“La nostra elettronica in minore”: arriva Detachment, il primo album degli Urban Strangers

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Li avevamo lasciati a dicembre con la vittoria sfumata nella nona edizione di X Factor, anche se poi si erano rifatti con il successo dell’EP Runaway. Adesso per gli Urban Strangers è tempo di ritorno. Il primo album si intitola Detachment, ed è una delle cose più lontanamente italiane che siano state finora partorite da ex concorrenti di talent. Forse solo Madh li aveva in questo anticipati.

Un disco molto poco italiano non solo per la lingua in cui sono cantati i 10 nuovi brani, l’inglese, ma anche per le ispirazioni elettropop che trasudano in ogni singola traccia e che a un ascolto ad occhi chiusi farebbero pensare all’ultimo lavoro di due teen idol d’Oltreoceano: “Forse nella musica italiana non c’è qualcosa di simile a ciò che proponiamo noi. Ascoltiamo tanta musica italiana, ma non ne siamo influenzati. Vorremmo riuscire a puntare all’Europa: è una sfida, perché il pubblico europeo è come una bestia che dobbiamo attaccare”.

I punti d’interesse di Detachment però non finiscono qui: il titolo infatti, che nella madrelingua suona come “Distacco”, fa riferimento alla voglia dei due ragazzi di esplorare le varie forme di allontanamento fisico, psichico e metaforico che si possono sperimentare nella vita. Un’esigenza che, come raccontano, è nata proprio in seguito alla partecipazione al talent di Sky, al termine del quale si sono ritrovati catapultati in una dimensione frenetica, con nuove pressioni da parte di discografici e fan, i tempi di lavoro ristretti, conseguenze fisiologiche della popolarità acquisita: “Dovevano prendere coscienza di quello che stava succedendo e di quello che stavamo facendo: la scrittura dei nuovi brani ha segnato in questo una ripresa e ci ha aiutati. Quando siamo andati a X Factor lo abbiamo fatto con la consapevolezza di ciò che eravamo e sapevamo fare, senza logiche di mercato: il programma comunque non ci ha plasmato, perché in questi casi sei tu a dover plasmare il programma, non viceversa”.
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Stupisce anche quell’aura di pessimismo e di dubbio che pervade i testi, tutte quelle domande esistenziali che di solito non si sentono nei lavori di altri ragazzi della loro (giovanissima) età: sentimenti freddi, nuvole emotive, incertezze sulla realtà e sul senso stessa dell’esistenza. Nel primo singolo, Bones, il protagonista chiede se l’altra persona lo riconoscerà anche quando di lui resteranno solo delle ossa fredde. Un po’ come si domandava tanti anni fa Eric Clapton, ma qui suona molto più sinistro e un po’ meno poetico.

Amiamo distruggerci con il pensiero, abbiamo l’attitudine a farci domande e spesso tendiamo ai suoni in minore, ma non siamo depressi, sappiamo anche divertirci”. E in effetti il mondo degli Urban Strangers è fatto di contrasti e abbinamenti talvolta singolari. Se già il loro nome racchiude un ossimoro, non può sfuggire la collocazione di un pezzo come Intro piazzato proprio sul finale: “Fa parte del nostro modo di vedere la realtà, capovolgendo le cose, è un’espressione del non sense in cui viviamo, la voglia di non avere regole e divertirci”.
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Tra le forme di distacco di cui si parla, anche quella sensoriale della marijuana, raccontata in Bare Black Tree: “Come molti adolescenti, anche noi ne facciamo uso, e quel brano è stato scritto in uno di quei momenti, è un’immagine nata da quella suggestione: anche questa è una forma di distacco dalla realtà”.

Nessun brano in italiano per ora: “Ci stiamo provando, ma non ci siamo ancora arrivati. Forse in futuro, e chissà, magari lo scriveremo in maggiore”.

Amedeo Minghi, 50 anni tra ricordi e scoperte

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È partito tutto nel 1976, esattamente 50 anni fa.
Amedeo Minghi festeggia mezzo secolo di melodie e poesia. Un anniversario che in pochissimi hanno il privilegio di vedere in un mondo, come quello della musica, dove nulla è scontato e il sostegno del pubblico è forse l’unico elemento a segnare il destino di un artista.

