Jova Beach App: dall’8 maggio la app gratuita per sapere tutto del Jova Beach Party


Dall’8 maggio
, a due mesi di distanza dal debutto del Jova Beach Party a Lignano Sabbiadoro, sarà disponibile la Jova Beach App.

Un’app completamente gratuita: gratis il download e gratis tutti i servizi offerti e i contenuti. Compatibile per Android e per IOS.
L’app è sviluppata per rispondere a tutte le domande relative ai nuovi Party che dal 6 luglio arriveranno in 15 spiagge italiane e si arricchirà nel corso delle settimane di numerosi aggiornamenti.
Già dal primo giorno, in esclusiva, chi scarica l’app troverà la Jova Beach Radio Powered by Radio Italia, un nuovo canale di musica scelta da Lorenzo, con veri programmi registrati e in diretta.

La playlist dei migliaia di brani on air è la selezione dei brani che Lorenzo ama e che fanno parte della sua storia.
Ma Jova Beach Radio è soprattutto Lorenzo DJ, i suoi programmi/ session da 45 minuti ognuno con chiacchierate inedite, musica dal vivo e rarità, anche la versione demo di alcune hit, con il racconto esclusivo della nascita dei pezzi. Le Jova session sono qualcosa di prezioso per i fan e per tutti gli appassionati di musica, di idee, di storie, di viaggi e di racconti.

La Jova Beach Radio è sviluppata in collaborazione con Radio Italia.

“È un grande onore per noi di Radio Italia, aver partecipato alla realizzazione della Jova Beach Radio – ha dichiarato Marco Pontini, vicepresidente di Radio Italia – La radio riporta Lorenzo alla sua apprezzatissima dimensione di DJ radiofonico, talento che tanta fortuna gli ha portato nel suo percorso artistico. E siamo onorati che dalla nostra collaborazione di Radio ufficiale del Jova Beach Party, sia nata questa idea che ospiteremo con grande piacere sulle nostre frequenze e che compone, senza alcuna pubblicità, la grande offerta della nostra Radio in occasione di prossimi appuntamenti estivi sulle spiagge”

Dal’8 luglio nella Jova Beach Radio ci saranno momenti live di Jova Beach party, dal set di Lorenzo e dai set degli ospiti.
Nell’app anche una sezione dedicata ai numerosi e favolosi ospiti che comporranno le line up di quello che è l’evento dell’estate in giro per le grandi spiagge italiane.

La App sarà costantemente aggiornata e sarà la bussola per muoversi all’interno del villaggio, per conoscere i mezzi più comodi per arrivare in spiaggia, i parcheggi, per verificare cosa e cosa non portare con sé; per conoscere tutte le attività previste durante la giornata e quelle a cura dei partner previste fin dalle prime ore del pomeriggio; per conoscere le decine di ospiti che saranno sul palco con Lorenzo in ciascuna tappa, e anche per conoscere l’ambiente circostante grazie ai puntuali aggiornamenti curati direttamente dal WWF e dalla Guardia Costiera.

“Da quando abbiamo annunciato gli appuntamenti del Jova Beach Party, i centralini della Trident sono stati subissati da telefonate per richiedere qualunque tipo di informazione – ha dichiarato Maurizio Salvadori Amministratore delegato di Trident – siamo certi che gli aggiornamenti della App sapranno soddisfare tutte le curiosità e far scoprire al pubblico tutte le realtà che compongono i nostri Party”.

Realizzata da Trident in collaborazione con Valfrutta la App sarà scaricabile negli store iTunes e Google Play dall’8 maggio 2019.

Miracolo (sonoro) a Milano: Elettro Acqua 3D Live


Non sempre i miracoli fanno rumore: qualche volta per realizzarsi cercano angoli di pace dove poter prendere forma.
E un miracolo musicale ha preso una forma “tridimensionale” a Milano la sera di venerdì 15 marzo, quando si è tenuto il live di Elettro Acqua 3D, il progetto iper-sperimentale di Marco di Noia e Stefano Cucchi: un app-album (gratuito) interamente incentrato sul tema dell’acqua e realizzato in 3D audio, una tecnica cioè che permette un’immersione totale nella musica e dà all’ascoltatore la sensazione di trovarsi realmente circondato dai suoni, come se si trovasse davanti a una sorta di realtà aumentata.
Un progetto del genere – idealmente pensato per i viaggiatori, ma ricco di enormi potenzialità su cui l’intero mercato discografico dovrebbe iniziare a riflettere – non poteva che avere la sua trasposizione dal vivo in un ambiente che fin dal nome richiamasse il mondo acquatico e “immersivo”: ecco allora la scelta del Mare Culturale Urbano di via Gabetti, una vecchia cascina recuperata e riconvertita in luogo di incontri e manifestazioni culturali.

