Da Roma, sua città natale, a Los Angeles, dove vive attualmente, il compositore e direttore d’orchestra Gabriele Ciampi ha esportato il suo modo di comporre negli Usa. Su invito della First Lady Michelle, nel 2015 si è esibito alla Casa Bianca per la famiglia del Presidente Obama. E ora annuncia due importanti notizie: la firma con Universal Music e l’uscita del disco di inediti.
A due anni dalla pubblicazione di The Minimalist Evolution, Ciampi è ora pronto ad uscire in tutto il mondo con il secondo lavoro In Dreams Awake, il 21 ottobre pubblicato in versione digitale e il 28 ottobre su compact disc.
Il nuovo progetto discografico sarà pubblicato dalla Universal Music, con la quale ha firmato due contratti in esclusiva, discografico ed editoriale. “Entrare nella famiglia Universal è una grande soddisfazione per me dal punto di vista artistico e personale. Lavorare con una major di questo calibro nel campo della musica classica/contemporanea comporta maggiori responsabilità e grande attenzione alla qualità della produzione artistica: si tratta di una partnership importante che valorizza al meglio la semina di questi anni. Sono felice di aver scelto l’Italia come Paese di partenza per lanciare il mio nuovo progetto artistico: vivo a Los Angeles ma sono italiano e le proprie origini non si dimenticano mai… L’Album arriverà in America nei primi mesi del 2017”.
Per Ciampi, In Dreams Awake non è solo il titolo dell’album quanto più un modo di essere e di sentire le emozioni e di trasferirle attraverso la musica. Per dirla con le parole del poeta americano Henry David Thoreau “La nostra vita più vera è quando ci troviamo svegli nei sogni”.
Quale piega può prendere la vita dopo un evento traumatico come un incidente stradale a cui si è sopravvissuti per quello che si è soliti chiamare miracolo? E soprattutto, come sarebbe stata la vita se quell’evento non si fosse mai verificato? Domande con risposte impossibili, ovviamente.
Quello che si può fare è scrollarsi la polvere di dosso, asciugarsi le ferite e ricominciare a camminare seguendo il percorso che sembra più giusto.
Così deve aver fatto Loredana Errore, che nel settembre del 2013 si è trovata coinvolta in un tragico incidente automobilistico. Un evento che ha lasciato i suoi segni, oggi forse più sull’anima che nel corpo, e che ha richiesto di attraversare il periodo buio della ripresa, con i suoi dubbi e le sue domande.
Ma, come spesso fortunatamente succede, al buio più fosco segue la luce, che in questo caso è una Luca infinita. E proprio questo è il titolo del nuovo disco di Loredana, uscito a quattro anni dal precedente Pioggia di comete, ma soprattutto arrivato dopo il timore di aver visto la fine.
Il primo elemento che colpisce di questo album è la copertina: cosa hai voluto rappresentare con il diverso trucco degli occhi? In quell’immagine ho rappresentato il bene e il male, due elementi in contrapposizione ma che convivono in noi e che insieme portano ordine. La scelta di una copertina come questa è arrivata dopo l’esperienza dell’incidente: da quel periodo di buio io sono tornata alla luce, una luce infinita appunto. Questo album è la mia dichiarazione di speranza.
All’epoca dell’incidente stavi già lavorando al nuovo album o è nato tutto dopo? Quando è successo l’incidente ero ancora impegnata con il tour di Pioggia di comete, non stavo ancora pensando a quello che sarebbe successo dopo. Il progetto di questo album è nato tutto in seguito ed è partito proprio da quel tragico evento.
Pensi che in qualche modo l’incidente ti abbia cambiata? Sicuramente da allora vivo tutto più intensamente, ogni istante, ogni dettaglio. Devo dire però che in questo mi ha aiutato molto anche la fede: già prima dell’incidente avevo sviluppato un forte rapporto con Dio, ho sempre avuto una fede abbastanza solida. Certo, ci sono momenti nella vita in cui dubitare diventa facile, ma in fondo non ho mai smesso di credere. C’è una frase in Nuovi giorni da vivere che riassume bene il significato di questo disco, “Ci vuole coraggio per riprendersi il cielo”: ecco lo spirito con cui sono tornata è proprio questo. Penso anche però che un incidente non può cambiare quello che sei: certe cose devi già averle nel cuore.
