Perfect Illusion: il ritorno di Lady Gaga è il 9 settembre

Mentre il titolo era già stato comunicato ad agosto, sulla reale data di uscita del nuovo singolo di Lady Gaga restava il silenzio, almeno fino a pochi giorni fa.
Ora tutto è ufficiale: Perfect Illusion, brano che inaugura l’era dell’ormai noto progetto LG5, sarà nelle nostre orecchie da venerdì 9 settembre.

Insieme all’annuncio della data, anche la pubblicazione di alcune nuove immagini, probabilmente tratte dal nuovo video.

Molto presto ne sapremo di più!

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Un nuovo Slogan per Moreno

C’è una cosa di cui a Moreno non si può non rendere meriti: la sincerità.

In un mondo in cui si fa tanto in fretta a dare dei venduti agli altri rivendicando per sé una purezza di stile e un’onestà intellettuale pressoché assoluta, lui torna sulle scene con un album che si intitola Slogan e lo dice chiaro e tondo, “sono un cantante, ma anche un prodotto”.
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Sua massima priorità, afferma, è oggi quella di allargare il proprio pubblico e far girare al massimo raggio la sua musica, senza preoccuparsi di dividere tra cosa sia pop e cosa sia rap, e soprattutto senza il peso di dover dare spiegazioni alle eventuali critiche di colleghi. Perché tra rapper, o presunti tali, che si concedono alle lusinghe della pubblicità o dei talent, il mondo dell’hip hop “brutto e cattivo” in Italia sembra latitare. E come potrebbe non saperlo lui, che si è guadagnato la vittoria ad Amici, primo in assoluto tra i praticanti di hip hop?

Ed eccole allora qui queste nuove 12 canzoni prodotte da Big Fish per ritornare di moda, come recita lo slogan – ça va sans dire – in copertina, mentre il booklet è un tripudio di simil spot pubblicitari in cui il prodotto-Moreno viene venduto e celebrato come miglior detersivo/salsa di pomodoro/marca di cereali. Ironia, certo, ma anche la consapevolezza che oggi fare musica implica dover rendere conto alla major, forse prima ancora che ai fan. È il marketing bellezza, verrebbe da dire.
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Per questo terzo disco, più di quanto non avesse già fatto, il ragazzo ha messo da parte i cliché del rapper puro in favore di un’apertura verso le melodie e i ritornelli pop (se quest’estate vi siete imbattuti in Un giorno di festa potete capire di cosa si parla) e ha rinunciato a ogni collaborazione per lasciare spazio alla sua scrittura. Unica eccezione, Deborah Iurato, che vinse Amici nell’anno in cui Moreno partecipò al talent in qualità di coach.

Enorme punto di orgoglio, la produzione firmata dal gigante Big Fish, che si è fatto carico dell’intero progetto.

E’tornato STING: in tutte le radio del mondo e in digitale il nuovo singolo “I Can’t Stop Thinking About You”

STING

L’11 novembre esce il nuovo atteso album

“57TH & 9TH”

Il disco già disponibile per il preorder

Da ieri in digitale e nelle radio di tutto il mondo il nuovo singolo

“I Can’t Stop Thinking About You”

È partito il conto alla rovescia: l’11 novembre i fan di tutto il mondo potranno andare ad acquistare nei negozi, ascoltare in streaming e comprare in digitale il nuovo atteso album di STING “57th & 9th” , disco che segna il ritorno di STING al rock pop dopo anni.

Ad anticipare l’uscita il primo singolo “I Can’t Stop Thinking About You”, disponibile da oggi per la programmazione radiofonica e in tutti gli store digitali.

Guarda qui  http://vevo.ly/7Ja3F8 Sting che racconta il suo nuovo singolo e il disco in uscita.