Una serata all’insegna della sperimentazione per il pubblico e per gli artisti stessi, che con la partecipazione del tecnico del suono Alberto Cutolo si sono cimentati nella prima esperienza live in 3D audio mai realizzata.

Un concerto, dicevo, “immersivo”, sia per il tema trattato sia per l’esperienza vissuta da ogni singolo ascoltatore presente in sala.
L’audio del concerto è stato infatti trasmesso attraverso speciali cuffie wireless fornite da SilentSystem, prima azienda leader nel mercato italiano ed europeo nella fornitura e nel noleggio di sistemi audio senza fili, mentre sul palco Marco di Noia ha avuto a disposizione anche un prototipo di microfono binaurale che consentiva di dare ai suoni un effetto tridimensionale e di simulare la percezione dei suoni nella realtà.

Ripercorrendo il viaggio raccontato nelle tracce dell’album attraverso Italia, Africa, Bosnia, India, ma anche nella Terra di mezzo di tolkieniana memoria, Di Noia, Cucchi e Cutolo hanno dimostrato come restando anche nel solco dell’indipendenza si possano realizzare piccoli-grandi miracoli all’insegna della vera sperimentazione.
La grande discografia dovrebbe prendere appunti….

Elettro Acqua 3D Live: il 15 marzo a Milano il primo concerto in assoluto in 3D audio

Photo Claudio Villa

Il 15 marzo al Mare Culturale Urbano di Milano (Via Giuseppe Gabetti, 15 – ore 21), Marco Di Noia e Stefano Cucchi presenteranno dal vivo Elettro Acqua 3D Live, il primo concerto in 3D audio in assoluto.
Il concerto ripercorrerà la scaletta di Elettro Acqua 3D, l’innovativo app-album nato dalla collaborazione tra i due artisti con la partecipazione del fonico ed esperto di sintetizzatori analogici Andrea Messieri.
Il live sarà introdotto dal giornalista Luca Varani, che farà un breve excursus storico sugli esperimenti binaurali, supportato da esempi audio in cuffia. Sponsor ufficiale della serata sarà LEM INTERNATIONAL SRL, titolare Silentsystem, prima azienda leader nel mercato italiano ed europeo nella fornitura e nel noleggio di sistemi audio senza fili per eventi musicali e non.

Si tratta di un evento sperimentale, uno speciale concerto a numero chiuso per 100 partecipanti, in cui sia gli artisti sia il pubblico indosseranno cuffie wireless per un’esperienza unica di musica live in realtà aumentata.
Durante il concerto i brani di synth-pop cantautorale ed elettro prog, cantati da Marco Di Noia, saranno intervallati dagli interventi di musica elettronica live electronics di Stefano Cucchi.

Sul palco sarà presente anche Alberto Cutolo, una vera autorità nell’ambiente italiano del mastering audio (ha lavorato, tra gli altri, per Mina, Laura Pausini, Jovanotti, Robert Miles, Adriano Celentano, Franco Battiato e Giorgio Gaber), che interverrà creativamente sul mix inserendo effetti binaurali in “real time”.
“Ho trovato molto stimolante la possibilità di collaborare a questo silent concert” – dichiara Alberto Cutolo – “unisce l’unicità di una performance dal vivo a materiali binaurali, che hanno fornito interessanti spunti di lavoro a mostri sacri come Pearl Jam e Pink Floyd, solo per citarne alcuni”.