A differenza dell’album precedente, qui non ci sono brani scritti da te: è stata una certa precisa? Esattamente: quando ho incontrato Carlo Avarello e sono entrata a far parte dell’Isola degli artisti, mi sono messa completamente nelle mani della squadra che ha lavorato con me. Devo dire che non è stato difficile assimilare questi brani: sono stati per me un dono, ho visto in loro la luce infinita che cercavo e che ha poi dato il titolo a tutto il lavoro. In questa logica è stato inserito, per esempio, un brano come Convincimi, firmato da Avarello, Pago e Franco Califano.
E la scelta di reinterpretare Per amarti di Mia Martini? Quella canzone è stata il primo punto di contatto tra me e Carlo Avarello, che poi ha prodotto l’album: mi è stata affidata in occasione di un evento dedicato a Mia Martini, Buon compleanno Mimí. Non la conoscevo e mi sono resa conto che è un brano difficilissimo, riuscire a portarlo a termine è stato un po’ come scavalcare l’Everest. Per questo poi, quando con Carlo abbiamo iniziato a lavorare al disco, mi è sembrato giusto riproporlo.
Durante il periodo buio dell’incidente, hai mai avuto paura che tutto potesse finire? Sì, ho più volte avuto questo timore. Non sapevo come ne sarei uscita, cosa sarei ancora stata in grado di fare, sentivo che la mia voce non poteva fare più di tanto e mi chiedevo se sarei stata ancora capace di tornare a cantare come volevo io.
E se fosse successo? Se la musica fosse dovuta uscire dalla tua vita, come l’avresti sostituita? Già prima che iniziassi a cantare, nella mia vita c’era Dio. Se non avessi più potuto fare musica, se non fossi più riuscita a esprimere le mie emozioni con il canto, avrei probabilmente trovato la soluzione nella fede. Nella vita c’è davvero rimedio a tutto, tranne che alla morte.
Il tuo modo di interpretare i brani è particolare, molto viscerale: non hai mai paura di scoprirti troppo davanti al pubblico? In effetti me lo sono sentita dire molte volte e sopratutto in quest’ultimo periodo anch’io mi sono chiesta se fosse giusto continuare ad avere questo approccio nelle canzoni: ma la mia attitudine verso la musica è così, non sarei mai in grado di proporre qualcosa di sola tecnica. Ci devo mettere l’anima, il cuore, altrimenti per me cantare non avrebbe senso.
Sei riuscita a seguire l’insegnamento di “non aver paura della vita, colpirla più forte, colpirla più volte”, come canti in Lo sguardo stupendo? Io credo proprio di sì: è una bellissima frase di un brano dedicato a mia madre. Per me la figura materna ha un contorno particolare: da piccolissima ho vissuto esperienze pesanti come possono essere l’abbandono e l’adozione, esperienze che indubbiamente ti segnano per sempre e che mi hanno fatta diventare quella che sono oggi. Sì, io della vita non ho paura, anzi, voglio continuare a sorriderle con entusiasmo.
Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di “ribellione”? Per me la ribellione va intesa prima di tutto nel suo significato sano, non sono certo per la violenza. La ribellione è una forza di giustizia, un elemento che ripristina la giusta realtà: nella mia vita, ho fatto della ribellione un punto di forza, sia in famiglia che all’esterno.
A GENNAIO IN ITALIA PER 4 DATE CHE APRONO IL TOUR EUROPEO
Revolution Radio, il nuovo album dei GREEN DAY, uscito il 7 ottobre, entra direttamente al n. 1 della classifica di vendita in Italia (fonte FIMI/GfK).
Prodotto dai Green Day e registrato a Oakland, Revolution Radio è un’esplosione di 12 brani potenti e pieni di rabbia che uniscono l’approccio stilistico dei Green Day a temi che indirizzano le complessità e le incertezze della vita moderna. Musicalmente, l’album è grezzo, viscerale e senza paura – confermando la band come una delle voci guida della musica rock. Il primo singolo, “Bang Bang”, ispirato da avvenimenti recenti, segna il gradito ritorno di una band che ha, oggi più che mai, cose da dire. il video di “Bang Bang” per la regia di Tim Armstrong ha superato 1 milione e 500 mila visualizzazioni (https://www.youtube.com/watch?v=wvu2-xQUNQI).
