SANTI FRANCESI: venerdì 8 novembre è uscito l’ep “POTREBBE NON AVERE PESO”.

SANTI FRANCESI

Venerdì 8 novembre pubblicato l’ep
POTREBBE NON AVERE PESO

che include il singolo
Ho Paura di Tutto
già in radio e sulle piattaforme digitali

Dal 20 novembre dal vivo sui palchi più importanti con il


 “CLUB TOUR 2024”

 

E’ disponibile da venerdì 8 novembre “POTREBBE NON AVERE PESO” l’ep dei SANTI FRANCESI pubblicato su etichetta Numero Uno/Sony Music Italy.
Oltre al singolo “Ho paura di tutto”, già disponibile sulle piattaforme digitali e in radio, il nuovo lavoro di studio dei SANTI FRANCESI raccoglie altri cinque brani che sono una fotografia autentica, senza ritocchi, di Mario Francese e Alessandro De Santis, oggi.

Sei canzoni dall’impronta rock anni 2000, frutto di un esperimento di semplificazione e immediatezza che tiene conto solo di una loro urgenza espressiva. Le canzoni parlano di verità intime ed esprimono, forte, il desiderio di essere suonate su un palco.

“Il titolo è nato prima dell’EP e del brano stesso e spiega un concetto su cui ragioniamo da tempo e che riguarda non solo la musica, ma una certa idea, condivisa da entrambi, della vita. Solo in un secondo momento abbiamo deciso di attribuirlo a questo lavoro e a un brano in particolare” raccontano i SANTI FRANCESI.

“Ogni canzone, e quindi parola e suono, è concepita liberamente, senza immaginare un obiettivo o un destinatario. Potrebbe quindi rimanere sospesa, come un’eco.

Ma c’è qualcosa di magico che accade quando quei suoni, quei concetti, quelle immagini raggiungono qualcuno: se le canzoni vengono ascoltate, allora sì che acquistano un valore, un peso, una rilevanza, trasformandosi in qualcos’altro.
E quel condizionale all’inizio della frase diventa insieme un monito e una salvezza: la differenza la fanno, oggi e sempre, le persone”.

“Il lavoro in studio è stato tutto molto naturale” continuano i SANTI FRANCESI “a fine estate siamo entrati in questa casa vicino a Parma, noi due soli con Daniel Fasano che da anni suona la batteria nei nostri live, abbiamo preso in mano gli strumenti per sette giorni e abbiamo registrato tutto ciò che avevamo iniziato a creare tempo prima.”


Questa la tracklist di “POTREBBE NON AVERE PESO”:

  1. 1.     Ho paura di tutto
  2. 2.     Cose da piangere
  3. 3.     Parole e Crociate
  4. 4.     Quiete
  5. 5.     Gatti
  6. 6.     Potrebbe non avere peso

L’ep “POTREBBE NON AVERE PESO” sarà disponibile da venerdì 8 novembre in digitale su tutte le piattaforme (presalvalo qui). Il 45 giri contenente “HO PAURA DI TUTTO” e la title track “POTREBBE NON AVERE PESO” (già preordinabile a questo link) sarà disponibile dal 15 novembre. Preordinando il 45 giri sarà possibile accedere al firma copie con i SANTI FRANCESI durante il “CLUB TOUR 2024” di novembre e dicembre.

L’indole live dei SANTI FRANCESI e dell’ep “POTREBBE NON AVERE PESO” avrà il suo naturale sfogo nel “Club Tour 2024” che dal 20 novembre vedrà il duo protagonista sui palchi dei club più importanti.
Questo il calendario dei concerti prodotti da Vivo Concerti (info e biglietti su vivoconcerti.com):

“CLUB TOUR 2024”
calendario aggiornato

20 novembre | Venaria Reale (TO) – Teatro della Concordia
23 novembre | Padova – Hall
26 novembre | Firenze – Viper Theatre
29 novembre | Bologna – Estragon
03 dicembre | Molfetta (BA) – Eremo Club
05 dicembre | Napoli – Casa della Musica
10 dicembre | Milano – Fabrique
13 dicembre | Roma – Atlantico

 

Per info e biglietti www.vivoconcerti.com

SANTI FRANCESI sono un duo hard-pop composto da Alessandro De Santis (voce, chitarra, ukulele) e Mario Francese (producer, tastiere, synthesizer e basso).
Nel 2019 pubblicano “Tutti Manifesti”, album autoprodotto che raggiunge velocemente milioni di stream su Spotify e ad oggi ne conta oltre 6. Nel 2021 vincono Musicultura con il brano “Giovani Favolosi”, inserito anche come colonna sonora della terza stagione di Summertime. Nel 2023 partecipano e vincono X Factor al termine del quale pubblicano l’ep “in fieri” al quale segue il primo club tour.Nel 2024 partecipano alla 74° del Festival di Sanremo, sezione big, con il brano “L’amore in bocca” e per la serata delle cover si esibiscono con l’artista internazionale SKIN sulle note del brano di Leonard Cohen “Halleluja” che ottiene una standing ovation. Negli stessi giorni annunciano quattro concerti, andati sold out in pochissimi secondi, in due chiese sconsacrate di Milano e Napoli. La scorsa estate i SANTI FRANCESI pubblicano il singolo “tutta vera” e sono stati impegnati in una serie di concerti estivi nelle principali rassegne. Ora si preparano a tornare sui palchi dei principali club per presentare il nuovo progetto discografico “Potrebbe Non Avere Peso”.

“Love 679”. Il primo album dei Dov’è Liana tra amore, dancefloor e rivoluzione

“Love 679”. Il primo album dei Dov’è Liana tra amore, dancefloor e rivoluzione

Sono francesi, ma per la loro musica devono tantissimo all’Italia.