Un evento che, dopo così tanti anni di canzoni, non poteva non essere celebrato, pur senza autoincensarsi: proprio per questo, dopo un periodo passato in un silenzio artistico solo apparente (“Non ho mai smesso di fare musica: sono più di 10 anni che non faccio un album di inediti, ma in questo periodo ho scritto musiche per colonne sonore e ho girato i teatri”), Minghi torna sulle scene con un grande progetto che ha affidato alle robuste mani di Sony Music. Arriva infatti sul mercato La bussola e il cuore, cofanetto in triplo CD che racchiude ben 41 brani tra inediti, successi rivisitati e rarità. Un progetto ambizioso e molto strutturato, suddiviso in tre parti ben distinte, come tre satelliti che ruotano attorno a un metaforico cuore musicale.

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Il primo disco, La bussola, è a tutti gli effetti un nuovo album, il primo dopo 11 anni, fatto di 10 inediti – due dei quali firmati Mogol – che mostrano il Minghi di oggi, un cantautore che non ha perso il suo tocco magnetico ed epico e la capacità di dar vita a melodie evocative.

Nel secondo capitolo, Il cuore, trovano 5 canzoni manifesto di una carriera prestigiosa, da 1950 all’irrinunciabile Vattene amore, ricoperte di una nuova veste. A queste seguono alcuni brani legati al percorso di fede del cantautore romano, come Non abbiate paura, ispirato alle parole di Giovanni Paolo II, Cantico delle creature e Domani, ispirata alla storia di Anna Frank, primo possibile spunto per un musical sulla storia della ragazzina tedesca (“Se Anna Frank fosse stata cristiana, oggi sarebbe santa, ecco perché ho messo questo brano tra quelli legati percorso di fede”). A chiudere, la versione orchestrale di Io non ti lascerò mai, l’inedito presentato nel 2014.
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Ma è soprattutto il terzo CD, Mappe, a riservare le sorprese più grandi: qui infatti trovano posto tantissimi brani che , per un motivo o per l’altro, non erano mai stati pubblicati o erano stati scritti per altri artisti. Curiosa, per esempio, la storia di Il gabbiano e la sirenetta, il cui testo è stato fortuitamente recuperato in un cassetto, ma di cui non si conosce l’autore: solo le esigenze burocratiche della SIAE hanno costretto Minghi ad attribuirsene la paternità. Ci sono poi Il coraggio di tornare, di fatto un inedito, scritta con Califano e solo recentemente riportata alla memoria del cantautore, o Ti perdo e non vorrei, riproposta in un provino per Rita Pavone e proprio per questo incisa in una tonalità adatta al timbro femminile che costringe l’artista a usare il falsetto. Mappe è poi l’occasione per riscoprire anche alcune pagine sperimentali, come Trimotore idrovolante, composta insieme al “genio visionario” di Gaio Chiocchio, con cui Minghi ha lavorato a lungo, e Sicura, composta per le tre voci dei Pandemonium, qui eseguite dal solo Amedeo e poi sovrapposte.

Molte tracce di questo CD provengono dalle cosiddette lacche usate un tempo per registrare le versioni appena abbozzate dei brani, per questo in molti casi è rimasto il suono della puntina che gratta sul disco.

La bussola e il cuore rappresenta quindi un riassunto del passato, ma apre anche la via al futuro: si tratta infatti solo del primo capitolo di un progetto che il 5 dicembre porterà Amedeo Minghi a uno speciale concerto a Roma, accompagnato dall’orchestra e preceduto dalle esibizioni di giovani artisti che reinterpreteranno in chiave personale alcuni brani del suo repertorio. A gennaio invece arriveranno i concerti nei teatri. Poi, con buona probabilità, un nuovo album.

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Niente Sanremo però: “Penso di aver dato a Sanremo tutto quello che potevo: ci sono andato come interprete, come autore e come ospite”, a cominciare da quel Vattene amore che è diventato il suo pezzo più celebre, ma che lui non doveva neanche cantare: fu solo per una questione di regolamento e per permettere a Mietta di essere in gara che vi prese parte. Paradossalmente, Vattene amore resta anche il brano più incompreso della sua carriera, con il riferimento a Mozart del “farfallone amoroso” che in pochi colsero, così come il “gattino annaffiato”, riferimento a uno sdolcinato spot della Barilla in onda in quel periodo.

E se fu 1950 a dargli la vera notorietà, la canzone che ha fatto di Minghi un cantautore è stata L’immenso.

Quanti ricordi, quante esperienze, quanta vita intrecciata all’arte ci stanno dentro a 50 anni? Tanti, tantissimi, eppure dopo mezzo secolo di musica si può ancora avere la voglia di pensare al prossimo passo da fare e al prossimo orizzonte da toccare. Con lo stesso entusiasmo.