Nel video alcuni ragazzi indossano le maschere dei tre componenti della band, per fare una rapina in banca per poi andare alla festa dove stanno suonando Billie Joe, Mike Dirnt e Tre’ Cool per gettare all’aria, letteralmente, tutto il bottino.
“Still Breathing” , il singolo attualmente in radio, è uno dei brani più emozionanti e personali dal nuovo lavoro. Il testo ammicca al recente passato di Billie Joe e dei suoi problemi di salute, ormai definitivamente risolti.
“E’ ovvio che il mondo ha perso la testa…e io, Mike e Tré siamo anche noi delle anime perdute,” dichiara il frontman Billie Joe Armstrong. “Revolution Radio è un movimento che vuole riunire tutte le anime perdute…per ballare insieme…per cantare insieme…e soprattutto, per trovarsi gli uni con gli altri. Che è lo spirito dei Green Day fin dal primo giorno.”
La track-listing di Revolution Radio è la seguente:
Somewhere Now
Bang Bang
Revolution Radio
Say Goodbye
Outlaws
Bouncing Off The Wall
Still Breathing
Youngblood
Too Dumb To Die
Troubled Times
Forever Now
Ordinary World
Il tour europeo parte dall’Italia a gennaio, con 4 date: 10/1 Torino, 11/1 Firenze, 13/1 Bologna, 14/1 Milan
Esce il 4 novembre Nonostante tutto Reloaded, nuova versione dell’album di Gemitaiz gà certificato disco d’oro in sole due settimane “Sto scrivendo pezzi nuovi, alcuni di questi ho sentito la necessità di farveli sentire subito insieme a un po’ tutto quello che è stato il mio 2016, dal mixtape, al disco, alle esclusive, al live con la band”.
L’album sarà disponibile in un doppio CD, l’album originale e un secondo disco con inediti, rarità, remix e l’intero concerto del Nonostante Tutto Summer Tour che ha portato sui palchi di tutta Italia in una formazione estesa composta da Frenetik, Orang3, Danilo Menna e il dj MixerT.
CD1 + CD2: COMA (feat.Victor Kwality) – inedito GIU’ (RESTO QUA) – inedito RAP DOOM – tratta dal mixtape QVC6 mai pubblicata su supporto FABIO VOLO – tratta dal mixtape QVC6 mai pubblicata su supporto HANGOVER – tratta dal mixtape QVC6 mai pubblicata su supporto INTRO (Live @ Carroponte 2016) SCUSA (Live @ Carroponte 2016) CAMBIO LE REGOLE (Live @ Carroponte 2016) NFCNB + HATERPROOF 2 (Live @ Carroponte 2016) NIENTE PER ME (Live @ Carroponte 2016) NONOSTANTE TUTTO (Live @ Carroponte 2016) BENE (Live @ Carroponte 2016) NON LO SO (Live @ Carroponte 2016) LA PULA BUSSO’ 2016 (feat. Fabri Fibra) (Live @ Carroponte 2016) KING’S SUPREME (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album digitale DOMANI (Live @ Carroponte 2016) BLACK MIRROR (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album digitale PRESO MALE (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016) INSTAGRAMMO (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016) PISTORIUS (feat. Madman) (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album digitale RAP DOOM (Live @ Carroponte 2016) disponibile nella versione album digitale SCUSA (Sine Remix) NONOSTANTE TUTTO (Stabber Remix)
Li avevamo lasciati a dicembre con la vittoria sfumata nella nona edizione di X Factor, anche se poi si erano rifatti con il successo dell’EP Runaway. Adesso per gli Urban Strangers è tempo di ritorno. Il primo album si intitola Detachment, ed è una delle cose più lontanamente italiane che siano state finora partorite da ex concorrenti di talent. Forse solo Madh li aveva in questo anticipati.