A cominciare dal nome con cui questi tre amici hanno scelto di farsi conoscere con il loro progetto, Dov’è Liana. Leggenda vuole che abbiano scelto di chiamarsi così dopo una vacanza trascorsa a Palermo, città che li ha stregati umanamente e musicalmente, perché – dicono – “a Palermo la musica è fatta per ballare”. E proprio a Palermo, alla Taverna Azzurra, pare abbiano conosciuto una ragazza di nome Liana, che li ha folgorati come un fulmine per poi scomparire come una Chimera. Da allora non l’hanno più incontrata, ma hanno voluto fissare quel momento nella memoria.

Il loro primo singolo, Perché piangi Palermo?, pubblicato nel 2020 e considerato ormai un classico dal popolo della club culture, era un dichiarato omaggio alla città siciliana ed è stato il primo passo di un percorso che li ha portati oggi a essere uno dei nomi più promettenti della dance europea.
I loro concerti sono per il pubblico sinonimo di festa e di condivisione, momenti per celebrare l’unione, l’amicizia, l’amore, l’accettazione, un’occasione per lasciare fuori dalla porta pregiudizi e ostilità: “Fare concerti è come fare l’amore, qualcosa da fare ovunque”, dichiarano con quel misto di candore e sarcasmo con cui pronunciano ogni parola.
Non è un caso comunque che quando ripensano al loro miglior concerto in Italia il ricordo vada al primo live in Santeria a  Milano, dove ci fu una vera e propria invasione sul palco da parte dei fan: quello era per loro il clima esatto che volevano creare.

Da quando hanno iniziato a fare musica hanno scelto di nascondere i loro volti dietro occhiali da sole e coloratissimi foulard, un outfit diventato ormai il loro iconico marchio di fabbrica, ma anche una precisa volontà di andare contro gli stereotipi.

Per i Dov’è Liana fare dischi, salire sul palco e mettersi dietro alla consolle significa prima di tutto ricreare quel clima di festa e di gioia che avevano sperimentato anni fa a Palermo, ed è esattamente con questo spirito che dopo essersi fatti conoscere con diversi singoli, arrivano alla pubblicazione del loro primo album, in uscita il prossimo 11 ottobre.

Il titolo è già emblematico, Love 679, un vero e proprio manifesto d’amore: per coglierne il significato bisogna pronunciarlo in inglese (“love six seven nine”). Il fatto che manchi il numero 8 non è casuale, dal momento che la pronuncia di eight richiama quella della parola hate, “odio”. Quindi 679 come un codice dell’amore, da cui è messo al bando l’odio. Un sorta di Peace & Love 2.0.

“Con questo album vogliamo creare la colonna della nostra generazione, per fare tutti insieme la rivoluzione”. Una rivoluzione in gran parte cantata in italiano, e che fa rima con festa, amore e inclusione.

Nelle tracce dell’album ci sono tutti gli elementi che in questi anni hanno fatto conoscere questi tre ragazzi d’Oltrealpe: c’è la house, ovviamente, che con i suoi bassi potenti e i synth luccicanti è il vero motore della loro musica; c’è il rock’n’roll, che brucia per esempio nel singolo Tutte le donne, una delle anticipazioni dell’album; e poi c’è il funky, forse la musica che più di tutte si addice al clima di festa che il gruppo intende ricreare. Non poteva poi mancare il french touch, con tutta la sua elettronica e i vocoder.

Ma, naturalmente, c’è spazio anche per rendere omaggio alla musica italiana, come in Postcards from Universe, un brano che si rifà direttamente alle ballate romantiche del cantautorato nostrano.
E parlando di musica italiana, tra le proprie fonti di ispirazione il gruppo cita prima di tutto Andrea Laszlo De Simone, poi Adriano Celentano, Giorgio Poi, Cosmo, Pop X e, in particolare per la scrittura, Rino Gaetano.

A conti fatti, forse è stato un bene che Liana sia apparsa e scomparsa nella vita di questi tre amici, lasciando in loro il ricordo poetico, e un po’ idealizzato, di un momento irripetibile, che loro cercano di tenere in vita sulla pista da ballo.

Non è semplicemente dance: dietro a quei synth, dietro a quella cassa in 4 e a quelle parole un po’ naïf si nasconde una nuova forma di romanticismo.

In contemporanea all’uscita dell’album, il trio partirà in tour, con una prima tappa speciale al Cabaret Sauvage l’11 ottobre 2024, per poi girare tra le principali città Europee, in apertura a L’Imperatrice, e in Italia con il 679 Winter Tour.

I biglietti sono disponibili online qui.

22 novembre 2024 @ Base – Milano 

23 novembre 2024 @ Black Zone – Firenze 

29 novembre 2024 @ Link – Bologna

30 novembre 2024 @ Cieloterra – Roma

07 dicembre 2024 @ Progresja – Varsavia, Polonia (in apertura a L’Imperatrice)

08 dicembre 2024 @ Columbiahalle – Berlino, Germania (in apertura a L’Imperatrice)

09 dicembre 2024 @ Roxy – Praga, Repubblica Ceca (in apertura a L’Imperatrice)

11 dicembre 2024 @ Konzerthouse – Vienna, Austria (in apertura a L’Imperatrice)

12 dicembre 2024 @ X Fra – Zurigo, Svizzera (in apertura a L’Imperatrice)

13 dicembre 2024 @ Thonex – Ginevra, Svizzera (in apertura a L’Imperatrice)

20 dicembre 2024 @ Hiroshima Mon Amour – Torino

21 dicembre 2024 @ Zō – Catania

 

“143”, perché l’ultimo album di Katy Perry non funziona?

“143”, perché l’ultimo album di Katy Perry non funziona?

Nel momento in cui scrivo, 143, ultima fatica discografica di Katy Perry, non ha ancora fatto la sua comparsa nelle classifiche, ma le previsioni del debutto sono tutt’altro che rosee.

