“Sono un fiero cittadino del mondo, dedito alla ricerca e alla celebrazione della diversità in quanto chiave della bellezza degli esseri umani. Mi sono sentito per assurdo straniero nel mio paese, e adesso lo sono di fatto in una città come Londra che però mi ha dato la possibilità di crescere a contatto con una dimensione multiculturale. Come diceva Nina Simone, gli artisti hanno il dovere di rispecchiare i tempi che vivono, ed é proprio questo il mio obiettivo”.
Arriverà il prossimo 24 febbraio, a un anno di distanza dalla partecipazione ad X-Factor, Straniero, il primo album di Davide Shorty.
L’indipendenza artistica ottenuta con la sua nuova etichetta Macro Beats è stata necessaria all’artista per essere pienamente soddisfatto del suo progetto d’esordio, in cui ha voluto parlare non solo a se stesso, ma a una generazione che si sente “straniera”, isolata ed emarginata in un mondo pieno di divisioni.
Straniero unisce il classico e il moderno, tra sonorità hip hop, soul, funk e jazz e testi figli della grande tradizione cantautorale italiana.
Un lavoro ricco di collaborazioni importanti: Daniele Silvestri e la sua band, la neo soul band romana ThrowBack, il rapper Tormento e la stella del rap underground Johnny Marsiglia.
Shorty ha composto e prodotto i brani del disco in prima persona con la collaborazione del tastierista Claudio Guarcello e del chitarrista Alessandro La Barbera dei Retrospective For Love, e si è avvalso di un vasto team di musicisti.
Dopo la pubblicazione a sorpresa del nuovo album di Mecna Lungomare Paranoia lo scorso 13 gennaio, Straniero continua i festeggiamenti per il decennale di Macro Beats, una delle più importanti etichette indipendenti italiane.
Questa la tracklist:
Terra
Sentirò
Fare A Meno (ft. Tormento)
Ci Amo
Plastica
Fenomeno (ft. Daniele Silvestri)
Nessuno Mi Sente
Tutto Scorre/Good Times (ft. ThrowBack)
Se Solo Ti Lasciassi Andare
Viaggio Breve
Dentro Te (ft. Johnny Marsiglia)
Sono già disponibili i pre-order iTunes ad un prezzo speciale con il download immediato del brano “Terra”, che da oggi è anche disponibile su Spotify. Inoltre solo su www.musicfirst.it sono aperti i pre-order del disco in formato Cd e Vinile autografati.
Pollinator: a maggio il nuovo album di Blondie
I Blondie illuminano il 2017 con l’uscita di Pollinator, il loro undicesimo album, in arrivo il prossimo 5 maggio.
Registrato nel mitico The Magic Shop studio di New York – dove sono passati artisti quali David Bowie e Lou Reed – Pollinator è un tripudio di suoni, 11 brani che sono il coronamento di una carriera lunga 40 anni.
Il primo singolo, Fun, è già disponibile in streaming e download ed è ordinabile presso i negozi indie anche in una limitatissima edizione 7” presente solo in 1000 copie in tutto il mondo.
Importanti contributi all’album sono stati forniti da Sia e Charli XCX.
In studio si sono ritrovati anche Joan Jett, Laurie Anderson e i The Gregory Brothers.
“Il loro materiale è parte di noi e noi siamo parte di loro”, dice Debbie Harry. “E’ una celebrazione del riciclo!”
I fan avranno modo di ordinare un vinile rosso di 180 grammi direttamente dal sito della band e un vinile bianco di 180 grammi dai negozi specializzati.
Inoltre, i Blondie hano già annunciato un tour ad aprile in Nuova Zelanda e Australia per poi arrivare in estate in USA e Canada e poi finire il tour mondiale in Europa.
Questa la tracklist:
- Doom or Destiny
- Long Time
- Already Naked
- Fun
- My Monster
- Best Day Ever
- Gravity
- When I Gave Up On You
- Love Level
- Too Much
- 11. Fragments
BITS-GALLERY: Ketty Passa, Era Ora Release Party, Milano Ohibò
Sergio Sylvestre: il "big boy" da Amici a Sanremo
Nel 2016 ha vinto Amici e tra pochi calcherà il palco di Sanremo.
A neanche un anno dalla vittoria alla quindicesima edizione del talent di anale 5, Sergio Sylvestre si prepara infatti ad affrontare il Festival tra i big con Con te, una ballad che racconta di una storia d’amore finita tra dubbi, insicurezze e tanti interrogativi alle spalle, e che può vantare la firma di Giorgia per il testo e dello stesso Sergio con Stefano Maiuolo per la musica.
Nella serata dedicata alla tradizione della canzone italiana, Sergio interpreterà insieme ai Soul System la cover di Nino Ferrer Vorrei la pelle nera, un inno al suo amato Rhytm and Blues.
Il 10 febbraio uscirà il suo primo, omonimo album di inediti.
Questa la tracklist:
1. The Last Kiss Goodbye
2. Running
3. Con te
4. Planes
5. Lucky Ones
6. Point of You
7. Running up the Hill
8. Come il sole ad ottobre
9. The Way You Are
10. Down We Go
11. Lie to Me
12. Honesty
A marzo Sergio sarà inoltre protagonista di due anteprime live: il 30 marzo a Roma (Orion) e il 31 aMilano (Magazzini Generali).