L’album, disponibile da oggi per il preordine, riassume un’ampia gamma di stili musicali e di scrittura di Sting dall’intensa “Road Warrior” allo stile figurativo di “Petrol Head” fino all’inno “50.000” passando per l’aspra “I Can’t Stop Thinking About You”, dove è la chitarra a segnare il passo.

L’album è stato registrato da Sting con gli storici collaboratori Dominic Miller (chitarra) e  Vinnie Colaiuta (batteria) e contiene collaborazioni con il batterista Josh Freese (Nine Inch Nails, Guns n’ Roses), il chitarrista Lyle Workman e la band Tex Mex di San Antonio The Last Bandoleros.

Cavalcando l’ispirazione del momento, 57th & 9th  è nato in modo impulsivo, con sessioni chiuse in poche settimane.

È avvenuto tutto in modo molto veloce, molto spontaneoracconta Stingla mia idea è di cercare sempre di sorprendermi e sorprendere le persone con cui lavoro e, spero, gli ascoltatori”.

 L’album, prodotto da Martin Kierszenbaum,  prende il nome dall’angolo della strada di Manhattan che Sting percorre tutti i giorni mentre va in Studio a Hell’s Kitchen (dove il disco è stato registrato).Sting ha osservato che se c’è un tema nei testi di “57th & 9th” ed è l’idea del viaggio e del movimento, concetti che appaiono con maggiore chiarezza nell’autobiografica “Heading South On The Great North Road” e in “Inshallah,”.

Parla della ricerca e del viaggio, della strada che porta verso l’ignoto – prosegue Sting – In questo album ci siamo ritrovati a creare qualcosa di forte, rumoroso ma anche di meditato”.

Oltre alla copertina, è stata resa nota anche la tracklist del disco nelle varie versioni disponibili: Standard, Deluxe e Super deluxe.

Standard:

I Can’t Stop Thinking About You

50,000

Down, Down, Down

One Fine Day

Pretty Young Soldier

Petrol Head

Heading South On The Great North Road

If You Can’t Love Me

Inshallah

The Empty Chair

Deluxe:

Include note scritte da Sting + 3 bonus tracks:

I Can’t Stop Thinking About You (LA Version)

Inshallah (Berlin Sessions Version)

Next To You con The Last Bandoleros (Live at Rockwood Music Hall)

Super Deluxe (Physical Only):

  • Include 3 bonus tracks (I Can’t Stop Thinking About You (LA Version), Inshallah (Berlin Sessions Version) & Next To You with The Last Bandoleros (Live at Rockwood Music Hall))
  • Note scritte da Sting
  • DVD con una intervista esclusiva a Sting
  • Live performance di Next To You with The Last Bandoleros (Live at Rockwood Music Hall)
  • Fotografie da collezione

Compositore, cantante, autore, attore, attivista, Sting è nato a Newcastle, Inghilterra, prima di trasferirsi nel 1977 a Londra per formare con Stewart Copeland e Andy Summers i POLICE. La band ha pubblicato 5 album, ottenuto 6 Grammy Awards e nel 2003 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame.

Dal 1985 Sting ha pubblicato 14 album in oltre 25 anni di carriera solista.

Sting ha venduto quasi 100 milioni di album nella sua carriera (tra i Police e il suo lavoro solista) e ottenuto 10 Grammy, un Golden Globe, un Emmy e tre nomination agli Oscar. Sting è inoltre apparso in oltre 15 film ed è autore di 2 libri tra cui la sua autobiografia best seller “BROKEN MUSIC”.

Il suo supporto all’organizzazione per i diritti umani Rainforest Fund, fondata insieme alla moglie Trudie Styler nel 1989, rispecchia il suo interesse nell’impegno sociale e nella solidarietà universale.

La biografia completa è disponibile su http://www.sting.com/biography.