Diciamocelo però, un po’ lo sapevamo: o Katy tirava fuori l’album del millennio, capace di risollevarle la carriera, oppure il destino del disco era già segnato ancora prima della sua pubblicazione. Colpa, purtroppo, dei due precedenti album, Witness (2017) e Smile (2020), non esattamente campioni di vendite, che hanno appannato l’aura di invincibilità di cui la Perry si era circondata nei primi anni ’10, ai tempi di Teenage Dream (2010) e Prism (2013). Due album fortissimi, che le hanno fatto guadagnare record su record. Basti ricordare che grazie ai singoli estratti da Teenage Dream, Katy Perry è stata l’unica artista – al pari di Michael Jackson – ad aver piazzato 5 canzoni dello stesso album al vertice della classifica americana. E poi sono arrivati, Roar e Dark Horses, estratti da Prism, entrambi certificati diamante negli USA.

Insomma, fino a una decina di anni fa Katy Perry sembrava l’incarnazione terrena del pop, l’artista capace di mettere d’accordo tutti. Se Madonna iniziava a perdere appeal sul pubblico più giovane, Britney e Christina erano in una fase calante della carriera, Lady Gaga destabilizzava con i look eccessivi e le scelte musicali non sempre digeribilissime (vedi alla voce Artpop), Katy era tutto ciò che al pop si poteva chiedere: canzoni super catchy e immagine rassicurante.

Poi, dicevo, è arrivato Witness, e quel magico mondo fatto di colori pastello e suoni zuccherati ha perso il suo mordente. Peggio ancora è andata a Smile, tre anni più tardi. Si potrebbe star qui ad analizzare il perché di quella débâcle, ma sarebbe un esercizio inutile. Accontentiamoci di sapere che è andata così.

Lo scorso luglio, a distanza di 4 anni, Katy torna è tornata, e ovviamente la notizia del suo comeback ha fatto tremare i muri e nutrito le aspettative. Aspettative che si sono però afflosciate come un sufflè malriuscito non appena è stato pubblicato il singolo della nuova era discografica, Woman’s World. Una canzone mediocre e facilona, che oggi troverebbe forse la sua giusta collocazione nel disco di qualche emergente. Invece è stato il brano di punta per il lancio del nuovo progetto. Catastrofe…
Troppo scontato, troppo semplice, troppo sfacciatamente ruffiano; e non è bastato neanche il messaggio femminista, davvero troppo annacquato per il mercato discografico del 2024.

La scelta di pubblicare in fretta e furia un secondo singolo (Lifetimes) e poi un terzo (I’m His, He is Mine) in poco più di un mese è stata la famosa pezza che ha fatto più danni del buco.
Troppo evidente la necessità di correre ai ripari, ma niente da fare, i due brani sono passati praticamente inosservati.

Restava da sperare che il resto fosse migliore.

Ora che l’album è uscito, possiamo tirare le somme, e capire perché poteva essere – e probabilmente sarà – un altro flop.

Molto semplicemente, 143 è un disco anonimo e superficiale. Un album che sembra essere rimasto fermo al 2013: forse per non correre rischi, Katy Perry ha scelto di riproporre le stessa ricetta che l’ha portata alla gloria. Peccato che siano passati più di 10 anni da allora, e che le cose siano cambiate un po’.
Prima di tutto, ci si augura che il pubblico che seguiva Katy anni fa sia cresciuto insieme a lei, e oggi si aspetti qualcosa di più maturo. E poi in questi anni il mondo del pop è stato rivoluzionato: solo per restare nell’universo femminile, sono arrivate creature come Billie Eilish e Taylor Swift (che nel 2013 esisteva già, ma era pressochè “confinata” al country) che ci hanno mostrato che si può essere pop e mainstream senza puntare tutto sulla semplicità. Non che loro siano state innovative in questo, ma sicuramente hanno abituato il pubblico di oggi a un ascolto diverso.

Presentato come un disco celebrativo dell’amore fin dal titolo – 143 sarebbe una forma in codice di “I love you”, sai che roba… – il settimo lavoro di Katy Perry si rivela essere una raccolta di pezzi buoni per ballare una sera, può essere la colonna sonora di un pigiama party, ma non è, oggi, quello che ci si aspetta da un nome del suo calibro.

I suoni pescano a pienissime mani dalla dance degli anni ’90 (I’m His, He’s Mine contiene anche un sample di Gypsy Woman, successo house del 1991), e questo poteva essere un buonissimo fil rouge. Ma oltre c’è ben poco di scoprire.

La sensazione è Katy Perry si sia fatta contagiare dalla sindrome di Peter Pan, e sia rimasta incagliata in una sorta di eterna giovinezza, convinta che dare ai fan un nuovo carico di canzoni-confetto sarebbe bastato ad accendere il loro entusiasmo come in passato. Ma così non è stato.

Quello che è mancato è stato prima di tutto la voglia di cambiare, evolversi, far vedere di essere altro rispetto a quello che tutti già conoscevano; e poi è mancato il coraggio di alzare la famosa asticella.

Intendiamoci, non tutto quello che è in 143 è da cestinare: Crush per esempio è un buon pezzo, ed è uno dei pochi che si fanno ricordare (anche qui c’è stata una ripresa dal passato, da My Heart Goes Boom). Così come non sono male Nirvana e Wonder. Ma tre pezzi passabili non sono abbastanza a fare un buon disco.

Infine, una considerazione a margine: tra le critiche mosse all’album vi sono state anche quelle di chi ha biasimato la scelta della Perry di lavorare con Dr. Luke, figura assai controversa nel musicbiz per via della vicenda processuale che lo ha visto coinvolto dopo le accuse mosse da Kesha.
Senza entrare nel merito della questione, sono abbastanza sicuro che il tallone d’Achille del disco abbia ben poco a che spartire con la condotta morale di Dr.Luke.

143 è un disco mediocre, punto e basta.

Laurie Anderson: Il nuovo album ’Amelia’ esce a 8 anni dal precedente.

Laurie Anderson

Il nuovo album ’Amelia’

È il suo primo album di inediti dal 2018

L’album racconta la storia del tragico ultimo volo di Amelia Earhart;
La Anderson è affiancata dalla Filharmonie Brno, da Dennis Russell Davies e da un ensemble che comprende Anohni, Rob Moose e Marc Ribot

“It was the sound of the motor I
remember the most
Takeoff May 20th 1937 Oakland
California
The idea? To fly from California
back to California
To circle the world from
east to west
And to become the first woman
to circumnavigate the earth
I see something shining. North.
Northwest.”

