BITS-RECE: Andrea Nardinocchi, “La stessa emozione”. La delicata leggerezza dell’essere

BITS-RECE: radiografia emozionale di un disco in una manciata di bit.

C’è una cosa che mi è sempre piaciuta particolarmente in quello che fa Andrea Nardinocchi, ed è una forma di gentilezza e un’innocenza che immancabilmente emerge – forse inconsapevolmente – nella sua scrittura e nel suo modo di cantare. Era così in Un posto per me, il singolo che lo ha lanciato nel 2013 ed è così ancora oggi che torna con il terzo album, La stessa emozione, il primo dopo cinque anni di relativo silenzio rotto solo da alcuni singoli.
Nardinocchi sa raccontare l’amore, la felicità, la rabbia e la delusione con incredibile trasparenza, e allo stesso tempo con una leggerezza non comune. Lo ascolti cantare ed è come se ogni volta lui voglia aprire completamente il suo mondo a te, affidandoti pensieri e confidenze come si farebbe con un amico, e lo fa nel suo linguaggio personale che come sempre comprende pop, nu soul, funk, r’n’b ed elettronica.

Prodotto dai Mamakass, La stessa emozione è il risultato di una gestazione lunga, in cui sono racchiusi gli ultimi tre anni “di trip” di Andrea, come ha lui stesso dichiarato.
Ad aprire l’album è Tutto perfetto, un piccolo manifesto di felicità quasi silenziosa, il funk illumina la già raggiante dichiarazione d’amore di Quando ti ho visto, mentre Droga gioca su un’efficace metafora. Ma a caratterizzare l’atmosfera del disco è soprattutto l’introspezione, che torna tra le righe di Ridicolo e di Sanremo amore scusa, racconto agrodolce in cui si incrocia l’esperienza sanremese del 2013 e la fine di una relazione, e poi ancora di Solo pensieri, Sono sicuro, fino ad arrivare alla conclusione di Ti voglio bene, dichiarazione di affetto sincera e senza retorica.

La stesso emozione è un disco dai toni sfumati e dal carattere defilato, che non si vergogna però di mostrare anche un certo lato agrodolce. E proprio per questo il ritorno di Nardinocchi fa ancora più piacere.

“Quando ti ho visto”, l’amore al gusto funk di Andrea Nardinocchi


Qualcosa si muove sul fronte Andrea Nardinocchi: dopo l’uscita di Droga, singolo pubblicato a settembre dopo un periodo di silenzio discografico, il cantautore e produttore bolognese ha da poco pubblicato Quando ti ho visto, uscito per Iuovo e distribuito da Artist First.

Prodotto come il precedente Droga dal duo Mamakass, il nuovo singolo si presenta con una decisa impronta funk e fotografa il momento in cui Andrea ha conosciuto quella che è la sua compagna da molti anni: “La prima volta che ho visto Alessandra era riflessa in uno specchietto retrovisore, quando ‘ho perso tutto quanto’. In quel momento, nella mia testa, quella serata era diventata una missione. È buffo perché ho sempre alzato gli occhi al cielo nel vedere quei momenti romantici un po’ esagerati nei film ma è andata proprio così. Fortunatamente per me, il sentimento era stato reciproco quella sera, altrimenti non saremmo ancora qui dopo tutti questi anni, ed io sicuramente non avrei mai scritto tutte queste canzoni d’amore”.

 

La “Droga” di Andrea Nardinocchi


Andrea Nardinocchi
è una presenza discreta sulla scena musicale. Lo è sempre stato, fin dall’inizio, fin da quando cantava che voleva “un posto per sé”, con tanta, tantissima voglia di farsi ascoltare.

E’ passato qualche anno, di cose cose ne sono successe tante, forse non tutte buone, ma lui per fortuna a lui la voglia di fare musica e di farsi ascoltare non è mai passata.
Droga è il suo nuovo singolo.

E’ un brano prodotta dal duo Mamakass, ed è una canzone d’amore e di assuefazione, che con immagini e ricordi di vita racconta la dipendenza buona che una persona e un sentimento possono dare.

“Probabilmente l’80% di tutti i pezzi che ho scritto parlano di Lei. Nella maggior parte dei casi questi pezzi, pur essendo canzoni d’amore, non riescono ad essere particolarmente solari. In tutto questo Droga sicuramente non è un’eccezione. Anche perché, in parte, cerca di spiegare il motivo di questa consuetudine con una semplice metafora. L’unica eccezione, ma la più importante, è che non mi fa prendere male – anzi, mi fa un po’ sorridere.”

Ancora una volta, ben tornato.

Andrea Nardinocchi: due nuovi singoli a sorpresa

Andrea Nardinocchi
Non uno, bensì due singoli a sorpresa.
Andrea Nardinocchi fa il generoso, e nella giornata di venerdì 6 aprile ha messo on line due brani nuovi di zecca, Tutto perfetto e Una vita, entrambi con la produzione dei Mamakass.

Per Nardinocchi si tratta di una nuova tappa del percorso discografico da outsider, intrapreso lo scorso febbraio con la pubblicazione di Sanremo amore scusa.

Tutto Perfetto è frutto di un periodo di silenzio artistico, superato grazie alla consapevolezza di una pace interiore ritrovata in una “tranquillità esplosiva ed elettronica”. Questa Vita invece è un incoraggiamento ad accettare il caos, “la vita è un vero e proprio capolavoro che invita a cercare la pace dentro di noi”.

Sanremo Amore Scusa: il ritorno a sorpresa di Nardinocchi

Andrea Nardinocchi
“Ho deciso di ricominciare da capo e sto partendo”.

Proprio nel giorno in cui parte la sessantottesima edizione del festival di Sanremo, quando tutto il resto della discografia italiana si mette in stand-by per una settimana, Andrea Nardinocchi sceglie di fare il suo ritorno sulle scene dopo tre anni di silenzio, perdipiù del tutto a sorpresa.
Lo fa da outsider, da indipendente, al di fuori dei delle grandi logiche del mercato, ripartendo da dove tutto si è inceppato,

Per gli artisti che frequentano l’ambiente della discografia febbraio è sempre un mese off: “Sono tutti a Sanremo”, difficile che una major decida di pubblicare qualcosa poco prima, durante o subito dopo, ma, essere fuori dagli schemi classici dell’industria può concedere certe libertà.
Non poteva cominciare con un messaggio più chiaro la nuova era del progetto artistico di Andrea Nardinocchi.


Sanremo Amore Scusa è una ballad prodotta da Mamakass: un racconto intimo e delicato, che racconta la sua esperienza vissuta nel 2013 proprio al Festival, quando partecipò tra le Nuove proposte con Storia impossibile, tra la difficoltà nel gestire l’esposizione mediatica e il più personale rapporto con i genitori.