Lo stesso entusiasmo che fa sì che l’ultima traccia di Mappe si chiuda con un fuorionda “insolito”…. 

Maroon 5 e Kendrick Lamar insieme per Don’t Wanna Know

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I Maroon5 hanno annunciato l’uscita del nuovo singolo Don’t Wanna Know.
Nel brano, accanto alla band capitanata da Adam Levine, il rapper americano  Kendrick Lamar.

I Maroon5 presenteranno il video di durante il programma NBC’s TODAY venerdì 14 ottobre. Il nuovo video sarà un altro unico, indimenticabile, indiscutibile visual clip.
Per questo nuovo lavoro la band ha richiamato il regista, produttore e sceneggiatore David Dobkin (Wedding Crashers), già alla guida del video di Sugar.

VASCO: video “UN MONDO MIGLIORE” in prima tv su Rai uno

 

ESCLUSIVA DA NON PERDERE

DOMANI 13 OTTOBRE SU

RAIUNO

IL VIDEO INTEGRALE DI “UN MONDO MIGLIORE”

ALLE ORE 20.30 SUBITO DOPO IL TG 

PROTAGONISTA DEL FILM CON VASCO ROSSI

VINICIO MARCHIONI

IDEAZIONE E REGIA DI PEPSY ROMANOFF

 

Eccezionale, un’occasione unica et irripetibile: su Raiuno, domani 13 ottobre, sarà trasmesso il video integrale di “Un mondo migliore”, il nuovo singolo di Vasco Rossi, alle 20.30, subito dopo il tg1.

Da non perdere il video, o meglio “il corto” di 5 minuti, con la straordinaria partecipazione di Vinicio Marchioni, uno dei migliori attori in giro, qui l’altra faccia di Vasco. Grinta da vendere e sfida all’ultimo sguardo tra i due protagonisti.

Pepsy Romanoff, il regista che ne ha ideato la sceneggiatura, ha costruito una storia onirica molto simile al mondo oggi. Una libera interpretazione del testo della canzone, certamente condivisibile. Il brano lascia ampio spazio all’immaginazione, ognuno lo farà suo.

L’ambientazione in Puglia: tra maestose pale eoliche della campagna foggiana e in una cava di marmo, nei pressi di Apricena, magica per i suoi suggestivi canyon  che filtrano una luce spettacolare. Infine, il paesaggio industriale che ha ispirato l’effetto speciale del finale, a sorpresa e aperto… to be continued.

In realtà nel brano le sue riflessioni sulla Vita e sulla necessità di “essere libero”:

Sai / essere libero / costa soltanto / qualche rimpianto.

Torna su uno dei suoi argomenti preferiti, come nella  migliore tradizione dai tempi di “Liberi liberi” (da chi da che cosa) fino a “Come vorrei”, passando per “C’è chi dice no” (“tanta gente è convinta che ci sia nell’aldi là – qualche cosa chissà..”) e  anche  per  “La noia”, ci sta.

L’ironia e la malinconia ne sono l’espressione, il mood tipico di Vasco, beffardo e malinconico, l’attrazione fatale delle sue migliori interpretazioni

 Sì / tutto è possibile / perfino credere / che possa esistere / Un mondo migliore.

“Un Mondo Migliore”, in radio da venerdì 14 ottobre, è il primo dei 4 attesi inediti che saranno inclusi in una monumentale antologia storica,  Vasco Non Stop: circa 70 canzoni, dall’ultima alla prima, pubblicazione l’11 Novembre.

Franco Battiato e Alice: il 4 novembre arriva Live In Roma

Live In Roma di Franco Battiato e Alice sarà disponibile dal 4 novembre in due versioni: CD+DVD e doppio LP in esclusiva su Amazon.
Il CD conterrà per la prima volta i brani dal vivo dall’album La voce del padrone, il DVD anche la versione in full HD visionabile su computer.