L’audio della voce, dei sintetizzatori suonati e delle basi preregistrate saranno processati in tempo reale tramite computer e elaborati dal vivo. Inoltre, l’uso di microfoni panoramici ambientali posti nella sala, il cui audio sarà rimandato agli spettatori sommato a effetti binaurali, arricchiranno il concerto di una originale realtà aumentata a livello sonoro. Indossando le cuffie wireless il pubblico potrà rimanere seduto oppure passeggiare all’interno della location, godendosi il concerto.
“Sarà un’esperienza anche per noi – afferma Marco Di Noia – dato che stiamo lavorando a questo progetto da settimane e non abbiamo avuto riferimenti su cui basarci essendo una modalità del tutto innovativa. Fortunatamente, la partecipazione di un fonico di esperienza e di fama come Alberto Cutolo ci rende molto ottimisti verso l’idea di riuscire a portare ai nostri ascoltatori una nuova esperienza sonora”.
“Sono felice e orgoglioso della nuova ‘dimensione’ che sta prendendo il nostro progetto –dichiara Stefano Cucchi – dall’app-album al concerto 3d in cuffia, si aprono nuovi spazi e prospettive sonore da esplorare”.

La performance si animerà seguendo il viaggio letterario tracciato dal concept-album, un percorso in cui l’acqua, protagonista e spettatrice, partendo da Milano arriva a toccare il Kenya, Roma, la Bosnia, l’India, ma anche luoghi fantastici come la Terra di Mezzo di Tolkien, una fogna metropolitana in cui si muove il Re dei Topi di Hoffmann e Tchaikovsky o il mare delle Sirene di Ulisse. L’ambientazione geografica di ogni brano sarà anticipata ed “espansa” da un interludio in 3D audio composto in sintesi sonora e da registrazioni di ambienti (dai rumori della metropolitana a quelli della savana africana) che Marco Di Noia ha campionato durante i suoi viaggi.

Per le tematiche sociali, letterarie, ecologiche ed esistenzialiste trattate nei brani, il progetto Elettro Acqua 3D ha da poco ricevuto il patrocinio di AMREF Health Africa, la più grande organizzazione non governativa sanitaria che si occupa di salute in Africa. In virtù di questo, il disco-app, che ad oggi conta download registrati da 35 paesi del mondo, sarà presto stampato fisicamente, a supporto di AMREF, nella versione stereo, in una tiratura limitata di cd e vinili.

Il download gratuito di ELETTRO ACQUA 3D è disponibile ai seguenti link:
iOS: https://itunes.apple.com/us/app/elettro-acqua-3d/id1411416322 

Android: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.marcodinoia.elettroacqua3d

La forma (tridimensionale) dell’acqua. Quattro chiacchiere con Marco di Noia e Stefano Cucchi

Si intitola Elettro Acqua 3D ed è probabilmente uno dei progetti musicali più all’avanguardia realizzati negli ultimi anni. Se poi ci aggiungiamo che è tutto made in Italy c’è davvero di che andarne fieri e cercare di capirne un po’ di più.
Artefici sono Marco di Noia, cantautore, giornalista e social media manager della nostra Nazionale, e il sound designer Stefano Cucchi. Insieme a loro, oltre ai vari musicisti, anche Andrea Messieri, fisico ed esperto di sintetizzatori.
Ma in cosa potrà mai consistere un progetto musicale che coinvolge professionisti di ambiti così distanti? Beh, partiamo subito col dire che non si tratta di un album tradizionale, ma di un app-album, un disco rilasciato tramite un’applicazione scaricabile su smartphone e tablet. Il tutto gratuitamente e con la possibilità di avere a disposizione contenuti multimediali di vario genere, come testi, immagini e video.

Come il titolo lascia intendere, si tratta di un progetto di musica elettronica incentrato sull’acqua, che porta l’ascoltatore in una vera e propria immersione sonora: le tracce sono infatti intervallate da interludi 3D, realizzati dando ai suoni una forma tridimensionale e offrire così un’esperienza di ascolto totalizzante.
Se quindi pensavate che solo il caro, vecchio vinile potesse ancora offrivi la miglior qualità di ascolto, forse non eravate molto aggiornati…

