Ballare, sognare e andare oltre ogni limite imposto.
Così fa Baby, la protagonista dell’ultimo singolo di Alessandro D’Iuorno.
Dopo un percorso da solista iniziato nel 2008 che lo ha portato a conoscere e collaborare anche con Giorgio Canali, il cantautore fiorentino ha scelto di tornare sulle scene con Canzone per Baby, un invito alla libera espressione di sé anche di fronte agli ostacoli di una società troppo spesso poco disposta a uscire dalle rigide rigole autoimposte.
Un messaggio di libertà e resistenza, per continuare a brillare guardando alle stelle.
Chi è Baby, la protagonista del tuo nuovo singolo? L’ispirazione del brano è partita da una storia vera o Baby potrebbe essere chiunque di noi?
Baby è a metà tra un’immagine e la realtà. In parte nel brano racconto di un sentimento che mi ha accompagnato a lungo durante la separazione con la mia ex compagna, dove il lieto fine immaginario si traduce in questo brano. Più in generale, credo che Canzone per Baby sia il mio modo di accogliere chi decide di avere coraggio: penso che alla fine sia questo a fare la differenza nelle persone.
Da dove pensi che arrivino i limiti e i doveri che non lasciano spazio all’espressione? E quale pensi che sia la causa dell’esistenza di questi limiti e di questi dettami?
Credo che questi limiti in primo luogo provengano dalle persone stesse, da come si percepiscono rispetto a ciò che le circonda. Parlando di musica, ci dobbiamo rapportare ai addetti ai lavori che investono soprattutto su modelli vendibili e non sembrano interessate a conoscere veramente l’artista, almeno inizialmente. In senso più ampio, in una società dove sei se hai è chiaro che esprimersi è controcorrente.
Si tratta di limiti e costrizioni che riguardano in particolare qualcuno o tutti li subiamo nello stesso modo?
Beh, il figlio di papà che non si preoccuperà mai di arrivare a fine mese, e sarà tra quelli che rafforzeranno limiti e costrizioni. Diversamente, chi vive credendo nel merito o nella giustizia della dignità umana sa che convivere con tali limiti è una costante.
Ti sei mai sentito personalmente costretto da questi limiti? In che modo? E come hai reagito a queste imposizioni?
In parte credo di aver risposto prima. Parlando di me, posso dire che ci convivo quotidianamente, ma li combatto, è nella mia natura. Tutto il sistema è costruito per farci credere che sia impossibile: la verità è che spesso siamo governati da idioti che vogliono solo sottrarsi al confronto per paura di non essere all’altezza. E come dargli torto…..
Essere “stelle in mezzo ai guai” è un destino segnato?
Se siamo stelle, e lo siamo, lo diceva Margherita Hack, allora siamo anche in mezzo ai guai! Credo che la stelle non abbiano paura di brillare, altrimenti diventano guai.
Concludo con una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di “ribellione”?
Ribellione è amore.