Ad impreziosire le registrazioni audio e video realizzate il 16 e 17 marzo all’Auditorium della Conciliazione di Roma l’Ensemble Symphony Orchestra, con una struttura cameristica di 14 elementi.
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Tracklist:
L’ERA DEL CINGHIALE BIANCO

NO TIME NO SPACE
SHOCK IN  MY TOWN
LE NOSTRE ANIME
LA CANZONE DEI VECCHI AMANTI
LA STAGIONE DELL’AMORE
LA CURA
PROSPETTIVA NEVSKY (BATTIATO E ALICE)
DAMMI LA MANO AMORE (ALICE)
IL VENTO CALDO DELL’ESTATE (ALICE)
IL SOLE NELLA PIOGGIA (ALICE)
SUMMER ON A SOLITARY BEACH (BATTIATO e ALICE)
GLI UCCELLI
SEGNALI DI VITA
CUCCURUCCUCCU
CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE
BANDIERA BIANCA
SENTIMIENTO NUEVO (BATTIATO E ALICE)

Magazzini Generali: venerdì 14 ottobre doppio appuntamento con Bob Mould + Claptone

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Venerdì 14 ottobre
Bob Mould fa tappa a Milano per un imperdibile ed esclusivo concerto live presso i Magazzini Generali di Milano (viale Pietrasanta 16). L’ex cantante e chitarrista statunitense storico leader degli Hüsker Dü, presenterà i brani del suo ultimo album da solista Patch The Sky, uscito lo scorso marzo, ripercorrendo al contempo tutti i suoi maggiori successi di oltre 30 anni di carriera.

I biglietti per assistere al concerto sono già disponibili in prevendita su www.ticketone.it, presso i circuiti di vendita abituali o acquistabili direttamente in loco.

Apertura porte ore 19:30
Inizio show ore 21:00
Ingresso 25 € + d.d.p

Per info concerti e biglietteria:
facebook.com/vertigo.co.it
info@magazzinigenerali.it
www.magazzinigenerali.it

Link prevendite Ticket One
http://www.ticketone.it/bob-mould-milano-biglietti.html?affiliate=ITT&doc=artistPages%2Ftickets&fun=artist&action=tickets&key=1687055%248245016&jumpIn=yTix&kuid=458389&from=erdetaila


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La serata de Magazzini proseguirà poi con il live di Claptoneper un’unica performance del suo Golden Summer Tour.
Il dj e producer tedesco presenterà i brani tratti dal suo ultimo album
Charmer, ripercorrendo al contempo i suoi maggiori successi.
In quell’occasione i Magazzini Generali ospiteranno la première di Fiestòn, una one-night organizzata da alcuni tra i più importanti promoter milanesi sulla scena house/deep house, insieme a Electro Chic & Individual Music.
Per lo speciale evento, protagonista sarà la musica di qualità mixata dallo stesso Claptone.

Considerato come uno dei maggiori dj e produttori del panorama musicale contemporaneo, Claptone, al secolo Daniel Dexter, è conosciuto soprattutto per quella vena di mistero, magia e intrigo che interessano le sue produzioni in grado di trasportare la folla in una dimensione quasi onirica. Distinguendosi per il suo stile unico e per la sua scelta musicale mai scontata e in continua evoluzione, i suoi dj set si caratterizzano inoltre per l’utilizzo di una particolarissima maschera d’oro abbagliante con un lungo becco che rimanda ad una creatura lontana nel tempo dalle sembianze di un uccello.

Durante la serata non mancherà l’occasione di ascoltare, Liquid Spirit, remix della traccia di Gregory Porter, uno dei più grandi cantanti jazz e blues attualmente in circolazione, e contenuto in The Masquerade, la nuova compilation mixata da Claptone.

L’evento prevederà anche i dj set di Gab Dez, Dave Santos e Mike Dem.

I biglietti per assistere allo show sono già disponibili in prevendita su mailticket.it al seguente link http://bit.ly/claptonetickets oppure acquistabili direttamente in loco.

Apertura porte ore 23:30
Ingresso 15 € in prevendita , 20 € all’ingresso

Al tour teatrale di NICCOLO’ FABI, in partenza il 7 dicembre da Udine, si aggiungono due nuove date.

