BITS-CHAT: Crescere non è una fatica. Quattro chiacchiere con… Alessandro Casillo

Toccare il successo, fermarsi, crescere, e ripartire. Ancora qui, ancora da qui.
Si potrebbero descrivere con questi pochi flash gli ultimi tre anni di Alessandro Casillo: nel 2011 il pubblico lo conosce a Io canto, il programma di Canale 5 dedicato ai giovani talenti, mentre l’anno dopo è già sul palco di Sanremo, dove conquista il primo piazzamento tra le Nuove proposte con È vero (che ci sei).
Negli anni successivi seguono live, due album e tutto il turbinio che il musicbiz inevitabilmente comporta. Fino a quando Alessandro decide che è il momento di tirare il freno, almeno per un po’, perché fuori c’è la vita che chiama.
Lo scorso giugno Alessandro è tornato con un nuovo singolo, ma soprattutto con una nuova maturità. Eccolo, Ancora qui.
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Ancora qui
è il titolo del tuo ultimo singolo, ma è anche molto di più. Quando e perché hai capito che era il momento giusto per tornare sulle scene?

L’ho capito nel momento in cui ho ascoltato per la prima volta questo brano scritto da Emiliano Bassi, autore anche di È vero (che ci sei). Sin dalla mia vittoria a Sanremo, siamo sempre rimasti in contatto e quando lui mi ha proposto questa canzone devo dire che ho subito pensato “ma questo sono io!” perché rappresentava al meglio il momento che stavo vivendo. Così ho sentito subito il bisogno di doverlo condividere con il mio pubblico e di tornare.

In questi anni di lontananza dai riflettori cos’è successo?
Sono cresciuto, ho concluso gli studi, cercato un lavoro e mi sono reso indipendente dalla mia famiglia. Sono impegnato dalla mattina presto al pomeriggio tardi e mi dedico alla musica di notte o nei giorni di pausa, ma sono contento così perché faccio comunque tutto quello che mi piace e soprattutto non peso sulla mia famiglia.

I primi versi della canzone recitano “Ora ti ricordo chi sono, ero insieme a quelli che dicevano andremo lontano”: tu, oggi, quanta strada pensi di aver fatto rispetto al ragazzo che tre anni fa ha deciso di prendersi una pausa?
Quando ho vinto il Festival di Sanremo, avevo solo 16 anni e ora che ne ho 22 sono cambiate tante cose. Mi sono allontanato ad esempio dalle persone che mi cercavano solo perché andavo in televisione o facevo concerti e ora mi circondo solo di chi tiene davvero a me e mi ha sempre sostenuto, anche durante questi anni di lontananza dal mondo della musica.

Quando hai scelto di fermarti eri consapevole dei “rischi” a cui andavi incontro? Non hai avuto paura che quando saresti tornato il pubblico potesse essersi un po’ dimenticato di chi eri?
Ho sempre avuto un bel rapporto con i miei fan, ma in effetti non aspettavo mi stessero così vicino anche in questo lungo periodo di pausa. Ormai escono ogni giorno nuovi artisti dai talent o da Youtube ed è purtroppo facile finire nel dimenticatoio. Fortunatamente, ripeto, ho un pubblico molto affezionato che continua ancora oggi a scrivermi e a farsi sentire presente attraverso i miei social.

Ti è costata fatica prendere questa decisione o hai capito che per te era la cosa più giusta in quel momento?
No, non mi è costato nulla perché questa pausa è stata molto salutare. Ho imparato a impegnarmi e a lavorare sodo, ancora di più di quanto avessi fatto prima e mi sono assunto delle responsabilità da persona adulta. Questo significa crescere, e crescere non è mai una fatica. A dire il vero sono fiero della vita che sto conducendo e delle scelte che ho fatto.
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Spesso i talent vengono ancora accusati di creare illusioni per i giovani che vi partecipano: per quella che è stata la tua esperienza, cosa ti senti di rispondere?
Per come ho sempre vissuto io le mie esperienze, non mi sono mai illuso, anzi proprio per questo, dopo un periodo di grande successo e consapevole del fatto che un giorno tutto questo potesse finire, ho pensato al cosiddetto piano B, iniziando a lavorare per un’azienda di caldaie. Mi sono diplomato e mi sono cercato un lavoro per poter aver sempre qualcos’altro su cui contare nel caso le cose fossero andate male. Ho sempre vissuto pensando che tutto ciò stavo facendo fosse un punto di partenza per una nuova sfida piuttosto che un punto d’arrivo.

Questo nuovo singolo anticipa un nuovo album?
Sicuramente anticipa un singolo nuovo che uscirà a breve e un disco, che sto scrivendo, ma su cui non posso dare ancora notizie precise.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
Posso considerarmi un po’ ribelle io stesso visto che ho fatto una scelta un po’ controcorrente rispetto a quella di molti miei coetanei che, al posto di lavorare sodo e assumersi le proprie responsabilità, non hanno trovato ancora la loro strada. Quindi direi che essere ribelli oggi voglia dire andare controcorrente e fare delle scelte diverse da quelle che magari gli altri si aspettano da te.