Pietà per Britney Spears

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La bionda con le extension più famose del pianeta è da pochi giorni tornata con l’ennesimo album, Glory, e se dovessimo basarci sulla sua rilevanza musicale il discorso potrebbe chiudersi qui. A partire dal primo singolo, Make Me, fino al l’esibizione ai VMA, quello che ci resta di Britney è un ricordo, un ricordo di quello che è stata. Parliamoci chiaramente, l’ultima cosa musicalmente interessante che la ragazza è riuscita regalarci risale forse ai tempi di Blackout, e di anni ne sono passati un po’. Per non parlare del fatto che i fasti di …. Baby One More Time o della tutina rossa in latex di Oops! I Did It Again sembrano appartenere a un’altra era geologica.

Da troppi anni ormai Britney si trascina dietro il personaggio che è stata negli anni ’90, quando irruppe sulle scene probabilmente come la prima vera erede di Madonna: d’altronde, tra la prima comparsa pubblica della Ciccone e i primi ancheggiamenti di Britney vestita di scolaretta nel suo video d’esordio erano trascorsi più di 15 anni, un intervallo fisiologico per permettere a Madonna di guadagnarsi lo status di maestra del pop.

Era la fine degli anni ’90 e la giovanissima Spears macinava milioni e milioni di copie, come la prima vera icona pop dell’epoca post-Madonna. C’erano solo lei e l’Aguilera. La storia ci avrebbe poi insegnato che l’epoca delle puttan pop non era che all’inizio. A sancire il riconoscimento ufficiale di questa “adozione”, l’esibizione ai VMA del 2003, entrata di diritto negli annali, con lo sposalizio profano tra Madonna e le due virginali fanciulle, collaudato dalla doppia slinguata in salsa lesbo.
A quel tempo Britney era ancora Britney e nulla pareva fermarla.

Poi sono arrivati i problemi, le crisi private prima che professionali, e anche la sua carriera ha iniziato a risentirne. Quante volte ci siamo sentiti dire che “Britney sta tornando alla grande”, che il colpo di testa di quella rasatura dei capelli immortalata dai giornali e di quell’ombrello scagliato sul fotografo non erano altro che ricordi?

La verità è che da quel momento Britney è sembrata sempre meno interessata alla sua musica, i dischi che faceva uscire avevano il sapore di prodotti arraffati in qualche modo per giustificare la sua presenza nello showbiz, ma della ragazzina rivoluzionaria degli inizi non c’era più nulla, nessuna spinta, nessuna passione. Ha smesso lei per prima di crederci. Il mondo della musica andava avanti, Britney pareva abitare in una bolla a parte, da cui ogni tanto usciva a prendere aria. Sull’imbarazzante questione dei playback non voglio nemmeno infierire: la Spears non è mai stata una grande voce, non ne ha mai fatto mistero e i suoi archetti indossati solo per scena erano quasi diventati un marchio di fabbrica. Certo però che veniva un po’ da ridere a guardarla.

Ma arriviamo a Glory, alla sua copertina visibilmente (ma non volutamente?) plasticosa, e alle sue canzoncine -ine -ine. Meglio di Britney Jean, ha sentenziato la parte autorevole della critica, e ci mancherebbe, aggiungo io!!
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Il nuovo album non aggiunge e non toglie niente a quanto già non sapevamo di Britney, è un disco che può essere tranquillamente lasciato sugli scaffali dei negozi, tanto il mese prossimo nessuno se ne ricorderà. Tranne i fan.

Ecco, i fan di Britney: se c’è una cosa che in questi anni mi ha sempre colpito, è stato il loro amore incondizionato, la loro presenza assidua, quasi come un manipolo di missionari impegnati nel proprio compito di portare salvezza alla loro beniamina. Non importava se e cosa Britney facesse, se lei c’era loro erano con lei, pronti al suo fianco a sostenerla. E così è stato per l’uscita di Glory e per la performance ai VMA, in total playback, con scossoni di chioma e glutei alzati. E chissenefrega se Beyoncé se l’è mangiata con un mini show di un quarto d’ora, così come Rihanna: i brittini hanno speso lacrime e preghiere per lei, Britney.

