Carne & Pixel, analogico e digitale, ragione e sentimento, il corpo che si dilata e si altera negli schermi e mette in crisi la ragione.
Il ritorno dei varesini MasCara si appoggia su errori digitali e campionamenti, sul rompere e ricostruire. Imbastardire ciò che era puro, rendere emotivo ciò che appare alieno.
L’identità diventa una domanda fatta ai motori di ricerca “dimmi chi sono” mentre al cuore non resta che tentare di emergere nell’unico modo che conosce: mettendosi a nudo. Nel video, ambientato in un probabile futuro, la protagonista tenta per mezzo di un sistema chiamato Golden Record di riportare in vita il suo amato. Pur giocando un ruolo fondamentale la componente visiva nella piena comprensione del progetto stesso, il testo e il suono si amalgamano perfettamente e permettono l’immersione in un mood fatto di contrasti e metaforiche contraddizioni.
Esperienze e rapporti vengono privati dei sentimenti e visti attraverso i gesti che si compiono con i dispositivi e la musica diventa la rappresentazione perfetta della deflagrazione emotiva.
“Ho scritto Carne & Pixel per metà sulle ultime pagine de L’orizzonte della scomparsa di Giuliana Altamura, che parla proprio di questa perdita dell’identità. Ho letteralmente portato via dal profilo di una mia ex le parole che danno il titolo alla canzone. Non mi parla più da allora anche per questo. Avrei potuto raccontarlo. Usare le mie vicissitudini. Però non avrei fatto emergere cosa provo, come mi fa stare essere a pezzi in questi anni di costante connessione, di immagini da nascondere, da follow/unfollow. Quanti sono gli atti da compiere per allontanare la visione dell’altro sullo schermo, dai nostri hard disk, sui nostri social? Come cazzo stiamo emotivamente nel fare tutto questo? Mi interessavano le emozioni, analizzarle e farle suonare così come le sento. Mi sembra più sincero. A conti fatti è la descrizione di una crisi. Il suono di un tracollo.”
I MasCara sono una band nata in provincia di Varese. Dopo l’esordio con l’EP L’amore e la filosofia approdano nel 2012 al battesimo discografico, Tutti Usciamo di Casa, un disco dalle grandi aperture pop e orchestrali prodotto da Matteo Cantaluppi. Quasi in antitesi a questo approccio, due anni dopo nasce Lupi, un disco scuro e nervoso, figlio della rabbia e della volontà di mostrare un lato più dinamico, mentre nel suono si fa più evidente un ulteriore senso di alienazione di cui la band si fa portavoce. Quattro anni più tardi ecco la band nello studio di registrazione del cantante Lucantonio e dal chitarrista Claudio Piperissa, “Il Faro” alle prese con il nuovo lavoro.
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