Qual è stata la genesi di questo progetto, decisamente all’insegna della sperimentazione?
Marco Di Noia: Io e Stefano ci siamo conosciuti alcuni anni fa, poco dopo l’uscita del mio primo EP. A Mauro Pagani era piaciuto il mio lavoro, ma essendo io un autodidatta mi ha consigliato di farmi aiutare da qualcuno che avesse studiato musica, perché le mie strutture erano troppo semplici e prevedibili. In fondo, anche De André si era fatto aiutare. Volevo approcciarmi ai suoni elettronici e fare qualcosa di più moderno, che non seguisse la classica impronta folk cantautorale. Ho messo un annuncio e tra quelli che hanno risposto c’era anche Stefano, un pianista con studi in Conservatorio e l’amore per l’elettronica. Abbiamo anche scoperto di avere in comune la precisione e il perfezionismo, oltre all’amore per i Queen. Da quello che doveva essere in origine una versione 2.0 del mio EP è venuto fuori giorno dopo giorno un vero e proprio mondo: abbiamo iniziato a sperimentare con i suoni, abbiamo azzardato con i palindromi, i canoni enigmatici, poi ci siamo indirizzati sui synth, il theremin, i campi magnetici, le onde martenot, il trautonium, che mai nessuno aveva utilizzato in Italia, l’ondioline… Avevamo già fatto 30 e ci siamo ritrovato a fare 31, 32, e anche 33, e alla fine il progetto si è preso quattro anni di tempo per essere completato. Una volta chiusa la fase musicale abbiamo sottoposto il lavoro a professionisti come Mauro Pagani, Stefano Senardi e Vince Tempera, e si è posto il problema di come veicolare un lavoro di questo tipo, sicuramente difficile da vendere. Abbiamo pensato di mettere al centro l’ascolto in cuffia, dando quindi al suono una forma tridimensionale, e alla fine abbiamo deciso di pubblicare tutto su un’App, così da poter offrire oltre alla musica anche altri contenuti, materiali di approfondimento meta-artistico.

Un’immersione nella musica, insomma.
Di Noia: Esattamente. Meglio ancora, un viaggio. Il disco infatti è stato pensato per i viaggiatori, che oggi sono gli unici ad avere il tempo da dedicare all’ascolto, in particolare all’ascolto in cuffia. Mentre l’idea del suono 3D c’era fin dall’inizio, la scelta dell’App è venuta dopo, ed è stata dettata proprio dal fatto che chi deve spostarsi può accedere comodamente dallo smartphone o dal tablet a tutti i contenuti.

Non è un paradosso che nell’epoca in cui quasi tutti gli artisti lamentano la scarsa qualità del suono digitale e ricorrono al supporto fisico del vinile voi siate riusciti a dare piena centralità al suono proprio in un app-album?
Di Noia:
Io e Stefano siamo figli dell’epoca dei vinili, di quando i dischi si andavano a comprare nei negozi e si collezionavano, ma quel tempo oggi è passato, inutile nasconderlo. Venendo da un’esperienza professionale nel mondo digitale, mi sono reso conto che l’unico modo di affrontare la questione era smettere di considerare il digitale un nemico e farcelo alleato. Per comodità, i brani dell’album infatti si possono scaricare in mp3, ma di ogni traccia è disponibile anche il formato wave: con un paio di cuffie di buona qualità il suono è perfetto.

E il ritorno al vinile degli ultimi anni come ve lo spiegate?
Cucchi:
Siamo romanticamente legati a un ascolto senza salti di tracce e senza playlist. Prima i dischi si compravano per essere ascoltati dall’inizio alla fine, oggi non si fa più, se non in qualche caso.
Di Noia: C’è sicuramente una componente psicologica, il vinile ti dà quasi l’idea di produrre il suono in quello stesso istante, ed è affascinante, ma il modo in cui si fruisce della musica è cambiato. Un po’ di tempo fa un gestore di locali mio amico, non più giovanissimo, mi ha detto che gli piaceva molto l’idea del nostro progetto, ma che la copertina dell’album non ha nessuna attrattiva. Ecco, il punto è che ormai non si fa più un discorso di copertine, ma si ragiona per singoli post: quella che lui ha visto è la copertina dell’App, ma poi ogni brano ha un visual diverso. Se dovessimo pubblicare la versione fisica del disco penseremo anche alla copertina, ma per ora ci interessa la condivisione online.