E in fondo, nonostante la consapevolezza che la Spears sia oggi l’emblema del vuoto cosmico in musica, non riesco a detestarla quanto Kim Kardashan: c’è qualcosa in lei che me la fa amare, o almeno mi fa provare uno strano affetto, quasi a proteggerla per i momenti bui del passato, al di là del fatto che pubblichi nuova musica o no.
Se oggi si vuole bene a Britney lo si fa per quello che ci ha dato in passato e forse perché lei è un po’ il nostro specchio, il riflesso di chi ha conosciuto la gloria – quella vera -, è caduto, si è rialzato, ma con il disincanto che di superumani a questo mondo non ce ne sono. Si tira a campare fra un frappucino take away, i figli da accompagnare a scuola e, ogni tanto, un disco da far uscire.
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Quindi vi prego, se il vostro istinto è quello di scagliarvi sul suo playback, sulle sue canzoni usa e getta, sui suoi atteggiamenti svogliati e da ma-che-ci-faccio-qui agli eventi, pensateci un momento, e abbiate pietà di lei.

Che lo vogliate o no, Britney Spears siamo un po’ tutti noi.

RON: il 29 settembre “LA FORZA DI DIRE SI”, un concerto-evento benefico al Teatro degli Arcimboldi di Milano

RON

GIOVEDÌ 29 SETTEMBRE

AL TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI DI MILANO

LA FORZA DI DIRE SÌ

un concerto – evento benefico a favore di AISLA

PARTE DEL RICAVATO SARÀ DEVOLUTO A FAVORE

DEI PAESI DEL CENTRO ITALIA  COLPITI DAL SISMA

Tra gli ospiti dell’evento

LOREDANA BERTÈ, EMMA, GIUSY FERRERI

NEK, MAX PEZZALI e FRANCESCO RENGA

 

Biglietti disponibili in prevendita

Giovedì 29 settembre RON sarà protagonista al Teatro degli Arcimboldi di Milano con “LA FORZA DI DIRE SÌ”, uno speciale evento benefico a sostegno di AISLA, l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, e della ricerca sulla SLA.

Visti gli ultimi drammatici avvenimenti in Centro Italia, l’artista e AISLA hanno deciso di donare parte del ricavato alla Protezione Civile a favore dei paesi colpiti dal terremoto.

«Questo disastro deve essere considerato la priorità assoluta da tutti – dichiara RON – Per questo motivo AISLA ed io abbiamo deciso di contribuire, dedicando questa serata alle persone colpite dal sisma e dando il nostro contributo alla Protezione Civile. Ci vogliono fatti, e non parole, per aiutare concretamente chi è stato messo in ginocchio dal terremoto a rialzarsi e riprendere in mano la propria vita dopo un dolore così grande».

Nel corso dell’evento, Ron sarà affiancato da amici e colleghi del mondo dello spettacolo per una serata unica all’insegna della grande musica. Questi i primi nomi confermati: LOREDANA BERTÈ, EMMA, GIUSY FERRERI, NEK, MAX PEZZALI e FRANCESCO RENGA.

I biglietti per questo evento, prodotto da F&P Group, Colorsound e EventoMusica, sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e nei punti vendita abituali.

Il doppio album “LA FORZA DI DIRE SÌ” (Le Foglie e il Vento in collaborazione con F&P Group/Universal Music) è composto da 24 duetti di Ron con grandi artisti della musica italiana sulle note dei suoi pezzi più celebri, più due brani inediti: “Aquilone” e “Ascoltami”.

Tra i duetti contenuti nel disco, spiccano quello con Lucio Dalla sulle note di “Chissà se lo sai” e quello con Pino Daniele in “Non abbiam bisogno di parole”, un omaggio a due grandi e indimenticabili artisti.