“To Circle the World,” Amelia

Nonesuch Records pubblica Amelia di Laurie Anderson. Amelia è il primo album di inediti della vincitrice del Grammy Lifetime Achievement Award 2024 dopo Landfall del 2018. Il disco comprende ventidue brani che raccontano il tragico ultimo volo della celebre aviatrice Amelia Earhart. La Anderson, che secondo Pitchfork “vede il futuro, ma inizia prestando attenzione”, ha scritto la musica e i testi di questa opera narrativa soggettiva. Nell’album l’artista è affiancata dall’orchestra ceca Filharmonie Brno, diretta da Dennis Russell Davies, e da Anohni, Gabriel Cabezas, Rob Moose, Ryan Kelly, Martha Mooke, Marc Ribot, Tony Scherr, Nadia Sirota e Kenny Wolleson. Il singolo dche anticiperà l’album è “Road to Mandalay” e sarà anche disponibile una stampa in edizione limitata autografata dalla Anderson è disponibile con i pre-ordini sul Nonesuch Store.

La Earhart è stata un’appassionata pioniera dell’aviazione, divenuta famosa per essere stata la prima donna ad attraversare l’Atlantico, nel 1932. Cinque anni dopo, intraprese il giro del mondo in aereo. Prima che potesse completare il viaggio, il suo aereo scomparve senza lasciare traccia e non è mai stato ritrovato. “Le parole usate in Amelia sono ispirate ai suoi diari di pilota, ai telegrammi che scrisse al marito e alla mia idea di ciò che una donna che vola intorno al mondo potrebbe pensare”, dice la Anderson. Presentato per la prima volta alla Carnegie Hall nel 2000, la pièce aggiornata è stata recentemente eseguito in tutta Europa.

Laurie Anderson è una delle più rinomate e audaci pioniere creative americane. Il suo lavoro, che comprende musica, arte visiva, poesia, film e fotografia, ha sfidato e deliziato il pubblico di tutto il mondo per più di quarant’anni. In un recente profilo di 60 Minutes, Anderson Cooper ha detto che lei “è una pioniera dell’avanguardia, ma… questo non basta a descrivere ciò che crea”. Il suo lavoro non si vende nelle gallerie. È vissuto dal pubblico che viene a vederla esibirsi: cantando, raccontando storie e suonando strani violini di sua invenzione… [mescola] il bello e il bizzarro, sfidando il pubblico con omelie e umorismo. Sfuma i confini tra musica, teatro, danza e cinema”. Il Washington Post di lei ha detto che “non si limita a raccontare storie; tira fuori ogni parola con una sorta di piacere fisico, assaporandone il sapore mentre sonda i misteri quotidiani della vita”, e il Guardian ha definito la Anderson “una delle grandi artiste e narratrici popolari del nostro tempo”.

Laurie Anderson ha pubblicato il suo primo album con la Nonesuch Records nel 2001,  un disco apprezzato dalla critica intitolato ‘Life on a String’. Le sue uscite successive con l’etichetta includono ‘Live in New York’ (2002), ‘Homeland’ (2010), la colonna sonora dell’acclamato film ‘Heart of a Dog’ (2015) e la collaborazione con il Kronos Quartet, vincitrice di un Grammy, ‘Landfall’ (2018). Inoltre, il film in realtà virtuale di Laurie Anderson ‘La Camera Insabbiata’, con Hsin-Chien Huang, ha vinto il premio della Mostra del Cinema di Venezia 2017 per la migliore esperienza VR e, nel 2018, Skira Rizzoli ha pubblicato il suo libro ‘All the Things I Lost in the Flood: Essays on Pictures, Language and Code’ ossia la raccolta più completa delle sue opere d’arte fino ad oggi.

Tra le mostre e le installazioni recenti di Laurie Anderson figurano ‘Habeas Corpus’ al Park Avenue Armory di New York; la sua più grande mostra fino ad oggi, ‘The Weather’, allo Smithsonian’s Hirshhorn Museum of Modern Art di Washington; e ‘Looking into a Mirror Sideways’ al Moderna Museet di Stoccolma, che è stata la sua più grande mostra europea fino ad oggi. Recentemente la Anderson è stata in tournée con i Sex Mob, dove ha eseguito il suo pezzo ‘Let X=X’. All’inizio dell’anno le è stata conferita la Medaglia Stephen Hawking 2024 per la comunicazione scientifica, insieme a Christopher Nolan e David Attenborough, e l’Unione Astronomica Internazionale ha nominato un pianeta minore in suo onore: Asteroide 270588, Laurieanderson.

La Nonesuch ha pubblicato un’edizione rimasterizzata dell’album Big Science, pietra miliare della Anderson del 1982, nel 2007 per il suo venticinquesimo anniversario, seguita da una ristampa in vinile LP nel 2021; il suo amato singolo, “O Superman”, è diventato a sorpresa un successo virale su TikTok all’inizio di quest’anno.

NELLY FURTADO: il nuovo album “7” in uscita il 20 settembre in tutto il mondo.

HA SEGNATO LA STORIA DEL POP CON TANTISSIME HIT

ANDATE ALLA #1 IN TUTTO IL MONDO

E INFLUENZANDO LE GENERAZIONI DI ARTISTI A VENIRE

20 MILIARDI DI STREAM TOTALI

E OLTRE 35 MILIONI DI COPIE VENDUTE IN TUTTO IL MONDO,

AMATISSIMA ANCHE DALLA GEN Z

CHE STA RISCOPRENDO I SUOI BRANI VIRALI SUI SOCIAL

NELLY FURTADO

ANNUNCIA IL SUO NUOVO ALBUM

“7”

IN USCITA IL 20 SETTEMBRE IN TUTTO IL MONDO

 

 

L’artista vincitrice ai Grammy Awards, Nelly Furtado, annuncia il suo attesissimo nuovo album in studio, intitolato “7”, in uscita in tutto il mondo a partire dal 20 settembre.