Un altro aspetto interessante è il tema che lega tutti i brani dell’app-album, l’acqua. Un elemento primordiale, esattamente l’opposto dell’impronta sperimentale dell’intero progetto.
Di Noia:
Il disco si apre con una poesia sull’acqua recitata da Andrea Cattaneo, un’artista maschile, ma dotato di una voce barocca. Ed è lui a pronunciare anche l’ultima parola dell’album, “vivere”, quasi a chiudere un cerchio ideale in cui l’acqua è il simbolo della vita. Inoltre l’acqua è sempre presente lungo l’intero album anche dal punto di vista sonoro.
Stefano Cucchi: L’acqua in natura assume molteplici forme: la goccia, il ruscello, il fiume, ma anche la nuvola può trasformarsi in acqua, e quello che ho provato a fare è stato trasporre queste diverse forme all’interno del disco. Non è un caso che il primo suono che si ascolta sia quello della sinusoide, un suono puro, che poi passa attraverso frequenze diverse, come una goccia che si trasforma. Negli interludi dell’album ci sono tanti suoni acquatici, naturali o ricostruiti, e ci sono ricostruzioni di interi paesaggi acquatici.
Di Noia: Un altro elemento che accomuna l’acqua al nostro progetto è la profondità: il mare ha una superficie, ma ha anche un fondale, e così è questo lavoro, che presenta elementi e significati che non si colgono all’istante, ma hanno bisogno di un ascolto approfondito.

E poi c’è Milano.
Di Noia:
Per me è la città di nascita, ed è il punto di inizio e di fine del viaggio all’interno del disco. Non solo, ma i suoni di Milano sono anche stati campionati, oltre a quelli degli animali della savana: ci sono i rumori dei treni, gli avvisi della metropolitana. Abbiamo usato il rumore di un condizionatore per ricreare il suono del grillo.

I suoni degli altri animali sono naturali?
Di Noia:
Alcuni sì, altri sono stati ricreati sinteticamente. Il ruggito dei leoni l’ho registrato direttamente nella savana, svegliandomi alle 5 del mattino. Volevo inserire nel disco anche il suono dell’emù, che è molto basso e percussivo, simile a quello del bongo, ma il mio cellulare non l’ha registrato…

La sperimentazione ha riguardato anche l’uso delle voci. Prima parlavate di Andrea Cattaneo, ma anche la voce di Marco è stata sfruttata in tutte la sua estensione.
Cucchi:
In ambito cantautorale forse i nostri esperimenti non sono mai stati tentati, non solo per l’utilizzo dell’estensione della voce, ma anche per gli intrecci e le armonizzazioni che abbiamo realizzato.
Di Noia: Il produttore con cui avevo lavorato precedentemente mi aveva sconsigliato di sfruttare il falsetto, perché diceva che il pubblico era abituato a sentirlo dalle interpreti femminili. Mi è stato anche detto che non essendo omosessuale non potevo usare il falsetto come Freddie Mercury o Mika: un discorso purtroppo molto provinciale che non ho riscontrato all’estero, dove invece ho sempre trovato un pubblico entusiasta.

Come hai scoperto di avere un’estensione così ampia?
Di Noia:
Ascoltando la Wuthering Heights cantata da Andre Matos degli Angra. Ricantandola ho scoperto di riuscire a farla addirittura un semitono più alta di Kate Bush, tanto che il mio maestro voleva che mi dedicassi al repertorio dei castrati. Ho anche partecipato a un concorso in Inghilterra cantando Bohemian Rhapsody: sono riuscito a prendere lo stesso acuto di Roger Taylor e alla fine ho vinto, pur essendo l’unico concorrente straniero.

Immagino che siate consapevoli che un progetto come Elettro Acqua 3D in Italia non è mai stato realizzato e non sarà facile da “piazzare”.
Di Noia:
Sì, è la prima licenza SIAE di questo tipo, e il fatto che la SIAE si stia aggiornando anche per prodotti come il nostro è il segno che i tempi stanno cambiando. Nel 2011 un esperimento era stato già tentato con Biophilia di Bjork, ma all’epoca il mondo delle App non era ancora sviluppato come oggi, e si trattava di un meccanismo complesso. Non ci siamo ispirati a quel progetto, ma lo abbiamo studiato: in quel caso si trattava di un’applicazione gratuita, che però prevedeva il pagamento per tutti gli altri contenuti. Inoltre Bjork era un’artista famosa, e il suo esperimento aveva scopi artistici diversi dal nostro. In futuro penso che il nostro progetto potrebbe fruttare molto all’industria discografica: ci pensi a cosa potrebbe succedere su un’App analoga a questa venisse messa in circolazione a pagamento per i nuovi idoli della trap? Ci sarebbe anche la possibilità di sponsorizzarla, per esempio con una marca di cuffie, e avendo a disposizione grandi budget si potrebbero creare applicazioni molto affascinanti. Il nostro è uno scopo pubblicitario, i contenuti sono gratuiti e non ci interessa se qualcuno copia i file dei brani: noi puntiamo a far arrivare il pubblico alla musica.