NICCOLÒ FABI

IL TOUR TEATRALE IN PARTENZA IL 7 DICEMBRE DA UDINE

SI ARRICCHISCE DI DUE NUOVE DATE

28 GENNAIO al Teatro Ponchielli di CREMONA

11 FEBBRAIO al Teatro Comunale di SASSARI

IL 21 OTTOBRE AL TEATRO ARISTON RICEVERÀ

LA TARGA TENCO 2016 – ALBUM DELL’ANNO PER

UNA SOMMA DI PICCOLE COSE

PARTE IL 27 OTTOBRE DA BRUXELLES

IL SUO PRIMO TOUR EUROPEO

Bruxelles – Amsterdam – Oxford – Londra – Parigi

Lussemburgo – Berlino – Monaco – Vienna – Lugano

Partirà il 7 dicembre dal Teatro Nuovo Giovanni di Udine il nuovo tour teatrale del cantautore NICCOLÒ FABI che tornerà live nelle città italiane in cui non ha ancora presentato dal vivo il suo ultimo disco “Una somma di piccole cose”, vincitore della Targa Tenco 2016 come Miglior Album. Al tour teatrale si aggiungono, inoltre, due nuove date: il 28 GENNAIO nel celebre Teatro Ponchielli di CREMONA e l’11 FEBBRAIO al Teatro Comunale di SASSARI. I biglietti per le nuove date del tour sono disponibili da oggi sul circuito TicketOne.

Niccolò Fabi presenterà live oltre ai suoi più grandi successi, i brani del suo nuovo disco “Una somma di piccole cose”, premiato come miglior album del 2016 da più di 200 giudici del Club Tenco. La TARGA TENCO 2016 verrà consegnata al cantautore romano il 21 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo, nell’ambito del “Tenco” (dal 20 al 22 ottobre a Sanremo). I biglietti sono in vendita sul sito www.clubtenco.it, www.premiotenco.it e www.aristonsanremo.com o possono essere acquistati presso la cassa del Teatro Ariston, tutti i giorni dalle ore 16.00 alle ore 21.00.

Queste le date attualmente confermate del tour teatrale in Italia, organizzato e prodotto da Barley Arts e Ovest:

7 DICEMBRE a UDINE (Teatro Nuovo Giovanni da Udine)

8 DICEMBRE a SCHIO – Vicenza (Teatro Astra)

9 DICEMBRE a BELLUNO (Teatro Comunale)

17 DICEMBRE a SENIGALLIA – Ancona (Teatro La Fenice),

18 DICEMBRE a SULMONA – L’Aquila (Teatro Maria Caniglia)

22 DICEMBRE a FROSINONE (Teatro Nestor)

26 DICEMBRE ad APRILIA – Latina (Teatro Europa)

27 DICEMBRE a BARI (Teatro Petruzzelli)

28 DICEMBRE a COSENZA (Teatro Rendano)

20 GENNAIO a MESTRE (Teatro Corso)

21 GENNAIO a FORLÌ (Teatro Fabbri)

28 GENNAIO a CREMONA (Teatro Ponchielli) – NUOVA DATA

29 GENNAIO a PARMA (Teatro Regio)

3 FEBBRAIO a BERGAMO (Teatro Creberg)

4 FEBBRAIO a LA SPEZIA (Teatro Civico)

10 FEBBRAIO a CAGLIARI (Auditorium del Conservatorio)

11 FEBBRAIO a SASSARI (Teatro Comunale) – NUOVA DATA

15 FEBBRAIO a GENOVA (Teatro Politeama)

16 FEBBRAIO a BIELLA (Teatro Odeon)

24 FEBBRAIO a SAN BENEDETTO DEL TRONTO (Palariviera)

27 FEBBRAIO a CATANIA (Teatro Metropolitan).

 

I biglietti per le date di Udine, Schio, Senigallia, Frosinone, Aprilia, Cosenza, Mestre, Forlì, Parma, Bergamo, La Spezia, Genova, Biella, San Benedetto del Tronto e Catania sono disponibili in prevendita nel circuito TicketOne, mentre sono disponibili su Ciaotickets i biglietti per le data di Sulmona, su Geticket i biglietti per la data di Belluno, su BookingShow i biglietti per la data di Bari e su Liveticket i biglietti per la data di Cagliari.

Dal 27 ottobre, inoltre, Niccolò Fabi sarà impegnato con il tour europeo che partirà il 27 ottobre da BruxellesDi seguito tutte le date: il 27 ottobre all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles(Rue de Livourne, 38), il 30 ottobre al Paradiso di Amsterdam (Weteringschans 6-8), l’1 novembre all’O2 Academy di Oxford (190 Cowley Rd), il 2 novembre all’O2 Academy Islington di Londra (Angel Central), il 6 novembre a La Bellevilloise di Parigi (19-21 Rue Boyer), il 7 novembre al Bar National di Lussemburgo (194 Route de Longwy), il 10 novembre al Privat Club di Berlino (Skalitzer str. 85-86), l’11 novembre al Technikum di Monaco (Grafinger Str. 6), il 13 novembre al B72 di Vienna (Hernalser Gürtel 72/73),  e il 16 novembre allo Studio Foce di Lugano (Via Foce, 1).