Un disco molto poco italiano non solo per la lingua in cui sono cantati i 10 nuovi brani, l’inglese, ma anche per le ispirazioni elettropop che trasudano in ogni singola traccia e che a un ascolto ad occhi chiusi farebbero pensare all’ultimo lavoro di due teen idol d’Oltreoceano: “Forse nella musica italiana non c’è qualcosa di simile a ciò che proponiamo noi. Ascoltiamo tanta musica italiana, ma non ne siamo influenzati. Vorremmo riuscire a puntare all’Europa: è una sfida, perché il pubblico europeo è come una bestia che dobbiamo attaccare”.
I punti d’interesse di Detachment però non finiscono qui: il titolo infatti, che nella madrelingua suona come “Distacco”, fa riferimento alla voglia dei due ragazzi di esplorare le varie forme di allontanamento fisico, psichico e metaforico che si possono sperimentare nella vita. Un’esigenza che, come raccontano, è nata proprio in seguito alla partecipazione al talent di Sky, al termine del quale si sono ritrovati catapultati in una dimensione frenetica, con nuove pressioni da parte di discografici e fan, i tempi di lavoro ristretti, conseguenze fisiologiche della popolarità acquisita: “Dovevano prendere coscienza di quello che stava succedendo e di quello che stavamo facendo: la scrittura dei nuovi brani ha segnato in questo una ripresa e ci ha aiutati. Quando siamo andati a X Factor lo abbiamo fatto con la consapevolezza di ciò che eravamo e sapevamo fare, senza logiche di mercato: il programma comunque non ci ha plasmato, perché in questi casi sei tu a dover plasmare il programma, non viceversa”. Stupisce anche quell’aura di pessimismo e di dubbio che pervade i testi, tutte quelle domande esistenziali che di solito non si sentono nei lavori di altri ragazzi della loro (giovanissima) età: sentimenti freddi, nuvole emotive, incertezze sulla realtà e sul senso stessa dell’esistenza. Nel primo singolo, Bones, il protagonista chiede se l’altra persona lo riconoscerà anche quando di lui resteranno solo delle ossa fredde. Un po’ come si domandava tanti anni fa Eric Clapton, ma qui suona molto più sinistro e un po’ meno poetico.
“Amiamo distruggerci con il pensiero, abbiamo l’attitudine a farci domande e spesso tendiamo ai suoni in minore, ma non siamo depressi, sappiamo anche divertirci”. E in effetti il mondo degli Urban Strangers è fatto di contrasti e abbinamenti talvolta singolari. Se già il loro nome racchiude un ossimoro, non può sfuggire la collocazione di un pezzo come Intro piazzato proprio sul finale: “Fa parte del nostro modo di vedere la realtà, capovolgendo le cose, è un’espressione del non sense in cui viviamo, la voglia di non avere regole e divertirci”. Tra le forme di distacco di cui si parla, anche quella sensoriale della marijuana, raccontata in Bare Black Tree: “Come molti adolescenti, anche noi ne facciamo uso, e quel brano è stato scritto in uno di quei momenti, è un’immagine nata da quella suggestione: anche questa è una forma di distacco dalla realtà”.
Nessun brano in italiano per ora: “Ci stiamo provando, ma non ci siamo ancora arrivati. Forse in futuro, e chissà, magari lo scriveremo in maggiore”.
È partito tutto nel 1976, esattamente 50 anni fa. Amedeo Minghi festeggia mezzo secolo di melodie e poesia. Un anniversario che in pochissimi hanno il privilegio di vedere in un mondo, come quello della musica, dove nulla è scontato e il sostegno del pubblico è forse l’unico elemento a segnare il destino di un artista.
Un evento che, dopo così tanti anni di canzoni, non poteva non essere celebrato, pur senza autoincensarsi: proprio per questo, dopo un periodo passato in un silenzio artistico solo apparente (“Non ho mai smesso di fare musica: sono più di 10 anni che non faccio un album di inediti, ma in questo periodo ho scritto musiche per colonne sonore e ho girato i teatri”), Minghi torna sulle scene con un grande progetto che ha affidato alle robuste mani di Sony Music. Arriva infatti sul mercato La bussola e il cuore, cofanetto in triplo CD che racchiude ben 41 brani tra inediti, successi rivisitati e rarità. Un progetto ambizioso e molto strutturato, suddiviso in tre parti ben distinte, come tre satelliti che ruotano attorno a un metaforico cuore musicale.