AISLA (www.aisla.it) è impegnata da oltre 30 anni nella tutela, nell’assistenza e nella cura dei malati di SLA, sostenendo anche lo sviluppo della ricerca scientifica su questa malattia neurodegenerativa. AISLA, infatti, ha co-fondato e sostiene AriSLA, Fondazione Italiana di ricerca per la SLA, che promuove, finanzia e coordina la ricerca scientifica d’eccellenza sulla SLA.

Harley Quinn, diventiamo amici?

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Quando ho avuto l’occasione di andare a vedere l’anteprima di Suicide Squad, non avevo quasi idea di cosa si trattasse: era l’inizio di agosto e una serata al cinema diversa dal solito mi è sembrato un buon sollievo per sopportare gli ultimi giorni di afa milanese in una città semi deserta.

Sono andato quasi convinto che non ci avrei capito niente e che avrei passato due ore abbondanti in estenuante attesa dei titoli di coda. Il mondo dei supereroi mi era (e continua a essere) un territorio sconosciuto, così come tutte le questioni di rivalità tra la DC Comics e la Marvel, che ho poi scoperto aver unito le forze per dar vita a progetti mastodontici come questo. Roba che invece i fan “veri” si accapigliano da anni sui vari blog dedicati.
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Ebbene, mi son dovuto ricredere, ma proprio alla grande! Quello che i miei occhi profani si sono trovati davanti è stato un vero spettacolo, tutt’altro che un polpettone da nerd.
Ho letto che critica e pubblico non hanno apprezzato molto la pellicola: io l’ho trovata fantastica, forse proprio per essere estraneo e inesperto di tutti i precedenti.
La storia gira tutta intorno a un gruppo “cattivoni” metaumani che vengono assoldati dal governo per far fronte a una terribile minaccia che potrebbe mettere in pericolo l’intera umanità. La Terza guerra mondiale, insomma. Il finale beh, un tantino retorico e scontato, ma la visione merita senza alcun dubbio.

Cast da capogiro, a cominciare da Will Smith nei panni del super tiratore Deadshot, uno straordinario Jared Leto che interpreta un Joker più che mai allucinato e su di giri (a guardarlo bene mi ha ricordato il Marilyn Manson di alcuni anni fa, forse per la dentatura dorata), una severissima Viola Davis (va beh, qui si vola proprio in alto) nelle vesti di Amanda Waller, l’onnipotente capa del servizio segreto a capo dell’operazione. Una specie di Dio tecnologico.

Poi c’è Cara Delevingne nella doppia interpretazione dell’archeologa June Moone e dell’Incantratice, una sorta di strega proveniente direttamente dalle caverne delle civiltà precolombiane, la grande nemica da sconfiggere: bellissima, ammaliante, solforosa, senza cuore in tutti i sensi. Beh, finalmente riesco a dare utilità alla signorina Delevingne, che prima di Suicide Squad per me era solo la ragazzaccia con il dito tatuato e il viso imbronciato sui cartelloni pubblicitari della Tag Heuer. Merito la forca per questa mancanza?
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E infine lei, la ragazza che si è conquista fin dal primo fotogramma la mia simpatia, Harley Quinn, la fidanzatina di Joker, con il volto e il corpo mozzafiato di Margot Robbie. Una vera mattacchiona scatenata, armata di mazza e martellone, pazza al limite dell’isteria e divisa tra l’amore per il suo puddy e il suo compito all’interno della squadra speciale. Non esagero se dico che da solo, il personaggio di Harley Quinn vale più della metà del biglietto.
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A dare ancora più sapore al sugo di Suicide Squad, la colonna sonora, che spazia da classici di Eminem, Queen (Bohemian Rhapsody rivisitata dai Panic! At The Disco) e White Stripes a pezzi nuovissimi firmati, tra gli altri, da Skrillex, Grimes e Twenty One Pilots. Abbinamento assolutamente vincente.