Disponibile in tutti in negozi di dischi, in digital download e in tutte le piattaforme streaming, “Una somma di piccole cose” (Universal Music), può essere definito come il riassunto più efficace ed emblematico delle caratteristiche umane e musicali del cantautore romano e del suo percorso artistico, iniziato ormai venti anni fa e proseguito sempre in maniera personale. Il cantautore romano con questo disco ha scelto, nel momento probabilmente più alto della sua carriera, di abbandonare le regole commerciali e liberare la creatività, desideroso di fornire al pubblico il disco che avrebbe sempre voluto essere in grado di fare.

Scritto, suonato e registrato integralmente da Niccolò Fabi in una casa di campagna, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, “Una somma di piccole cose” è infatti il frutto di una scelta stilistica molto precisa, con un colore di fondo costante e riconoscibile che accompagna tutte e 9 le tracce dell’album.

Artista poliedrico e sempre attento alle tematiche sociali, Niccolò Fabi sarà protagonista insieme al geologo Mario Tozzi di “MUSICA SOSTENIBILE”, uno spettacolo scritto a 4 mani e incentrato sul difficile rapporto tra uomo e ambiente in un viaggio tra musica e parole.  LO SPETTACOLO ANDRÀ IN SCENA, per la prima volta in un teatro, VENERDÌ 14 E SABATO 15 OTTOBRE, presso la “CASA DEL TEATRO RAGAZZI E GIOVANI” di Torino (Corso Galileo Ferraris 266).

Cantautore, produttore e polistrumentista Niccolò Fabi ha alle spalle 9 progetti discografici, 1 raccolta e numerose e importanti collaborazioni artistiche, la più recente quella con i compagni e amici Max Gazzè e Daniele Silvestri. Negli anni ha inoltre continuato a lavorare sul rapporto tra parole e musica sia in termini performativi con appuntamenti all’interno di rassegne culturali che in chiave formativa, è attualmente docente all’interno della scuola Officina delle arti Pierpaolo Pasolini. Impegnato nel sociale, il cantautore continua attivamente la collaborazione con l’ONG Medici con l’Africa – Cuamm e recentemente ha scritto insieme al geologo Mario Tozzi lo spettacolo “Musica Sostenibile”, indirizzato alla comprensione e alla divulgazione di tematiche ambientali, spesso dimenticate.

BITS-CHAT: “Voglio darvi la bella copia”. Quattro chiacchiere con… Ketty Passa

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Ketty Passa
è la cantante con i capelli blu.
Oddio, in realtà è molto di più, ma questa è la prima cosa che salta all’occhio appena si incrocia il suo sguardo, e soprattutto questo è l’elemento che la rende immediatamente riconoscibile.

Ma Ketty Passa è molto di più perché con la musica non ci ha a che fare solo come interprete, ma anche come conduttrice in radio e TV e dj in alcune serate di milanesi. Ultimo incarico che le è stato assegnato in ordine di tempo è la selezione musicale per il nuovo programma di Rai2 Nemo-Nessuno escluso. Insomma, è una che nella musica ci sguazza dentro in pieno.
Nel 2013, insieme ai Toxic Tuna ha pubblicato il suo primo album, #CANTAKETTYPASSA, e ora, a distanza di tre anni, si prepara al ritorno: questa volta però lo fa da sola, e con uno stile tutto nuovo.
Per pubblicare il nuovo album e dare al pubblico la “bella copia” del CD, ha accettato la proposta dei fondatori di Musicraiser Giovanni Gulino dei Marta sui tubi e della sua compagna Tania Varuni, dj e produttrice, che, rimasti entusiasti dei primi ascolti, l’hanno esortata a dare il via alla missione #kettypassainloop, iniziata a fine settembre e attiva fino al 25 novembre.
Per chi si offrirà di finanziare il progetto, sono previsti numerosi pacchetti di offerte, dall’edizione speciale dell’album fino a una cena e al dj set privato. Tutte le info a questo link.

Ti avevamo lasciata nel 2013 con il tuo precedente album, #CANTAKETTYPASSA e ti ritroviamo ora pronta a fare un nuovo passo con un disco che si preannuncia molto diverso: cosa è successo in questo periodo?
L’esperienza con la band è stata bella, ma difficile, e alla fine non abbiamo trovato l’incastro giusto. Già subito dopo il tour era emersa l’esigenza da parte di alcuni di prendere altre strade: così, senza nessun tipo di rancore, abbiamo abbandonato il progetto e io mi sono messa a pensare a cosa avrei voluto fare davvero come cantante. Quello che da tempo volevo proporre era qualcosa che mischiasse pop, elettronica e hip hop: io lo definisco urban, ma solo perché ha uno stile piuttosto street e si rifà all’America, con il cantato a volte punk, a volte melodico.