Il primo disco, La bussola, è a tutti gli effetti un nuovo album, il primo dopo 11 anni, fatto di 10 inediti – due dei quali firmati Mogol – che mostrano il Minghi di oggi, un cantautore che non ha perso il suo tocco magnetico ed epico e la capacità di dar vita a melodie evocative.
Nel secondo capitolo, Il cuore, trovano 5 canzoni manifesto di una carriera prestigiosa, da 1950 all’irrinunciabile Vattene amore, ricoperte di una nuova veste. A queste seguono alcuni brani legati al percorso di fede del cantautore romano, come Non abbiate paura, ispirato alle parole di Giovanni Paolo II, Cantico delle creature e Domani, ispirata alla storia di Anna Frank, primo possibile spunto per un musical sulla storia della ragazzina tedesca (“Se Anna Frank fosse stata cristiana, oggi sarebbe santa, ecco perché ho messo questo brano tra quelli legati percorso di fede”). A chiudere, la versione orchestrale di Io non ti lascerò mai, l’inedito presentato nel 2014.
Ma è soprattutto il terzo CD, Mappe, a riservare le sorprese più grandi: qui infatti trovano posto tantissimi brani che , per un motivo o per l’altro, non erano mai stati pubblicati o erano stati scritti per altri artisti. Curiosa, per esempio, la storia di Il gabbiano e la sirenetta, il cui testo è stato fortuitamente recuperato in un cassetto, ma di cui non si conosce l’autore: solo le esigenze burocratiche della SIAE hanno costretto Minghi ad attribuirsene la paternità. Ci sono poi Il coraggio di tornare, di fatto un inedito, scritta con Califano e solo recentemente riportata alla memoria del cantautore, o Ti perdo e non vorrei, riproposta in un provino per Rita Pavone e proprio per questo incisa in una tonalità adatta al timbro femminile che costringe l’artista a usare il falsetto. Mappe è poi l’occasione per riscoprire anche alcune pagine sperimentali, come Trimotore idrovolante, composta insieme al “genio visionario” di Gaio Chiocchio, con cui Minghi ha lavorato a lungo, e Sicura, composta per le tre voci dei Pandemonium, qui eseguite dal solo Amedeo e poi sovrapposte.
Molte tracce di questo CD provengono dalle cosiddette lacche usate un tempo per registrare le versioni appena abbozzate dei brani, per questo in molti casi è rimasto il suono della puntina che gratta sul disco.
La bussola e il cuore rappresenta quindi un riassunto del passato, ma apre anche la via al futuro: si tratta infatti solo del primo capitolo di un progetto che il 5 dicembre porterà Amedeo Minghi a uno speciale concerto a Roma, accompagnato dall’orchestra e preceduto dalle esibizioni di giovani artisti che reinterpreteranno in chiave personale alcuni brani del suo repertorio. A gennaio invece arriveranno i concerti nei teatri. Poi, con buona probabilità, un nuovo album.
Niente Sanremo però: “Penso di aver dato a Sanremo tutto quello che potevo: ci sono andato come interprete, come autore e come ospite”, a cominciare da quel Vattene amore che è diventato il suo pezzo più celebre, ma che lui non doveva neanche cantare: fu solo per una questione di regolamento e per permettere a Mietta di essere in gara che vi prese parte. Paradossalmente, Vattene amore resta anche il brano più incompreso della sua carriera, con il riferimento a Mozart del “farfallone amoroso” che in pochi colsero, così come il “gattino annaffiato”, riferimento a uno sdolcinato spot della Barilla in onda in quel periodo.
E se fu 1950 a dargli la vera notorietà, la canzone che ha fatto di Minghi un cantautore è stata L’immenso.
Quanti ricordi, quante esperienze, quanta vita intrecciata all’arte ci stanno dentro a 50 anni? Tanti, tantissimi, eppure dopo mezzo secolo di musica si può ancora avere la voglia di pensare al prossimo passo da fare e al prossimo orizzonte da toccare. Con lo stesso entusiasmo.
