertente, ma personalmente non mi è mai interessato indagarle fino in fondo) e la bellezza della parola mantiene sempre l’innocente limpidezza che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare.
I Baustelle sanno far incontrare e convivere sacro e profano, fede e agnosticismo, grazia e bruttura, impegno e disincanto, passione e castità, peccato e redenzione, filosofia e lascivia, Abba e Battiato, e in L’amore e la violenza c’è tutto quel loro essere così naturalmente dandy, retrò, ma senza ostentazione, il loro essere scenicamente tragici e nostalgici, mentre riescono a infilare nelle canzoni quei due o tre accordi che ti bombardano la testa e il cuore, da Il Vangelo di Giovanni, a Betty, la stupenda Amanda Lear, forse il singolo più “baustelliano” dai tempi di Le rane, e La vita. Un disco “oscenamente pop” dicono loro, e possiamo anche condividere, se non fosse che – purtroppo – non sempre il pop sa essere così nobile.
Le ultime righe le vorrei spendere per Francesco Bianconi, creatura di gusto e stile sopraffini, un Oscar Wilde dei nostri giorni, soprattutto un autore aureo della musica italiana. Uno che è capace di farti venire i lucciconi scrivendo anche solo di una serata in discoteca, per passare subito dopo a citarti D’Annunzio. Uno che dovrebbero inserire nel patrimonio Unesco, tanto la sua anima è preziosa.
“Non è un estratto del nuovo disco dei Baustelle, non la troverete là dentro. Non è una canzone d’amore e nemmeno di guerra, piuttosto le due cose insieme. Non costa niente, un clic ed è vostra per sempre (nei limiti del possibile). Non contiene sintetizzatori digitali. Non è un punto fermo.
Non è un’isola: semmai la barca per arrivarci.
Eccola qui. Prendetela per mano, cercate di proteggerla dal freddo.
Oppure semplicemente lasciatela andare.
Si chiama Lili Marleen.”
Era da qualche giorno che lanciavano indizi su Facebook tra foto e mezze frasi, per cui si capiva che qualcosa stava per succedere. Oggi la rivelazione: i Baustelle hanno pubblicato un nuovo brano e lo hanno messo in freedownload sul loro sito.
Si intitola Lili Marleen e, almeno per ora, non anticipa nessun nuovo album.