Con tutte queste potenzialità, perché le major discografiche non hanno ancora pensato di puntare sulle App?
Di Noia:
Penso per una serie di ragioni. Io ci sono arrivato perché metto insieme esperienze nel digital, nel giornalismo e nella musica, che mi hanno permesso di avere una visione molto ampia. Il modello di Bjork non ha fatto molta presa, forse perché era troppo precoce: il momento delle App è adesso, e ci vuole sempre qualcuno che arrivi prima degli altri.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato date al concetto di ribellione?
Di Noia:
Ti rispondo con una metafora di mia invenzione. Mettiamola così: se si chiude una porta e non si apre il famoso portone, c’è sempre la possibilità di fare un buco nel muro. Ma ribellione è anche non rimanere imbrigliati nei luoghi comuni, in un mondo che ci vuole sempre catalogati, altrimenti si rimane disorientati. Ma chi l’ha detto che non si può essere più cose contemporaneamente?
Cucchi: Cercare la bellezza nelle cose è la ribellione di cui oggi ha più bisogno il mondo.

Il download di Elettro Acqua 3D è disponibile ai seguenti link
– iOS: https://itunes.apple.com/us/app/elettro-acqua-3d/id1411416322
– Android: https://play.google.com/store/apps/details?id=it.marcodinoia.elettroacqua3d

BITS-RECE: Brian Eno, Reflection. Un generatore di pensieri

BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
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Brian Eno è uno di quegli artisti che appaiono sempre troppo grandi per essere racchiusi dentro alle scatole delle parole. Personalità e genio mentale come il suo sfuggono alle catalogazioni, al tempo, alle mode, e rischiano di far apparire banale ogni tentativo di inquadrarli.

Accade proprio questo per Reflection, il nuovo album del musicista inglese: già il concetto di album per questo lavoro non funziona, perché non si tratta di una raccolta di canzoni, bensì di un’unica traccia di 54 minuti. Non una novità per lui, che già in passato aveva pubblicato lavori simili, come Thursday Afternoon dell’85 e Neroli del ’93.
Un lavoro “ambient”, dove il termine sta a indicare un preciso tipo di musica, pensato dal suo autore come infinito e fluido, un continuo e incessante divenire di suoni sempre uguale a se stesso eppure sempre diverso, proprio come quando si guarda un fiume.
Un concetto musicale quasi filosofico, se si aggiunge il fatto che per Eno la musica ambient dovrebbe avere il preciso compito di stimolare le parole e il pensiero (da qui il titolo) di coloro che la ascoltano, quasi come un sottofondo, diventandone a tutti gli effetti parte integrante.
Infine, Reflection è un album di musica che il suo stesso creatore definisce “generativa”, basata cioè su gruppi di suoni e frasi assemblati seguendo determinate regole probabilistiche, modificati e poi fissati solo quando l’autore ne è perfettamente soddisfatto.
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Tutto troppo astratto? Può darsi, ma il risultato è qualcosa di assolutamente magnifico e di una bellezza universale; verrebbe quasi da scomodare l’aggettivo mistico, se non fosse che di trascendentale qui dentro c’è davvero poco, nessuna verità rivelata, nessuna presunzione di avvicinare il divino, ma solo – si fa per dire – lo splendore di creare note utilizzando terrene strumentazioni elettroniche.
Ad accompagnare il progetto anche un’ omonima app molto avanguardia progettata per Apple TV e iOS, in grado di creare, anzi generare, una versione dell’album potenzialmente infinita con tanto di immagini, anch’esse generative, seguito ideale di The Ship, il progetto audio-sonoro rilasciato alcuni mesi fa.
Non si può, non si riesce a spiegare diversamente cosa sia Reflection: lo si può solo ascoltare, abbandonandocisi dentro e lasciando che a parlare siano i pensieri.
È proprio Brian Eno a chiedervelo.