I biglietti saranno disponibili dalle ore 11.00 di mercoledì 1 febbraio su www.ticketone.it. Per info www.livenation.it – infoline 02 53006501
BITS-RECE: Roberto Cacciapaglia, Atlas. Un oceano di stelle
BITS-RECE: radiografia di un disco in una manciata di bit.
Non conosco Roberto Cacciapaglia – personalmente intendo -, ma sono pronto a scommettere che abbia l’animo di un sognatore. Non si spiegherebbe altrimenti come possa un musicista, per quanto ispirato e talentuoso, portare avanti una carriera di oltre un ventennio mantenendo viva quella spinta verso l’alto, quella tensione a rompere i confini tra i generi, a far sconfinare il pianoforte nell’elettronica e nella sperimentazione.
Uno lo può fare una volta, due, ma già al terzo disco l’esperimento ti viene male se non ci credi davvero, e per crederci devi essere sul serio convinto nella forza suggestiva della musica, nella sua capacità do portarti lontano, oltre il tempo e lo spazio.
Ecco, in 22 anni la musica di Cacciapaglia questa forza non l’ha mai persa: ha continuato a volare altissima, libera e soprattutto non ha mai temuto di contaminarsi.
Lo si capisce bene se si fanno scorrere le 28 tracce di Atlas – La riscoperta del mondo, la raccolta che il maestro, dopo aver musicato gli spettacoli dell’Albero della Vita a EXPO 2015, ha da poco pubblicato e nella quale ha riassunto il meglio della sua attività. In aggiunta, due brani inediti (Reverse e Mirabilis) e un omaggio a Bowie con una rivisitazione di Starman.
Un doppio album che è quasi inevitabile ascoltare pensando a un viaggio. Anzi, a una traversata sull’oceano a bordo di un vascello emerso dall’alba dei tempi. Un viaggio notturno tra flutti altissimi, talvolta minacciosi, mentre sopra di noi splende la più bella volta stellata che si sia mai vista.
La musica si fa tempesta, si fa tuono, si fa onda, il pianoforte è la spuma del mare, le percussioni il temporale, e poi ecco gli archi, le costellazioni. Si sovrappongono, si rincorrono, si condono, crescono e descrescono, il cuore si spaventa, si emoziona, si commuove, ma ecco che arriva la quiete e il viaggio riprende.
Sopraggiungono anche alcune sirene, con il loro canto immortale ed etereo, purissimo.
Atlas è un’unione perfetta di sinfonia, sperimentazione e suggestione imaginifica, slegata da ogni dimensione. Brani come Wild Side, Lucid Dream, Mirabilis, Celestia e The Future sono veri e propri sussulti alle corde dell’anima, momenti di bellezza abbagliante e commovente.
Ci vuole coraggio a continuare a sognare, ma chi riesce a farlo stringe tra le mani uno dei doni più preziosi.
#MUSICANUOVA: Mew, Carry Me To Safety
Dopo il fortunato ‘+ -‘ del 2015, i danesi Mew annunciano l’uscita del loro settimo album, Visuals, prevista per il 28 aprile 2017.
Come spiega il front-man Jonas Bjerre, “Durante il tour mondiale per ‘+ -‘ abbiamo avuto un picco creativo eccezionale, abbiamo scritto diversi brani on-the-road ed è scattata la scintilla. Ci sembrava giusto rompere il ciclo regolare facendo un album spontaneo, mantenendo l’energia generata da quel tour mondiale piuttosto che aspettare i normali tre o quattro anni”.
Visuals è infatti stato registrato e autoprodotto a Copenhagen in meno di un anno.
Ad aprirgli la strada è il sontuoso salto elettronico di Carry Me To Safety.
Se chiudete gli occhi, potreste ritrovarvi a volare…
Tokio Hotel, un ritorno colorato di elettronica
“Questo è il nostro ‘dream record’, l’album dei nostri sogni. L’album che abbiamo sempre sognato di registrare sin dagli inizi della nostra carriera, e finalmente lo abbiamo fatto”.
Dopo 3 anni di silenzio e dopo aver fatto andare in visibilio folle di adolescenti e aver venduto 3 milioni di dischi, quando ormai li pensavamo confinati sul ciglio dell’oblio, i Tokio Hotel sono pronti a tornare con il nuovo album Dream Machine, il quinto della carriera, nei negozi e in digitale dal 3 marzo e già disponibile in pre-order.
Il nuovo lavoro si preannuncia indirizzato soprattutto verso l’elettronica.
Il singolo apripista è What If, che racconta le sensazioni che si provano di fronte alle occasioni perse.
I Tokio Hotel presenteranno dal vivo Dream Machine in occasione dei due concerti che terranno in Italia il 28 marzo al Fabrique di Milano ed il 29 marzo all’Atlantico di Roma.