“7” è il lavoro più ispirato e personale della popstar finora ed è il culmine di 4 anni di ‘riscoperta artistica’.

Dopo un periodo trascorso a focalizzarsi sulle proprie energie e sull’essere mamma, Nelly Furtado ha sentito il richiamo magnetico di tornare in studio. “Ho iniziato ad uscire di nuovo e continuavo a sentire le mie canzoni che venivano suonate e remixate dai DJ e allo stesso tempo la mia figlia maggiore mi mostrava continuamente come la comunità online e nuovi fan appartenenti alla GEN Z stavano riscoprendo la mia musica, 20 anni dopo” – ha commentato la Furtado. “Ho sentito la chiamata”.

Da vera cantautrice prolifica quale è, la Furtado ha scritto circa 400 canzoni e collaborato con vari artisti, autori, musicisti e produttori provenienti da tutto il mondo per il nuovo album, realizzato negli ultimi 4 anni. “Ho ritrovato la mia voce” – riflette Nelly – “sono tornata in studio per ritrovare la mia identità artistica. Ho riflettuto molto e fatto un lungo lavoro su me stessa durante questi sette anni trascorsi fuori dalla musica, perciò ho portato questa mia crescita personale in studio. Questo album è molto personale. Riflette il mio percorso attraverso varie fasi: l’essere delusi in amore, il ritrovare di nuovo fiducia come artista, la gioia e la voglia di festeggiare quando ci si nutre delle proprie passioni e quando ci si sente parte di una comunità”.

Il suo nuovo singolo s’intitola “Corazón”, realizzato in collaborazione con Bomba Estéreo, band candidata ai Grammy Awards. È una delle prime canzoni che la Furtado ha scritto per il nuovo progetto. Grazie ad un’amicizia in comune, è entrata in contatto con Liliana Saumet dei Bomba Estéreo, trovandosi a prendere subito un aereo per trascorrere del tempo con lei a Santa Marta in Colombia, iniziando a creare nuova musica. Circondata dal supporto di altre donne, la Furtado ha trovato un senso di comunità tra le compagne artiste che come lei erano anche madri, ritrovando così la sua voce come artista. “Corazón” è nata dunque in Colombia assieme a Liliana e mescola nel testo lingua inglese e spagnola, il tutto condito da melodie dolci, ritmi pulsanti e suoni eclettici, testimonianza della musica innovativa che ha sempre contraddistinto Nelly e catturato milioni di ascoltatori in tutto il globo.

Il brano è il secondo singolo tratto dal disco dopo “Love Bites” con Tove Lo e SG Lewis. Il brano ha accumulato oltre 13 milioni di stream e ricevuto il plauso della critica.

“7” è disponibile per il pre-order in esclusiva in formato fisico sullo shop di Universal Music Italia (LP Silver Standard, LP White Esclusivo e CD autografato).

L’icona indiscussa del pop di inizio millennio ha raggiunto un nuovo gruppo di fan appartenenti alla Gen Z, che hanno riscoperto le sue hit multiplatino e le hanno fatte diventare virali sui social e sulle piattaforme. L’artista iconica Billie Eilish ha dichiarato in una recente intervista “di stare ascoltando, in questo momento, solo la musica di Nelly Furtado e che è la sua ‘vibe’ ”.

Nel solo 2023 ha accumulato oltre 1 miliardo e mezzo di stream ed è entrata a far parte dello “YouTube Billion Views Clubcon la sua hit “Say It Right” che ha raggiunto oltre 1 miliardo di visualizzazioni.

Talentuosa cantautrice e musicista, Nelly Furtado ha accumulato oltre 20 miliardi di stream globali e venduto oltre 35 milioni di dischi. Nella sua carriera si è esibita in tour tutti sold-out nelle arene di tutto il mondo e ha vinto premi prestigiosissimi (tra cui 1 Grammy Award), che ne hanno fatto una delle artiste più rispettate del business musicale globale.

Impossibile dimenticarsi di album come Loose, Whoa Nelly Folklore o di hit come “I’m Like a Bird”, “Powerless (Say What You Want)”, “Promiscuos”, “Maneater”, “Say It Right”, “All Good Things (Come to an End)” o “Manos al Aire” che hanno fatto emozionare e ballare un’intera generazione. Nei soli Stati Uniti, la Furtado ha avuto ben tre brani alla n.1 della classifica Billboard Hot 100 e cinque brani nella top10 della medesima chart. I suoi video hanno oltre 2 miliardi di visualizzazioni su YouTube. Il suo album in lingua spagnola, “Mi Plan”, le ha fatto vincere anche il Latin Grammy nella categoria “Best Female Pop Vocal”. Nel 2012 è seguito il disco “The Spirit Indestructible” e nel 2017 è uscito l’album pubblicato da indipendente “The Ride”.

Recentemente si è riunita con lo storico produttore Timbaland e con il collega Justin Timberlake a 16 anni dall’indimenticabile hit “Give it To Me”, pubblicando il singolo “Keep Going Up”.

Quest’anno Nelly Furtado si è esibita  al Lollapalooza e al Coachella, ha tenuto un concerto per la serie Tiny Desk Concert, è stata co-headliner assieme ad Ed Sheeran al Fan Fest EURO 2024 con cui ha improvvisato una sessione musicale nel backstage cantando “I’m Like a Bird”.

DAVID GILMOUR: il 6 settembre il leggendario artista pubblicherà il nuovo album di inediti “LUCK AND STRANGE”

DAVID GILMOUR

IL NUOVO ALBUM DI INEDITI

LUCK AND STRANGE

IN USCITA IL 6 SETTEMBRE

Disponibile in pre-order e pre-save

6 DATE AL CIRCO MASSIMO DI ROMA

27/28/29 settembre 2024

1/2/3 ottobre 2024

ANTEPRIMA MONDIALE DEL TOUR

unici concerti nell’Europa continentale

Il 6 settembre il leggendario artista britannico DAVID GILMOUR pubblicherà il nuovo album di inediti “LUCK AND STRANGE“, a distanza di 9 anni dal precedente. Cresce l’attesa anche per il suo tour mondiale, che partirà proprio dall’Italia con 6 date al Circo Massimo di Roma (dal 27 settembre) destinato a diventare uno degli eventi live più importanti dell’anno!