Un genere non proprio frequente in Italia: come hai trovato la chiave giusta per lavorarci?
Ho iniziato in studio, accompagnata dal mio produttore, Max Zanotti, la persona che più di tutti ha creduto in questo progetto dall’inizio. Anche per lui era una scommessa, perché ha sempre avuto a che fare con tutt’altra musica, mentre qui si trattava di mettere insieme melodia su basi elettroniche piuttosto ritmate, spinte, che di solito in Italia sono usate dai rapper. E’ anche per questo che ci ho messo due anni a fare il disco.

Difficoltà particolari che hai incontrato?
La lingua: l’italiano non è spigoloso come l’inglese, è rotondo, e adattarlo a quella musica non è stato facile, ho dovuto lavorare molto in quel senso, cercando di adattare le parole alle basi che mi arrivavano da musicisti che lavoravano nell’ambito dell’hip hop. Per creare l’atmosfera mi sono ispirata molto a Gwen Stefani, M.I.A., Kimbra, ma anche Rihanna e Beyoncé. Tra i pezzi meglio riusciti c’è Sogna, il primo singolo, dove sono riuscita a trovare il linguaggio perfetto, mentre in altri casi ho dovuto rispettare un po’ di più le esigenze dell’italiano e mi sono adeguata a un andamento più melodico. Anche i temi che affronto sono molto diversi: nei 10 pezzi nuovi ci sono canzoni più allegre, altre più intime, in un’altra parlo di come sia difficile portarsi dietro la propria diversità nella società di oggi abituata a ragionare in franchising.

E sei poi arrivata a Musicraiser…
Per questo album ho lavorato in maniera diversa rispetto a prima, andando in studio e non più in sala prove, e tutto questo ha un costo: sono stata contattata da Giovanni Gulino e Tania Varuni di Musicraiser e mi è sembrato un buon modo per sostenere le spese e avere una nuova visibilità. La parte economica in un progetto discografico ha un grande peso e le operazioni messe in atto da piattaforme come questa sono un grandissimo aiuto, soprattutto per gli artisti come me che non hanno alle spalle case discografiche che possano finanziare il lavoro. Ho posto un obiettivo piuttosto ambizioso, 10.000 euro, che mi serviranno per coprire una parte delle spese che ho già sostenuto e darmi la possibilità di realizzare anche un paio video. Fare musica è anche un investimento su di sé, per cui molto ho già investito di mio: aderire a Musicraiser mi permetterà di avere più visibilità e poter dare al pubblico la “bella copia” del disco. La campagna si chiuderà il 25 novembre e ho previsto numerosi pacchetti per chi deciderà di aiutarmi a portare a termine il progetto. Voglio che le persone siano invogliate a finanziare la mia missione, non voglio sono elemosinare.
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A Musicraiser sei arrivata dopo aver ricevuto la proposta di Giovanni e Tania: prima non ci avevi pensato?
No, non ero molto convinta: di solito alle cose devo arrivarci da sola, con i miei tempi, e in questo caso non pensavo che potesse fare al caso mio. Poi invece i ragazzi di Musicraiser mi hanno contattata ed erano molto entusiasti dei provini che hanno ascoltato e così ho deciso di mettermi in gioco: mal che vada, se non raggiungo l’obiettivo, resto a zero come sono ora. Sarà forse un po’ avvilente, ma è un tentativo. D’altra parte, l’alternativa sarebbe stata quella di aprire un mutuo. Mi ha aiutato molto anche il fatto di aver incontrato l’etichetta 22R con la quale si è instaurato un rapporto di fiducia. In questa campagna mi sto impegnando tantissimo, sto mettendo tutta me stessa, tutta la creatività che ho, anche per creare pacchetti esclusivi e ricchi da proporre: tra i progetti c’è anche quello di creare delle strisce di fumetto in cui racconto una storia. Per ora non posso dire molto, ma sarà una cosa molto divertente che sto preparando insieme a un tatuatore: riguarderà uno dei brani e avrà come protagonisti una bambina e un animale.