Cosa siamo diventati, il ritorno lieve (e doloroso) di Diodato
“Qui dentro c’è la storia che ho voluto raccontare, una storia probabilmente simile a tante altre, ma in fondo unica, come lo sono tutte.
C’è un vissuto fatto di fragilità, di sensi di colpa, di felicità, di incontri luminosi e distacchi dolorosi, di ombra e di luce, di caduta e di rinascita.
C’è la consapevolezza che tutto si arrende all’inarrestabile divenire delle cose”.
A tre anni dall’album d’esordio E forse sono pazzo, e dopo il tributo ai grandi della musica italiana con A ritrovar Bellezza, Diodato torna con un nuovo lavoro, Cosa siamo diventati: “Ho lavorato a lungo a questo album perché volevo potesse essere una fotografia nitida del mio vissuto e della mia attuale visione musicale. Ho cercato a lungo le parole giuste arrivando a scavare a fondo in un processo che talvolta, non lo nego, è stato anche doloroso. Volevo ci fosse tutta la verità, tutta la sincerità possibile. Cosa siamo diventati doveva rappresentarmi appieno e doveva anche essere un deciso passo in avanti rispetto ai miei precedenti lavori. Oggi posso dire d’essere davvero felice del risultato finale”.
Anticipato dal singolo Mi si scioglie la bocca, il nuovo album è stato in gran parte registrato in vere e proprie sessioni live in quella che fino a qualche anno fa era la casa di Renzo Arbore e che ancora oggi custodisce parte delle sue collezioni, migliaia di vinili, oggettistica singolare e giocattolini meravigliosi.
Tutto il lavoro produttivo successivo ha cercato di tutelarne l’intensità e di valorizzare il dialogo creatosi tra i musicisti.
Rykarda Parasol e l'album più triste del mondo
Secondo Rykarda Parasol, la distruzione ha lo stesso colore del corallo, che secondo la mitologia greca si sarebbe formato dal sangue di Medusa riversatosi in mare dopo che Perseo l’ebbe uccisa. Il potere della Gorgone torno così ad alimentare il mondo della natura e suo sangue pietrificato in corallo divenne un simbolo di vita, di forza e di passione.
Per questo l’artista statunitense l’ha messo in copertina, facendogli girare attorno l’intero suo ultimo album, intitolato per l’appunto The Color Of Destruction.
Tanto per fare un paragone noto, avete presente Lana Del Rey? Ecco, Rykarda Parasol ha la stessa attitudine al down umorale, e persino nel canto le assomiglia molto, solo che lo sa esprimere all’ennesima potenza, e con una notevole dose di classe in più. Senza contare che tra le due quella che è arrivata dopo è la Del Rey.
Dopo l’album Against The Sun, in cui si celebravano l’autonomia e l’indipendenza personali, The Color Of Destruction ruota su temi quali la rovina, la distruzione, il contrasto tra fuoco e acqua, inverno e primavera, nuovi dubbi di amletica memoria (“To Burn Or To Drown?”, ovvero “Bruciare o affogare?”), la perdita di controllo, e si distende lungo un tappeto di velluto sontuosamente pop che mescola sintetizzatori con violini, viole e flauti, mentre le voce della Parasol si scioglie come una glassa lasciata al sole.
Inutile dire che The Color Of Destruction è, almeno nei testi, un disco triste, tristissimo, persino decadente in alcuni tratti: basterebbe anche solo leggere i titoli dei brani per capirlo, ma la conferma arriva all’ascolto di pezzi come The Ruin And The Change, An Invitation To Drown e soprattutto la bellissima The Loneliest Girl In The World, un vero e proprio inno al blue mood, dove la mestizia tocca il suo più lacrimevole apice.
E allora, To Burn Or To Drown?
Ermal Meta riparte da Sanremo con Vietato morire
Un anno fa, proprio dal palco di Sanremo, iniziava l’avventura solista di Ermal Meta: dopo aver scritto per una nutrita schiera di artisti italiani, con Odio le favole il cantautore “ci ha messo per la prima volta la faccia”, guadagnandosi il terzo posto nella categoria dei Giovani.
A distanza di 12 mesi, dopo aver pubblicato un album – Umano – che ha incontrato grande favore da parte di pubblico e critica, Ermal torna sul palco dell’Ariston, questa volta tra i Big, con Vietato morire, una canzone che descrive la violenza sulle donne come sui bambini, senza retorica, senza lacrime, ma con un monito solido come un macigno: “ricorda di disobbedire perché è vietato morire”.
Proprio in occasione del Festival, venerdì 10 febbraio arriverà anche un album,Vietato morire, doppio CD in vendita a prezzo di un album singolo, che conterrà il disco precedente e 9 nuove canzoni, tra le quali Piccola Anima, che vede la partecipazione di Elisa, e La Vita Migliore, con Luca “Vicio” Vicini dei Subsonica.
Dal 27 gennaio in esclusiva sul sito Music First (www.musicfirst.it) saranno disponibili le copie autografate dell’album.
Sempre dal 27 gennaio l’album sarà in pre order su iTunes al prezzo speciale di lancio di 9.90 euro per i due dischi, mentre dal 10 febbraio il doppio su iTunes costerà 11.99 euro.