Luck and Strange” uscirà in digitale, vinile e cd. È disponibile in pre-order e pre-save.

Luck and Strange” sarà composto da 9 tracce (8 inediti più la rielaborazione di “Between Two Points“).

Sono stati rivelati anche i dettagli delle edizioni limitate deluxe di “Luck and Strange“, che includeranno tracce bonus e un libro rilegato molto speciale pubblicato da Thames & Hudson, con fotografie esclusive scattate da Polly Samson durante la registrazione dell’album. Le edizioni deluxe saranno limitate a una sola tiratura. Inoltre, sono disponibili per il mercato italiano i seguenti formati: Vinile Trasparente Colorato Bottle Glass & Vinile Trasparente Orange Crush in esclusiva per Sony Music Store; Vinile Smeraldo Traslucido e Vinile Blu Mare Traslucido in esclusiva per Discoteca Laziale; Vinile Argento in esclusiva per IBS.it e Feltrinelli.it; Vinile Bianco Opaco e CD con cover alternativa in esclusiva per Amazon.

“Luck and Strange” è stato registrato nell’arco in cinque mesi tra Brighton e Londra.

Il disco è stato prodotto da David Gilmour e Charlie Andrew, noto per il suo lavoro con Alt-J e Marika Hackman.

Oltre alla voce e all’arpa di Romany Gilmour e ai cori di Gabriel Gilmour, i musicisti che hanno contribuito a “Luck and Strange” includono Guy Pratt e Tom Herbert al basso, Adam Betts, Steve Gadd e Steve DiStanislao alla batteria, Rob Gentry e Roger Eno alle tastiere, con arrangiamenti di archi e coro di Will Gardner. Nella title track è presente anche il compianto tastierista dei Pink Floyd Richard Wright (registrata nel 2007 durante una jam in un fienile a casa di David).

L’immagine di copertina dell’album, fotografata e disegnata da Anton Corbijn, è ispirata a un testo scritto da Charlie Gilmour per la canzone finale dell’album “Scattered“.

La maggior parte dei testi dell’album è stata composta da Polly Samson, co-scrittrice e collaboratrice di Gilmour negli ultimi trent’anni.

Sono stati rivelati anche i dettagli delle edizioni limitate deluxe di “Luck and Strange”, che includeranno tracce bonus e un libro rilegato molto speciale pubblicato da Thames & Hudson, con fotografie esclusive scattate da Polly Samson durante la registrazione dell’album. Le edizioni deluxe saranno limitate a una sola tiratura. Inoltre, sono disponibili per il mercato italiano i seguenti formati: Vinile Trasparente Colorato Bottle Glass & Vinile Trasparente Orange Crush in esclusiva per Sony Music Store; Vinile Smeraldo Traslucido e Vinile Blu Mare Traslucido in esclusiva per Discoteca Laziale; Vinile Argento in esclusiva per IBS.it e Feltrinelli.it; Vinile Bianco Opaco e CD con cover alternativa in esclusiva per Amazon.

David Gilmour ha annunciato i suoi primi spettacoli dal vivo in Italia dopo otto anni, a sostegno del suo nuovo album “Luck and Strange”. Gli spettacoli si svolgeranno a Roma il 27, 28 e 29 settembre e l’1, 2 e 3 ottobre e saranno anteprima mondiale e unici spettacoli nell’Europa continentale. Gli show si terranno nello straordinario scenario del Circo Massimo, uno dei luoghi più suggestivi della Capitale, che ospiterà l’evento anche grazie alla fondamentale collaborazione di Comune di Roma e Ministero della Cultura.

La band dal vivo include Guy Pratt al basso, Greg Phillinganes e Rob Gentry alle tastiere, Adam Betts alla batteria, Ben Worsley alla chitarra, e Louise Marshall insieme a Hattie e Charley Webb ai cori.

All’interno del Circo Massimo verrà allestita un’arena costruita appositamente per l’occasione con tutti posti a sedere, una struttura che offrirà agli spettatori la possibilità di godere del concerto nella massima comodità, circondati da uno scenario mozzafiato. Frecciarossa è treno ufficiale, a partire dal 20 maggio chi ha un biglietto per il concerto può acquistare su Trenitalia.com i biglietti dell’offerta FrecciaMUSIC con sconti dal 30% all’80% sul prezzo base per raggiungere comodamente Roma!

Cinque canzoni (più una) per ricordare Sinéad O’Connor a un anno dalla morte

Cinque canzoni (più una) per ricordare Sinéad O’Connor a un anno dalla morte

Il 26 luglio2023 ci lasciava improvvisamente Sinéad O’Connor.

Interprete, autrice, musicista, nonostante difficili vicende personali e una carriera non sempre fortunatissima, la sua indole ribelle e la sua voce chiarissima l’hanno resa una delle icone degli anni ’90. La sua fama è legata soprattutto a Nothing Compares 2 U, ma la sua discografia è colma di episodi non meno preziosi, che meritano di essere riscoperti.

Sfogliando tra i suoi album, ne proponiamo cinque (+1 bonus):

1 – Troy, dall’album “The Lion and the Cobra”. Il suo primo singolo. Epico, drammatico, incandescente. Si parla della fine di un amore, una preghiera che volge in dichiarazione di guerra. 6 minuti e mezzo attraversati da una tensione compatta. La voce di O’Connor splende, il suo canto è limpidissimo e violento allo stesso tempo.

2 – The Emperor’s New Clothes, dall’album “I Do Not Want What I Haven’t Got”. Siamo al secondo album, quello che ha dato a O’Connor la grande notorietà. Nel brano manifesta insofferenza verso le pressioni da parte del pubblico e non nasconde i timori per come potrebbe cambiare la sua vita. A posteriori, una profezia.