Lo stesso entusiasmo che fa sì che l’ultima traccia di Mappe si chiuda con un fuorionda “insolito”….
I Maroon5 hanno annunciato l’uscita del nuovo singolo Don’t Wanna Know. Nel brano, accanto alla band capitanata da Adam Levine, il rapper americano Kendrick Lamar.
I Maroon5 presenteranno il video di durante il programma NBC’s TODAY venerdì 14 ottobre. Il nuovo video sarà un altro unico, indimenticabile, indiscutibile visual clip.
Per questo nuovo lavoro la band ha richiamato il regista, produttore e sceneggiatore David Dobkin (Wedding Crashers), già alla guida del video di Sugar.
Eccezionale, un’occasione unica et irripetibile: su Raiuno, domani 13 ottobre, sarà trasmesso il video integrale di “Un mondo migliore”, il nuovo singolo di Vasco Rossi, alle 20.30, subito dopo il tg1.
Da non perdere il video, o meglio “il corto” di 5 minuti, con la straordinaria partecipazione di Vinicio Marchioni, uno dei migliori attori in giro, qui l’altra faccia di Vasco. Grinta da vendere e sfida all’ultimo sguardo tra i due protagonisti.
Pepsy Romanoff, il regista che ne ha ideato la sceneggiatura, ha costruito una storia onirica molto simile al mondo oggi. Una libera interpretazione del testo della canzone, certamente condivisibile. Il brano lascia ampio spazio all’immaginazione, ognuno lo farà suo.
L’ambientazione in Puglia: tra maestose pale eoliche della campagna foggiana e in una cava di marmo, nei pressi di Apricena, magica per i suoi suggestivi canyon che filtrano una luce spettacolare. Infine, il paesaggio industriale che ha ispirato l’effetto speciale del finale, a sorpresa e aperto… to be continued.
In realtà nel brano le sue riflessioni sulla Vita e sulla necessità di “essere libero”:
Sai / essere libero / costa soltanto / qualche rimpianto.
Torna su uno dei suoi argomenti preferiti, come nella migliore tradizione dai tempi di “Liberi liberi” (da chi da che cosa) fino a “Come vorrei”, passando per “C’è chi dice no” (“tanta gente è convinta che ci sia nell’aldi là – qualche cosa chissà..”) e anche per “La noia”, ci sta.
L’ironia e la malinconia ne sono l’espressione, il mood tipico di Vasco, beffardo e malinconico, l’attrazione fatale delle sue migliori interpretazioni
Sì / tutto è possibile / perfino credere / che possa esistere / Un mondo migliore.
“Un Mondo Migliore”, in radio da venerdì 14 ottobre, è il primo dei 4 attesi inediti che saranno inclusi in una monumentale antologia storica, Vasco Non Stop: circa 70 canzoni, dall’ultima alla prima, pubblicazione l’11 Novembre.
Live In Roma di Franco Battiato e Alice sarà disponibile dal 4 novembre in due versioni: CD+DVD e doppio LP in esclusiva su Amazon. Il CD conterrà per la prima volta i brani dal vivo dall’album La voce del padrone, il DVD anche la versione in full HD visionabile su computer.
Ad impreziosire le registrazioni audio e video realizzate il 16 e 17 marzo all’Auditorium della Conciliazione di Roma l’Ensemble Symphony Orchestra, con una struttura cameristica di 14 elementi.
Tracklist: L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO NO TIME NO SPACE SHOCK IN MY TOWN LE NOSTRE ANIME LA CANZONE DEI VECCHI AMANTI LA STAGIONE DELL’AMORE LA CURA PROSPETTIVA NEVSKY (BATTIATO E ALICE) DAMMI LA MANO AMORE (ALICE) IL VENTO CALDO DELL’ESTATE (ALICE) IL SOLE NELLA PIOGGIA (ALICE) SUMMER ON A SOLITARY BEACH (BATTIATO e ALICE) GLI UCCELLI SEGNALI DI VITA CUCCURUCCUCCU CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE BANDIERA BIANCA SENTIMIENTO NUEVO (BATTIATO E ALICE)