E’ stato difficile trovare musicisti adatti al tipo di musica che volevi proporre in questo album?
Più che dal punto di vista pratico, la difficoltà è stata soprattutto trovare chi volesse fidarsi e mettersi in questo progetto: mi rendo conto che proporre brani urban non sia facile in Italia, e devo dire che in effetti molti non capiscono, sono convinti che la musica italiana non sia pronta. Io però sapevo di non voler fare quello che fanno le altre cantanti: è vero, dopotutto faccio pop, per cui i punti di contatto ci saranno, ma io voglio proprio fare musica con un linguaggio diverso, e sono curiosa di vedere come verrà recepita questa operazione.
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Pensi che Musicraiser possa rappresentare il futuro della discografia?
Sì, ma più che Musicraiser penso che sia il web in generale a rappresentare il domani della discografia. Prendiamo il caso di Salmo: quando lui è arrivato, il suo tipo di musica non lo proponeva nessuno, lo ha portato lui, e oggi è entrato in una major. Le grandi realtà discografiche ormai servono soprattutto a supportare fenomeni già esistenti, lavorano con i talent, ma non presentano cose nuove, e questo per meccanismi di mercato che posso anche comprendere, ma che non aiutano a portare qualcosa di diverso. In passato ho ricevuto proposte per partecipare a dei talent, ma ho capito che se avessi accettato sarei entrata in logiche più grandi di me e come artista sarei morta. Non mi serviva avere quella visibilità e non avevo voglia di farmi scrivere le canzoni da altri.

Prima accennavi a un brano dell’album che tratterà il tema della diversità: secondo te che cosa fa paura alle persone nell’essere diversi?
Essere diversi vuol dire sentirsi continuamente sbagliati: noi umani siamo brutti, sviluppiamo una serie di convenzioni sociali che ci portano al confronto, al giudizio verso gli altri. Lo facciamo tutti, nessuno escluso. Essere diverso ti porta a vivere con più difficoltà anche nel concreto, perché magari sei tentato di fare scelte meno convenienti economicamente ma più stimolanti. Essere diversi è difficile proprio dal punto di vista pratico, mentre una vita facile è quella che porta gli altri a non giudicarti e romperti le palle.
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A proposito del caso di Tiziana Cantone, sulla tua pagina Facebook hai scritto: “il problema non sono i social, sono le persone”. Non pensi però che i social abbiano amplificato l’imbarbarimento della società?
Certo, perché, come dicevo, siamo tutti prontissimi a scagliarci sugli altri per nasconderci, anche se commettiamo gli stessi errori. L’indole umana porta a puntare il dito per sentirsi puliti, mentre si sta perdendo la capacità di autocritica: dietro allo schermo di un computer siamo tutti coraggiosissimi, ma non riusciamo a reggere il confronto diretto. In questo caso specifico, la ragazza è stata convinta a essere lei dalla parte del torto, mentre la vera colpa in questa storia è stata mettere on line un video senza il suo consenso, quello è un reato! Il senso di colpa per quello che si vedeva in quel video è stato però così grande che Tiziana si è tolta la vita, ed è gravissimo. Per questo ho scritto che il problema non sono i social, ma le persone che li usano e il modo in cui li usano. Siamo fatti male, siamo fatti per spiare e giudicare, e Facebook non è altro che lo specchio di questo comportamento.

Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato ha per te il termine “ribellione”?
E’ difficile spiegarlo: sono molto diversa da come appaio, posso sembrare estroversa e ribelle, ma sono molto più tranquilla. Forse ribellarsi è portare avanti dei valori che riconosci in te, ma di cui non trovi riscontro nella società. Ribellarsi può essere anche avere il sogno della musica, ma andare a lavorare in ufficio se il tuo paese non ti offre le condizioni per farlo in totale libertà o se l’unica alternativa è andare in un talent. Ecco, io ho ancora la lucidità di dire no.

Fonte d’amore: il 18 novembre una nuova raccolta di Giuni Russo

A trent’anni dall’uscita discografica di Giuni (1986) e Album (1987), venerdì 18 novembre verrà pubblicato Fonte d’amore, un progetto musicale composto da 4 dischi che celebra i più grandi successi, e non solo, di Giuni Russo.

Il cofanetto, in uscita per l’etichetta GiuniRussoArte, è dedicato alla memoria di Carlo Bixio, editore, produttore e caro amico di Giuni, determinante per la sua carriera artistica e che ha reso possibile nella seconda metà degli anni ‘80 il suo ritorno sulle scene discografiche con la pubblicazione di Giuni e Album.