3 – Why Don’t You Do Right?, dall’album “Am I Not Your Girl?”. Ormai interprete pop-rock affermata, al terzo disco O’Connor compie una virata e propone una raccolta di cover in chiave jazz, tra cui questa. Il disco è tra i meno conosciuti della sua discografia, ma resta la testimonianza di un’artista che non ha mai avuto paura di lasciare la strada già tracciata.

4 – No Man’s Woman, dall’album “Faith & Courage”. È il singolo di lancio del quinto album, pubblicato dopo alcuni anni di silenzio. O’Connor si presenta come una combattente fiera e indipendente, e il rock è la sua arma.

5 – Take Me to Church, dall’album “I’m not Bossy, I’m the Boss”. Arriviamo all’ultimo disco, pubblicato nel 2014. Il brano è un flusso di coscienza ininterrotto e impetuoso, un fiume di parole che sembrano voler cancellare il passato, alla ricerca di redenzione e perdono. Da qualche anno la sua voce è più increspata di un tempo, ma le sue corde emotive sono sempre tesissime.

Bonus: Special Cases. Un brano dei Massive Attack a cui Sinéad ha prestato la voce. Anno 2003; il gruppo inglese pubbica l’album “100th Window” e sceglie questo brano come singolo di punta. Ci troviamo nei territori del trip-hop e la voce di O’Connor è il velluto perfetto per rivestire quelle atmosfere oscure.

“The Miseducation of Lauryn Hill” è il miglior album di tutti i tempi secondo Apple Music

“The Miseducation of Lauryn Hill” è il miglior album di tutti i tempi secondo Apple Music

I 100 migliori album di Apple Music è la classifica dei più grandi dischi mai realizzati nel XXI secolo, stilata dal team di esperti di Apple Music insieme a un gruppo selezionato di artisti, cantautori, produttori e professionisti del settore.

L’elenco è una selezione editoriale, del tutto indipendente da qualsiasi numero di streaming su Apple Music: una dichiarazione d’amore ai dischi che hanno plasmato il mondo di chi ama la musica.

A partire dal 13 maggio scorso, Apple Music ha progressivamente svelato le posizioni della classifica, fino ad arrivare a svelare la top 10 il 22 maggio, con l’incoronazione di The Miseducation of Lauryn Hill al primo posto.

Per festeggiare, Zane Lowe e Ebro Darden di Apple Music si sono seduti con il leggendario produttore discografico, scrittore e interprete Nile Rodgers e con l’artista e produttrice nominata ai Grammy, Maggie Rogers, per riflettere sulla lista durante una speciale tavola rotonda trasmessa su Apple Music.

Dopo aver ricevuto la notizia, Lauryn Hill ha dichiarato ad Apple Music: “Questo è il mio premio, ma è un racconto ricco e profondo, che coinvolge tante persone, tanti sacrifici, tanto tempo e tanto amore collettivo”.

Di seguito l’intera top 10.

1. The Miseducation of Lauryn Hill (1998), Lauryn Hill

Il primo – e unico – album in studio da solista di Lauryn Hill è stato un terremoto nel 1998: uno sguardo incredibilmente crudo e profondo nel paesaggio spirituale non solo di una delle più grandi star dell’epoca, ma dell’epoca stessa. Era, e rimane, un talento unico nel suo genere, la cui ispirazione e innovazione può essere ascoltata attraverso i decenni. Gli artisti elaborano lunghe discografie sperando di realizzare un’opera coesiva abbastanza risonante da rimodellare la cultura e iscrivere il proprio autore nel pantheon della musica; Lauryn Hill l’ha fatto in una sola volta.

2. Thriller (1982), Michael Jackson

Ci sono pochi album pop, o addirittura opere d’arte, che denotano un cambiamento totale nel tempo e nello spazio come Thriller di Michael Jackson nel 1982. Non ha fatto altro che definire il moderno blockbuster pop e ridefinire l’ambito e la diffusione della musica. Sette dei nove brani originali sono entrati nella top 10 dei singoli e l’album è diventato uno dei più venduti di sempre.

3. Abbey Road (1969), The Beatles

Abbey Road dei Beatles è una raccolta di canzoni senza età e senza eguali di una band che ha cambiato il mondo al suo apice creativo. L’undicesimo e penultimo album della band rappresenta niente di più e niente di meno che quattro esseri umani estremamente dotati che suonano insieme una canzone indelebile dopo l’altra nella stessa stanza.

4. Purple Rain (1984), Prince & The Revolution

Con metà della sua tracklist composta da singoli da top 10, questa colonna sonora è ciò che ha veramente trasformato Prince Rogers Nelson in uno degli artisti pop più facilmente riconoscibili e distintivi di sempre. Prince è stato spesso paragonato a Jimi Hendrix per il modo in cui mescolava musica bianca e nera, sacra e profana. La realtà è che non aveva precedenti allora e non ha paragoni oggi.

5. Blonde (2016), Frank Ocean

Sebbene Blonde racchiuda 17 brani in un’ora scarsa, si tratta di una palette di idee molto vasta, che testimonia l’intelligenza di sventolare la propria bandiera artistica e di confidare nel fatto che il pubblico saprà accoglierla. E così è stato. E Ocean si è affermato come un artista generazionale particolarmente adatto alle complessità e ai cambiamenti convulsi del secondo decennio del XXI secolo.

6. Songs in the Key of Life (1976), Stevie Wonder

Nel 1974, Stevie Wonder era la popstar più apprezzata dalla critica mondiale, ma stava anche pensando di abbandonare del tutto l’industria musicale. Così, quando due anni dopo uscì Songs in the Key of Life, la risposta fu talmente ampia che divenne, all’epoca, l’album venduto più velocemente nella storia. L’album, che dura quasi 90 minuti, è melodico senza sforzo, di ampio respiro e profondamente personale. Dal punto di vista sonoro, culturale ed emotivo, Songs in the Key of Life è molto più di una gigantesca raccolta di canzoni: rappresenta un’autentica visione del mondo.