Da Mahmood a MYSS KETA: un’estate oltre i tormentoni

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Amore e capoeira
 è fisso ai piani più alti delle classifiche, Italiana di Fedez e J-Ax ce la ritroviamo ogni due minuti in radio, il reggae-pop di Non ti dico no dei Boombadash con la Loredana nazionale lo stiamo amando tutti già da un paio di mesi e Nero Bali di Elodie e Michele Bravi è indubbiamente un bel pezzone tropical-italiano.
Ma se i supertormentoni fanno già parte delle playlist da portarsi in vacanza, appena un passo al di là del circuito radiofonico c’è un mondo altrettanto pop che vale la pena scoprire prima di partire, anche solo per variare un po’ tra un gorgeggio della Ferreri e una rima di Baby K.
Ecco qui allora una piccola e arbitraria selezione di 12 (perché le cifre tonde sono noiose, soprattutto in estate) singolini estivi, allegramente in ordine sparso.
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Achille Lauro featuring Cosmo, Angelo Blu
E’ la traccia che apre Pour L’Amour, l’ultimo album di Achille Lauro ed è un perfetto quanto sorprendente incontro tra la samba trap dell’artista romano e il nuovo genietto dell’elettropop nostrano. Un trip visionario e psichedelico di dipendenza ed elettronica.

MYSS KETA, Monica
Lei è stata senza dubbio una delle grandi scoperte del 2018. Già sulla scena da qualche anno, ma fino a pochi mesi fa confinata nell’underground meneghino, la diva mascherata più misteriosa in circolazione ha pubblicato ad aprile il suo primo album con Universal, UNA VITA IN CAPSLOCK, di cui Monica è il quinto estratto. Ironia a tonnellate, riferimenti alla cultura di massa, slogan iconici e la produzione di Populous ne fanno un’arma affilata per le serate a bordo piscina nella villa di Arcore.

Mahmood, Uramaki
Lui è una delle grandi promesse dell’urban italiano: lo abbiamo visto a Sanremo nel 2016 e lo abbiamo ascoltato l’anno scorso con Pesos. Quest’anno torna con un singolo tra elettropop e R&B con un testo introspettivo, ambientato nelle vie più esotiche di Milano, con una grande voglia di evasione.

Marianne Mirage, Copacabana Copacabana
Un’immersione nel carnevale di Rio, con la produzione sempre oculatissima di Big Fish e Rhade. Copacabana Copacabana è la sorpresa iper-carioca che non ti aspetti da Marianne Mirage, cantautrice raffinatissima di casa Sugar.

Eman, Milano
Con quel suo stile che è hip-hop senza essere hip-hop, rock senza essere rock ed elettronico senza essere elettronico, Eman traccia con contorni profondi un ritratto senza sbavature e indulgenze della metropoli lombarda.

DJ Besford featuring Eleonora Mazzotti, Todo Rainbow
Sonorità elettroniche e tropicali fanno da sfondo a un inno alla positività e alla leggerezza realizzato dal fashionissimo DJ Besford, qui in collaborazione con la romagnola Eleonora Mazzotti.

lemandorle, Gelato colorato
Si può descrivere il capolinea di una storia d’amore senza cedere ai toni avvilenti della tristezza? A giudicare da quello che ha fatto il due lemandorle in Gelato colorato, sì, decisamente si può. Elettropop dall’aura vagamente vintage e una metafora caleidoscopica per guardarsi negli occhi e dirsi che è finita.

Lele, Giungla
Un pezzo per Napoli e i napoletani, così Lele ha parlato del suo ritorno con Giungla. L’r’n’b incontra il pop, mentre le parole portano in altissimo l’orgoglio della città partenopea spogliandola di tutti i pregiudizi.

Luana Corino, Gita al mare
Non sempre l’abbandono fa rima con la solitudine. Nel suo ultimo singolo, per esempio, Luana Corino racconta una storia di libertà. Una rivendicazione femminile serena come una gita al mare promessa, non mantenuta e poi recuperata. Anche da soli.

Alessandro Casillo, Ancora qui
Del ragazzino che avevamo conosciuto in TV un po’ di anni fa c’è ben poco: dopo essersi preso una bella pausa, Alessandro Casillo è tornato con un singolo, Ancora qui, che ha l’aria di essere qualcosa di più di un semplice comeback discografico.

Arashi, Sud America
Punta dritto al di sotto dell’Equatore e all’ombra delle palme Riccardo Schiara, in arte Arashi. Urban, house e vividi colori tropicali sono la colonna sonora di un viaggio in Sud America, da un open bar di Bogotà all’ultimo piano in ascensore… ma attenzione agli alligatori!

Briga, Che cosa ci siamo fatti
Un pezzo così malinconico sembrerebbe non azzeccarci nulla con il clima leggero dell’estate, ma è pur vero che anche al mare ci sono i giorni grigi di temporale. Questa canzone è proprio per quei momenti di nuvoloni, in cielo o nella testa.