In meno di un mese e a dispetto di tutte le critiche, Suicide Squad ha guadagnato una cifra schifosamente alta, che lo candida a diventare uno dei film più visti dell’anno, come era stato previsto. Se voi siete tra i pochi a non essere ancora andati a vederlo, e soprattutto se siete tra quelli che non avevano considerato l’idea di farlo, beh, fatelo, anche se il mondo dei supereroi vi pare tanto lontano. Potreste ricredervi e potreste addirittura uscire dalla sala con la voglia di tornare a vederlo, come è successo a me.

E poi, dopo la visione, andremo tutti a farci una pizza con la nostra nuova amica, la pazza, pazza, pazza Harley Quinn.

Chiude col botto il Mojotic Festival 2016

Ultime tre date per l’edizione 2016 del Mojotic Festival di Sestri Levante.

Tre appuntamenti, tutti all’Ex Convento dell’Annunziata, splendida location affacciata sulla Baia del Silenzio, che ospiterà il 31 Agosto, l’1 e il 2 Settembre rispettivamente The Strumbellas, Eagles Of Death Metal e una triade musicale tutta italiana con Francesco Motta, Ex-Otago e Iosonouncane.

Mercoledì 31 Agosto si parte con i canadesi The Strumbellas, la band internazionale più suonata oggi dalle radio italiane con il singolo Spirits, primo estratto dal nuovo album Hope, uscito a Giugno per la Universal Music. La band, composta dal cantautore Simon Ward (voce e chitarra), David Ritter (voce e tastiere), Jon Hembrey (chitarra solista), Isabel Ritchie (violino), Darryl James (basso) e Jeremy Drury (batteria), porterà sul palco un live tutto da cantare a squarciagola grazie all’orecchiabilità del suo terzo album prodotto in studio da Dave Schiffman già deus ex machina di Johnny Cash, Haim, Weezer.

Giovedì 1 Settembre invece arriva la prima tanto attesa data estiva della band di Palm Desert: gli Eagles Of Death Metal. La rock band fondata in principio da Jesse Hughes e Josh Homme scalderà il pubblico con i suoi brani più famosi tra cui I Only Want You, Wannabe in LA e I Want You So Hard (Boys’ band news), brano entrato anche a far parte delle classifiche inglesi.

La chiusura del festival invece sarà affidata, venerdì 2 Settembre, a tre realtà musicali tutte nazionali, giovani e piene di talento: sul palco dell’Ex Convento dell’Annunziata infatti si alterneranno i genovesi Ex-Otago, Francesco Motta e Iosonouncane.

DAMIAN MARLEY IN CONCERTO ALL’ARENA MASSERIA OSPITALE (LECCE) – 2 SETTEMBRE 2016

Venerdì 2 settembre l’Arena Masseria Ospitale sulla Lecce Torre Chianca ospita la prima tappa (unica al Sud) del tour italiano di Damian Marleyil cantante giamaicano, figlio di Bob.

Venerdì 2 settembre 2016
DAMIAN MARLEY in concerto
in apertura Sud Sound System
in chiusura Gappy Ranks e Pakkia Crew

ARENA MASSERIA OSPITALE
Lecce Torre Chianca
Inizio ore 21.00 – Ingresso euro 30

L’evento, organizzato da High Grade, Molly Arts e Coolclub, sarà arricchito – prima e dopo l’esibizione del cantante giamaicano conosciuto in tutto il mondo come “Junior Gong” – dal live dei Sud Sound System,  ambasciatori del reggae italiano che hanno festeggiato 25 anni di storia con un tour in Giamaica, e dalla dance hall di Gappy Ranks, artista inglese ma con origini caraibiche che ha uno stile versatile che spazia da un robusto deejay style con influssi dai maestri del passato, ad un approccio più melodico, e Pakkia Crew, sound romano che nasce nel 2007 e propone uno stile particolare e impeccabile che combina perfettamente gli inconfondibili e diretti “speechs” dei due MC alle attente selezioni dei dj/selecta.