7. good kid, m.A.A.d city (2012), Kendrick Lamar

Il secondo album di Kendrick Lamar, good Kid, M.A.A.D. City, è uno dei dischi hip-hop più importanti del 21° secolo. Gli storici dell’hip-hop della West Coast, come Snoop Dogg e Dr. Dre, hanno consacrato Lamar per portare avanti l’eredità del gangsta rap, e l’eredità di questo album è un esempio cruciale di narrazione americana che ha affermato il futuro vincitore del Premio Pulitzer come forse il più abile scrittore della sua generazione.

8. Back to Black (2006), Amy Winehouse

La voce ultraterrena e senza tempo di Amy Winehouse rende la sua musica diversa, non tanto in un tentativo di ricreare il passato, quanto di onorare la musica che amava pur rimanendo fedele alla figura trash-talking e autoironica che era. Il suono di Back to Black potrebbe piacere ai fan del retro-soul e ai classicisti del jazz, ma l’attitudine è più vicino al rap. Sì, era divertente. Ma non scherzava affatto.

9. Nevermind (1991), Nirvana

Nevermind e la traccia di apertura Smells Like Teen Spirit non segnarono solo un’improbabile svolta per il trio di Seattle, ma sconvolsero la cultura popolare in modi mai visti prima e da allora. Il punk è diventato pop, il grunge si è diffuso in tutto il mondo, i muri dell’industria sono andati in frantumi e il cantante Kurt Cobain è stato consacrato come voce riluttante di una generazione bisognosa di espiazione, il tutto apparentemente da un giorno all’altro.

10. Lemonade (2016), Beyoncé

Il sesto album di Beyoncé, che ha stravolto il concetto di genere: è furioso, sfidante, angoscioso, vulnerabile, sperimentale, muscolare, trionfante, umoristico e coraggioso: una vivida dichiarazione personale, rilasciata senza preavviso in un momento di pubblico scrutinio e di sofferenza privata. Ogni secondo di Lemonade merita di essere studiato e celebrato.

L’elenco completo dei 100 album è disponibile qui.

Le “Lune di Gaza” di Ninotchka contro il genocidio

Le “Lune di Gaza” di Ninotchka contro il genocidio

Lune di Gaza è il nuovo singolo di Ninotchka, il progetto musicale di Mimmo Pesare, con la collaborazione di Amerigo Verardi alla voce.

Il singolo, nato come una instant-song, è esplicitamente dedicato al genocidio in atto a Gaza.

Lune di Gaza è una malinconica ballad in bilico tra vapor-wave (si noti la citazione di All cats are gray, quasi un omaggio ai Cure di Faith, nel sample di batteria) e il rodato stile musicale di Ninotchka, sul crinale tra cantautorato ed elettronica innestata ad arrangiamenti orchestrali e chitarre post-rock.
“Lune di Gaza” è una canzone contro la guerra: il testo non ne fai mai esplicito riferimento, ma la voce fuori campo di una inviata ne fa arrivare gli echi, mentre Amerigo Verardi canta della bellezza della Luna nel cielo di Gaza, un “piccolo ristoro/ in cui poter precipitare”.
Lune di Gaza esce in versione digital-45 con un lato B che include Le nostre ore contate, cover di Ninotchka contenuta in “Stagioni.  Tributo ai Massimo Volume”.

Thom Yorke firma la colonna sonora di “Confidenza”. Ed è una meraviglia

Thom Yorke firma la colonna sonora di “Confidenza”. Ed è una meraviglia

Thom Yorke torna a guardare al cinema, e – diciamocelo con un pizzico di orgoglio – al cinema italiano. Dopo aver formato le musiche per il remake di Suspiria di Luca Guadagnino, il musicista e compositore inglese pone ora il suo nome sulla colonna sonora di Confidenza, il nuovo film di Daniele Luchetti.

La pellicola, che vede protagonisti Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati e Isabella Ferrari, è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Domenico Starnone.

La colonna sonora è stata prodotta da Sam Petts-Davies, e – come era stato per Suspiria – vede Petts-Davies e Yorke lavorare ancora con la London Contemporary Orchestra insieme a un ensemble jazz che comprende Robert Stillman e il membro dei The Smile Tom Skinner.

Ed è proprio in queste due anime – quella orchestrale e quella jazz – che prendono vita le musiche del film. Tutto è giocato sulle suggestioni, su una tensione ora più palpabile, ora più tenue, in un gioco di chiaroscuri che portano l’ascoltatore – e lo spettatore – verso uno scenario immaginifico, quasi onirico, in cui non mancano però momenti di inaspettata dissonanza.

Il brano di apertura, The Big City, è a tutti gli effetti una minisuite che fonde in sé influenze alt-pop e momenti di altissimo lirismo di musica da camera.

Subito dopo, ecco il gioiello di Knife Edge, commovente, lunare, purissima. Qui la voce e la penna di Yorke rimandano intatto il mondo poetico che avevamo già conosciuto con i Radiohaed. Ma la mano del compositore si ritrova anche negli inserti sperimentali strumentali delle tracce interne, dove l’eleganza del pop barocco si unisce ai guizzi jazzistici, o dove le aperture di stampo sinfonico convivono con inserti di carattere quasi bandistico e free jazz (emblematico il brano di chiusura, On The Ledge, per il quale si sarebbe autorizzati a parlare di anarchia del pentagramma).

Lo zenith dell’opera arriva però esattamente a metà, con Prize Giving e Four Ways in Time: la prima folkloristica, magnetica, sensuale, con quel coro che sembra andare a pescare direttamente dal Coro a bocca chiusa della Butterfly pucciniana; la seconda solenne, drammatica, limpidissima.

Quella tracciata nelle musiche di Confidenza, è una poetica eccelsa, insieme algida e vibrante, in cui tutto è in continuo movimento, senza una meta definita.

Già disponibile in digitale, la colonna sonora di Confidenza arriverà anche in vinile e in CD dal prossimo 12 luglio. Per-order a questo link.